martedì 10 marzo 2015

LIFE - CAPITOLO N. 100

Capitolo n. 100 – life



I fotografi li assediarono sino dal loro arrivo al Lax.

Il jet di Geffen atterrò in un’area riservata, però fu inutile: la stampa era stata preavvisata da alcuni corrispondenti dall’isola di Haiti e la curiosità sui social, divenne esponenziale in poche ore.

La notizia del ritrovamento di Lula era stata scioccante, per chi seguiva le vicende inerenti l’esistenza di Glam e della sua vasta famiglia.

La presenza, poi, di artisti come Colin Farrell e Jared Leto al seguito di quella missione di salvataggio, rendeva il tutto più appetibile, per il folto pubblico, non solo in rete.




Miller gli aprì con un sorriso colmo di stupore.

“Mark …?! Ciao, cosa ci fai tu qui?”

“Buongiorno Matt, non lo so neppure io, veramente” – ricambiò il sorriso, ma con il cuore in gola e le idee confuse.

“Accomodati, stavo aspettando Dimitri e … E le decisioni sulla nostra sorte” – gli spiegò un po’ agitato, mentre si piazzavano sul divano, nel living del cottage di Meliti.

“Prese da chi? Glam?”

“Anche” – Miller inspirò, tornando a fissarlo – “… è una faccenda delicata”

“Vuole rispedirvi in galera o in istituto?”

“Ne avrebbe tutto il diritto, visto che entrambi abbiamo tentato di ammazzarlo, non trovi?” – e rise, con una malsana euforia negli occhi colore del cielo.

Era bellissimo.

Aveva ripreso dei chili, trasformatisi in muscoli tonici ed abbronzati: del resto non aveva molti passatempi, se non allenarsi con gli attrezzi di una mini palestra, assemblata sotto la veranda, ad ogni ora del giorno.

“Pure Dimitri?”

“Sì, a Port au Prince, anni fa, quando c’era Jared, Dim voleva farli arrosto, su incarico dei Mendoza, storia vecchia” – minimizzò, persino buffo.

“Oh mio Dio …” – Ruffalo scosse la testa, stranito.

“Hai una brutta cera, scusa se te lo dico, ma dovresti raderti e farti stirare la camicia” – Matt rise, canzonandolo, come se non fosse accaduto nulla di drammatico tra loro.

“La … La mia vita è andata in pezzi … A puttane letteralmente” – rivelò improvviso il neo professore.

“Con Niall?”

“Mi ha piantato per … Per mettersi con Tim e non capisco perché sono venuto a dirlo a te” – si alterò con sé stesso, alzandosi di scatto.

“Posso offrirti qualcosa da bere Mark? Magari qualcosa di forte …” – il più giovane esitò.

“No, no, grazie, a dire il vero questo è l’ultimo posto dove sarei dovuto venire, potrei anche incontrarlo”

“Tim? Per via di Kevin? Non lo so, è possibile …”

“Già” – Ruffalo inspirò – “… si sono innamorati, come due ragazzini e lo sono, intendiamoci, con la differenza che Tim è sposato”

“Ed ha una figlia da poco, credo …”

“S’, Layla, il mio Niall ne va pazzo, di lei, di fare il padre, insomma era questo il suo sogno, adottare un bambino, con me, che non ne ero convinto!”

“Forse non dovevi dirglielo …” – mormorò Miller, composto – “… forse dovevi fargli credere che anche tu ci tenevi, ma io so che non sei portato per questo ruolo o meglio, l’ho sempre sospettato”

“In che senso, scusa?! Io ci volevo provare con Niall, ma non mi ha creduto!” – si sfogò ulteriormente.

“Nel senso che tu … Tu, Mark, sei stato anche un ottimo genitore, con me, un surrogato di figura paterna, non so se mi spiego e penso che Niall, prendendo il mio posto, abbia goduto delle tue attenzioni da uomo più maturo, presente e disponibile … Forse non lo ha apprezzato a sufficienza”

Ruffalo allargò le braccia, fermo al centro della stanza – “Tu, al contrario, l’avevi fatto ed io ti ho riportato in un manicomio” – affermò triste.

“Avevi dei buoni motivi: ti avevo aggredito”

“Alexander MI aveva aggredito, Matt!” – contestò lucido.

“E sia, mio fratello, la mia seconda personalità malata aveva preso il sopravvento, nonostante l’amore, che ci univa, nonostante gli psicofarmaci e l’impegno reciproco a sfruttare al meglio l’occasione offertaci da Geffen, con quel trasferimento a Parigi! E allora?! Come potevi restarmi accanto?! Io sono troppo pericoloso!” – e si alzò, fronteggiandolo.

“Per Dimitri non lo sei?!” – ribatté secco.

“Con lui …” – e si commosse improvviso – “… con lui è diverso … Noi siamo disperati, siamo fuori dai canoni … Lui un sicario dal cuore di pietra, io un disgraziato psicotico …”

“Ammetterlo dimostra che non lo sei poi così tanto Matt” – rise sconsolato e quasi in lacrime.

Miller lo abbracciò, mosso da un senso di pietà e null’altro.

“Amo Dimitri … Lo amo da morire, sai Mark?” – e tornò a guardarlo, vulnerabile e meraviglioso, in quel sembiante, che avrebbe fatto capitolare chiunque.

Ruffalo gli segnò il profilo delle labbra con il pollice destro, come incantato dalla sua vicinanza – “Mi dispiace per quello che ti ho fatto Matt … Puoi perdonarmi?”

“Ce … certo …” – e si allontanò brusco, percependo dei rumori provenire dall’esterno.

Forse dei passi.

Dimitri spalancò infatti la porta, buttando nell’ingresso uno zaino dalla foggia mimetica.

“E tu che cazzo ci fai qui?!” – esordì, puntando Ruffalo, che ebbe un sussulto.

“Dim ciao … Non mi saluti nemmeno?” – Miller azzerò la distanza, provando persino a scherzare, con un tono leggero e fuori luogo.

Il sovietico lo cinse per la vita, incollandolo al proprio busto – “Me lo dici tu cosa cazzo vuole il tuo ex, Matt?!”

“Pulisciti la bocca campione” – sospirò docile, ma non fragile, come poteva apparire in quell’istante ai presenti.

Vas si palesò, interrompendo quel confronto imbarazzante.

“Mark tutto ok?”

“Sì … Sì, stavo per andarmene …”

“Bravo, ottima scelta, vai fuori dai coglioni ed anche tu Vas accompagnalo, perché io voglio stare con il mio fidanzato! MIO, hai capito maestrina?!” – ringhiò aspro, rivolgendosi a Mark.

“Datti una calmata” – ruggì il bodyguard, ma ormai Ruffalo era uscito nel vialetto, senza aggiungere una sola parola.




Il sorriso di Downey, investì Glam, come un’onda di pura gioia.

“Tesoro …” – quasi sussurrò l’attore, mentre accelerava il passo, verso l’ex, che teneva sul petto Pepe, ancora per qualche secondo, prima di lasciarlo correre da lui.

“Papi!!”

“Amore mio! Amore, amore” – Robert lo sollevò, facendolo roteare nell’aria, colorata dalla risa felici del bimbo e dei suoi angeli custodi.

“Ciao Rob, come stai?” – e li strinse entrambi, annullando il mondo circostante e spettatore, di quel loro ritrovarsi.

“Grazie Glam … Grazie!” – Downey gli si appese al collo, dandogli un bacio sulla guancia sinistra.

“Grazie a te, a voi di esistere, nella mia vita” – replicò assorto l’avvocato.

“Papi lo sai che ho mangiato delle cose buonissime?! Un po’ salate” – Peter rise, iniziando a snocciolare i dettagli di quella sua avventura.

“Sei stato bravo, papà Glam me lo ha detto” – gli disse dolce l’artista, cullandolo, mentre si dirigevano verso la villa, dove Jude li stava aspettando, affacciato al balcone centrale.

“Sì, con zio Vincent, non l’ho fatto scoprire, come nei film, che fai tu papi!”

“So anche questo amore … E Lula?” – domandò complice, sfiorando la schiena di Geffen, che camminava al suo fianco.

“E’ in ospedale per dei controlli, ora lo raggiungo, c’è Kevin con lui”

“Ok … Tu stai bene Glam?”

“Sì … Ora sì” – e gli accarezzò i capelli, congedandosi poi, con una serenità inattesa nel cuore.




“Perché mi eviti?”

Louis glielo domandò, versandogli nella tazza mezza bustina di zucchero, come sapeva piacere a Lux.

Erano seduti in un caffè all’aperto, in fronte alla spiaggia deserta di Malibu.

“E me lo chiedi, mon petit?” – bissò il francese, senza alcun astio.

“Ok, ti ho dato un bacio, era per confortarti” – si difese, con quella sua sfrontata innocenza.

Per lui, Vincent avrebbe fatto qualsiasi cosa.
In un altro tempo, però, un tempo che non esisteva più per loro e Tomlinson faticava ad accettarlo.

“Saresti anche venuto a letto con me?” – chiese brusco l’affarista.

Boo avvampò.

“Il … il destino è stato ingiusto, ma ora stai bene, hai diritto ad avere una relazione, un … un rapporto”

“Ma non con te, Louis” – ed inspirò, sorseggiando la bevanda calda.

“No, no, certo … Noi, però, abbiamo condiviso un amore appassionato e sì, sì, ci sarei venuto a letto con te, sei soddisfatto?” – quasi lo provocò, risentito.

“La nostra storia, vedi, è stata davvero importante, Boo, non l’ho mai sottovalutata, però non ha funzionato, se no tu non saresti sposato ad Harry, che stai escludendo dal nostro discorso, in maniera … inquietante”

“Tra te e me non è mai finita, come tra Jared e Glam, questa è la dannata verità Vincent!” – ribatté amareggiato.

“A me non piace fare la riserva, Louis, posso anche averlo permesso in passato, ma ora voglio un domani diverso, non so ancora con chi, ma non con te: io non lo voglio più, questo camminare al margine della tua vita, dei tuoi sogni, che realizzerai con un altro, con chi ami sul serio, anche se lo fai in modo controverso e discutibile”

“Mi … mi butti via così, quindi …?” – mormorò, le iridi liquide.

Il silenzio e l’occhiata, che ne seguìrono, furono la risposta più esaustiva, che Lux potesse dargli.




Kevin stava rivestendo Lula, dopo alcune lastre ed un prelievo di sangue.

“Papà …” – sussurrò roco il bimbo, guardando in direzione dell’ingresso dell’ambulatorio.

Geffen comparve sulla soglia, dopo alcuni secondi.

Soldino arrise alla sua presenza, anche se ancora bendato e con degli occhiali scuri, che il bassista gli sistemò con delicatezza.

“Ora gliele tolgono, queste garze, sono noiose vero cucciolo?” – e lo baciò sulle tempie, prendendolo in braccio amorevole.

“Ciao Kevin …”

“Ciao Glam” – disse freddo, facendo accomodare Lula su di una seggiola.

“Scott è già passato?”

“Sì, per una visita generale e nostro figlio sta abbastanza bene, il viaggio non l’ha stancato per fortuna: tra una ventina di minuti arriverà anche Tom, per il piano terapeutico e l’assistenza domiciliare”

“Ok, bene …”

“A proposito hai deciso dove Lula trascorrerà la convalescenza?” – domandò secco.

Soldino, nel frattempo, girava la testolina, seguendo le voci e percependo i genitori in piedi e speculari, davanti a lui.

Allungò quindi le mani verso i polsi di Glam e Kevin, abbozzando un sorriso simpatico, mentre avvolgeva entrambi.

“Ehi amore …” – disse Geffen, con dolcezza.

Kevin perse un battito, anche se quella frase non era rivolta a lui, ma ascoltarla, gli faceva un effetto devastante.

“Ma dov’è Tim?” – Glam si guardò intorno.

“Alla Joy’s House, con Layla: ci siamo sentiti per telefono, mi deve parlare, ha detto che è urgente … Aveva una voce strana”

“Meglio tu lo raggiunga, allora”

“Sì … Sì, ma non mi hai risposto Glam”

“Affronteremo il discorso stasera a cena, dal nonno, vi aspetto là, ok?” – propose cauto il legale.

“Come vuoi … A più tardi” – e se ne andò mesto, dopo avere dato l’ennesima coccola a soldino, che lo salutò con un bel sorriso.




Miller si ossigenò, crollando poi su Dimitri, che con un estremo colpo di reni, finì di svuotarsi in lui, a cavalcioni sulle gambe del sovietico.

“Dio, ti ho pensato tutto il tempo, sai Matt?” – gli soffiò nel collo, raccogliendolo sul suo petto tatuato all’inverosimile.

“Mi piace crederlo” – e gli sorrise, guardandolo estatico.

“Non ti racconto balle, se è questo che”

“Stai un po’ zitto orso” – e lo baciò intenso.

Dimitri si ritrovò in apnea, riscoprendo quanto lo mandasse in orbita quella sensazione.

“Cosa voleva quello stronzo?”

“Mark non è uno … Ok, non voglio litigare”

“Tu ce l’avevi con lui, è cambiato qualcosa?”

“No Dim, proprio niente, ma non voglio più pensarci, mi fa stare male avere del rancore verso di lui o chiunque, là fuori”

“Quelli là fuori sono pronti a farci la festa, lo sai o no?”

“Voglio unicamente sapere se tu mi vuoi bene, se posso contare su di te, Dim, ecco cosa voglio sapere!” – si lamentò, appicciccato a lui come un francobollo.

“Ovvio che sì … Diversamente sarei scappato, ne avevo l’opportunità ad Haiti, sai?”

“Mmmm sarà” – e rise, radioso.

“Ok, più o meno, più che meno …” – Dimitri bofonchiò – “… Meno che più, ok?”

“Ok Dim … Ti amo anch’io.”








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