Capitolo n. 21 - zen
La festa a villa
Meliti si animò delle esaltazioni da parte dei bambini all’arrivo di tre babbi
Natale, recanti doni a dolciumi di ogni sorta.
Nonno Antonio teneva
sulle ginocchia il suo minuscolo erede, che con una simpatia innata tendeva le
manine a tutti i presenti.
Le bimbe se lo litigavano
quasi, insieme a Casper, per cambiare pannolini e dare loro biberon di latte
caldo, ma quando arrivò zio Glam, pretesero la consueta favola, ricoprendolo di
attenzioni, almeno quanto la sua numerosa prole riunita a Los Angeles, nonché i due nipotini, figli
del primogenito Richard, sbarcato dall’Australia con la bella moglie, incinta
del terzo Geffen junior.
Robert lo osservava,
palesemente incantato per come Glam avesse una parola per ognuno di loro, ma,
al tempo stesso, lo cercava con lo sguardo innamorato, in quella colorata
confusione, dove Lula appariva sempre e comunque il punto di riferimento
esclusivo dell’avvocato.
Jared si avvicinò a
Downey porgendogli una cioccolata calda.
“Ciao Robert …”
“Ciao … tanti auguri
Jay” – e lo abbracciò, con gli occhi lucidi.
Jared si emozionò al
punto di tremare: voleva ritrovare il suo rapporto pulito e sincero con
l’attore, così ricambiò quel gesto carico di affetto, provando anche a
consolarlo.
“Hai … hai parlato
con Camilla?”
“Sì …” – ed annuendo,
per sottolineare quella circostanza, Robert tirò su dal naso, gesticolando
imbarazzato – “Le ho … le ho telefonato, ma Jude mi aveva mandato alcuni
messaggi … Voleva sapere come stavo … ecco”
Jared sorrise – “Lui
ti ama così tanto Rob … e Glam non è da meno, sono il primo a riconoscerlo,
perché tu lo sai, ne sono capace, di … di capire il suo amore … E per te ne
prova uno immenso”
“Grazie Jared …”
Dean riprese Casper
sul petto, con una sorta di ansietà negli occhi limpidi, che non sfuggì a Sam.
Lo strinse, dando un
bacio alla testolina del loro cucciolo e Dean sembrò calmarsi.
Colin era in transito
con una copertina e la porse al broker, sorridendo e dando un buffetto sia a
lui, che a Casper, che rise contagioso.
Sam e Jared si
scambiarono un’occhiata veloce, carpendo nel gesto dell’irlandese un trasporto,
che turbò il primo ed incuriosì il secondo.
Lui e Colin non
avevano più parlato di una decima adozione, ma Farrell sembrava nuovamente ben
predisposto.
Jared provò ad
affrontare l’argomento.
Kurt prese due
croccanti dal vassoio, che Pamela porse a lui e Jamie, impegnati a farsi degli
scherzi sopra al divano del salone centrale, dove troneggiava un albero
autentico ed enorme, addobbato con migliaia di luci, colore dell’oro.
“Accidenti mai visti
due così!” – e scoppiò a ridere, all’unisono con il ballerino, che rammentò la
storica battuta del film Frankestein Junior.
“In effetti Pam,
nonostante gli anni passino, non perde la sua forma minimamente” – osservò Jam,
imbrattandosi di briciole.
“Che pasticcione che
sei …” – gli mormorò l’amico, scrollandogli di dosso quel disastro, per poi
abbracciarlo teneramente e baciarlo un po’ troppo vicino al collo.
“Buon Natale
scimmietta …” – gli sussurrò complice.
“A te barbone” –
replicò il consorte di Hopper, riferendosi alla sua folta peluria, piuttosto
trascurata, ma pure sempre affascinante.
Marc e Brandon li
tenevano sotto controllo da un pezzo, ma senza alcuna gelosia.
Ormai avevano
metabolizzato quella loro intesa, che mai era degenerata, anche se talvolta
Kurt si dimostrava eccessivamente espansivo con Jamie, più composto, ma
all’apparenza galvanizzato dai complimenti del proprio BFF.
“Cos’è che non ti
torna …?”
La voce roca di
Shannon alle sue spalle, lo fece trasalire.
Tomo era concentrato
sugli accordi del nuovo pezzo composto da Jared insieme a Chris e non sembrava
convinto della melodia.
La mano destra di
Shan, si appoggiò calda al suo petto, il suo sorriso lo accarezzò, prima ancora
dei suoi baci sulla spalla.
“Levati questo
cappello …” – mormorò il croato, girandosi con il viso, per cercare la sua
bocca, in un bacio che sciolse il cuore di Shan.
C’era finalmente
riuscito: aveva riportato l’ex nella propria fottuta vita, l’aveva persino
scritto su Twitter, ricevendo molti consensi e qualche insulto omofobo.
Se ne infischiava
alla grande, dichiarandosi innamoratissimo e felice a mille per affrontare le
feste con la sua famiglia riunitasi senza più ombre.
Eppure, nella mente
di Tomo, sembravano echeggiare le frasi dell’ultimo litigio scoppiato tra lui e
Denny, quando questi andò a riprendersi parte della sua roba a casa del croato.
Il giovane gli aveva
gettato in faccia la fede, strappato le lettere, che Tomo gli aveva scritto
durante i brevi spostamenti di lavoro, un paio di cartoline, ricordo di viaggi
intensi di emozioni ed intesa.
Denny era distrutto e
passava da un bar all’altro quella notte, finché non rimorchiò un ex collega,
che mai si sarebbe sognato di scoparci, per quanto il socio di Geffen era al di
sopra delle sue più ardite possibilità di conquista.
Finirono in un motel
mediocre, ma a quel tizio sarebbe andato bene anche lo scantinato di una
catapecchia, per come era preso dai baci e dalla furia di Denny, che voleva
solo annullarsi.
Tomo non immaginava
un simile sviluppo degli eventi, anche se le reazioni di Denny potevano anche
essere preventivate, per quanto si dimostrò sconvolto durante quello scontro
verbale.
Il chitarrista evitò
di parlarne con Shannon, geloso persino dei fantasmi: quello di Denny non
sarebbe svanito tanto facilmente, ma lui ancora non lo sapeva e tanto meno
Tomo.
Robert si rannicchiò
sotto l’ala di Glam.
Si erano coricati,
perché eccessivamente stanchi per partecipare alla ricca tombola organizzata da
Carmela e Xavier.
“E’ … è la prima
volta che passo il Natale senza Camy, sai …?” – e ricacciando un singulto in
fondo al cuore, ebbe un fremito impercettibile, ma non per Geffen.
“Penso invece che …
ti stia sbagliando Rob” – e dandogli un bacio si sollevò.
Erano ancora vestiti.
“Su andiamo, ci
stanno aspettando in aeroporto tesoro” – gli sorrise, tirandoselo appresso e
godendosi la sua espressione stupita.
“Glam cosa …?”
“Ho sempre amato
Londra a Natale, quest’anno più che mai. Muoviamoci, il jet di Antonio
decollerà tra quaranta minuti. E non dimenticarti i regali per la tua
principessa”
Colin gli fece il
solletico, poi lo baciò, toccandolo come un adolescente.
Jared rise complice,
per essersi nascosti nella soffitta di quel castello, tra vecchi quadri e
tappeti, molto comodi e morbidi per allungarvisi sopra indisturbati.
“Cole …”
“Sì amore?” – ribatté
dolce, stringendolo e cullandolo.
“Sto per chiederti
una cosa importante”
“Ok, sentiamo” – e sorrise,
guardandolo.
“Ecco … I nostri
figli sono arrivati in maniere diverse …”
“Sì Jay” – bissò raggiante.
Leto lo scrutò, con
un’aria furba e simpatica – “Ci avevo visto giusto allora”
“Eh …? Visto …?”
“Tu vuoi un altro
bimbo …”
“Certo Jay, non è un
segreto e sarei così felice se anche tu” – replicò speranzoso.
Il cantante annuì – “Non
so come … non so dove …” – sussurrò nel suo collo, lasciando che Farrell lo
raccogliesse con un amore carico di aspettative.
“Adesso che lo
vogliamo entrambi, accadrà … Ne sono certo.”
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