mercoledì 4 marzo 2015

LIFE - CAPITOLO N. 98

Capitolo n. 98 – life



All’intrecciarsi delle rispettive dita, il loro connubio venne sancito, senza più voltarsi indietro.

Tim, tra le sue gambe, fece suo Niall, che si inarcò, baciandolo, sentendosi invadere dentro, ad una profondità inaudita e così piacevole, da spezzare il suo respiro, simultaneamente a quello del suo amante.

Eppure Tim era molto di più, anzi, era diverso, da ciò che poteva apparire.

Nessun adulterio, né per lui, marito di Kevin e neppure per Horan, promesso sposo a Ruffalo, che, ignaro di quel repentino cambiamento nei sentimenti del giovane compagno, stava scegliendo il locale dove celebrare il loro matrimonio.

Tutto stava andando in frantumi.

L’unione tra Tim e Kevin.
L’amore tra Niall e Mark.

Perché era un nuovo, improvviso, devastante amore, che si era fatto largo, inondando il presente di due ragazzi, che, senza preavviso, si erano resi conto di non avere più bisogno di avere accanto uomini più maturi.

Quella minima differenza di età, dove Tim era il più adulto, adesso appariva loro come la base più solida potessero auspicare: su di essa, ritrovandosi poi ad avere interessi e passioni comuni, avrebbero costruito un futuro tutto nuovo.

Niall aveva raggiunto Tim nel suo loft, che mai era stato venduto.
Era un posto splendido, affacciato sull’oceano, arredato con gusto.

Layla, che già adorava Horan, se ne stava tranquilla nel proprio ovetto, nella camera adiacente, con il baby control acceso, anche se la distanza era minima.

Le avevano dato da mangiare, poi cullata, finché la bimba non si era infine assopita senza fare capricci.

Horan aveva portato anche dei giochi, per farla divertire, ma erano rimasti nella scatola del negozio di giocattoli, ancora intonsi.

Fecero l’amore a lungo, scoprendosi così compatibili e ricettivi, da pensarsi anime gemelle.

Esausti, ora, si stavano scrutando, facendosi piccoli dispetti.

“Ehi …” – Niall rise, mordicchiando il polso di Tim.

“Sei un vampiro?” – rise anche lui, avvolgendolo stretto, affettuoso, totalizzante.

Horan rimase zitto un attimo, poi si commosse.

“Ho … ho paura di come reagirà Mark, sai? Non voglio vederlo soffrire”

Era sincero, smarrito.

“Se vuoi lo affronteremo insieme, così Kevin: se staremo vicini, l’uno all’altro, sarà più semplice”

“No, vorrei spiegarglielo da solo e lo farò immediatamente … Se tu sei d’accordo, se sei pronto a parlarne con Kevin” – disse esitante, guardandolo, con quei fanali azzurri e bellissimi.

“Appena torna … Ora è così felice per avere ritrovato Lula, te l’ho detto mentre salivamo in ascensore …”

“Sì, è stata una notizia fantastica, ma tu credi davvero che Kevin voglia tornare con Glam?”

“Non è per questo che ti voglio nella mia vita Niall” – replicò fermo e limpido – “Io mi sono innamorato di te, qualunque cosa decida di fare Kevin, ok?”

Horan annuì, tremandogli sul cuore – “Io … Io provo le stesse emozioni e non voglio ingannare Mark, non se lo merita”

“Se ne farà una ragione ed apprezzerà la tua schiettezza, ne sono certo.”




Flayerty fu molto rigoroso durante quel colloquio.

“Quindi come avete potuto constatare, le condizioni di vostro figlio sono ancora molto delicate: i muscoli e le corde vocali si sono un po’ atrofizzati, è fotosensibile, quindi dovrà indossare degli occhiali scuri speciali per diverso tempo ed affrontare una lunga riabilitazione, ma ciò non toglie che i suoi valori siano buoni, così gli esami del sangue, questo è confortante” – ed accennò un sorriso.

Kevin e Glam, seduti all’altro capo della scrivania di Sebastian, in piedi alle spalle dello specialista in rianimazione, attorniato anche da Steven e Scott, si guardarono.

“Fa fatica a parlare … Anzi il suo tono è flebile” – disse Geffen.

“Si riabituerà gradualmente, così ad imparare nuovamente a leggere, a scrivere, insomma dovrà cominciare tutto da capo”

“Gli procureremo un ottimo insegnante e poi c’è Tom, il nostro fisioterapista, che potrà occuparsi di lui, vero daddy?” – Kevin sorrise fiducioso.

“Assolutamente sì, provvederemo al meglio delle nostre possibilità”

“Il vostro amore, penso, sarà la medicina migliore, l’acceleratore emotivo, per riportare Lula ad essere al cento per cento … Mi hanno detto che ha doti particolari”

Scott tossì.

“Del resto non si spiegherebbe ciò che ho visto ieri, in reparto, signor Geffen”

“E’ una storia complicata … La famiglia di soldino era … speciale”

“Non ho mai dato credito a certe cose, ma, lo ammetto, mi sono dovuto ricredere”

“Lei è di Los Angeles, giusto? Potrà venirci a fare visita quando vuole, per vedere i progressi di Lula” – propose Glam, cambiando radicalmente discorso.

“Lo farò.”




Lux e Jerome si erano salutati al Lax.

L’ex commissario di Parigi era volato in patria, dopo essersi congedato dall’amico di sempre, con numerose raccomandazioni a non coinvolgerlo più in certi affari di famiglia, anche se erano secoli che quello scorbutico non si divertiva più in quel modo rocambolesco.

Vincent era rientrato alla sua residenza poco dopo l’alba, si era fatto una lunga doccia ed era filato a nanna, distrutto dagli ultimi avvenimenti, ma sereno per la risoluzione di quell’immenso pasticcio.

Quando percepì il suono del campanello, imprecò nella sua lingua madre, in maniera piuttosto colorita, ma appena vide il sorriso di Louis sul visore del citofono, scese svelto ad aprirgli.

“Mon petit”

“Eccoti finalmente!” – e gli volò al collo, gioioso e sbarazzino come al solito.

Com’era Boo, per lui.

“Louis volevo avvisarti, però”

“Però non l’hai fatto!” – lo interruppe allegro – “Sono passato per caso, pregando di trovarti sano e salvo a casa”

“Su vieni, preparo un caffè e ti racconto la mia avventura … Non ho corso pericoli”

“Sicuro?” – ed avanzò verso il salone.

“Insomma” – rise guascone, scompigliandogli i capelli, mentre Tomlinson si appollaiava su di uno sgabello.

“I bimbi stanno bene? La tv ha dato notizie incredibili”

“Sì Lula è salvo, molto deperito, certo, però si riprenderà, mentre Pepe è sanissimo”

“Robert sarà al settimo cielo, quanto Kevin e Glam”

“Sì, Geffen è il loro eroe, avresti dovuto vedere Kevin … Mi sa che scoppierà un casino, sai mon petit?”

“Per Geffen? Se lo contenderanno lui e Rob?”

“Di Robert non posso dire ancora nulla, ma Kevin è andato, te lo assicuro” – e gli passò la tazza fumante – “Vuoi i biscotti o la torta? La cuoca me ne ha lasciata una in dispensa”

“A proposito, dove sono i domestici?”

“In vacanza, rientrano lunedì … Allora quale leccornia desidera mon petit?” – il francese insistette, dopo essersi avvicinato, giocherellando con il colletto della polo di Louis, che, senza preavviso, gli diede un bacio.

Da togliere il fiato.




Pepe gli si avvicinò, uscendo per qualche minuto dalla sala giochi dell’ospedale, senza mai essere perso di vista da Peter, anche se impegnato al telefono con Vas, che dalla California lo aveva chiamato per dargli il buongiorno ed aggiornarsi sugli ultimi sviluppi.

Jared si asciugò gli zigomi veloce, ma non abbastanza, per non essere notato dal bimbo, in quel suo momento di sconforto.

“Perché piangi zio?” – chiese il cucciolo, appoggiando le manine sulle ginocchia del cantante, seduto un po’ curvo su di una seggiola in plexiglas trasparente, come il suo animo.

“Nulla tesoro, torna a giocare, tra poco andiamo, dobbiamo partire”

“Sì, stanno preparando Lula, dovrebbe arrivare anche papà” – e sorrise felice.

“Certo, vedrai che sarà puntuale” – e lo prese in braccio, sorridendo triste.

“Lula mi ha detto che tu gli vuoi ancora bene … Al nostro papà” – gli sussurrò.

“Quando te lo ha detto …?!” – bisbigliò lui di rimando.

“Soldino parla con me e mi ha chiesto di dirvi le cose, perché non ci riesce, ma poi starà meglio, vero? Papà Glam glielo ha promesso” – affermò orgoglioso.

Leto annuì con dolcezza – “Papà Glam mantiene ogni suo impegno, non temere Pepe, vedrai che sarà così”

“Lui è buono, anche zio Kevin e zio Colin … E tu sei speciale, zio Jay, ma dovresti sorridere, sei più bello quando lo fai e poi” – disse trafelato e buffo.

“E poi?” – Jared rise piano.

“E poi dovresti essere contento, perché papà Glam ti porta nel cuore, come … come nessuno”

“Parole di Lula?”

“No mie!” – ed alzò un dito, solenne.

Era divertente, era un amore di bambino.

Leto glielo disse, poi lo riaccompagnò sul tappeto musicale, fermandosi con lui ad insegnargli le note, come alcuni anni prima aveva fatto anche con soldino, su di una pianola, proprio in quella città, dalla quale, adesso, non vedeva l’ora di andarsene.




Glam si sciacquò il volto stanco e tirato.

Con Kevin erano passati dal suo ufficio alla fondazione, anche per recuperare diversi documenti e pratiche, da consegnare allo studio legale.

“Dio, abbiamo dormito pochissimo” – inspirò l’avvocato – “… recupereremo quando saremo tornati”

“Sì daddy, ci riposeremo, con in mezzo Lula, nel nostro lettone” – e gli accarezzò la schiena ampia.

Geffen si voltò perplesso – “Kevin, ma”

“No, non dire niente” – e lo baciò, convinto e spontaneo.

Glam non lo respinse, non subito almeno.

Poi si distaccò cauto – “Tesoro dobbiamo affrontare questa … questa cosa”

“Quale daddy? Se pensi a Tim, gli spiegherò io, lui comprenderà”

“Ma cosa comprenderà?” – si inquietò un minimo.

“Lula ha bisogno di noi e tornare ad essere un nucleo, sarebbe, anzi, sarà l’ideale per soldino, lo hai sentito il medico, no? E poi è quanto di più naturale possa accaderci, Glam, dobbiamo unicamente avere il coraggio di viverla questa vita, questa occasione!” – replicò entusiasta e risoluto.

Geffen scosse il capo rasato – “Noi … Noi non lo abbandoneremo un secondo, però realizzeremo questo intento restando ognuno al proprio posto: io da solo, tu con Tim e Layla e poi” – si ossigenò.

“E poi?!” – bissò brusco il bassista.

“E poi io voglio dedicarmi ai miei figli, a quelli più piccoli, come mai ho fatto con quelli ormai cresciuti, voglio prendermi del tempo, per stare con loro, con i gemelli, Jay Jay, Pepe e Lula ovviamente” – spiegò granitico.

“E vuoi escludermi da tutto questo daddy? Ancora una volta? Come hai fatto, tacendomi la morte di Lula o ciò che era?? Io sono quasi impazzito, sono finito alla Foster e”

“E se non fosse stato per Tim, avanti dillo Kevin! Accidenti, ma ti rendi conto di cosa stavi per fare al ragazzo che ti ama, che ha adottato una bimba con te, che ti ha sposato?!?” – lo rimproverò severo.

Il musicista scoppiò a piangere.

Glam lo avvolse con tenerezza – “Sai che non ti dimenticherò mai, che sei l’unica persona al mondo, a cui io debba davvero riconoscenza e rispetto, ma sei sconvolto, più di me, ma io ti aiuterò a ritrovare un equilibrio, Kevin, ma, soprattutto, a non deludere Tim … Non puoi permettertelo, perché sarebbe un disastro, ok?” – e lo baciò tra i capelli, paterno, solido.


Ed inconsapevole.


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PEPE

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