Capitolo n. 144 – gold
“I capelli ti stanno crescendo…”
Colin lo disse sorridendo, sfiorando lo schermo del suo portatile, chiuso nella propria camera.
“Grazie…”
“Per cosa Jay?”
“Per la carezza… l’ho sentita.” – anche Jared sorrise, al di lá dell’oceano.
Una lacrima precipitó dai suoi occhi.
“Jay…”
“Mi manchi Cole…”
“Allora incontriamoci.” – disse lui, sentendo fremere qualcosa in fondo allo stomaco.
Aveva iniziato a pensare che Jared ce l’avesse ancora con lui per la violenza subita, desiderando quindi mantenere le distanze, rifugiandosi ad Haiti.
“Va bene, ma devo finire alcune cose qui, sto aiutando Sebastian con le vaccinazioni, ancora per un paio di giorni almeno.”
“Non c’è nessun altro che possa farlo al posto tuo tesoro?”
“Veramente i due volontari che di solito se ne occupano sono volati a Los Angeles per accompagnare Lula.”
“Ah capisco… Ok Jared, non ci sono altre motivazioni, sei sicuro?” – domandó dolcemente.
Jared aggrottó la fronte, pensando ovviamente a Syria, ma nessuno di chi lo sapeva lo avrebbe “tradito”, a meno di qualche gaffe.
“Ok, ti dico ció che penso.” – proseguí Colin – “Sei arrabbiato con me? Per quello che…” – “No! No amore… assolutamente.” – replicó pronto e con un bel viso radioso, che rassicuró Farrell.
“Ti amo da morire Jay…”
“Anch’io Cole e non vedo l’ora di ritrovarti, in tutti i modi possibili… ed impossibili.”
Lula correva entusiasta per il parco della End House con i suoi cuginetti e Geffen, che non lo perdeva mai di vista.
Per comoditá avevano accettato l’ospitalitá di Colin, anche per favorire le sedute di Kevin con il dottor Cody.
Il ragazzo aveva difficoltá nel ritrovare una pace interiore ed un equilibrio con il compagno, che aveva cura di lui in tutti i sensi, senza chiedere nulla.
L’ultima cosa a cui pensava Glam era il sesso, a meno che Kevin non ne sentisse la necessitá, ma solo a suo esclusivo favore.
Geffen avrebbe rispettato i suoi tempi ed accettato qualsiasi decisione da parte di Kevin.
Trascorse un’altra settimana, fatta di progressi solo per Chris.
Kevin alternava momenti di serenitá a profonde crisi, fatte di silenzi e pianti.
Brandon fece una seduta di psicoterapia, nella biblioteca adibita ai suoi incontri con Kevin.
“Mi puoi visitare oggi?” – chiese, dopo un mutismo perpetrato per almeno venti minuti.
“Certo, prendo la valigetta.”
Kevin si tolse la maglietta, per consentire a Brandon di controllare la fasciatura intorno alle costole: “Direi che qui siamo a posto… Proviamo la pressione.” – sorrise.
Lui era tenero e comprensivo, aveva pazienza e metodo.
“Le funzioni sono regolari Kevin?” – chiese, premendo lieve sul suo addome, perfettamente rilassato.
“Sí… tutto ok, a parte il sesso…Cioè Glam non mi fa mancare niente, ma io non riesco ancora a…”
“Sono certo che lui non ha pretese, vero?”
“Hai ragione… Ho superato il dolore fisico…é… era l’unico dettaglio che mi faceva capire ció che mi hanno fatto…”
Brandon si rimise seduto in poltrona: “Temi di provare lo stesso malessere facendo l’amore con Glam e rivivere lo stupro?”
Era un quesito preciso ed arrivó come un treno in corsa, dritto al cuore di Kevin, che si irrigidí, annuendo tremando.
“Posso assicurarti che non è cosí Kevin.” – disse deciso Cody, fissandolo.
Kevin si mise in posizione eretta, raccogliendo le gambe, chiudendosi a riccio ed abbassando lo sguardo lucido.
“Non sará un disagio diverso da quello che sentivi quando avevi rapporti incondizionati con il tuo uomo, quando eravate in armonia, devi prendere atto di questo, solo di questo Kevin.” – il suo tono divenne nuovamente paterno.
“Ti fidi di Glam?”
“Sí… lui è tutto per me… è anche troppo, forse…”
“Troppo?”
“Temo di avere fatto uno sbaglio, destinandolo ad occupare tutti gli spazi importanti ed essenziali nella mia vita…”
“Accade quando si ama una persona totalmente e non è uno sbaglio, anzi, è l’opportunitá migliore che possa presentarsi ad un essere umano, che si affida ad un altro, capace di farlo sentire tanto speciale ed unico. Credo che Glam con te ci sia riuscito ed il tuo è stato un magnifico gesto d’amore Kevin.”
“Come vorrei che fosse cosí anche adesso Brandon…” – disse assorto.
“Rendilo possibile. Non esistono altri sistemi.”
“Vorresti dire che tutto dipende da me?” – chiese.
“La risposta è giá scritta nei tuoi occhi: io la leggo benissimo e tu Kevin?”
Robert chiuse il bagaglio di Chris, mentre Jude stava controllando i biglietti per la California.
“Ecco fatto! Pronti, ma dov’è Tomo?”
“È andato a prenotare il taxi…” – rispose il ragazzo, che stava armeggiando con la zip del suo giubbotto.
Downey gliela chiuse ridendo – “Sono proprio imbranato… Grazie Rob…”
“Penso tu sia emozionato per il ritorno, dai andiamo.”
“Ci mancava soltanto che lo prendesse per la manina e lo accompagnasse in bagno… a no per quello c’è sempre Tomo!”
Colin si stava rotolando dal ridere sopra al letto di quella che era diventata la loro camera segreta alla End House.
Jude era in preda ad uno sfogo di gelosia, allungato al suo fianco.
“Ok, ok, sono un cretino… un coglione… dimmi che lo stai pensando!?”
Farrell si mise a pancia in giú, appoggiandosi ai gomiti – “Mmmm un pochino uk buddy… ahahhaha”
“Lo so che a Chris è successa una cosa tremenda e che Rob si identifica in lui...”
Colin divenne serio, come Jude a quel punto.
“A te non succede…?”
“No… io ho voluto cancellare tutto Colin…”
“Per Chris e Kevin sará un cammino complesso…”
“Ci sono persone fantastiche che li stanno aiutando, ce la faranno…”
“Robert è come un padre per Chris, lui è stato rinnegato, me lo ha raccontato Glam.”
“Conosco la storia, Chris ci ha spiegato la sua… famiglia… Mi ha fatto molta tenerezza…”
“È la stessa che sente Robert, non ci sono secondi fini…”
“Ne sono convinto…” – sorrise.
“Scendiamo Jude? Robert sará arrivato con Lillybeth.”
“Sí andiamo… E Jared? Notizie?”
“Ci vediamo a breve, ma non so dove, come… ma sono felice!”
“Ed io lo sono per voi irish buddy.”
Si abbracciarono.
Tomo aiutó Chris a farsi una doccia.
Gli lavava la schiena con calma, ma il cantante dei Red Close era impaziente e lo provocava di continuo, facendolo impazzire.
Si voltó, avvinghiandosi a lui – “Ricordati la tua promessa…” – ed inizió a baciarlo con intensitá.
Il croato si sentí percorrere la schiena da mille brividi.
Prese in braccio Chris, portandolo direttamente sul letto – “Prendimi… Tomo… ti voglio dentro…”
Lui esitó, ma poi fu cosí semplice scivolare in lui, che gli si donava con gioia.
“Dio…amore… amore…” – Tomo ansimava ad ogni affondo profondo, ma controllato.
“Lasciati andare… voglio sentirti di piú… di piú…” – gemette Chris, attirandolo a sé per succhiargli la lingua.
I fianchi di Tomo persero ogni freno inibitore, anche contro la sua volontá, invadendo e godendo di Chris senza rimandare oltre un orgasmo appagante per entrambi.
Nessun commento:
Posta un commento