Capitolo n. 22 - zen
Lo guardò lasciare
l’hotel.
Robert si girò, verso
la finestra di Glam, facendogli un saluto con gli occhi, aggiustandosi il cappuccio
del giubbotto.
Nevicava piano.
Londra era piena di
luci, che si accendevano nelle iridi di Robert, impaziente di riabbracciare
Camilla, ad un centinaio di metri dall’albergo, dove lui e Geffen scesero.
Impaziente di
rivedere Jude, soprattutto.
In aereo, fecero
l’amore a lungo, ma poi, mentre mancavano un paio di ore all’atterraggio, Rob
lo sentì piangere: faceva finta di dormire, avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma
Glam non ne aveva bisogno di rendere ancora più straziante quel distacco, sul
quale aveva riflettuto a lungo.
I passi dell’attore
accelerarono appena oltrepassato il negozio dove spesso comprava dei dolci insieme
a Jude.
Robert aveva la
sensazione di passare da una vita all’altra, non dal presente al passato, ma in
un nuovo giorno fatto di molte incertezze, paure, sensi di colpa, che avrebbe
superato unicamente se Jude fosse maturato nell’affrontare le spigolature del
loro legame non facile.
Quando gli aprì la
porta, nei cristalli di Law scoppiarono un migliaio di stelle, per la sorpresa,
per l’emozione fortissima di riabbracciarlo.
Sul tavolo rotondo
dell’ingresso c’era un cesto enorme, pieno i specialità giunte da ogni parte
del mondo ed una lettera, per Jude.
“Robert … sei qui …”
– scoppiò a piangere, mentre lo stringeva.
Con il cuore in gola,
lo condusse poi verso quella strenna altrettanto inaspettata.
“E’ … è da parte di
Glam … Tu lo sapevi …?” – gli chiese scombussolato e felice.
“No tesoro … c’è una
busta?”
“Sì … è per me … e
forse anche per te. Ora te la leggo, ma prima vai da nostra figlia …” – e con
una carezza sulla schiena imbrattata di fiocchi ancora gelidi, lo indirizzò
amorevole verso il corridoio, che portava al salotto dove la bimba, ignara
della presenza di Downey, giocava tranquilla con la casa delle bambole, chiesta
per Natale.
Jared era in
agitazione per l’imminente concerto del giorno dopo, quando avrebbe celebrato
anche il suo compleanno, con Violet, nata il ventisei dicembre come lui.
Colin seguiva
l’organizzazione dell’evento, ridacchiando con Shannon e Tomo per gli ordini
assurdi impartiti da Leto junior ai suoi collaboratori più fidati, che ormai
erano abituati al suo perfezionismo maniacale.
Jimmy si divertiva
più di chiunque, notando quanto Jared fosse gentile e comprensivo con lui, che
faceva qualche pasticcio, comunque rimediabile al volo.
Scott era in ospedale
causa un’operazione urgente: per lui non esistevano giorni di festa senza
contrattempi, ci aveva fatto il callo, ma a Jimmy non dispiacque affatto.
Anche lui aveva un
lavoro da svolgere ed un’indipendenza finalmente pulita.
Prostituirsi gli
aveva permesso di accumulare una discreta fortuna, così da non dovere dipendere
da nessuno.
Certo non ne andava
fiero, però aveva visto troppi amici fare una brutta fine in mezzo ad una
strada, quindi lui si considerava un sopravvissuto ed un privilegiato.
Scott, senza
forzature, aveva saputo da Jimmy ogni dettaglio sul suo passato, tranne
l’esperienza imbarazzante condivisa con Jared, complice il consumo di divine.
Quella droga ormai
era un ricordo e vedere il leader dei Mars lucido ed entusiasta per il ritorno
sul palco della band, era davvero emozionante e non solo per il giovane.
Colin ne era
palesemente sempre più innamorato, come se avesse riscoperto Jared, non solo
nelle lunghe notti, dove si consumavano in amplessi focosi ed appaganti.
A Law tremarono le
mani.
Robert aveva messo a
letto Camilla e, dopo la favola della buona notte, tornò nel soggiorno, dove il
marito lo aspettava, seduto a gambe incrociate, sopra il tappeto davanti al
caminetto.
“Ehi …”
“Preparo del tè,
Jude?” – chiese esitante.
“Ci ho già pensato io
… rimani qui amore. Vuoi?” – e gli sorrise, facendogli posto.
“Sì, certo … Credevo
l’avessi già letta …”
“Non ci riesco da
solo Robert, forse ne ho paura” – spiegò, con il fiato spezzato.
Downey si accovacciò,
dandogli una carezza tra i capelli.
“Devo molto a Glam …
Sono qui grazie a lui, Jude, voglio che tu lo sappia … Mi sentivo perduto e
sotto pressione: l’averti seguito, dopo che ti sei presentato a Palm Springs, è
stato per me come cedere ad un ricatto”
Law annuì mesto.
“Ho … ho tentato il
tutto per tutto Rob … ero disperato e lo sono anche adesso, ma prima di ogni
cosa, voglio chiederti perdono per avere lasciato Los Angeles con nostra
figlia, ma non ne potevo più … e pensavo che tu saresti stato felice grazie a
Glam …”
“E lo ero” – una
lacrima gli rigò la guancia sinistra – “… anche se, purtroppo, mi sarei
ritrovato in balia di una tempesta senza fine … io ti amo da morire Jude … Noi
eravamo liberi, grazie a ciò che ci univa, eravamo fatti di una purezza a me
sconosciuta e tu lo sai, tu sai tutto di me Jude”
Ripetere il suo nome
lo confortava, senza più inquietare il suo cuore spezzato a metà.
“Non avrei mai voluto
costringerti ad amarmi Robert”
“Tu volevi salvare il
nostro rapporto, non eri in mala fede” – sorrise con una smorfia tenera.
“Mi sono sentito
escluso da te, non solo per esserti innamorato di Geffen … quello mi ha ucciso”
“Lo stesso è stato
per me Jude, quando ho scoperto la verità su quella maledetta notte alla End
House …”
“Noi … noi siamo
stati derubati allo stesso modo Robert, di quanto avevamo costruito, per colpa
delle paranoie di un pazzo … Ma mai quanto lo sono stato io nel difendere
Colin, pensando ne fosse il vero responsabile: io dovevo proteggere il mio
compagno, dovevo fidarmi di te e non l’ho fatto”
Downey scrollò la
testa stanca – “Ed io dovevo assisterti, come quando credevo fosse stato uno
sconosciuto a violentarti Jude. Il tuo incubo non veniva meno, una volta
scoperto che Colin non centrata niente …” – disse sconfortato.
Si abbracciarono,
dapprima timidamente, poi con una commozione smisurata.
Forse erano pronti a
scoprire le parole di Glam.
§ Ciao Jude
So che non mi
aspettavi, in questo strano modo, con cui mi rivolgo a te, dopo avere salutato
Robert.
Adesso lui è lì.
Sicuramente è stato
terribile vederlo andare via, però questo giro sono andato sino in fondo
finalmente, rinunciando a lui, a noi.
Robert, ciao …
Io non ti ho
lasciato, sappilo, perché sarò sempre insieme a te.
Ti porterò nel cuore,
finché la vita mi arriderà, anche se con un velo triste e senza fine, perché tu
non sarai nei miei giorni.
Sei il mio amore
assoluto, anche se amo altre persone, anche se le mie emozioni si accendono e
divampano per creature meravigliose quali Kevin, Jared e persino Lula, ma mai e
ripeto mai, nessuno avrà lo stesso sentimento da parte mia, capace di
avvicinarsi a ciò che sento per te.
Il dolore che ti ha
fatto esplodere quando eravamo a Los Angeles, nasceva non solo dalla reciproca
lontananza, dalla costrizione di tornare in famiglia, ma soprattutto dall’impossibilità
di riavere Jude, il tuo Jude, quello vero.
Se sbirci in questa
confezione ritroverai quasi tutte le cose che hai scelto almeno una volta con
lui, durante un viaggio, una vacanza, un’occasione …
Perché vedi Jude, io
so tutto di Robert, così come ho imparato ed ho capito che lui la sua vita l’ha
costruita insieme a te.
Accanto al
sottoscritto Rob è stato, mi auguro, lusingato e riconosciuto, in un mare di
meriti, che ora tu non dovrai esitare a ricompensare, non soltanto amandolo, ma
andando oltre …
Io questo non te lo
so spiegare, Jude, potrei dirti di ascoltarlo, come ho fatto io su di voi, ma
credo non sia la stessa cosa e, se per me è stato anche complesso riconoscere
quanto vi amate, dal primo istante, per te non è neppure giusto metabolizzare
cosa è stato il nostro rapporto.
Grazie a Robert mi
sento una persona nuova: non so se migliore, ma mi sento bene, sapendo che lui
sarà di nuovo felice.
Jude non soffocare
quest’unica soluzione, questa risposta, che Robert conosce dal principio, ma
che è stata sporcata da troppi errori, per fortuna non irrimediabili, visto che
siamo ancora qui.
E voi esistete, non
vi siete mai spenti.
Buon Natale, date un
bacio a Camilla …
Glam §
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