Capitolo n. 217 – zen
Jared si svegliò per
primo.
Durante la notte,
ogni tanto, sbirciava il respiro di Glam, auscultando il suo petto nudo sotto
la casacca del pigiama.
Leto ne indossava uno
simile, trovato nel cassettone di quella che un tempo era la sua camera
privata, alla villa di Palm Springs.
Geffen si rendeva
conto delle sue manovre e sorrideva sbuffando, riprendendolo stretto a sé,
dandogli un bacio sulla tempia o sulla guancia destre; non era successo altro.
“Eccoci qui … La
colazione!” – esclamò solenne, attivando le tapparelle elettriche.
Glam grugnì,
coprendosi il volto con il guanciale stropicciato dal suo sudore.
Ormai ci era
abituato, così come ad un leggero tremore delle dita, appena si sollevava.
“Ora passa …” – disse
assorto, rifiutando momentaneamente la tazza di caffè, che Jared gli porse con
un sorriso, smorzatosi da subito.
“Hai fame?”
“Sì tesoro … assaggio
la torta di mele … no, di nocciole, meglio”
“Io preferisco quella
ai mirtilli … Hai una bella scorta in dispensa”
“Ci ha pensato Vas
con miss Wong, mi hanno fatto una sorpresa, non lo sapevi?”
“Riconosco il tocco …
Lei è una maestra in cucina”
“Sì una brava persona
… di famiglia Jay” – e sorrise, apprezzando il cibo e le bevande calde al punto
giusto.
“A proposito … Come ti
senti dopo la nascita dei gemelli? La famiglia si è appunto allargata”
“Sì, dovremo fare una
gigantografia il prossimo Natale …” - ma
quella riflessione gli morì in gola, pensando alla scadenza, che i dottori avevano indicato nel decorso del suo
cancro.
Si riprese, però,
immediato.
“Abbiamo scelto i
nomi, con Pam … Alexander e Sebastian, ti piacciono?”
“Il … Il primo è
carico di significati per Colin ed il sottoscritto …” – arrossì – “Ed anche
Sebastian è molto bello”
“E’ lo zio, il
fratello di Pam, quello che lavora ad Haiti”
“Il medico, sì, lo
ricordo bene Glam, mi ha salvato un sacco di volte con le sue vitamine”
Jared era splendido,
anche nella sua malcelata disperazione.
Geffen lo stava
fissando.
Ora.
“Ok Glam … devo fare
alcune telefonate” – disse in imbarazzo alzandosi.
“Certo … salutami
Cole ed i bimbi …”
“Lo farò … stanne
certo” – e sparì nel corridoio.
Brent guardava
soddisfatto il salone addobbato per l’inaugurazione.
Sarebbe stato un San
Valentino speciale: non ricordava di averne mai festeggiato uno in maniera
decente, né con l’ex fidanzata, né con Matt, alla base.
Brendan lo spiava
dalle vetrine, tenendo in mano una miriade di fili, ai quali erano fissati dei
palloncini bianchi e rossi.
Si decise a varcare
la soglia, appena Brent gli fece un cenno, carico di gioia.
“Ciao splendore … il
fattorino è qui” – abbozzò l’analista, avvolgendo Brent per la vita sottile,
attirandolo con un bacio mozza fiato.
“Mmm se iniziamo così
… stasera cosa accadrà Brendan?” – gli chiese sensuale, leccandogli le labbra
morbide.
“Di tutto … per prima
cosa un bell’exploit per il tuo ristorante … tuo e di Louis” – sorrise – “…
dov’è finito?”
“Arriva nel
pomeriggio, mi ha detto che doveva parlare un po’ con Harry e se non approfittava
di questa mattina libera, avrebbe perso un’occasione importante” – spiegò
perplesso.
“Ci sono problemi?”
“No Brendan, spero di
no … Forse ha dei dubbi sul matrimonio … Lo capirebbe anche un estraneo”
“Sono così … in erba”
“E tu cosa ne pensi?”
– bissò schietto, appendendosi al suo collo, mentre Laurie si piazzava su di
uno sgabello.
“Su cosa piccolo?” –
e gli spostò i capelli dalla fronte, posandovi un lungo bacio.
La sua dolcezza
colmava ogni vuoto in Brent.
“Sullo … sposarsi …”
– deglutì a vuoto.
“Tu ci sei andato
vicino o sbaglio?”
“No, non ti sbagli,
ma era un’altra vita … e non mi apparteneva” – replicò mogio.
Laurie lo baciò di
nuovo.
Poi prese un lungo
respiro.
“Io ti sposerei tutta
la vita … questa, la nostra Brent” – disse serio.
Il ragazzo sorrise
incantato, abbracciandolo con vigore.
Jared allacciò il
vestito ad Isy, che si accoccolò sul suo petto adorante.
“Quando mi porti da
papi Glam?”
“Non lo so ancora
cucciola” – rispose triste.
“Sta tanto male?”
“Insomma … Bisogna
avere pazienza”
“Per cosa?” –
sorrise.
“Per … per tutto …” –
e si asciugò una lacrima.
Farrell arrivò a
sorpresa, fermandosi sulla soglia della nursery, dove Amy e Flo stavano
dormendo, dopo avere giocato con Isotta.
“Amore, ma se qui …”
“Ciao Cole … ti
aspetto in camera, ok? Ciao principessa, vai a coricarti anche tu adesso per il
sonnellino, poi facciamo merenda insieme”
“Va bene … ciao papi”
Colin prese un lungo
respiro, accogliendo tra le sue braccia muscolose Isy, che gli schioccò un
bacio sul naso.
“Grazie angelo mio …”
– sospirò l’attore.
“Lo consoli tu papi
Jay?”
“Certo … ci provo …”
“Papi Glam forse è
diventato cattivo …”
“No, no,
assolutamente Isotta, non pensarlo nemmeno … Quando non si sta bene, si tende a
diventare un po’ … insofferenti”
“Insof … soffe …”
L’irlandese rise – “Ok,
parola difficile, diciamo che papi Glam fa … i capricci, ogni tanto ecco”
“Ahhh … capito!” – e rise
solare, sgranando i suoi zaffiri.
“Ci vai a nanna?”
“Sì papi Colin … Tu
sei il papà più superbellissimissimo del pianeta!”
Geffen inspirò la
terza boccata, mentre Robert scrollava la testa, con lieve disappunto.
“Non farmi prediche” –
ridacchiò l’avvocato.
“E figurati”
Stavano fissando la
cupola in vetro, nella mansarda dove un tempo dormivano insieme.
“Mi passano le fitte,
te l’avevo spiegato”
“E chi te la procura?”
“Non è importante Rob”
“Certo, sei
incensurato, se finisci in galera ti difendi da solo” – ironizzò, incrociando
le braccia, dopo essersi stiracchiato.
“No, ho mollato anche
lì: una bella e-mail ad ognuno dei miei stimatissimi clienti, dove revocavo i
mandati …” – rivelò tranquillo.
“Mi dispiace” –
Downey si girò sul fianco sinistro, per scrutarlo.
“Non voglio fare
figuracce in aula … Ho assistito a certe scene, con alcuni dei miei colleghi:
capisco che la professione è un incentivo a resistere, ad andare avanti, ma per
me … Insomma, mi piace essere realistico” – e lo guardò, con dolcezza.
“Anch’io quando
facevo le chemio pensavo di … Poi qualcuno mi ha incoraggiato”
“E’ stata dura
ammettiamolo, una bella battaglia, vinta senza esclusione di colpi: quando ti è
venuta quella polmonite, credevo di impazzire”
“Sì fu terribile Glam
… Lula mi venne in sogno”
Geffen sorrise – “Sul
serio?”
“Credo di avertelo
anche raccontato già …” – rise.
“Può darsi … Ti ha
preso per la … collottola?” – domandò divertito.
“In un certo senso sì
…”
“Lui è capace di cose
incredibili” – replicò intenso, tornando a scrutare il cielo limpido oltre i
vetri a spicchio.
“Infatti … E noi
speravamo che”
“Non questo giro
Robert … Anche soldino assiste ai miei cambiamenti e mi aiuta, non dubitare”
“Per lui sarà
inaccettabile perderti”
“Lula ed io non ci
perderemo mai … Comunque mi faranno santo … a parte le canne” – rise – “Per il
voto di castità nessun problema, vado liscio come burro dal frigo ormai”
Anche Downey rise, strofinandosi
le palpebre, quando quell’ilarità divenne isterica, trasformandosi in un pianto
aspro ed in singulti angosciati.
Geffen lo strinse
senza esitare.
“Rob … ehi … non fare
così”
“Ma non è giusto Glam
… non è possibile!” – esclamò, per poi ripeterlo sommesso, smarrito “Non … non
è possibile … e poi così … così è terribile … è”
“Robert guardami e
calmati … amore …”
Geffen lo baciò, come
se fosse l’unico modo per sedare quello stato convulso ed ingestibile.
Così come fargli l’amore,
trovando incredibilmente le energie nel suo corpo devastato, per vederlo
sorridere, appena Glam gli venne dentro copioso, guardandolo amorevole, gemendo
all’unisono con Robert.
Il
suo Robert.
ROBERT
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