Capitolo n. 215 – zen
Geffen li stava
fissando amorevole da circa dieci minuti, facendo loro un cenno di saluto,
oltre il vetro della nursery, davanti alla quale era fermo impalato, insieme a
Robert, che lo stava imitando divertito.
“A meno che non siano
dei fenomeni, anche se non lo escludo essendo dei mini Glam, non credo possano
vederci, sai?” – mormorò adorabile.
“Prima mi ha sorriso”
– obiettò l’avvocato sotto voce.
Doweny lo scrutò –
“Perché parliamo piano?”
“Mi viene spontaneo”
– e tossì, riprendendo un tono normale.
“A proposito ed i
nomi? Mica possiamo continuare a dire, il cucciolo a sinistra e quello a
destra” – e rise solare.
“Pamela è indecisa …
Lei dice guapito uno e guapito due, per ora” – rise anche Geffen, commuovendosi.
“Ehi grand’uomo, non
mi crollerai proprio ora?” – e gli diede una carezza sulla schiena ampia.
Glam lo guardò
intenso.
“Ti voglio bene
Robert”
L’attore arrossì,
facendo un cenno affettuoso – “Anch’io … e non sai quanto.”
Dei passi alle loro
spalle, li distrassero.
Era Jared.
Geffen lo abbracciò
spontaneo – “Bene arrivato, ti presento non
so come si chiama uno e due”
Leto si stampò sulla
lastra, a palmi aperti e labbra schiuse – “Dio che belli … Ti somigliano Glam!”
“Ma dai, trovi?” – si
pavoneggiò maldestramente.
Downey scrollò il
capo, dando anche un buffetto a Jared, in venerazione.
“Che dite? Sono
immortale ora? Ho abbastanza eredi?” – scherzò il legale, ma assorto.
“E chi può dirlo” –
replicò Jared.
“No, non sono io:
come ognuno dei miei figli, avranno sentimenti, desideri, ambizioni differenti
… E soprattutto la loro vita: in qualche modo la seguirò e ne farò parte” –
concluse sereno, andandosene.
Pamela lo stava
aspettando.
Jude parcheggiò,
concentrato sulla manovra e non tanto sulle espressioni di Farrell.
Quando furono fermi,
l’inglese sbuffò.
“E’ una situazione
ingestibile, vivo alla giornata Colin” – esordì, stritolando il volante.
“Ti capisco, ma
dovremmo assumere un atteggiamento diverso: stiamo perdendo di vista le esigenze
di Glam, per via di queste paranoie. Ne ho parlato a lungo con Jared”
“E’ stata una bella
vacanza?” – chiese guardandolo.
“Sì, ci siamo
confidati, abbiamo … abbiamo ricordato …”
“I bei tempi?” –
ironizzò stanco, lisciandosi la testa rasata.
“Ne abbiamo avuti
tanti ed è successo a tutti, anche a te e Robert” – precisò.
“Sì, ma io voglio
guardare al presente: a mio marito, che non possiede una salute di ferro e che
può essere debilitato nel proprio sistema immunitario, da questo stress”
“Ecco vedi, io penso
a Jared che andrà ad esaurirsi, tu a Rob, che rischia di avere una recidiva, ma
vogliamo capirla che è Geffen quello che sta morendo?” – sbottò aspro.
Quindi spalancò la
portiera.
“Ehi, non risolviamo
nulla prendendocela l’uno con l’altro!” – protestò inutile Law.
“E’ Glam che non
risolverà nulla, cazzo!”
Pam congedò
imbarazzata l’incaricato della gioielleria, mentre stava per sopraggiungere
Geffen.
“Ehi nina, vedo che
hanno già provveduto alla consegna” – sorrise.
“Ehi maldido, ma sei
loco?” – ed aprendo un astuccio molto ampio, rivelò il contenuto: una parure
completa di diamanti e rubini a dire poco favolosa.
“Tu sei la mia regina
…” – e la baciò tra i capelli.
“Ma non sparare
cavolate” – si lamentò emozionata.
“Non le sono: stai un
po’ zitta ed indossa queste … cosucce” – scherzò.
“Va bene, va bene …
Oh ecco Xavy, Phil e Drake” – e li salutò vivace, scorgendoli in corridoio, con
tanto di peluche e fiori.
La camera ne era già
satura.
Lo scultore fece
subito uno dei suoi numeri, resosi conto del dono faraonico di Glam.
“Oh luce dei miei
occhi e madre superba di tanti guapiti!” – e le porse il mazzo di girasoli ed
orchidee, in un mix davvero particolare, degno di lui.
Derado rise, congratulandosi
con Glam, che aveva già sul petto Drake.
Le gemelle si unirono
ben presto a loro, portando Lula a conoscere i nuovi fratellini.
Soldino era
entusiasta.
“Stupendi!!” –
esclamò, mostrando le foto scattate con il suo palmare.
“Ne avrete tanti anche
tu e Violet, giusto? Come li chiamavate …? Lulini?” – domandò Pam radiosa.
“Eh sì, l’idea era
quella …” – bissò il bimbo, osservandola con tenerezza.
Harry sentiva il
sapore della pelle di Louis, mentre gli veniva dentro, le labbra spalancate ed
ansanti tra le sue scapole, le dita bramose intorno ai suoi polsi.
Lou gemeva, affondato
tra i cuscini, a pancia in giù.
Letteralmente bloccato.
“Haz … ehi …” –
ansimò, provando a spostarsi, con lui ancora tra le gambe, incastrati
carnalmente.
Un lieve russare del
più giovane, gli fece strabuzzare gli occhi.
Harry aveva trascorso
la notte allo studio legale, per completare arringhe e lista precedenti, per il
processo seguito da Hopper in mattinata.
Se ne era tornato al
loft all’alba, svegliando Louis in quel modo.
Adorabile e sexy,
certo, ma anche un po’ brusco.
E scarsamente
romantico.
Louis sgattaiolò in
bagno, appena libero dalla morsa del fidanzato.
Si sentiva un po’
strano, come se avesse fatto un brutto sogno.
Lo specchio rimandava
la sua immagine stropicciata, dai capelli alla punta dei piedi, che Louis si
scrutò, per poi rialzare i suoi specchi di cielo a quel riflesso, socchiudendo
le palpebre, infastidito dalla luce dei faretti alogeni, che spense immediato.
Quella solare era più
che sufficiente, anche se debole.
Sciacquò il viso,
tamponandosi nell’asciugamano, che sapeva di schiuma da barba.
Sorrise.
Un mattino, tempo
prima, alla villa di Lux, si stava rasando o almeno voleva provarci, con il
rasoio da barbiere, che l’uomo utilizzava su sé stesso, con estrema cautela.
Vincent sorrise, nell’assistere
a quella manovra e, posizionatosi alle sue spalle, aiutò Louis a non farsi
male.
“Mon
petit, questo è un azzardo” – scherzò, passando la lama su quell’incarnato
liscio e perfetto, che stava ammirando.
“Non
volevo fare pasticci … certo tu sei bravissimo”
“E’
l’esperienza … Non sono migliore di te, anzi”
Louis arrise a quella
benevolenza sconfinata, fatta di continue conferme.
Avevano addosso un
telo bianco, che li avvolgeva dai fianchi in giù.
Lux liberò entrambi
da quell’ingombrante barriera, facendo girare Louis a sé, per sollevarlo quel
tanto che bastava a farlo sedere sul bordo, un po’ in bilico, ma per poco.
L’erezione del
francese, risalì svelta nella fessura stretta ed ancora bagnata dall’amplesso,
con il quale si erano scambiati il buongiorno.
La virilità e la
prestanza di Vincent, erano immensi, per Louis.
Il ragazzino si aggrappò
alle sue spalle larghe, sussultando ai colpi vigorosi di Lux, che lo sosteneva
con le braccia muscolose, mentre lo impalava senza tregua.
Senza rendersene
conto, la mano di Louis, adesso, si
stava accarezzando sotto l’accappatoio semi aperto.
Un rumore lo fece subito
smettere, ma non era nulla, forse Louis se lo era solo immaginato.
Richiuse gli occhi,
ma la scena nella sua mente era diversa.
Uno sgabello, davanti
al mobile del lavabo, due piedi piccoli, che spuntavano dal pigiama.
Era lui, ma accanto c’era
una figura più massiccia; non era di certo Vincent.
Quel bimbo, in
compenso era Louis: le sue risa, i riccioli bianchi, che sembravano panna sulle
due guance paffute, erano così reali.
Così le espressioni
del colonnello Tomlinson, che con tenerezza gli passava un usa e getta senza
lame, così, per giocare agli adulti e condividere un momento prezioso, tra
padre e figlio.
Un ricordo quasi
cancellato, che riemerse come un singulto di pianto.
E due lacrime
rigarono gli zigomi di Louis, adesso.
“Papà …” – mormorò
turbato ad una profondità inaudita.
Si piegò,
accovacciandosi, infreddolito e sperduto, in quell’amore, che gli era stato
negato troppo presto.
Eppure un barlume di
affetto c’era stato, ma lui era troppo piccolo per rammentarsene lucidamente.
Era come una voragine,
dove ora Louis stava riversando delle lacrime amare ed inutili, perché Tomlinson
non l’avrebbe più ascoltato.
Tanto meno, amato ed accettato.
Il vibrare del bberry
richiamò la sua attenzione al presente.
Un sms di Vincent.
§
Bonjour mon petit, dormito bene? Ho parlato con Rodolfo, il sarto, era a Parigi
per il suo atelier, ma è tornato per le misure del tuo abito, ci aspetta alle
tre, oggi. Vengo a prenderti in università e ci andiamo, se sei d’accordo; per
Harry fammi sapere, forse lui ha già scelto diversamente, ok? Ti abbraccio, a
dopo, VL §
I gemellini Geffen, Pamela ed il ... regalino di daddy :)
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