sabato 2 aprile 2011

One shot - bloody truth –

One shot - bloody truth –






Era solo una goccia di sangue.
Scendeva in un rivolo vischioso, dapprima caldo, poi sempre piú freddo, nell’interno della coscia destra di Robert.
Strizzó le palpebre e riprese fiato.
Jude era sprofondato nella sua nuca, non la smetteva piú di venirgli dentro e gli spasmi erano un miscuglio di piacere e dolore, per quanto inarcavano la sua spina dorsale, sotto alle spinte dell’altro.
“Jude…” – mormoró, schiantandosi tra i cuscini, dopo averli spostati, quasi a trovare un nascondiglio dove sfuggirgli.
Lui lo adorava, ma quella notte aveva esagerato.
“Mi…mi dispiace…” – si rese conto delle conseguenze dei propri eccessi.
Si inginocchió, scrutando la pelle di Downey, la schiena segnata da morsi e graffi – “Il fatto è che… che ci vediamo cosí di rado…”
Robert rimase in silenzio.
“Perché non parli, ti ho chiesto scusa!”
“E tu perché alzi la voce, Jude?” – rispose pacatamente.
“Mi sono spaventato… non credevo che…”
“Che potessi farmi male?”
Lo voltó, per baciarlo.
Le loro braccia incorniciarono i corpi sfatti, come quel letto.
Robert si staccó, continuando a massaggiargli il collo con le labbra turgide – “Ora va meglio Judsie…vero?”
“No, non va bene per niente…”
Downey si bloccó, tornando a fissarlo – “Ti ho chiesto di venire qui a Malibu…”
“Ed io di trasferirti a Londra.” – ribatté risoluto.
“A Londra io almeno un buco di alloggio l’ho comprato, per stare con te, mentre qui siamo sempre rintanati in alberghi di lusso!” – si alzó di scatto, lasciandolo lí, rannicchiato come un bambino impaurito.
Detestava vederlo cosí – “Io ti amo Judsie… ti amo in un modo che a te non basta mai.”
“Non abbastanza per lasciare tua moglie.” – il suo tono era rassegnato: non voleva piú combattere, questa era la veritá.
Susan era troppo importante per Robert, sotto molti punti di vista e, soprattutto, non ostacolava il loro rapporto.
Solo una stupida non avrebbe capito e lei era davvero in gamba: faceva finta di niente, Robert era l’uomo che amava, la macchina da soldi anche per il suo lavoro di produttrice di successo, un marito fedele, almeno dal punto di vista etero, quindi se anche soddisfaceva il suo lato oscuro, cosí come lei lo aveva definito ad una cena, in un discorso generico sui bisessuali, era qualcosa di sostenibile.
L’accoppiata con Law, poi, era davvero preziosa, quindi Susan non avrebbe mai intaccato la loro “meravigliosa intesa sul set e non solo.”
Semplici chiacchiere da intervista, ma il cronista della BBC voleva essere piú pungente di quanto Susan gli permise alla fine.
Era un pettegolezzo quel bromance tra Downey e Law, prove concrete non ne esistevano ed i paparazzi neppure le cercavano, visto che i due si offrivano platealmente con siparietti memorabili, anche un bacio a stampo, ad una premiere, che scatenó un putiferio mediatico a tinte positive ed entusiastiche.
Un terzo sequel di Holmes era in gestazione, non restava che aspettare.
Qualcuno lo chiamava carisma, Robert ne aveva da vendere.

Jude lo raggiunse sotto alla doccia, cingendolo alle spalle – “Perdonami Rob…”
“No… fallo tu, hai ragione, terribilmente ragione, sono un vigliacco, incapace di prendere decisioni importanti…Perche´ tu sei importante Judsie…”
“Adoro quando mi chiami cosí…”
Downey si voltó, baciandolo con intensitá.
Tornarono a letto, senza neppure asciugarsi.
Jude schiuse le proprie gambe ai fianchi di Robert, che si insinuó, succhiandogli i capezzoli, facendolo ansimare – “Prendimi adesso… Rob… non…” – deglutí, gemendo poi per essere stato invaso completamente.
Il profumo di gel al mango si diffuse, Downey era stato premuroso, come al solito.

Kevin Spacey era dichiaratamente gay ed opporsi a tutti coloro i quali, occupando un posto di potere, denigravano le minoranze, di qualsiasi genere, era come stare in prima linea.
Jude lo appoggiava appena possibile e quel sit in a Londra, davanti all’ambasciata della Bielorussia divenne quasi un appuntamento annuale.
Del resto il dittatore ai comandi di quella nazione discriminava gli omosessuali in qualunque ambiente, facendo arrestare attori, tra i quali diversi amici di Kevin, soprattutto teatrali.
La provocazione rimaneva l’arma migliore per attirare la stampa internazionale, cosí quel bacio fu sparato on line in trenta secondi.
Alcuni pensarono che Law avesse una storia con Spacey, anche se nessuno ci credeva davvero, ma guardarli cosí avvinghiati faceva male a Robert, che stava scrutando la prima pagina del Sun e di Variety.
Susan tornó da lui con il vassoio della colazione.
“Ma cosa ci combina Judsie ahahhaah?! Peró, carini…”
“Trovi?” – ribatté torvo, sorseggiando il caffè.
“Non sarebbero male come coppia, ma sono certa che è solo un modo per farsi ascoltare da quella massa di idioti razzisti.”
“Sí… sicuramente è come dici tu cara…”
“Sembri sconfortato, Jude non voleva di sicuro offenderti.”
“Ma… ma cosa stai dicendo?” – balbettó, alzandosi con uno scatto felino dei suoi.
“Facevo una battuta… Dio Downey ma cos’hai stamattina!?” – rimbrottó, prendendosi la seconda brioche.
“Nulla! Un bel cazzo di nulla, vado a farmi una corsa sulla spiaggia, poi ho un appuntamento, ci vediamo per pranzo…”
“Non ci sono, mi vedo con Adams, te l’avevo detto.”
“Ah giá vero… ok, allora mangeró qualcosa con Indio… Ciao buona giornata Susan.”

Jude non rispondeva al cellulare.
Considerato il fuso orario forse era in qualche bar con gli amici oppure in famiglia con i bambini.
Era una loro regola, per sicurezza, non lasciarsi messaggi vocali, ma Robert non riuscí a resistere.
§ Ciao piccolo… non… non dovevi baciarlo… Cosa diavolo ti è preso?! Mi sento morire…§
Trascorsero dieci minuti, poi Jude lo richiamó.
“Robert… ma cosa dici, sei impazzito?”
“Ehi… sono qui a frignare come una checca, su di una panchina di fronte all’oceano… e mi manchi e poi vedo quella copertina…”
“Ma calmati, non ci sono mica andato a letto con Kevin! Cosa sono questi melodrammi?!” – protestó irritato.
“Forse ho… ho esagerato Judsie…”
“Appunto. Vienici anche tu a queste manifestazioni, te lo avró detto mille volte!”
“A fare cosa Jude? A baciarti davanti a tutti?”
“Sí, a baciarmi sul serio, non a fare il cretino alle prime dei nostri film cazzo!!”
Seguirono alcuni istanti di mutismo, ma poi Robert espresse la cosa peggiore per Jude – “Sarebbe offensivo nei confronti di Susan e lei non se lo merita.” – disse deciso.
Ora era Jude a rimanere senza parole.
“Judsie…?”
“Lei… lei non lo merita, mentre io… per me è diverso, sono solo un amante, piuttosto squallido dopo tutti questi anni, ma cadrei nel patetico se rimanessi qui a parlare con te Rob… Non la smetterai mai di umiliarmi ed io non posso piú sopportarlo…”
“Jude ascoltami, non era quello che intendevo e… Jude…? Jude…”

Colin Farrell stava osservando il quarto o quinto shot che Jude stava ingurgitando, in effetti aveva perso il conto.
Erano rimasti buoni amici, dopo un film insieme e molti party, ma lui ormai era pulito da un secolo, mentre Law stava rispolverando i vecchi vizi.
“Credevo avessi smesso Jude…”
“Lo credevo anch’io… cazzo cosa stai bevendo? Tonica…ma che schifo…” – ridacchió.
“Si puó sapere che ti prende stasera?”
“La mia vita… la mia vita è solo merda…”
Colin sospiró – “Volevi parlarmi di questo?”
“No… non lo so piú… come ti gira?”
“Piuttosto bene.”
“Vedo… ma… ti sei sposato?”
“Assolutamente Jude… non tocco una donna da almeno quattro anni.”
Law sbarró le palpebre – “Eh?... ma se ti vedo sempre con delle sventole…”
“Sono solo colleghe.”
“Non… non ti capisco Colin…”
Furono interrotti da una chiamata per Farrell, che rispose sorridente – “Ciao… hai giá finito… mmm ok, credevo che fosse piú tardi da quella parte del mondo, ma faccio sempre casino come vedi… Certo, sono in un pub con Jude, lo ricordi? Sí… tutto tranquillo amore…No che non bevo dai, dovresti saperlo…” – rise, arrossendo – “Anch’io, da impazzire… ci vediamo tra due giorni, ok… abbi cura di te tesoro, ti adoro…” – e chiuse, riponendo il palmare nella tasca della giacca.
Law aggrottó la fronte, poi biascicó – “Allora è vero…”
“Vero cosa?”
“Che stai con lui… con Jared Leto…”
“Sí... A te lo posso anche dire, ma non vogliamo esporci, viviamo come due galeotti, peró a me sta bene, anche a Jay… Lo amo da sempre.” – era radioso nel confessare quel suo sentimento pulito ed unico.
“Cazzo… lo vedo che sei innamorato… Jared è davvero uno splendido ragazzo… ultra quarantenne…” – sorrise, ordinando un altro giro.
“Ora smettila Jude!”
Il biondo tossí – “Scopo da cinque anni con Robert… Downey Junior… cioè… io lo amo…é… è tutto per me, ma io non lo sono per lui.”
Farrell si grattó la testa – “Mi dispiace, ma quale è il problema, la moglie forse?”
“Oh Susan è la moglie che ogni frocio vorrebbe avere…”
“Jude…”
“Ma sí è solo una parola no? È solo un insulto, ma finché te lo dicono per strada o in una palestra, se è l’opinione di una massa di coglioni a me starebbe anche bene, ma quando è il tuo uomo che ti fa sentire cosí… allora è diverso Colin…”
“Robert non ce lo vedo ad offenderti in questo modo...”
“È un debole… no, è solo innamorato di sua moglie e non di me.”
I suoi occhi si sciolsero in due lacrime pesanti, che Colin avrebbe voluto asciugare, ma Jude barcolló sino al bagno, per vomitare.

In auto non aggiunsero altro, Jude si era quasi addormentato.
Colin faticó a trascinarlo sú per le scale ed una volta che riuscirono ad entrare nell’appartamento di Jude, questi si aggrappó alla camicia dell’amico, asciugandosi la fronte madida di sudore freddo – “Ho…ho bisogno di stendermi Colin…”
“Lo so… aspetta che mi oriento… ah ok, dai andiamo…”
Lo fece coricare con calma – “Vado a farti un caffè.”
Jude lo trattenne per i polsi – “Colin… Colin senti… non… non mi serve il caffè…”
“A me sí invece, sono a pezzi, pesi come un demonio.” – ridacchió.
“Vorrei esserlo… un demonio… non mi sentirei come ora e forse… forse mi potrei rivalere su chi non mi ama davvero…”
“Allora non includere né Robert e tanto meno il sottoscritto: per noi sei importante, anche se a differenti profonditá.”
“Bella espressione… ti va… ti andrebbe di…”
“Di cosa Jude?”
“É… sarebbe solo… un po’ di sesso… tra… tra amici, che ne pensi? Mi do una ripulita e…”
Farrell si spostó, andando ad aprire una finestra – “Lusingato, ma no, no grazie Jude.”
“Ecco…questo sí che è un uomo… uno vero…” – e si assopí russando come un orso.

“Buongiorno dormiglione.”
“Ciao Colin… cazzo la testa… ma… dove hai dormito?”
“Di lá sul divano. A proposito, scusa ma ho usato il tuo pc, per stare un po’ con Jared dopo il concerto e raccontargli la nostra bella serata ahahah”
“Miseria… gli hai anche detto che…”
“Certo. Noi non ci nascondiamo piú niente, in passato è stato deleterio.” – rispose con serenità.
“Ok… che figura… Jared mi romperá la faccia se mai mi incontrerá.”
“Non credo, era dispiaciuto per te e Robert.”
“Davvero?... Tanto non cambierá mai nulla.”
Colin accese la tv, sul notiziario del mattino.
“Uhm… è giá finito?... Ah sí, la pagina del gossip, che strazio, almeno vedremo il meteo in coda.”
“Hai ragione dicono sempre certe boiate…”
Il cronista era fasciato in un completo molto british e con una flemma ridicola, snoccioló qualche news sulla casa reale, poi su di un calciatore e due attricette in voga al momento, ma poi annunció uno scoop eccezionale.
Di colpo apparí una foto di Robert Downey Junior, sottotitolata “Crash marriage! Gay pride Rd!”
Jude sputó il tè che stava bevendo e Colin rimase stranito, alzando il volume.
“L’attore americano ha convocato una conferenza stampa alcune ore fa, per annunciare non solo il divorzio dalla moglie Susan, ma soprattutto i motivi di questa improvvisa decisione ovvero una relazione di vecchia data con il collega Jude Law, ascoltate il servizio della nostra Sandy Anderson.”
Un primo piano di Robert ed i commenti a conferma di quella spiegazione, nonché uno stralcio della sua dichiarazione piú succulenta in pasto ai media – “Ho provato a mantenere unita la mia famiglia, ma era troppo doloroso ed insensato, perché in fondo la persona che amavo maggiormente era tenuta in disparte dalla mia vita ed era insopportabile. Spero soltanto che Jude abbia saputo aspettarmi, perché era davvero arrabbiato con me…”
I reporter lo investirono con mille domande, ma lui non aggiunse molto altro.
L’unico dettaglio interessante era che Robert Downey Junior si era diretto all’aeroporto di Los Angeles, imbarcandosi per destinazione ignota.
“Colin… ma ho avuto un’allucinazione?”
“Se cosí fosse siamo in due… cazzo che fegato… non sei contento?” – gli arrise, mentre Law era ancora sotto shock.
Qualcuno suonó il campanello.
“Colin vai tu…forse è il solito scocciatore del portinaio con la posta…”
“Ok… tu vestiti intanto.”
Farrell non controlló nemmeno chi fosse.
“Robert…?!”
“Colin? Ma…”
“Ho dormito sul divano!” – esclamó alzando le mani, come in segno di resa.
Downey scoppió a ridere, passandogli oltre.
“Ciao Judsie…”
“Rob…” – gli voló tra le braccia, ripetendo il suo nome, baciandolo con tutta la passione che aveva in corpo, singhiozzando e ringraziandolo, sentendosi quasi mancare.
Crollarono sulle lenzuola, spogliandosi.
Sentirono lo scatto della serratura, Colin se n’era andato, lasciando un biglietto sulla scrivania in soggiorno.
§ In amore tutto si trasforma… occorre solo un po’ di pazienza. §

THE END



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