lunedì 3 dicembre 2012

One shot - Fragile



One shot  -  Fragile




Pov > Derek Morgan


Fragile.
E’ così che ti vedo, dalla prima volta che ti ho guardato, Spencer Reid.
Lo so, non ci siamo presi da subito, eravamo sospettosi, anzi, lo ero soltanto io.
Tu, così colto, così straordinariamente fuori dall’ordinario, per una dote, che ti rendeva diverso.
Diverso da chi?
Da ottusi burocrati oppure saccenti spara cazzate, calati troppo nel ruolo di agente del mitico FBI.
Timido.
Sempre un passo indietro, quando qualcuno ti squadrava per un istante di troppo, come la ragazza del caffè qui sotto, dove ti ho offerto la nostra prima colazione, dopo averci rimuginato su tutta la notte.
Pensavi volessi farti qualche scherzo, perché io sono un vero idiota, sai piccolo?
E’ il mio modo di difendermi, fare lo sbruffone, il simpatico ad ogni costo e poi, quando la cameriera mi ha tirato una frecciatina, per essermi dimenticato un appuntamento con lei, sono diventato rosso fuoco.
Certo non per quello sciocco motivo, Spencer, ma perché ti sarò sembrato superficiale ed inutile.
Un donnaiolo da strapazzo, mentre invece non tocco più una donna da quando sei entrato nei miei giorni.

L’hai fatto in punta di piedi, con discrezione, esitando, in un abbraccio improvviso, dopo un’azione drammatica, durante la quale un paio di psicopatici tenevano dieci persone in ostaggio e tu hai avuto un’idea.
Certo il tuo piano è riuscito, ma hai passato un pessimo quarto d’ora, nella morsa del loro contenderti a pugni e spintoni, dopo che la tua copertura era saltata.
Mi sono sentito morire.
Morire ad una profondità, che mi stava spingendo a sfondare la porta di quella banca e farli fuori con le mie stesse mani.
Appena in salvo, sei corso da me e ti sei gettato con le tue braccia esili al mio collo.
Affondando il volto sfigurato dalla paura e sanguinante per due graffi profondi, sei scoppiato a piangere.
Ti ho avvolto, ti ho difeso in un ritardo, di cui mi sono vergognato, ma se avessi agito in quella maniera sconsiderata, sareste morti tutti.
La notte l’abbiamo trascorsa in ospedale, tu in un letto, sedato e reidratato, io tenendoti la mano sinistra, baciandone di tanto in tanto il palmo, i polpastrelli, controllando se ti svegliavi e quando è successo, il tuo sorriso ha investito i miei sensi.
L’impulso di dirti qualcosa di importante è come traboccato, dalla mia mente a te, pronto ad ascoltarmi.
“Ero un ragazzino Spencer … ed hanno abusato di me”
In palestra, seguendo rigide abitudini, boxando, il mio fisico si era trasformato, cristallizzandosi in una roccaforte, che nessuno avrebbe più potuto infrangere.
Tu, con un solo sguardo, con quelle lacrime caldissime, hai demolito le mie paure, rendendomi più sicuro, nell’amarti, in silenzio.

Pieghi la testa, mi accarezzi gli zigomi.
Sto tremando: tu emergi dal lenzuolo verde chiaro, mi accogli sul tuo petto quasi scheletrico, sento le costole, quasi lo sterno eppure sei perfetto, diafano e proporzionato.
Ho sollevato la tua maglietta, la tua pelle profuma di buono.
La bacio, con timore, di sporcarti con le mie parole: è un passato dal quale mi sono riscattato, però continua a tormentarmi e tu sei così puro.
Hai avuto altri tormenti, forse un giorno me ne parlerai, perché ciò che so di te l’ho appreso dai miei colleghi più fidati, affezionati a te, come se fossi un figlio, un fratello minore, un cucciolo da difendere, ma io non sopporto l’idea, tu sei mio, devo essere io a salvaguardare la tua innocenza Spencer.
Il tuo nome mi riempie di gioia ed aspettative.
“Spencer … Non l’ho mai detto a nessuno, perdonami”
“Per cosa …?” – mormori accarezzandomi la nuca, tornando a guardarmi, aprendoti in un sorriso rinnovato ed emozionato.
Sono perduto.
Perduto di te.
Ci baciamo, forse perché dirsi ciò che ci sta scalpitando dentro è davvero complicato.
Forse è presto.
“Derek”
Il tuo fiato è corto, come se emergessi da un’apnea, mentre per me è stato il bacio migliore da quando sono al mondo.
“Sì, sono qui Spencer” – ribatto deciso, fissandoti.
Mi sposto sul bordo, ti raccolgo, in una posizione seduta, che mi facilita un abbraccio totale e rigoglioso.
Sei tu, adesso, che mi togli la camicia, dopo avere slacciato ogni bottone con l’urgenza di saldarti a me, con il busto esile ormai nudo, quanto il mio.
Mi osservi, siamo così dissimili e talmente uguali.
Inclini il capo arruffato, le tue iridi lambiscono una commozione inaspettata.
“Sei la cosa più bella io abbia mai visto, Derek”
Sei tu a baciarmi, anticipandomi di una frazione di secondo, che sarebbe stata ideale per dirti ti amo.
E’ ancora così presto …
Presto ed io mi ritrovo fragile, come sei tu, ma libero, finalmente.

The End



Due bellissimi scatti per Matthew Gray Gubler (Spencer Reid) e Shemar Moore (Derek Morgan) molto legati nella vita fuori dal set, così diversi e così perfetti insieme, anche se non penso siano una coppia (Gray credo sia gay, Moore un single impenitente e casinista, ma che adora il suo amico Matthew, perchè persona vivace, intelligente, dinamica e ... tanto altro ;) Per il bacio, il collega ed attore Joe Mantegna, su Twitter, pubblicandola, ha scritto: "Mi sono perso qualche cosa??!"

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