lunedì 16 marzo 2015

LIFE - CAPITOLO N. 101

Capitolo n. 101 – life



Kevin entrò a passo leggero nella nursery, controllando il sonno tranquillo di Layla, poi passò in corridoio, sporgendosi dalla balaustra e notando l’arrivo di Tim da una breve corsa all’aperto, nel parco della villa.

I domestici della Joy’s House erano sempre nei paraggi, non solo per espletare le loro mansioni, ma, soprattutto, per avere cura della bimba, quando i genitori si assentavano.

“Ciao tesoro, potresti salire?” – chiese con gentilezza il bassista, anche se un nodo allo stomaco lo stava tormentando da ore.

“Sì, arrivo” – replicò stanco lo studente, senza indugiare con lo sguardo sul marito, che passò in biblioteca, lasciando la porta socchiusa.

Tim la sigillò, appena entrato nella stanza, esordendo con un – “Sei arrivato, finalmente”.

Il suo tono era freddo e distaccato: Kevin deglutì a vuoto, poi, arrossendo, si giustificò.

“Le visite di Lula sono andate per le lunghe, mi dispiace amore” – ed azzerò la distanza, provando ad abbracciarlo, ma Tim sgusciò via, con una movenza quasi felina.

“Se me lo permetterai, lo verrò a trovare al più presto” – disse a sorpresa.

“Ma cosa stai dicendo Tim?!” – le parole quasi non gli uscirono, per lo sbigottimento.

“Sto per andarmene, Kevin, ho già chiesto allo studio di preparare le carte per il divorzio”

“Stai scherzando, vero?” – e si irrigidì.

“No, affatto: in questi giorni ho riflettuto molto sulla nostra situazione, su come sono andate le cose durante il nostro matrimonio ed anche prima … Ne sono uscito a pezzi, soprattutto dopo che tu e Glam” – e si trattenne.

“Io e Glam cosa?!” – sbottò.

Tim sorrise mesto.

“Ti prego, non giocare con la mia intelligenza, Kevin, non offendermi, non sino a questo punto”

“Stammi a sentire io”

“No, perdona la durezza, con cui sto troncando il nostro rapporto una volta per tutte, ma sono irremovibile ed in questo mi ha aiutato una persona speciale, della quale non posso più fare a meno”

“Una … persona? Ma di chi stai parlando, accidenti?!”

“Di Niall” – bissò secco.

Kevin andò a sedersi su di una poltrona, prendendosi la testa tra le mani.

“Niall … Il fidanzato di Mark …”

“Sì, ex fidanzato, lo ha lasciato, come io sto facendo con te: ho sofferto abbastanza, ho avuto pazienza, ma non ti voglio rinfacciare nulla, non serve, così come non è servito aspettarti, esserti fedele, amarti con tutto me stesso”

Kevin gli si avvicinò, prendendogli i polsi, con cautela e tenerezza.

“Sei stato sincero, crudelmente sincero, Tim ed io farò altrettanto, perché detesto le ipocrisie” – affermò serio, ma con gli occhi lucidi.

“A che proposito?”

“A proposito di me e di Glam: hai ragione, abbiamo trasceso ed una volta ritrovato Lula, ho fortemente desiderato di tornare con lui, di ricostituire il nucleo, che la tragedia della fondazione, aveva spezzato per sempre” – rivelò limpido.

“Posso capirlo” – replicò il ragazzo, con una punta di dolcezza.

“Sai piccolo mio, il destino ora sembra punirmi, nella mia arroganza, nel non avere pensato a te, da perfetto egoista, quale sono stato dal principio” – e lo strinse, senza incontrare alcuna resistenza in Tim, che si commosse profondamente.

“Ti voglio bene Kevin, tu e Layla farete parte di me, sino alla fine … Questo voglio che tu lo sappia” – e si guardarono, intensi.

“Sto pagando un prezzo così alto … Forse lo merito” – singhiozzò.

“No, tu meriti serenità, come chiunque, Kevin, ma non accanto a Glam: lui, in compenso, non ti merita, anche se ti ha riportato Lula, anche se Glam è Glam … Cerca di guarire da questa malattia, da questo … tormento … Mi dispiace, se anch’io oggi ti faccio soffrire, ma non posso e non voglio ingannarti: tu vali come nessuno, al mio cuore, penso di avertelo dimostrato”

“Sì, lo hai fatto Tim … Lo hai fatto, credimi.”




Geffen fece installare a tempo di record un viale lastricato, sulla spiaggia di Palm Springs, dove Lula poté muoversi in sicurezza, con un deambulatore.

Jared li stava osservando a distanza, dopo essere arrivato da solo alla villa sull’oceano.

Colin era sul set di un nuovo telefilm per la tv, in un progetto, che aveva coinvolto anche Taylor nel cast.

I coniugi Farrell Leto si sarebbero rivisti dal nonno, per cena, come stabilito da un paio di giorni, per festeggiare il ritorno di soldino e di Pepe.

Accanto a Geffen, il primogenito Richard camminava con Veronica in un marsupio, che l’architetto stringeva sul petto muscoloso e rivelato da una camicia bianca semi aperta: con loro anche Tom, intento ad occuparsi della riabilitazione di Lula.

Pochi metri ancora, un incoraggiamento e poi il bimbo finì sul cuore di Geffen, che gli fece fare l’aeroplanino, come accadeva con Vas, anch’egli sotto al patio dell’abitazione, a bere qualcosa in compagnia del leader dei Mars.

“Sono così belli … Tutti” – esordì assorto Jared.

Vas lo scrutò – “Unisciti a loro, cosa aspetti?” – e sorrise, facendo un cenno a Peter, che stava sistemando il joystick sulla sedia a rotelle, che Lula avrebbe utilizzato nei lunghi spostamenti, non solo lì, ma anche nel vasto giardino di Antonio.

“Non so … Mi sento di troppo” – e rise nervoso.

“Non vedo perché … Lula non è cresciuto, recupererà presto”

“Riesce a mangiare?”

“No, se escludiamo gli omogenizzati e le vitamine liquide: è buffo vedere Glam imboccarlo” – osservò il sovietico, amorevole.

“Con le pizze di Barny farà lo sviluppo in un botto” – provò a scherzare il cantante, con il cuore a mille, appena Geffen si accorse di lui e gli fece un cenno.

“Dai muoviti Jay” – sussurrò il bodyguard e Leto si decise ad unirsi al resto degli amici, sul bagnasciuga.




Hugh entrò nella sala d’aspetto, ricavata tra i due ingressi, del suo studio e di quello di Brendan, già in seduta con un paziente, notando la presenza di Kevin e di Mark.

“Salve … Avevamo un appuntamento?” – Laurie si rivolse al musicista, che annuì triste.

Ruffalo non aveva avuto la forza di andare oltre un timido saluto, arrivando quasi in contemporanea a lui, che faticava persino a respirare, per l’angoscia accumulata, dopo il confronto con Tim.

“Ok … E tu, Mark, vai da mio fratello?”

“Sì, infatti …” – rispose smarrito, la barba incolta, l’aria di chi non aveva dormito molto.

Appena l’ex di Geffen si sistemò sul lettino di Hugh, questi si grattò la nuca, recuperando gli appunti – “C’è una qualche connessione tra te e Mr. Texas, là fuori?”

“Direi di sì … Entrambi siamo stati mollati dai rispettivi compagni, che ora se la spassano insieme” – chiarì aspro.

“Questo sarcasmo non ti aiuterà a riconquistare Tim”

“Ci vorrebbe un miracolo, dopo quello che gli ho detto”

“Fammi indovinare, di te e di Glam?” – rise acido.

“Appunto” – Kevin tirò un lungo respiro, tamponandosi gli zigomi umidi.

“Cosa speravi di ottenere da Geffen? Sentiamo”

“Tra lui, Lula ed il sottoscritto c’è sempre stata come una magia, ecco”

“No, ci sono state unicamente corna, su corna, mio caro figliolo, corna gay e pure etero, insomma al super eroe di Port au Prince bisogna riconoscere il merito di applicare una par condicio da antologia, non credi?”

“Scherza pure finché vuoi, prendermi in giro non risolverà i miei casini: non ho più una famiglia, né con lui e tanto meno con Tim!”

“Mi verrebbe da liquidarti con un  ognuno del suo male pianga sé stesso, però tu vai compreso, al di là dell’ovvio, Kevin, perché sei un animo buono, sei una vittima, da quando hai visto la luce del mondo ed in questo Tim c’era riuscito a pieno, senza farti da surrogato di qualcosa, senza essere il tuo daddy, senza pretendere l’esclusiva, ma, alla lunga, anche lui si è rassegnato ed è stato un errore madornale, perché pensava di farcela, di superare ogni ostacolo, ma si illudeva ed ha fatto lo stesso con te, che credevi di non correre più alcun rischio di coppia, dopo Ivo Steadman”

“Mai avrei creduto di perderlo così, hai ragione … Per Niall, poi, un ragazzino prossimo alle nozze, con un adulto come me … Penso che lui stia peggio”

“Ti consola questo?”

“No Hugh … NO.”




Geffen gli spostò i capelli dal volto.

“Hai mangiato?” – chiese l’avvocato, aggrottando la fronte.

“Ti importa?” – gli rispose Jared, guardando il mare.

Il colore delle sue iridi, era identico a quello delle onde, in quell’istante.

Glam si ossigenò, le mani in tasca, come il suo interlocutore – “Sì, mi importa”

Leto lo fissò improvviso – “Come dovrei vivere quanto successo ad Haiti?” – domandò brusco ed esigente.

“Non lo so, Jay, tu mi fai fare cose che …” – poi sorrise, scrollando le spalle – “… No, non dovrei più cascarci, non alla mia età, non dopo averne viste di ogni genere, con e senza di te, amore”

Era così affascinante, in quella camicia azzurra, fuori dai jeans scoloriti, i piedi nudi, le maniche arrotolate ed in vista un prezioso cronografo e numerosi bracciali, di varie fogge.

“Eppure, nonostante ciò, riesci ancora a chiamarmi amore” – pensò ad alta voce Jared.

“Lo sei, di un’esistenza intera, dove, con i sentimenti, ho concluso ben poco, sai? A parte i miei figli e non completamente, nemmeno con loro”

“Tu sei un padre, prima di tutto …”

“Lo sei anche tu, Jay ed in un modo straordinario, ben più prezioso e di valore, rispetto a me” – disse con tenerezza.

Leto lo guardò, senza più percepire nulla intorno.

“Potresti … Potresti abbracciarmi?”

Geffen lo fece, con un sorriso ed un pacato – “Certo …”

Il tempo si fece crisalide.


















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