Capitolo n. 104 – life
Jared spiava Taylor,
con sospetto, attraverso lo specchio, incorporato nell’aletta parasole, lato
passeggero, del suv guidato da Farrell, verso Aspen.
Il cantante analizzava
i dettagli di quel volto, così acerbo, il contorno delle labbra, che si erano
posate sul corpo di Colin, di suo marito, anzi, che questi, aveva incollato a
quelle del giovane, baciandolo ripetutamente, mentre scopavano.
Immagini un po’
ossessive: Leto si sentì paranoico e provò a distrarsi.
Del resto era accaduto
una volta sola, anzi, un’unica notte.
Almeno ci sperava.
Era passato del tempo,
le ferite si erano rimarginate, dopo l’ennesima crisi ed ora rimuginarci sopra,
poteva solo fare male ad entrambi.
A lui ed a Colin.
Perché Kitsch aveva
avuto la sua dose di sofferenza, da parte di Jude, che se ne viaggiava in coda
all’annuale convoglio diretto in montagna, per una settimana bianca, che sembrò
avere perso candore e smalto, nell’immaginario collettivo di quegli adulti,
consumati da troppe esperienze negative.
I bimbi, in compenso,
erano entusiasti di trascorrere alcuni giorni sulla neve del Colorado.
Anche Lula, assorto a
guardare fuori dal finestrino, mentre Pepe ed i gemelli dormivano, così come
Jay Jay, Sveva e Pamela, a bordo dell’hammer dell’avvocato, che aveva preferito
la loro compagnia femminile, un po’ a sorpresa.
Prima di avviarsi,
Geffen aveva parlato insieme a Kevin, della sua situazione con Tim e Layla.
Nonostante dimostrasse
incredulità, verso le scelte maturate con Niall, l’uomo non se la sentiva di
intromettersi e, del resto, il bassista non l’avrebbe apprezzato.
La sua complicità con
Ruffalo, però, insospettì Glam, che evitò, comunque e momentaneamente, di porre
quesiti scomodi all’ex, sulla natura di quella strana amicizia, nata dal nulla.
Quasi quanto il
rapporto tra Tim ed Horan, peraltro.
Soldino si grattò il
naso, sorridendo – “Me li posso togliere questi, papà?” – ed indicò gli
occhiali scuri.
“No purtroppo e meno
che mai quando saremo arrivati tesoro, mi spiace” – replicò, dandogli un
buffetto amorevole, sulla guancia sinistra, abbastanza paffuta.
Lula aveva recuperato peso,
miracolosamente ed in fretta, anche se mancava ancora tonicità ai suoi muscoli:
il lavoro di Tom, aggregatosi con Chris e Luna, stava dando i suoi frutti, con
miglioramenti progressivi e più che soddisfacenti per le aspettative dei
genitori del bimbo e del terapista stesso.
Jared si era ritrovato
in auto Xavier, il figlio Drake e Phil Derado.
Con Taylor, anni prima,
la coppia aveva intrecciato un particolare sodalizio artistico e, forse,
personale.
Per il gossip di Los
Angeles, il celebre regista amava guardare i due “ragazzi” amoreggiare nel
privato dell’immensa villa di Meliti, ma erano pure illazioni.
Forse.
“Il maldido ha carpito
la mamma del mio guapito!” – lo scultore esordì in quella maniera buffa,
interrompendo le elucubrazioni del leader dei Mars, che ebbe un sussulto.
“Eh, cosa Xavy?”
“Big Geffen intendo, ha
preso a bordo le sue donne, questo giro, sì, insomma, sue per modo di dire: Pam
è single e Sveva si è sposata, peccato che il consorte sia in viaggio d’affari”
“Glam riesce ad avere
la precedenza su chiunque, affari o meno” – bofonchiò Colin, intento ad
infilarsi in un’area di servizio, per rifornirsi di carburante e snack.
“No, dai, è che vuole
stare il più possibile con i suoi bimbi, me l’ha detto alla partenza” – spiegò
Derado, un po’ distratto, mentre correggeva un copione.
“Ha il suo gineceo
personale” – puntualizzò aspro Leto, mentre Taylor lo stava fissando da qualche
minuto.
“Sono le madri dei
gemelli, di Jay Jay” – puntualizzò timido l’attore, senza che nessuno gli desse
concretamente retta.
Colin era ormai sceso,
Jared l’aveva seguito, incollandosi a lui come un francobollo, mentre Xavier
doveva sbrigarsi ad accompagnare Drake in bagno, per un bisogno urgente.
Phil scosse la testa –
“Perché ti sottoponi a questa tortura, Taylor?” – chiese con una nota paterna
nella voce.
“Quale, esattamente?” –
bissò rigido, senza guardarlo, preferendogli un cartellone pubblicitario della
Coca Cola, sul marciapiede opposto.
“Non saprei da dove
cominciare … Jude, ad esempio, ma persino Colin, azzarderei … Gli sguardi di
Jared sono esaustivi, non trovi?”
“Non c’è storia,
nemmeno gara, loro due si appartengono, siamo seri, ok? Per quanto riguarda Mr.
stempiatura, mi divertirò a vederlo rodersi, mentre il suo ritrovato ed
amatissimo Robert Downey Jr, languirà al seguito di Glam Geffen”
“Sei in cerca di magre
soddisfazioni, figliolo, temo …” – sospirò l’ispanico.
“Mi saprò accontentare,
non si sa mai cosa può accadere durante questi massacri sentimentali, non
trovi?”
Ruffalo gli sfiorò il
palmo destro, mentre si slacciavano le cinture, per quella sosta.
Kevin arrossì
lievemente: era una perpetua scossa elettrica, tra loro, al minimo contatto.
Era inutile rimandare
il problema.
O meglio,
l’affrontarlo.
“Accadrà di nuovo,
Mark?” – chiese improvviso, rimandando la boccata d’aria, di cui aveva urgenza.
“Co cosa Kevin?” –
balbettò l’ex infermiere.
Il musicista inspirò,
scrutando il parabrezza, tempestato di goccioline, per uno scroscio di pioggia,
improvviso, come le reciproche sensazioni.
“Noi due, a letto o
dovunque, a fare sesso” – e lo puntò deciso – “tu ed io scopiamo benissimo, non
credi?”
Era il turno di Mark,
di arrossire, come un quindicenne alla prima cotta.
“Non lo so, non … Non
credo sia opportuno per”
“Per i nostri piani?
Per non compromettere la riconquista di Tim e Niall?”
“Certo! … Sì … certo …
Tu mi confondi, anche se hai ragione su … sull’argomento”
“Dio, non riesci
neppure a dirlo Mark, sei maggiorenne da un pezzo o sbaglio?” – e rise, più
rilassato, almeno in superficie.
“Mi è piaciuto fare
l’amore con te, non abbiamo scopato, cazzo!” – sbottò più solido.
A Kevin piacque.
Quella forza di
carattere, che Ruffalo custodiva sotto una corazza densa di tenerezza: un
controsenso, all’apparenza, così affascinante, ad essere sinceri e lui voleva
esserlo, ad ogni costo.
“Ti voglio … prima
possibile … Lo voglio e basta Mark” – gli respirò nella bocca, invadendo il suo
spazio vitale, per baciarlo con un’irruenza adorabile.
A pochi metri dal loro
fuoristrada, stavano transitando Tim e Niall, con in braccio Layla, assopitasi
sul petto del biondino, che ebbe un tremito, nell'assistere a quella scena
fuori programma.
Tim lo trascinò via, un
po’ brusco – “E meno male che gli stronzi siamo noi” – sibilò turbato, senza
poterlo nascondere.
“Sono a disagio, lo
confesso Robert” – sospirò Law, soffiando sulla bevanda calda, appena
consegnategli da Farrell.
L’irlandese era tornato
al bancone, dove Jared stava lottando con delle bustine di miele, che non
volevano saperne di aprirsi.
“Aspetta, hai le dita
imbrattate” – il moro rise, aiutando Leto in quell’impresa.
“Sono imbranato”
“Sei nervoso?”
“No, perché?” – ribatté
sulla difensiva.
“Mi riferisco ai
discorsi di Xavier: mi sembrava di avere colto del disagio in te, considerato
che l’argomento era Glam” – sorrise, senza malizie e tranelli.
“Per lui è tutto un
gioco” – inspirò rigido, sorseggiando la sua tisana alla rosa canina.
“Per Xavy o per
Geffen?”
“Tu sei fissato, che io
sia irrimediabilmente concentrato su Glam e sulle sue decisioni, Cole!” – si
lamentò, con un tono spezzato e deciso a non attirare attenzione su di loro.
Downey li stava
guardando a distanza, il che infastidì il front man, immaginando le deduzioni
del suo eterno antagonista: pensarlo tale, era la puntuale conferma ai sospetti
di Farrell.
Jared sbuffò stanco –
“Questa vacanza sarà uno strazio e poi tu che inviti Taylor, ma ti sembra
corretto, nei riguardi di Jude?”
“E da quando ti
preoccupi per il mio UK buddy?” – sogghignò ironico, provando un’emozione tutta
sua, nel contemplare il collo del marito e quell’arteria, che gli si gonfiava,
quando Leto era in difficoltà.
La pelle tesa e liscia,
era una tentazione continua, in quella porzione, dove Farrell posò un bacio
caldissimo e selvaggio, facendo perdere l’equilibrio al suo interlocutore,
amico, complice, amante.
Un’ottima scusa per
cinturare Jared e spostarlo verso l’ingresso delle toilette – “Devo dirti una
cosa e non posso farlo davanti a tutti” – gli sussurrò nell’orecchio, facendolo
avvampare.
“Cole, ma cosa?!”
“Zitto!” – e gli tenne
premuto il palmo mancino sulle labbra, finché non riuscirono a rifugiarsi in
uno sgabuzzino.
“Ma sei impazzito?!” –
bisbigliò Leto.
Farrell annuì divertito
ed eccitato.
Si inginocchiò,
slacciandogli i jeans con maestria e caparbietà.
“Cole tu sei … tu sei …
Accidenti!” – ansimò, sentendosi inghiottire, per mezzo di quell’estensione
amorosa e virile, che Colin si era ritrovato svettante davanti al volto proteso
in un’espressione di pura lascivia.
Jared si insinuò con le
falangi, al profumo di essenza di acacia, tra le ciocche brizzolate di quel Re
d’Irlanda, che nessuno era stato in grado di fare decadere.
Mai.
Il suo abisso, rovente
e bagnato, lo accolse, arrendendosi alle spinte di Jared, che ora voleva
prendersi tutto quanto riteneva suo, da sempre, marchiandolo e colmandolo di
sé, senza più freni inibitori.
Colin lo lasciò fare,
lasciandosi segnare dentro e fuori.
Fu
semplicemente bellissimo.
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