lunedì 7 maggio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 104

Capitolo n. 104 - sunrise


“Questa è la tua stanza Jay. In mezzo c’è quella dei” – Geffen si interruppe, poi continuò sereno – “C’è quella di Lula ed a fianco la mia. Di fronte un bagno per ogni camera, in mansarda ce ne sono ancora due, con altrettanti servizi, un terrazzo dove puoi abbronzarti e ci accedi attraverso la scala a chiocciola direttamente dal tuo … spazio vitale” – rise – “Ed alla fine di questo corridoio, c’è un’uscita di sicurezza, si apre con la tua data di nascita, la mia, quella di Lula … Arrivi al garage sotterraneo ed alla strada, ma c’è un ulteriore cancelletto, valgono le stesse combinazioni …”
Jared ammiccò – “Tutto chiaro generale Geffen.”
Risero.
“Posso vedere il tuo spazio vitale, Glam?”
“Certo, vieni.”

Gli arredi erano più classici, il letto molto spazioso, in ferro battuto e cuscini ovunque, di svariate dimensioni.
Jared lo fissò, con alle spalle Geffen.
“Ci pensi mai, a noi due Glam, che ci facciamo l’amore?” – chiese improvviso, senza voltarsi.
“Ogni momento” replicò l’avvocato, perdendo un battito.
Leto si girò, guardandolo.
“Tu sei l’uomo più buono che io conosca.”
Geffen si strofinò gli zigomi – “Non è vero e tu lo sai, non lo sono. Con te forse, con Lula di sicuro, ma in parecchie condizioni nemmeno per un attimo Jared.”
Il cantante sorrise poco convinto – “Sarà … Vado … vado a stendermi, ma”
“E’ tutto nel cassettone.”
“E il nostro cottage?”
“E’ rimasto allo stesso posto ed è ancora nostro Jared.”
“Ok … buonanotte Glam.” – ed appendendosi al suo collo, gli diede un bacio profondo sulla guancia.
Geffen lo avvolse, ricambiando con un bacio sulla tempia destra di Jared, che appoggiò l’orecchio su quel petto accogliente, mormorando un “Grazie” così toccante, che fu oltremodo doloroso, per Glam, separarsi da lui sino al mattino.


Jude fissava il monitor, in attesa che si attivasse il messenger con Colin.
Aveva ricevuto l’email del suo irish buddy, leggendola insieme a Robert e deprimendosi per gli ultimi eventi accaduti a Los Angeles.
“Ehi ciao …” – disse Colin, appena vide il volto corrucciato dell’amico, in netto contrasto con lo sfondo incantevole, fatto di mare e nuvole bianche, stagliate su di un cielo azzurro vivo.
“Ciao … Ma non posso lasciarti solo, che mi combini un casino Colin?!” – domandò con tono scherzoso, ma gli occhi lucidi.
“Come state tu e Robert?” – replicò Farrell, cercando invano di non commuoversi.
“Siamo … siamo felici … e vorremmo essere lì con te, per abbracciarti e … e consolarti …” – disse con il fiato spezzato.
Downey era in piscina con Camilla, non voleva interferire in quello scambio intimo e delicato tra i due, confermando nuovamente la propria innata e matura sensibilità.
“Mi basta sapervi lì, con la piccola e la gioia della vostra unione consolidata Jude. Io finisco l’anno nel peggiore dei modi … Jared sarà qui stasera, ma solo per i bimbi e poi … poi se ne tornerà da Geffen o da Rice.”
“In che senso?”
“Glam ha acquistato una villa a Palm Springs, ma Jared è stato ospitato subito da Shannon ed Owen dopo … dopo il casino che ho combinato durante il suo compleanno.”
“Quindi Geffen fa sul serio …?”
“Sì.”
“Mi hai scritto che aveva già deciso per il divorzio, prima di sapere di te e Kevin, ma ne sei sicuro?”
“E cosa cambierebbe Jude? Semmai se avesse avuto ancora qualche incertezza, Kevin ed io abbiamo legittimato completamente la sua decisione … Con Jared, però, non mi arrendo … Ho sbagliato e farò il possibile per recuperare questo disastro.”
“Colin ne parlavo con Rob e … e noi pensavamo che forse sarebbe meglio lo lasciassi andare e, credimi, lo dico anche per il tuo bene e per i vostri figli.” – disse serio.
Farrell deglutì a vuoto.
“Per nulla al mondo lo farei Jude e sai che non scherzo.”
“Vi siete massacrati Colin, perdonandovi, ovvio, a più riprese, se Jared era con te sino a pochi giorni fa … Temo soprattutto un fatto.”
“Quale?”
“Che la continua compensazione dei torti reciproci, diventi la cura più malsana per il vostro legame: non sei d’accordo, Colin?”


Jared ciondolava a bordo piscina, osservando i dettagli più disparati di quel luogo, dove nulla sembrava essere lasciato al caso.
Geffen sorseggiava un caffè, affacciato al balcone, nell’attesa che il suo invitato speciale si accorgesse di lui.
Il telefono lo distrasse: era Hopper.
“Ciao Marc, come procede in quel di Londra?”
“Buongiorno Glam, qui una meraviglia e lì hai risolto?”
“Esattamente cosa?” – ribattè con un sorriso.
“Con … Kevin” – abbozzò incerto Marc, mentre cullava Julian, con Jamie sul grembo che dormiva come il loro cucciolo.
Il pranzo con i genitori di Hopper era stato abbondante ed allegro.
“Mi aspetto una bufera senza precedenti e nel pomeriggio proverò a parlargli, tanto passo alla Joy’s house per Lula. Faremo il Capodanno con le gemelle e Pam.”
“E Jared?”
“E’ qui con me, ma non come credi …”
“Ok big Geffen, quanto torno affronteremo insieme l’eventuale battaglia … anche quella di Dean, giusto?”
“Mi sto preparando, con Denny, almeno contro Stabler, poi per il resto … Sistemerò ogni cosa nell’interesse di nostro figlio. Dai un bacio ai tuoi guys, ci sentiamo l’anno prossimo.” – e rise solare.

“Tutti credono che stiamo insieme, giusto?”
La voce di Jared gli arrivò come una brezza fresca e nitida.
“Ehi salve … credevo volessi finire a mollo, per quanto scrutavi la vasca Jay.”
“Non cambiare discorso Glam.” – replicò tranquillo, andandosi a sedere sul letto del suo ospite.
“Legittima deduzione, che io non sto alimentando, se è questo che pensi Jared.” - confermò con altrettanta calma.
“Non so … neppure se questo è il posto giusto per me Glam o semplicemente il mio posto.”
Geffen si avvicinò, sistemandosi davanti a Jared.
“Hai gli occhi gonfi ed arrossati.”
“Ho pianto … a lungo Glam.”
“Cosa ti manca di più?”
Jared rise mesto – “Probabilmente quel senso di … conquista, di arrivo, che provavo al mio ritorno da Haiti. La mancanza di paura …”
“Paura?”
“Di perdere tutto, mi ha tormentato dall’infanzia, credo tu lo sappia Glam.”
Geffen con entrambe le mani spostò i capelli di Jared indietro, sciogliendo l’elastico, che li raccoglieva appena.
“Questa barba ti fa sembrare più disperato del dovuto, sai?” – disse scherzoso, con un filo di voce.
“Me la taglierò, Isotta dice che la pungo … anche Violet e Rebecca, ad Amèlie invece non dà noia …” – e la sua gola si chiuse.
Glam lo strinse con delicatezza – “Loro sono angeli, contano su di te Jared e su Colin, ovviamente; nessuno puo’ biasimarvi come genitori, siete e sarete sempre straordinari con il vostro esercito in miniatura.”
“Mi manca … Colin …”
“Lo so.”
“Eppure mi si apre una voragine qui” – e distaccandosi da Glam, Jared premette con l’indice sul proprio addome –“al solo pensiero di perdonarlo … è una forzatura ...”
Geffen inspirò – “Concedetevi del tempo Jared. Ne avete il diritto e … e se questa casa puo’ diventare un terreno neutrale, invita qui Colin, non te lo impedirò.”
Leto strizzò le palpebre, come se fosse alla ricerca di una spiegazione: “E tu … tu Glam, dove ti poni in questo … disegno?”
“Il pittore non l’ha ancora deciso. In compenso … so quello che voglio: vederti felice, assolutamente.”

Jared si congedò, dandogli un bacio molto vicino alle labbra, ricordando un frangente simile e persuadendosi che alcuna circostanza aveva rovinato il suo rapporto con Glam.



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