Capitolo n. 98 – life
All’intrecciarsi delle
rispettive dita, il loro connubio venne sancito, senza più voltarsi indietro.
Tim, tra le sue gambe,
fece suo Niall, che si inarcò, baciandolo, sentendosi invadere dentro, ad una
profondità inaudita e così piacevole, da spezzare il suo respiro,
simultaneamente a quello del suo amante.
Eppure Tim era molto di
più, anzi, era diverso, da ciò che poteva apparire.
Nessun adulterio, né per
lui, marito di Kevin e neppure per Horan, promesso sposo a Ruffalo, che, ignaro
di quel repentino cambiamento nei sentimenti del giovane compagno, stava scegliendo
il locale dove celebrare il loro matrimonio.
Tutto stava andando in
frantumi.
L’unione tra Tim e
Kevin.
L’amore tra Niall e
Mark.
Perché era un nuovo, improvviso,
devastante amore, che si era fatto largo, inondando il presente di due ragazzi,
che, senza preavviso, si erano resi conto di non avere più bisogno di avere
accanto uomini più maturi.
Quella minima
differenza di età, dove Tim era il più adulto, adesso appariva loro come la
base più solida potessero auspicare: su di essa, ritrovandosi poi ad avere
interessi e passioni comuni, avrebbero costruito un futuro tutto nuovo.
Niall aveva raggiunto
Tim nel suo loft, che mai era stato venduto.
Era un posto splendido,
affacciato sull’oceano, arredato con gusto.
Layla, che già adorava
Horan, se ne stava tranquilla nel proprio ovetto, nella camera adiacente, con
il baby control acceso, anche se la distanza era minima.
Le avevano dato da
mangiare, poi cullata, finché la bimba non si era infine assopita senza fare
capricci.
Horan aveva portato
anche dei giochi, per farla divertire, ma erano rimasti nella scatola del
negozio di giocattoli, ancora intonsi.
Fecero l’amore a lungo,
scoprendosi così compatibili e ricettivi, da pensarsi anime gemelle.
Esausti, ora, si
stavano scrutando, facendosi piccoli dispetti.
“Ehi …” – Niall rise,
mordicchiando il polso di Tim.
“Sei un vampiro?” –
rise anche lui, avvolgendolo stretto, affettuoso, totalizzante.
Horan rimase zitto un
attimo, poi si commosse.
“Ho … ho paura di come
reagirà Mark, sai? Non voglio vederlo soffrire”
Era sincero, smarrito.
“Se vuoi lo
affronteremo insieme, così Kevin: se staremo vicini, l’uno all’altro, sarà più
semplice”
“No, vorrei
spiegarglielo da solo e lo farò immediatamente … Se tu sei d’accordo, se sei
pronto a parlarne con Kevin” – disse esitante, guardandolo, con quei fanali
azzurri e bellissimi.
“Appena torna … Ora è
così felice per avere ritrovato Lula, te l’ho detto mentre salivamo in
ascensore …”
“Sì, è stata una
notizia fantastica, ma tu credi davvero che Kevin voglia tornare con Glam?”
“Non è per questo che
ti voglio nella mia vita Niall” – replicò fermo e limpido – “Io mi sono
innamorato di te, qualunque cosa decida di fare Kevin, ok?”
Horan annuì,
tremandogli sul cuore – “Io … Io provo le stesse emozioni e non voglio ingannare
Mark, non se lo merita”
“Se ne farà una ragione
ed apprezzerà la tua schiettezza, ne sono certo.”
Flayerty fu molto
rigoroso durante quel colloquio.
“Quindi come avete
potuto constatare, le condizioni di vostro figlio sono ancora molto delicate: i
muscoli e le corde vocali si sono un po’ atrofizzati, è fotosensibile, quindi
dovrà indossare degli occhiali scuri speciali per diverso tempo ed affrontare
una lunga riabilitazione, ma ciò non toglie che i suoi valori siano buoni, così
gli esami del sangue, questo è confortante” – ed accennò un sorriso.
Kevin e Glam, seduti
all’altro capo della scrivania di Sebastian, in piedi alle spalle dello
specialista in rianimazione, attorniato anche da Steven e Scott, si guardarono.
“Fa fatica a parlare …
Anzi il suo tono è flebile” – disse Geffen.
“Si riabituerà
gradualmente, così ad imparare nuovamente a leggere, a scrivere, insomma dovrà
cominciare tutto da capo”
“Gli procureremo un
ottimo insegnante e poi c’è Tom, il nostro fisioterapista, che potrà occuparsi
di lui, vero daddy?” – Kevin sorrise fiducioso.
“Assolutamente sì,
provvederemo al meglio delle nostre possibilità”
“Il vostro amore,
penso, sarà la medicina migliore, l’acceleratore emotivo, per riportare Lula ad
essere al cento per cento … Mi hanno detto che ha doti particolari”
Scott tossì.
“Del resto non si
spiegherebbe ciò che ho visto ieri, in reparto, signor Geffen”
“E’ una storia
complicata … La famiglia di soldino era … speciale”
“Non ho mai dato
credito a certe cose, ma, lo ammetto, mi sono dovuto ricredere”
“Lei è di Los Angeles,
giusto? Potrà venirci a fare visita quando vuole, per vedere i progressi di
Lula” – propose Glam, cambiando radicalmente discorso.
“Lo farò.”
Lux e Jerome si erano
salutati al Lax.
L’ex commissario di
Parigi era volato in patria, dopo essersi congedato dall’amico di sempre, con
numerose raccomandazioni a non coinvolgerlo più in certi affari di famiglia,
anche se erano secoli che quello scorbutico non si divertiva più in quel modo
rocambolesco.
Vincent era rientrato
alla sua residenza poco dopo l’alba, si era fatto una lunga doccia ed era
filato a nanna, distrutto dagli ultimi avvenimenti, ma sereno per la
risoluzione di quell’immenso pasticcio.
Quando percepì il suono
del campanello, imprecò nella sua lingua madre, in maniera piuttosto colorita,
ma appena vide il sorriso di Louis sul visore del citofono, scese svelto ad
aprirgli.
“Mon petit”
“Eccoti finalmente!” –
e gli volò al collo, gioioso e sbarazzino come al solito.
Com’era Boo, per lui.
“Louis volevo
avvisarti, però”
“Però non l’hai fatto!”
– lo interruppe allegro – “Sono passato per caso, pregando di trovarti sano e
salvo a casa”
“Su vieni, preparo un
caffè e ti racconto la mia avventura … Non ho corso pericoli”
“Sicuro?” – ed avanzò
verso il salone.
“Insomma” – rise guascone,
scompigliandogli i capelli, mentre Tomlinson si appollaiava su di uno sgabello.
“I bimbi stanno bene?
La tv ha dato notizie incredibili”
“Sì Lula è salvo, molto
deperito, certo, però si riprenderà, mentre Pepe è sanissimo”
“Robert sarà al settimo
cielo, quanto Kevin e Glam”
“Sì, Geffen è il loro
eroe, avresti dovuto vedere Kevin … Mi sa che scoppierà un casino, sai mon
petit?”
“Per Geffen? Se lo
contenderanno lui e Rob?”
“Di Robert non posso
dire ancora nulla, ma Kevin è andato, te lo assicuro” – e gli passò la tazza
fumante – “Vuoi i biscotti o la torta? La cuoca me ne ha lasciata una in
dispensa”
“A proposito, dove sono
i domestici?”
“In vacanza, rientrano
lunedì … Allora quale leccornia desidera mon petit?” – il francese insistette,
dopo essersi avvicinato, giocherellando con il colletto della polo di Louis,
che, senza preavviso, gli diede un bacio.
Da togliere il fiato.
Pepe gli si avvicinò,
uscendo per qualche minuto dalla sala giochi dell’ospedale, senza mai essere
perso di vista da Peter, anche se impegnato al telefono con Vas, che dalla
California lo aveva chiamato per dargli il buongiorno ed aggiornarsi sugli
ultimi sviluppi.
Jared si asciugò gli
zigomi veloce, ma non abbastanza, per non essere notato dal bimbo, in quel suo
momento di sconforto.
“Perché piangi zio?” –
chiese il cucciolo, appoggiando le manine sulle ginocchia del cantante, seduto
un po’ curvo su di una seggiola in plexiglas trasparente, come il suo animo.
“Nulla tesoro, torna a
giocare, tra poco andiamo, dobbiamo partire”
“Sì, stanno preparando
Lula, dovrebbe arrivare anche papà” – e sorrise felice.
“Certo, vedrai che sarà
puntuale” – e lo prese in braccio, sorridendo triste.
“Lula mi ha detto che
tu gli vuoi ancora bene … Al nostro papà” – gli sussurrò.
“Quando te lo ha detto …?!”
– bisbigliò lui di rimando.
“Soldino parla con me e
mi ha chiesto di dirvi le cose, perché non ci riesce, ma poi starà meglio,
vero? Papà Glam glielo ha promesso” – affermò orgoglioso.
Leto annuì con dolcezza
– “Papà Glam mantiene ogni suo impegno, non temere Pepe, vedrai che sarà così”
“Lui è buono, anche zio
Kevin e zio Colin … E tu sei speciale, zio Jay, ma dovresti sorridere, sei più
bello quando lo fai e poi” – disse trafelato e buffo.
“E poi?” – Jared rise
piano.
“E poi dovresti essere
contento, perché papà Glam ti porta nel cuore, come … come nessuno”
“Parole di Lula?”
“No mie!” – ed alzò un
dito, solenne.
Era divertente, era un
amore di bambino.
Leto glielo disse, poi
lo riaccompagnò sul tappeto musicale, fermandosi con lui ad insegnargli le
note, come alcuni anni prima aveva fatto anche con soldino, su di una pianola, proprio
in quella città, dalla quale, adesso, non vedeva l’ora di andarsene.
Glam si sciacquò il
volto stanco e tirato.
Con Kevin erano passati
dal suo ufficio alla fondazione, anche per recuperare diversi documenti e
pratiche, da consegnare allo studio legale.
“Dio, abbiamo dormito
pochissimo” – inspirò l’avvocato – “… recupereremo quando saremo tornati”
“Sì daddy, ci
riposeremo, con in mezzo Lula, nel nostro lettone” – e gli accarezzò la schiena
ampia.
Geffen si voltò
perplesso – “Kevin, ma”
“No, non dire niente” –
e lo baciò, convinto e spontaneo.
Glam non lo respinse,
non subito almeno.
Poi si distaccò cauto –
“Tesoro dobbiamo affrontare questa … questa cosa”
“Quale daddy? Se pensi
a Tim, gli spiegherò io, lui comprenderà”
“Ma cosa comprenderà?” –
si inquietò un minimo.
“Lula ha bisogno di noi
e tornare ad essere un nucleo, sarebbe, anzi, sarà l’ideale per soldino, lo hai
sentito il medico, no? E poi è quanto di più naturale possa accaderci, Glam,
dobbiamo unicamente avere il coraggio di viverla questa vita, questa occasione!”
– replicò entusiasta e risoluto.
Geffen scosse il capo
rasato – “Noi … Noi non lo abbandoneremo un secondo, però realizzeremo questo
intento restando ognuno al proprio posto: io da solo, tu con Tim e Layla e poi”
– si ossigenò.
“E poi?!” – bissò brusco
il bassista.
“E poi io voglio
dedicarmi ai miei figli, a quelli più piccoli, come mai ho fatto con quelli
ormai cresciuti, voglio prendermi del tempo, per stare con loro, con i gemelli,
Jay Jay, Pepe e Lula ovviamente” – spiegò granitico.
“E vuoi escludermi da
tutto questo daddy? Ancora una volta? Come hai fatto, tacendomi la morte di
Lula o ciò che era?? Io sono quasi impazzito, sono finito alla Foster e”
“E se non fosse stato
per Tim, avanti dillo Kevin! Accidenti, ma ti rendi conto di cosa stavi per
fare al ragazzo che ti ama, che ha adottato una bimba con te, che ti ha
sposato?!?” – lo rimproverò severo.
Il musicista scoppiò a
piangere.
Glam lo avvolse con
tenerezza – “Sai che non ti dimenticherò mai, che sei l’unica persona al mondo,
a cui io debba davvero riconoscenza e rispetto, ma sei sconvolto, più di me, ma
io ti aiuterò a ritrovare un equilibrio, Kevin, ma, soprattutto, a non deludere
Tim … Non puoi permettertelo, perché sarebbe un disastro, ok?” – e lo baciò tra
i capelli, paterno, solido.
Ed
inconsapevole.
PEPE
Nessun commento:
Posta un commento