Capitolo n. 107 – life
Jared lo strinse un po’
di più.
Kevin stava tremando
così forte, da fargli quasi perdere l’equilibrio, addossati alla parete in
plexiglass, di quella pensilina, sul terrazzo panoramico della clinica, dove si
erano rifugiati, tra il buio e la neve, che danzava alla luce dei fari alogeni,
sparsi qua e là, negli angoli più strategici, accanto alle uscite di sicurezza.
“Piangi pure, sfogati,
avanti …” – disse piano il cantante, senza guardarlo e Kevin, affondato nel suo
collo, non si fece pregare per liberarsi da un’amarezza devastante ed assoluta.
In quell’attimo, il
bassista non vedeva prospettive, oltre l’oscurità.
Aveva perduto Tim e
Layla, non sarebbe mai riuscito a riconquistare Geffen ed infine Ruffalo, unico
suo appoggio concreto, giaceva in un letto d’ospedale, in coma farmacologico,
dopo avere rischiato di morire, improvvisamente, per una malformazione
cardiaca, ignota a lui ed a chiunque lo conoscesse.
“Non voglio che se ne
vada via così … senza avergli potuto dire che gli voglio bene, sai Jay?” –
disse improvviso, riemergendo da quel posto tiepido e rassicurante.
“Mark starà bene,
vedrai” – Leto gli sorrise fiducioso – “… lo hai sentito Scott, vero?”
“Certo ed in base a ciò
che ha detto, dovremmo anche ringraziare Niall?” – replicò risentito.
“Tu e Mark saprete
farlo, un giorno, credimi.”
“Kevin mi odia”
Geffen, ricurvo su
quella panca, si stava autocommiserando, con Downey accanto, intento a finire
quel beverone di caffè, ormai tiepido.
L’attore scosse la
testa, guardando avanti a sé – “No, non credo Glam: lui sta solo realizzando
che non sei più il centro del suo mondo, il suo eroe, anche se, per noi, lo
rimarrai in eterno” – e sorrise affettuoso, quindi lo fissò – “… e credo sia un
bene per Kevin, non trovi?”
“Ho sempre avuto un
effetto negativo, su ogni sua decisione, quindi?”
“Può darsi, ma non devi
crucciartene: il tuo ex è abbastanza adulto, da un bel pezzo, per discernere
ciò che è giusto, da ciò che è sbagliato”
“Stai parlando anche di
te stesso, forse …?” – domandò assorto.
“E’ diverso, Glam:
Kevin ha una sorta di dipendenza, nei tuoi riguardi, mentre tra noi c’è
armonia, c’è … C’è qualcosa di unico, di nostro, che, almeno al sottoscritto,
non ha mai portato confusione: so di amarti ed amo Jude, lo scelgo ogni volta,
che … che tu mi lasci oppure io ti lascio” – rise, leggero, amico fedele, più
di ogni altra forma di legame potesse unirli, a quel punto delle loro vite.
“Non ci lasceremo mai,
vero?” – sorrise anche Glam, provato da quelle circostanze di transizione.
Forse Kevin avrebbe
tagliato, finalmente, quella sorta di cordone ombelicale, tra loro.
“Nessuno riesce a
lasciarti Glam, come potremmo? Quando sai che esiste una persona meravigliosa,
capace di risolverti i problemi, senza chiedere nulla in cambio, tu ci
rinunceresti? In fondo siamo degli egoisti, io, Jared, Kevin … Non ci abbiamo
mai fatto una bella figura, con te, su questo piano, purtroppo” – affermò più
serio e riflessivo.
“Voi mi avete donato
più di quanto credi, Robert …” – poi prese un respiro più profondo – “… oggi,
quando eravamo con i bambini, con il nostro Pepe, tu … Tu eri così … Dio eri
bellissimo e quando accade, mi rendo conto di ciò che sento, di quanto io sia
ancora innamorato di te e”
“E ti capita anche con
Jared?” – gli sorrise, perché non c’erano lotte di classe, tra amanti, amori,
ex partner, c’erano unicamente i loro sentimenti, nudi e crudi.
Geffen acuì
l’espressione struggente, che quei discorsi gli stampavano sul volto abbronzato
ed affascinante – “Sì e ci stiamo ricadendo, da Haiti”
“Glam …”
“A chi potrei
confidarlo, se non a te, Rob?” – ribatté schietto.
“Non ti sto, anzi non
VI sto giudicando, però …”
“Ti dà fastidio? Ne sei
geloso? So di essere stupido a chiederti una cosa del genere, non so più quello
che dico, questa sera sono davvero patetico, anzi ridicolo Robert!” – e scattò
in piedi, a pugni chiusi.
Downey gli si parò
davanti, carpendogli i polsi con tenerezza, la stessa che l’attore custodiva
nei propri occhi, sgranati sul volto di quell’uomo, che ancora amava e
desiderava – “Sei dispiaciuto per Kevin, è come se avessi subito una perdita,
ma so che saprai accettarla, diventando una presenza dolce, paterna, come lui
ti sente, da sempre, chiamandoti anche daddy”
“E per te cosa sono,
Robert?”
Il moro sorrise – “Tu sei
ciò che nessun altro è, per me, Glam.”
Tim tirò su dal naso,
un po’ infantile ed adorabile, alla vista di Niall, che lo stava avvolgendo,
rannicchiati sopra ad un divanetto della mensa, riservata ai visitatori.
Era deserta a quell’ora
e funzionavano solo le macchinette, sia per il cibo, che per le bevande.
“E pensare che ho fatto
una battuta, ho detto una cosa cattiva, su Mark, mentre eravamo in hotel, prima
di cena” – esordì l’ex di Kevin.
“Quando parlavi con”
“Sì” – e lo guardò,
smarrito – “… proprio sul cuore, sul fatto che … Che idiota, che sono,
accidenti” – e si strofinò la faccia tirata.
Horan gli posò un bacio
sulla tempia sinistra – “Eri stressato e poi avrai reagito ad una provocazione,
tu non sei malvagio” – e sorrise a metà, incollando le loro fronti.
“Stavamo discutendo, ci
vomitavamo addosso risentimento ed astio”
“Ecco vedi, tu non
volevi … Deliberatamente intendo”
“Sì, ma ora mi suona
strano, mi sento in colpa Niall”
“In compenso io sono stato
accusato di avergli provocato l’infarto, ma non voglio crederci, anche se …
Anche se pensavo che Mark, da adulto, potesse uscirne più facilmente dalla
nostra rottura … Sono stato brusco, ma detesto mentire e poi i sotterfugi non
li sopporto”
“Forse lui avrebbe
preferito dividerti con me” – sorrise mesto – “… lo dico tanto per dire …”
“Invece succede, sai?
Guarda Jared e poi Robert, con Glam, ad esempio”
“E Kevin …” –
sottolineò frustrato – “… tu non sai quanto ho combattuto contro i mulini a
vento, Niall … Ciò nonostante Glam ha fatto di tutto per salvare il nostro
rapporto, mi ha persino accolto come se fossi un terzo padre per Lula, insomma
io non gli rimprovero nulla”
“Sei generoso” –
sorrise più rilassato – “… certo lo capisco, Geffen è altamente seduttivo, un
incantatore” – e si strofinò le palpebre.
“Sei stanco, piccolo?”
“Un po’ … Vorrei avere
notizie su Mark, prima di tornare in albergo, se sei d’accordo” – propose
esitante.
Tim lo baciò.
Coinvolgente.
Puro; non serviva un
assenso migliore di questo.
Jude si accese una
mezza sigaretta, dalla forma un po’ sospetta, agli occhi di Farrell, che
sorrise, accartocciato quanto l’amico, sopra ad un davanzale esterno.
“Da quando fumi?” –
domandò l’irlandese, raccogliendosi meglio nel giaccone imbottito ed
ingombrante.
“Hai freddo Colin?” –
bissò l’altro, buttando fuori il fumo, dall’aroma speziato.
“Un po’ … Ma è uno
spinello, cazzo” – bisbigliò guardingo, come se stessero commettendo una
marachella ed il preside potesse beccarli, in un’ipotetica scuola, per
sopravvissuti, quali loro si sentivano, in quel momento.
“Me l’ha dato Xavy, per
i miei mal di schiena: dopo il trapianto del rene, ne soffro spesso, nessuno lo
sa, neppure Robert” – e sorrise, passandoglielo – “… preferisco questo, ad un
qualsiasi oppiaceo legale, prescritto da Mason, dai, fai un tiro, non morirai” –
e rise, già più disteso nei toni e nella mimica facciale.
“Ok, se insisti … Se mi
vedesse Jay, mi ucciderebbe”
“E se tu vedessi lui,
quando fa le sue stronzate con Glam, cosa faresti?” – domandò secco, le mani in
tasca, ad osservare le luci del parcheggio sottostante.
“Non faccio un cazzo,
ecco, sei contento Judsie?”
“No, non direi” – rise –
“… Lui e Robert ci fanno fessi, puntualmente, ma chi sta peggio è Geffen, quasi
mi fa pena, sai?”
“Ecco, quasi ed in quel
quasi, che abita la tua delusione” – replicò acido.
“Stiamo litigando,
Cole?”
“No, perché?” – rise anche
lui, un po’ alienato.
Quell’erba era forte,
soprattutto per chi non ne assaporava le peculiarità da parecchio, quanto lui.
“A marzo lo voglio
risposare, a Robert” – inspirò.
“Ah, meno male che me
lo precisi, avrei potuto pensare volessi impalmare Glam!”
Ora stavano ridendo
insieme, più intensamente.
Farrell gettò la cicca
nella neve, schiacciandola deciso – “Basta con queste stronzate, ok Jude?” –
sbottò lucido.
“Non lo potrò mai
riavere … al cento per cento, intendo” – mormorò triste l’inglese.
“Rassegnati allora” – e
gli passò davanti, senza più intenzione di rimanere lì con lui – “Io l’ho fatto
da un pezzo con Jay. Da un’eternità” – e sparì, inghiottito da quel vortice di
coriandoli bianchi e gelidi.
Geffen varcò la soglia
dei bagni, inconsapevole sulla presenza di Kevin.
“Daddy …?!”
“Tesoro ciao, non
volevo spaventarti” – disse veloce e sorpreso nel trovarselo lì.
L’avvocato credeva che
l’ex se ne fosse andato via con Leto, ma sbagliava.
“Scott ha detto che
posso accedere alla stanza di Mark, così gli terrò un po’ di compagnia, ma devo
… devo lavarmi con questo” – e mostrò un flacone di doccia schiuma
sterilizzante.
“Ok …” – Glam sorrise,
arrossendo – “… Sarà felice di trovarti al suo risveglio”
“Lo spero … Io devo
parlargli e … e dirgli delle cose” – spiegò emozionato, gli occhi lucidi.
“Cose importanti
immagino” – ribatté l’uomo, pacato ed affettuoso, dimezzando la distanza tra
loro.
Kevin annuì emozionato.
“Per … Per prima Glam,
io volevo scusarmi”
“Non pensarci”
“E’ un periodo strano,
credevo di volere delle cose, invece poi … Poi ho capito di non averne più
bisogno, ecco”
“E’ naturale, quando le
nostre priorità cambiano, in meglio ovvio” – e sorrise, un po’ in imbarazzo.
“Lula sarà sempre una
di queste” – precisò limpido il più giovane.
“Lo so Kevin … Lo so …
E potrai contare su di me, anche se comprendo che i tuoi orizzonti sono mutati
ed è un bene, sia chiaro”
Il musicista scosse la
testa, con un sorriso a metà – “Con Mark devo fare ancora molta strada, devo
capire un po’ di cose, dentro di me innanzitutto e superare alcune fragilità,
che mi hanno reso debole ed arrendevole … Con te, specialmente” – e ricambiò
quel sorriso, dando anche una carezza allo zigomo destro del legale, impalato
davanti a lui.
“Ti voglio bene Kevin e
non voglio perderti” – affermò diretto, ma unicamente sincero, senza pretese,
senza trappole.
“Dovrai accontentarti
di un pezzetto di me, Glam … Un frammento, che sarà tuo … Sino alla fine, d’accordo?”
– e si spostò, per evitare ulteriori contatti.
“Me lo farò bastare,
piccolo … Adesso vai da Mark … E cerca di riposare, ci vediamo domani mattina,
da qualche parte, là fuori”
E
lo lasciò andare.
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