lunedì 30 marzo 2015

LIFE - CAPITOLO N. 107

Capitolo n. 107 – life



Jared lo strinse un po’ di più.

Kevin stava tremando così forte, da fargli quasi perdere l’equilibrio, addossati alla parete in plexiglass, di quella pensilina, sul terrazzo panoramico della clinica, dove si erano rifugiati, tra il buio e la neve, che danzava alla luce dei fari alogeni, sparsi qua e là, negli angoli più strategici, accanto alle uscite di sicurezza.

“Piangi pure, sfogati, avanti …” – disse piano il cantante, senza guardarlo e Kevin, affondato nel suo collo, non si fece pregare per liberarsi da un’amarezza devastante ed assoluta.

In quell’attimo, il bassista non vedeva prospettive, oltre l’oscurità.

Aveva perduto Tim e Layla, non sarebbe mai riuscito a riconquistare Geffen ed infine Ruffalo, unico suo appoggio concreto, giaceva in un letto d’ospedale, in coma farmacologico, dopo avere rischiato di morire, improvvisamente, per una malformazione cardiaca, ignota a lui ed a chiunque lo conoscesse.

“Non voglio che se ne vada via così … senza avergli potuto dire che gli voglio bene, sai Jay?” – disse improvviso, riemergendo da quel posto tiepido e rassicurante.

“Mark starà bene, vedrai” – Leto gli sorrise fiducioso – “… lo hai sentito Scott, vero?”

“Certo ed in base a ciò che ha detto, dovremmo anche ringraziare Niall?” – replicò risentito.

“Tu e Mark saprete farlo, un giorno, credimi.”




“Kevin mi odia”

Geffen, ricurvo su quella panca, si stava autocommiserando, con Downey accanto, intento a finire quel beverone di caffè, ormai tiepido.

L’attore scosse la testa, guardando avanti a sé – “No, non credo Glam: lui sta solo realizzando che non sei più il centro del suo mondo, il suo eroe, anche se, per noi, lo rimarrai in eterno” – e sorrise affettuoso, quindi lo fissò – “… e credo sia un bene per Kevin, non trovi?”

“Ho sempre avuto un effetto negativo, su ogni sua decisione, quindi?”

“Può darsi, ma non devi crucciartene: il tuo ex è abbastanza adulto, da un bel pezzo, per discernere ciò che è giusto, da ciò che è sbagliato”

“Stai parlando anche di te stesso, forse …?” – domandò assorto.

“E’ diverso, Glam: Kevin ha una sorta di dipendenza, nei tuoi riguardi, mentre tra noi c’è armonia, c’è … C’è qualcosa di unico, di nostro, che, almeno al sottoscritto, non ha mai portato confusione: so di amarti ed amo Jude, lo scelgo ogni volta, che … che tu mi lasci oppure io ti lascio” – rise, leggero, amico fedele, più di ogni altra forma di legame potesse unirli, a quel punto delle loro vite.

“Non ci lasceremo mai, vero?” – sorrise anche Glam, provato da quelle circostanze di transizione.

Forse Kevin avrebbe tagliato, finalmente, quella sorta di cordone ombelicale, tra loro.

“Nessuno riesce a lasciarti Glam, come potremmo? Quando sai che esiste una persona meravigliosa, capace di risolverti i problemi, senza chiedere nulla in cambio, tu ci rinunceresti? In fondo siamo degli egoisti, io, Jared, Kevin … Non ci abbiamo mai fatto una bella figura, con te, su questo piano, purtroppo” – affermò più serio e riflessivo.

“Voi mi avete donato più di quanto credi, Robert …” – poi prese un respiro più profondo – “… oggi, quando eravamo con i bambini, con il nostro Pepe, tu … Tu eri così … Dio eri bellissimo e quando accade, mi rendo conto di ciò che sento, di quanto io sia ancora innamorato di te e”

“E ti capita anche con Jared?” – gli sorrise, perché non c’erano lotte di classe, tra amanti, amori, ex partner, c’erano unicamente i loro sentimenti, nudi e crudi.

Geffen acuì l’espressione struggente, che quei discorsi gli stampavano sul volto abbronzato ed affascinante – “Sì e ci stiamo ricadendo, da Haiti”

“Glam …”

“A chi potrei confidarlo, se non a te, Rob?” – ribatté schietto.

“Non ti sto, anzi non VI sto giudicando, però …”

“Ti dà fastidio? Ne sei geloso? So di essere stupido a chiederti una cosa del genere, non so più quello che dico, questa sera sono davvero patetico, anzi ridicolo Robert!” – e scattò in piedi, a pugni chiusi.

Downey gli si parò davanti, carpendogli i polsi con tenerezza, la stessa che l’attore custodiva nei propri occhi, sgranati sul volto di quell’uomo, che ancora amava e desiderava – “Sei dispiaciuto per Kevin, è come se avessi subito una perdita, ma so che saprai accettarla, diventando una presenza dolce, paterna, come lui ti sente, da sempre, chiamandoti anche daddy”

“E per te cosa sono, Robert?”

Il moro sorrise – “Tu sei ciò che nessun altro è, per me, Glam.”




Tim tirò su dal naso, un po’ infantile ed adorabile, alla vista di Niall, che lo stava avvolgendo, rannicchiati sopra ad un divanetto della mensa, riservata ai visitatori.

Era deserta a quell’ora e funzionavano solo le macchinette, sia per il cibo, che per le bevande.


“E pensare che ho fatto una battuta, ho detto una cosa cattiva, su Mark, mentre eravamo in hotel, prima di cena” – esordì l’ex di Kevin.

“Quando parlavi con”

“Sì” – e lo guardò, smarrito – “… proprio sul cuore, sul fatto che … Che idiota, che sono, accidenti” – e si strofinò la faccia tirata.

Horan gli posò un bacio sulla tempia sinistra – “Eri stressato e poi avrai reagito ad una provocazione, tu non sei malvagio” – e sorrise a metà, incollando le loro fronti.

“Stavamo discutendo, ci vomitavamo addosso risentimento ed astio”

“Ecco vedi, tu non volevi … Deliberatamente intendo”

“Sì, ma ora mi suona strano, mi sento in colpa Niall”

“In compenso io sono stato accusato di avergli provocato l’infarto, ma non voglio crederci, anche se … Anche se pensavo che Mark, da adulto, potesse uscirne più facilmente dalla nostra rottura … Sono stato brusco, ma detesto mentire e poi i sotterfugi non li sopporto”

“Forse lui avrebbe preferito dividerti con me” – sorrise mesto – “… lo dico tanto per dire …”

“Invece succede, sai? Guarda Jared e poi Robert, con Glam, ad esempio”

“E Kevin …” – sottolineò frustrato – “… tu non sai quanto ho combattuto contro i mulini a vento, Niall … Ciò nonostante Glam ha fatto di tutto per salvare il nostro rapporto, mi ha persino accolto come se fossi un terzo padre per Lula, insomma io non gli rimprovero nulla”

“Sei generoso” – sorrise più rilassato – “… certo lo capisco, Geffen è altamente seduttivo, un incantatore” – e si strofinò le palpebre.

“Sei stanco, piccolo?”

“Un po’ … Vorrei avere notizie su Mark, prima di tornare in albergo, se sei d’accordo” – propose esitante.

Tim lo baciò.
Coinvolgente.
Puro; non serviva un assenso migliore di questo.




Jude si accese una mezza sigaretta, dalla forma un po’ sospetta, agli occhi di Farrell, che sorrise, accartocciato quanto l’amico, sopra ad un davanzale esterno.

“Da quando fumi?” – domandò l’irlandese, raccogliendosi meglio nel giaccone imbottito ed ingombrante.

“Hai freddo Colin?” – bissò l’altro, buttando fuori il fumo, dall’aroma speziato.

“Un po’ … Ma è uno spinello, cazzo” – bisbigliò guardingo, come se stessero commettendo una marachella ed il preside potesse beccarli, in un’ipotetica scuola, per sopravvissuti, quali loro si sentivano, in quel momento.

“Me l’ha dato Xavy, per i miei mal di schiena: dopo il trapianto del rene, ne soffro spesso, nessuno lo sa, neppure Robert” – e sorrise, passandoglielo – “… preferisco questo, ad un qualsiasi oppiaceo legale, prescritto da Mason, dai, fai un tiro, non morirai” – e rise, già più disteso nei toni e nella mimica facciale.

“Ok, se insisti … Se mi vedesse Jay, mi ucciderebbe”

“E se tu vedessi lui, quando fa le sue stronzate con Glam, cosa faresti?” – domandò secco, le mani in tasca, ad osservare le luci del parcheggio sottostante.

“Non faccio un cazzo, ecco, sei contento Judsie?”

“No, non direi” – rise – “… Lui e Robert ci fanno fessi, puntualmente, ma chi sta peggio è Geffen, quasi mi fa pena, sai?”

“Ecco, quasi ed in quel quasi, che abita la tua delusione” – replicò acido.

“Stiamo litigando, Cole?”

“No, perché?” – rise anche lui, un po’ alienato.

Quell’erba era forte, soprattutto per chi non ne assaporava le peculiarità da parecchio, quanto lui.

“A marzo lo voglio risposare, a Robert” – inspirò.

“Ah, meno male che me lo precisi, avrei potuto pensare volessi impalmare Glam!”

Ora stavano ridendo insieme, più intensamente.

Farrell gettò la cicca nella neve, schiacciandola deciso – “Basta con queste stronzate, ok Jude?” – sbottò lucido.

“Non lo potrò mai riavere … al cento per cento, intendo” – mormorò triste l’inglese.

“Rassegnati allora” – e gli passò davanti, senza più intenzione di rimanere lì con lui – “Io l’ho fatto da un pezzo con Jay. Da un’eternità” – e sparì, inghiottito da quel vortice di coriandoli bianchi e gelidi.




Geffen varcò la soglia dei bagni, inconsapevole sulla presenza di Kevin.

“Daddy …?!”

“Tesoro ciao, non volevo spaventarti” – disse veloce e sorpreso nel trovarselo lì.

L’avvocato credeva che l’ex se ne fosse andato via con Leto, ma sbagliava.

“Scott ha detto che posso accedere alla stanza di Mark, così gli terrò un po’ di compagnia, ma devo … devo lavarmi con questo” – e mostrò un flacone di doccia schiuma sterilizzante.

“Ok …” – Glam sorrise, arrossendo – “… Sarà felice di trovarti al suo risveglio”

“Lo spero … Io devo parlargli e … e dirgli delle cose” – spiegò emozionato, gli occhi lucidi.

“Cose importanti immagino” – ribatté l’uomo, pacato ed affettuoso, dimezzando la distanza tra loro.

Kevin annuì emozionato.

“Per … Per prima Glam, io volevo scusarmi”

“Non pensarci”

“E’ un periodo strano, credevo di volere delle cose, invece poi … Poi ho capito di non averne più bisogno, ecco”

“E’ naturale, quando le nostre priorità cambiano, in meglio ovvio” – e sorrise, un po’ in imbarazzo.

“Lula sarà sempre una di queste” – precisò limpido il più giovane.

“Lo so Kevin … Lo so … E potrai contare su di me, anche se comprendo che i tuoi orizzonti sono mutati ed è un bene, sia chiaro”

Il musicista scosse la testa, con un sorriso a metà – “Con Mark devo fare ancora molta strada, devo capire un po’ di cose, dentro di me innanzitutto e superare alcune fragilità, che mi hanno reso debole ed arrendevole … Con te, specialmente” – e ricambiò quel sorriso, dando anche una carezza allo zigomo destro del legale, impalato davanti a lui.

“Ti voglio bene Kevin e non voglio perderti” – affermò diretto, ma unicamente sincero, senza pretese, senza trappole.

“Dovrai accontentarti di un pezzetto di me, Glam … Un frammento, che sarà tuo … Sino alla fine, d’accordo?” – e si spostò, per evitare ulteriori contatti.

“Me lo farò bastare, piccolo … Adesso vai da Mark … E cerca di riposare, ci vediamo domani mattina, da qualche parte, là fuori”

E lo lasciò andare.











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