lunedì 10 dicembre 2012

ZEN - CAPITOLO N. 22



Capitolo n. 22  -  zen




Lo guardò lasciare l’hotel.
Robert si girò, verso la finestra di Glam, facendogli un saluto con gli occhi, aggiustandosi il cappuccio del giubbotto.
Nevicava piano.
Londra era piena di luci, che si accendevano nelle iridi di Robert, impaziente di riabbracciare Camilla, ad un centinaio di metri dall’albergo, dove lui e Geffen scesero.
Impaziente di rivedere Jude, soprattutto.
In aereo, fecero l’amore a lungo, ma poi, mentre mancavano un paio di ore all’atterraggio, Rob lo sentì piangere: faceva finta di dormire, avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma Glam non ne aveva bisogno di rendere ancora più straziante quel distacco, sul quale aveva riflettuto a lungo.

I passi dell’attore accelerarono appena oltrepassato il negozio dove spesso comprava dei dolci insieme a Jude.
Robert aveva la sensazione di passare da una vita all’altra, non dal presente al passato, ma in un nuovo giorno fatto di molte incertezze, paure, sensi di colpa, che avrebbe superato unicamente se Jude fosse maturato nell’affrontare le spigolature del loro legame non facile.

Quando gli aprì la porta, nei cristalli di Law scoppiarono un migliaio di stelle, per la sorpresa, per l’emozione fortissima di riabbracciarlo.
Sul tavolo rotondo dell’ingresso c’era un cesto enorme, pieno i specialità giunte da ogni parte del mondo ed una lettera, per Jude.
“Robert … sei qui …” – scoppiò a piangere, mentre lo stringeva.
Con il cuore in gola, lo condusse poi verso quella strenna altrettanto inaspettata.
“E’ … è da parte di Glam … Tu lo sapevi …?” – gli chiese scombussolato e felice.
“No tesoro … c’è una busta?”
“Sì … è per me … e forse anche per te. Ora te la leggo, ma prima vai da nostra figlia …” – e con una carezza sulla schiena imbrattata di fiocchi ancora gelidi, lo indirizzò amorevole verso il corridoio, che portava al salotto dove la bimba, ignara della presenza di Downey, giocava tranquilla con la casa delle bambole, chiesta per Natale.


Jared era in agitazione per l’imminente concerto del giorno dopo, quando avrebbe celebrato anche il suo compleanno, con Violet, nata il ventisei dicembre come lui.
Colin seguiva l’organizzazione dell’evento, ridacchiando con Shannon e Tomo per gli ordini assurdi impartiti da Leto junior ai suoi collaboratori più fidati, che ormai erano abituati al suo perfezionismo maniacale.
Jimmy si divertiva più di chiunque, notando quanto Jared fosse gentile e comprensivo con lui, che faceva qualche pasticcio, comunque rimediabile al volo.
Scott era in ospedale causa un’operazione urgente: per lui non esistevano giorni di festa senza contrattempi, ci aveva fatto il callo, ma a Jimmy non dispiacque affatto.
Anche lui aveva un lavoro da svolgere ed un’indipendenza finalmente pulita.
Prostituirsi gli aveva permesso di accumulare una discreta fortuna, così da non dovere dipendere da nessuno.
Certo non ne andava fiero, però aveva visto troppi amici fare una brutta fine in mezzo ad una strada, quindi lui si considerava un sopravvissuto ed un privilegiato.
Scott, senza forzature, aveva saputo da Jimmy ogni dettaglio sul suo passato, tranne l’esperienza imbarazzante condivisa con Jared, complice il consumo di divine.
Quella droga ormai era un ricordo e vedere il leader dei Mars lucido ed entusiasta per il ritorno sul palco della band, era davvero emozionante e non solo per il giovane.
Colin ne era palesemente sempre più innamorato, come se avesse riscoperto Jared, non solo nelle lunghe notti, dove si consumavano in amplessi focosi ed appaganti.


A Law tremarono le mani.
Robert aveva messo a letto Camilla e, dopo la favola della buona notte, tornò nel soggiorno, dove il marito lo aspettava, seduto a gambe incrociate, sopra il tappeto davanti al caminetto.
“Ehi …”
“Preparo del tè, Jude?” – chiese esitante.
“Ci ho già pensato io … rimani qui amore. Vuoi?” – e gli sorrise, facendogli posto.
“Sì, certo … Credevo l’avessi già letta …”
“Non ci riesco da solo Robert, forse ne ho paura” – spiegò, con il fiato spezzato.
Downey si accovacciò, dandogli una carezza tra i capelli.
“Devo molto a Glam … Sono qui grazie a lui, Jude, voglio che tu lo sappia … Mi sentivo perduto e sotto pressione: l’averti seguito, dopo che ti sei presentato a Palm Springs, è stato per me come cedere ad un ricatto”
Law annuì mesto.
“Ho … ho tentato il tutto per tutto Rob … ero disperato e lo sono anche adesso, ma prima di ogni cosa, voglio chiederti perdono per avere lasciato Los Angeles con nostra figlia, ma non ne potevo più … e pensavo che tu saresti stato felice grazie a Glam …”
“E lo ero” – una lacrima gli rigò la guancia sinistra – “… anche se, purtroppo, mi sarei ritrovato in balia di una tempesta senza fine … io ti amo da morire Jude … Noi eravamo liberi, grazie a ciò che ci univa, eravamo fatti di una purezza a me sconosciuta e tu lo sai, tu sai tutto di me Jude”
Ripetere il suo nome lo confortava, senza più inquietare il suo cuore spezzato a metà.
“Non avrei mai voluto costringerti ad amarmi Robert”
“Tu volevi salvare il nostro rapporto, non eri in mala fede” – sorrise con una smorfia tenera.
“Mi sono sentito escluso da te, non solo per esserti innamorato di Geffen … quello mi ha ucciso”
“Lo stesso è stato per me Jude, quando ho scoperto la verità su quella maledetta notte alla End House …”
“Noi … noi siamo stati derubati allo stesso modo Robert, di quanto avevamo costruito, per colpa delle paranoie di un pazzo … Ma mai quanto lo sono stato io nel difendere Colin, pensando ne fosse il vero responsabile: io dovevo proteggere il mio compagno, dovevo fidarmi di te e non l’ho fatto”
Downey scrollò la testa stanca – “Ed io dovevo assisterti, come quando credevo fosse stato uno sconosciuto a violentarti Jude. Il tuo incubo non veniva meno, una volta scoperto che Colin non centrata niente …” – disse sconfortato.
Si abbracciarono, dapprima timidamente, poi con una commozione smisurata.
Forse erano pronti a scoprire le parole di Glam.

§ Ciao Jude
So che non mi aspettavi, in questo strano modo, con cui mi rivolgo a te, dopo avere salutato Robert.
Adesso lui è lì.
Sicuramente è stato terribile vederlo andare via, però questo giro sono andato sino in fondo finalmente, rinunciando a lui, a noi.
Robert, ciao …
Io non ti ho lasciato, sappilo, perché sarò sempre insieme a te.
Ti porterò nel cuore, finché la vita mi arriderà, anche se con un velo triste e senza fine, perché tu non sarai nei miei giorni.
Sei il mio amore assoluto, anche se amo altre persone, anche se le mie emozioni si accendono e divampano per creature meravigliose quali Kevin, Jared e persino Lula, ma mai e ripeto mai, nessuno avrà lo stesso sentimento da parte mia, capace di avvicinarsi a ciò che sento per te.
Il dolore che ti ha fatto esplodere quando eravamo a Los Angeles, nasceva non solo dalla reciproca lontananza, dalla costrizione di tornare in famiglia, ma soprattutto dall’impossibilità di riavere Jude, il tuo Jude, quello vero.
Se sbirci in questa confezione ritroverai quasi tutte le cose che hai scelto almeno una volta con lui, durante un viaggio, una vacanza, un’occasione …
Perché vedi Jude, io so tutto di Robert, così come ho imparato ed ho capito che lui la sua vita l’ha costruita insieme a te.
Accanto al sottoscritto Rob è stato, mi auguro, lusingato e riconosciuto, in un mare di meriti, che ora tu non dovrai esitare a ricompensare, non soltanto amandolo, ma andando oltre …
Io questo non te lo so spiegare, Jude, potrei dirti di ascoltarlo, come ho fatto io su di voi, ma credo non sia la stessa cosa e, se per me è stato anche complesso riconoscere quanto vi amate, dal primo istante, per te non è neppure giusto metabolizzare cosa è stato il nostro rapporto.
Grazie a Robert mi sento una persona nuova: non so se migliore, ma mi sento bene, sapendo che lui sarà di nuovo felice.
Jude non soffocare quest’unica soluzione, questa risposta, che Robert conosce dal principio, ma che è stata sporcata da troppi errori, per fortuna non irrimediabili, visto che siamo ancora qui.
E voi esistete, non vi siete mai spenti.
Buon Natale, date un bacio a Camilla …
Glam §




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