One
shot -
Fragile
Pov > Derek Morgan
Fragile.
E’ così che ti vedo,
dalla prima volta che ti ho guardato, Spencer Reid.
Lo so, non ci siamo
presi da subito, eravamo sospettosi, anzi, lo ero soltanto io.
Tu, così colto, così
straordinariamente fuori dall’ordinario, per una dote, che ti rendeva diverso.
Diverso da chi?
Da ottusi burocrati
oppure saccenti spara cazzate, calati troppo nel ruolo di agente del mitico
FBI.
Timido.
Sempre un passo
indietro, quando qualcuno ti squadrava per un istante di troppo, come la
ragazza del caffè qui sotto, dove ti ho offerto la nostra prima colazione, dopo
averci rimuginato su tutta la notte.
Pensavi volessi farti
qualche scherzo, perché io sono un vero idiota, sai piccolo?
E’ il mio modo di
difendermi, fare lo sbruffone, il simpatico ad ogni costo e poi, quando la
cameriera mi ha tirato una frecciatina, per essermi dimenticato un appuntamento
con lei, sono diventato rosso fuoco.
Certo non per quello
sciocco motivo, Spencer, ma perché ti sarò sembrato superficiale ed inutile.
Un donnaiolo da
strapazzo, mentre invece non tocco più una donna da quando sei entrato nei miei
giorni.
L’hai fatto in punta
di piedi, con discrezione, esitando, in un abbraccio improvviso, dopo un’azione
drammatica, durante la quale un paio di psicopatici tenevano dieci persone in
ostaggio e tu hai avuto un’idea.
Certo il tuo piano è
riuscito, ma hai passato un pessimo quarto d’ora, nella morsa del loro
contenderti a pugni e spintoni, dopo che la tua copertura era saltata.
Mi sono sentito
morire.
Morire ad una
profondità, che mi stava spingendo a sfondare la porta di quella banca e farli
fuori con le mie stesse mani.
Appena in salvo, sei
corso da me e ti sei gettato con le tue braccia esili al mio collo.
Affondando il volto
sfigurato dalla paura e sanguinante per due graffi profondi, sei scoppiato a
piangere.
Ti ho avvolto, ti ho
difeso in un ritardo, di cui mi sono vergognato, ma se avessi agito in quella
maniera sconsiderata, sareste morti tutti.
La notte l’abbiamo
trascorsa in ospedale, tu in un letto, sedato e reidratato, io tenendoti la
mano sinistra, baciandone di tanto in tanto il palmo, i polpastrelli,
controllando se ti svegliavi e quando è successo, il tuo sorriso ha investito i
miei sensi.
L’impulso di dirti
qualcosa di importante è come traboccato, dalla mia mente a te, pronto ad
ascoltarmi.
“Ero un ragazzino
Spencer … ed hanno abusato di me”
In palestra, seguendo
rigide abitudini, boxando, il mio fisico si era trasformato, cristallizzandosi
in una roccaforte, che nessuno avrebbe più potuto infrangere.
Tu, con un solo
sguardo, con quelle lacrime caldissime, hai demolito le mie paure, rendendomi
più sicuro, nell’amarti, in silenzio.
Pieghi la testa, mi
accarezzi gli zigomi.
Sto tremando: tu
emergi dal lenzuolo verde chiaro, mi accogli sul tuo petto quasi scheletrico,
sento le costole, quasi lo sterno eppure sei perfetto, diafano e proporzionato.
Ho sollevato la tua
maglietta, la tua pelle profuma di buono.
La bacio, con timore,
di sporcarti con le mie parole: è un passato dal quale mi sono riscattato, però
continua a tormentarmi e tu sei così puro.
Hai avuto altri
tormenti, forse un giorno me ne parlerai, perché ciò che so di te l’ho appreso
dai miei colleghi più fidati, affezionati a te, come se fossi un figlio, un
fratello minore, un cucciolo da difendere, ma io non sopporto l’idea, tu sei
mio, devo essere io a salvaguardare la tua innocenza Spencer.
Il tuo nome mi
riempie di gioia ed aspettative.
“Spencer … Non l’ho
mai detto a nessuno, perdonami”
“Per cosa …?” –
mormori accarezzandomi la nuca, tornando a guardarmi, aprendoti in un sorriso
rinnovato ed emozionato.
Sono perduto.
Perduto di te.
Ci baciamo, forse
perché dirsi ciò che ci sta scalpitando dentro è davvero complicato.
Forse è presto.
“Derek”
Il tuo fiato è corto,
come se emergessi da un’apnea, mentre per me è stato il bacio migliore da
quando sono al mondo.
“Sì, sono qui
Spencer” – ribatto deciso, fissandoti.
Mi sposto sul bordo,
ti raccolgo, in una posizione seduta, che mi facilita un abbraccio totale e
rigoglioso.
Sei tu, adesso, che
mi togli la camicia, dopo avere slacciato ogni bottone con l’urgenza di
saldarti a me, con il busto esile ormai nudo, quanto il mio.
Mi osservi, siamo
così dissimili e talmente uguali.
Inclini il capo
arruffato, le tue iridi lambiscono una commozione inaspettata.
“Sei la cosa più
bella io abbia mai visto, Derek”
Sei tu a baciarmi, anticipandomi
di una frazione di secondo, che sarebbe stata ideale per dirti ti amo.
E’ ancora così presto
…
Presto ed io mi
ritrovo fragile, come sei tu, ma libero, finalmente.
The End
Due bellissimi scatti per Matthew Gray Gubler (Spencer Reid) e Shemar Moore (Derek Morgan) molto legati nella vita fuori dal set, così diversi e così perfetti insieme, anche se non penso siano una coppia (Gray credo sia gay, Moore un single impenitente e casinista, ma che adora il suo amico Matthew, perchè persona vivace, intelligente, dinamica e ... tanto altro ;) Per il bacio, il collega ed attore Joe Mantegna, su Twitter, pubblicandola, ha scritto: "Mi sono perso qualche cosa??!"
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