domenica 16 dicembre 2012

ZEN - CAPITOLO N. 25



Capitolo n. 25  -  zen


“Miss Wong ha visto Colin?”
“Buonasera Jared … sì, per un soffio, saliva al piano di sopra … I bimbi dormono già”
“Sì … sì certo, ok, lo raggiungo subito. Buonanotte” – disse trafelato, ringraziandola al volo per gli auguri di compleanno.

Farrell aveva fatto una lunga doccia, provando a rilassarsi, senza successo.
Continuava a rimuginare su quel bacio, immaginandosi la scena tra il marito e Christopher, che in effetti durante il concerto era stato di una bellezza e sensualità notevoli.
Colin si era abituato all’avvenenza del front man dei Red Close, così come non dava peso alla confidenza tra lui e Jared, peraltro superficiale, da colleghi.
Quel mestiere li rendeva complici, accadeva anche nel cinema, quindi lui non provava gelosia, ma unicamente possesso: ci aveva riflettuto e, con tutti i momenti intimi, che spesso aveva condiviso proprio insieme a Jude, Colin iniziò a pentirsi per quell’assurda sfuriata al resort.
Certo la mortificazione istantanea, aveva compromesso la serata, per cui quella notte sarebbe trascorsa con dei bronci tra le lenzuola, magari stemperati dalla capacità di Leto di farsi perdonare.
Tutto sommato, pensò Colin, il suo Jared non aveva nulla da rimproverarsi, se non una lieve debolezza, per quel giovane così carismatico ed innocente, per cui Colin doveva sistemare le cose.
Quando sentì i suoi passi, sorrise.
Jared era rientrato, quindi l’occasione era propizia e non andava sprecata.


Robert e Jude erano passati da Sadie, lasciandole per qualche ora Camilla, in quel pomeriggio di festa.
La ex di Law aveva organizzato uno spettacolo di marionette, per intrattenere gli alunni di una scuola elementare dove svolgeva del volontariato, per cui anche la figlia della coppia si sarebbe divertita, senza avvertire la loro mancanza.

Jude guidava con calma verso la periferia della città.
“Dove stiamo andando?” – domandò sereno l’americano.
“Facciamo un giro … cerchiamo qualche locale per bere un ottimo tè, con la tua torta preferita” – e gli prese la mano, posandola sulla propria gamba sinistra.
“Un piano azzardato per la nostra glicemia” – rise.
Si guardarono.
Law accostò e si baciarono, intensi.
“Ne avevo bisogno Rob …” – gli sospirò nel collo, stringendolo con accortezza: non voleva turbarlo in alcun modo, misurando i gesti ed i tempi di ogni approccio, dal più casto al più audace, anche se non avevano ancora fatto l’amore da quando si erano ritrovati.
Downey appoggiò il capo sulla spalla dell’uomo che più lo aveva deluso, ma che altresì aveva amato maggiormente.
“Jude, forse prima io mi riferivo alla destinazione del nostro legame …” – mormorò assorto.
“Dritti verso il sole Robert” – replicò convinto, ma con estrema dolcezza.


“Jared ciao …”
Colin sgranò gli occhi, avvicinandosi a lui, che non sembrò ricambiare il suo impeto.
“Hai sbollito vedo” – esordì aspro, togliendosi la camicia, restando a dorso nudo e jeans, scalciando via le scarpe, facendo un paio di saltelli, per togliersi le calze a scacchi rossi, dono di Shannon.
Farrell quasi rise, nel vedere quanto erano buffe, ma il cantante non sembrava disposto ad alcuna ironia.
Appoggiandosi alla parete, Jared lo puntò, iniziando a slacciarsi i jeans.
“Se proprio vuoi saperlo a me quello che tu hai combinato con Jude ha fatto un male da morire, ma quando è stato il momento credo di averti confermato il mio amore, difendendoti contro ogni buon senso!”
“Jared …”
“E secondo te per quale cazzo di motivo lo avrei fatto?! Per spirito umanitario, per falso buonismo, per sano esibizionismo?! No, spiegamelo Colin, visto che io ero mosso da il mio amore assoluto per te, ma credo di essere stato completamente frainteso!”
Colin impallidì, provando un imbarazzo palese.
“Come avrei dovuto reagire Jared alla tua confessione? Eccitarmi forse? Perché il padre dei miei figli si diverte a sedurre uno come Chris, ben più giovane di me, che non lo sono più abbastanza per lui?!?”
“Già ecco, spesso me ne sono dimenticato, sai Colin? Ho sgretolato le mie sicurezze, nel terrore di perderti, perché c’era sempre qualcuno da cui difendersi, una concorrenza spietata, dal ragazzino tipo Justin, al bellimbusto come Jude!” – sbraitò, spingendo Farrell di colpo sul letto.
“Jared che cosa …?!”
Leto lo baciò irruente, dopo avergli afferrato i polsi, bloccandogli le braccia oltre la testa, oppressa sul materasso da quell’assalto umido e bollente.
“O devo ricordarti tutte le puttane con cui mi hai tradito eh Colin??” – ringhiò, aprendogli l’accappatoio e baciandolo nuovamente, tormentandogli ora i capelli, in una morsa alla nuca, dolorosa ed insistente.
Jared aveva più soltanto i boxer, ma se ne liberò in un istante, durante il quale i suoi ansiti prevalsero su quelli di Colin, inerme e passivo verso quel vero e proprio attacco dell’altro.
Quando si sentì invadere dal suo sesso, Colin urlò nella gola di Jared, ma il suo corpo sembrò schiudersi maggiormente a lui, per riceverlo il più possibile e con tutto il vigore, che Leto poteva scaricargli dentro.
Due lacrime sgorgarono dalle palpebre dell’irlandese, ormai rifugiatosi nell’incavo del collo di Jared, come se si vergognasse di provare tanto piacere, nell’essere sottomesso in quella maniera brusca, come se per ogni colpo di reni del consorte, lui volesse reprimere un’esplicita richiesta di farlo ancora più suo, senza alcuna precauzione.
Sentì un rivolo caldo scendergli sulla pelle madida e straziata, forse stava sanguinando o forse Jared iniziava a svuotarsi in lui, come i singulti lussuriosi dell’americano sembravano rivelare.
Leto gli impose il proprio sguardo, brandendo i suoi zigomi, in una movenza identica a quella avuta con Chris, ma in un’atmosfera completamente diversa, talmente torbida da renderlo irriconoscibile.
“Guardami Cole” – gemette a corto di ossigeno.
Farrell annuì, inarcandosi per un vibrante orgasmo, ormai prossimo e dilagante.
“Jay …”
“Tu sei un bastardo, ma sei il MIO bastardo, solo MIO, da quando ci siamo scelti!” – e la sua ultima parola sembrò polverizzarsi, mentre Jared veniva senza più alcun controllo.
Gli divaricò le gambe, alzandosi in ginocchio e lasciando liberi i suoi fianchi di sbatterlo con foga ed amore ormai indistinguibili, per quanto si erano contaminati a vicenda in quell’amplesso senza precedenti per entrambi.
Il piacere sgorgò spontaneo da Colin , mentre la sua prostata sembrava implodere, stimolata e martoriata da un piacere totalizzante.

Jared gli crollò addosso, stringendolo a sé, mentre Colin non solo glielo permise, ma si avvinghiò lui, trepidante di avere ancora un bacio.
Leto non lo fece aspettare; poi, provando una gioia incontenibile, ne distribuì in rapida successione sulle tempie, sul naso, la bocca ed il petto di Colin, che non aveva smesso di tremare.
“… sono così felice di essere tuo, Jay …”
Si baciarono con tenerezza.
Leto spense la luce.
“Grazie per avermi perdonato Cole.”





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