martedì 12 aprile 2011

GOLD - Capitolo n. 128

Capitolo n. 128 – gold



Robert non voleva pensare a nulla, parlare di nulla, l’unico desiderio dominante era venire dentro a Jude per la seconda volta, perdendosi nel suo sguardo, mentre lo baciava ad occhi aperti, aderendo a lui, come se fossero un’unica persona.
Gemette, mordendogli piano la spalla sinistra.
Era attento e premuroso, ma terribilmente virile quella notte.
Instancabile, bramoso e sensuale, chiunque avrebbe perso la testa per un uomo cosí carico di premure sconvolgenti, ma Jude era come schiacciato dall’urgenza dell’altro di svuotarsi di tutti i problemi ed i pensieri cupi, che gli avevano rovinato la giornata.
Capitava a volte, piú a Jude che a Robert, il quale lasciava che il compagno piú giovane gli facesse qualsiasi cosa, perché pur sempre adorabile al suo cuore innamorato e felice di loro e di come si vivevano, senza egoismi.
Jude sentiva di avere fatto un pensiero troppo sporco su Jared, non riusciva a superare quell’empatia dannosa, creatasi per le similitudini, che avevano caratterizzato le loro esistenze, senza saperlo, almeno sino a poche ore prima.
Robert si sollevó, pescando dal secchiello la bottiglia di champagne ghiacciato ormai arrivata a metá: ne versó una coppa, riprendendo fiato – “Hai sete cucciolo?” – chiese prima di sorseggiarla con estrema delizia dei sensi.
“Sí Rob…” – replicó deglutendo Jude, senza muoversi, con ancora Downey tra le gambe.
Imperlati di sudore, i loro corpi erano un’armonia di perfezione.
Robert trasferí il nettare dalla propria bocca a quella di Jude, inaspettatamente.
“Va… va meglio? Ne vuoi ancora Judsie…?” – sorrise.
“No… no grazie amore…” – replicó, alzandosi sui gomiti.
“Io invece ne voglio ancora… ma solo di te, girati.”
Era un ordine, ma non un’imposizione.
Robert era di nuovo eccitato e pronto a prenderlo, con maggior forza.
Davanti ad una breve esitazione di Jude, lui non si fermó, voltandolo come se fosse una bambola, ma non senza ricoprirlo di baci dolcissimi, in contrasto con il suo respiro bollente – “Voglio solo scoparti…ne ho davvero bisogno Judsie…” – ed era giá dentro di lui.
Law aprí le dita, poi afferró qualcosa di morbido, era un asciugamano, rimasto sotto al cuscino dopo la doccia fatta insieme.
Poche spinte e Robert dilagó, insieme a Jude, che non si era dimenticato di toccare, masturbando la sua erezione.

Glam era ripartito subito.
Davanti a Jude, diede un bacio leggero a Jared, sfiorandogli la schiena – “Adesso vado. Sai dove sono e sai che io ci sono, Jay… abbi cura di te e del tuo compagno, anche se ora faccio fatica a pensare che se lo meriti, dopo che… ma non importa, non importa… ti amo tanto.” – e lo accolse nuovamente, su quel petto ampio e solido, socchiudendo le palpebre stanche su quei due frammenti di cielo turchese, che si erano ravvivati nel momento in cui incontrarono quelli di Jared.

Colin aveva ricevuto unicamente la visita di Downey, che era stato freddo e circostanziale.
Farrell capí subito che lui sapeva e gli disse a cuore aperto ció che era accaduto ad Haiti, chiedendo il suo perdono.
“Colin non sono qui per tediarti con il mio risentimento per quello che hai fatto subire a Jared, ma lo trovo tragicamente ingiusto…”
“Vorrei morire, se solo servisse a cambiare le cose Robert…” – replicó mestamente.
Lui si mise seduto – “Non serve… avete dei figli meravigliosi e non possono perdere i loro genitori. Siete stati sempre all’altezza di questa vostra responsabilitá, nonostante un mare di casini… Colin devi recuperare assolutamente questo tuo sbaglio… eri amorevole con Jared… come hai potuto farlo? Sapendo poi che lui…Ok, non ho il diritto di farti prediche.”
“No, tu ce l’hai eccome!... Perdonami Robert… ti supplico…”
Downey si rialzó, raccogliendolo nel suo abbraccio, mettendo a tacere una rabbia, che lo stava divorando; era stato abusato anche lui in passato ed i segni erano ancora vivi nel suo animo tormentato.

Jared si spoglió e raggiunse Colin, che si era assopito da poco.
“Ciao tesoro…” – mormoró baciandogli la fronte.
Farrell si rannicchió – “Jay… come sta Violet?”
“Tutto a posto… le manchi…”
Colin sospiró, trattenendo una lacrima – “Mi mancate anche tutti voi… mi manchi tu Jared…”
“Il tempo ci restituirá la gioia della nostra famiglia Cole… ora non riesco a prometterti altro…”
“Non pretendo nulla, mi affido completamente a te, che sei l’unico uomo che amo… sei il mio mondo Jared, il senso di ogni mio giorno… ho… ho rovinato tutto… ma sapró rimediare, te lo giuro Jared.”
Lui lo bació, cullandosi con lui in quella, che ora gli appariva un’illusione.


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