mercoledì 18 febbraio 2015

LIFE - CAPITOLO N. 93

Capitolo n. 93 – life



I tre suv parcheggiarono nel viale, in colonna.

Dal primo discesero l’agente Rossi, con Derek Morgan, Spencer Read ed il loro capo Hotchner.

Dal secondo Vas e Peter, con Dimitri e Matt, entrambi in manette.

Infine, dal terzo, si palesarono Vincent e Jerome, un po’ straniti da quella convocazione inattesa.

Tim e Layla li videro giungere, dall’angolo del parco, dove Geffen aveva fatto allestire una giostra e dei giochi a dondolo, per i bimbi.

Jared decise di andare da lui, dopo avere salutato frettolosamente a distanza i nuovi arrivati, vedendolo triste e pensieroso.

“Ehi, ciao Jay, buon compleanno …” – lo salutò il giovane, mettendo su di un cavalluccio la piccola.

“Ciao Tim, ti ringrazio” – e lo abbracciò affettuoso – “… tutto ok? Ho saputo di Lula e Pepe …”

“Sì, è assurdo, ma ora è piombata qui la cavalleria, i Mendoza non hanno scampo”

“Mi sembri sarcastico o … poco fiducioso?”

“No Jared è che sono stanco … Stanco da morire”

“Non è semplice rimanere accanto a Kevin, forse …” – esitò il cantante.

“No, anzi … E’ come al solito” – e deglutì, guardando altrove.

“Tim …”

Si fissarono.

“Quando si è disperati, si fanno delle sciocchezze Jared”

“Parli di Glam e Kevin?”

Il ragazzo annuì mesto.

Leto si morse le labbra asciutte – “Pensavo che Kevin non potesse ricaderci”

“Almeno questa volta aveva un buon motivo, per lasciarsi andare” – Tim sorrise triste e rassegnato – “… l’ho già perdonato, niente scenate, non ne abbiamo neppure parlato, ma io ho capito, da mille particolari … E non mi importa, abbiamo Layla adesso e poi lui mi ama … Mi ama e basta, vero?”

Il leader dei Mars lo avvolse paterno – “Non ho mai pensato il contrario, mai, te lo assicuro.”




“E poi ti accorgi di quanto i figli siano cresciuti, quando non devi più mettere, sotto ai loro piedi, uno sgabello per arrivare a vedersi nello specchio, davanti al quale ti stai rasando … e ti imitano, sai?”

Glam lo stava raccontando a Richard, seduto accanto a lui, in un salottino, dietro la cui soglia, Jared li stava spiando, con un nodo in gola.
Improvviso.


“Lo so papà” – Ricky rise, massaggiandogli la schiena, consolandolo, in quel momento di forte commozione di Geffen.

“E Lula lo faceva, persino Pepe … Con te, invece, io non ho mai … E mi dispiace, tu non immagini quanto”

L’avvocato si sciolse in un pianto liberatorio, sin troppo trattenuto, fino a quell’istante.

Ricky lo strinse forte – “Tu ci sei, i tuoi tempi sono stati un po’ diversi … Forse lenti” – provò a scherzare – “… eppure sono stati meravigliosi papà ed io non vedo l’ora di trasferirmi qui, con la mia famiglia ed i tuoi nipotini, che giocheranno con Peter e con Lula, ne sono certo”

Geffen gli accarezzò i capelli – “Non riesco a capacitarmi che Lula sia ancora vivo, anche se darei la mia vita, in cambio del suo ritorno … Eppure io l’ho visto adulto, in un sogno, forse più una visione, quando ero ormai prossimo alla morte, per il mio cancro … E così ho pensato che” – Glam chiuse gli occhi, liberando le ultime due lacrime, che Richard si affrettò ad asciugare, con i pollici, amorevole.

Leto tossì lieve, facendo un passo avanti – “Vi chiedo scusa …”

“Ciao Jared” – il primogenito di Geffen gli arrise solare – “Papà c’è Jared” – ed andò ad abbracciarlo – “… auguri per oggi, anche se”

“Grazie, penso sia il peggiore dei miei b-day, per cosa sta passando tuo padre” – e lo scrutò, affettuoso.

Glam andò ad avvolgerlo, mentre Ricky si congedava – “Vado a controllare Veronica” – ed uscì, chiudendo la porta.

“Hai un figlio fantastico, Glam …”

“Ti vuole bene, ha sempre fatto il tifo per te, Jay … Anche se adorava Kevin”

“Non è il solo” – sorrise a metà, senza staccarsi da lui.

“Dio, Jay, ti prego …” – Geffen si scostò, ma senza irruenza, solo afflizione.

“Non dirò nulla, non voglio toccare certi argomenti, non oggi, Glam”

“Io sono … come sono, dovresti averlo imparato, ormai”

“Noi lo sappiamo come sei, che a volte cadi, quando non voli” – e sorrise, sfiorandogli la schiena.

“Sembra un verso delle tue canzoni … Mi mancano i pomeriggi a Palm Springs, quando arrivavo e ti sorprendevo al pianoforte … Le sorprese eri tu a farmele, a dire il vero” – e sorrise malinconico.

“Ci penso sempre … a quel periodo Glam”

“Non dovresti … Se ti fa male, come a me”

Qualcuno bussò.

Era Rossi.

“Perdonatemi, Glam vorrei parlare con te, siamo tutti qui, non manca nessuno”

“Sì Dave, vi raggiungo tra un secondo … Abbi pazienza Jay, ma non posso trattenermi oltre”

“Abbi cura di te e non correre rischi inutili, lascia fare all’FBI, promettimelo”

Geffen aggrottò la fronte – “Questo giro non posso proprio Jared … Mi dispiace.”




A Niall gelò il sangue, appena scorse Miller, giù nel salone.

Con Mark, erano passati per vedere se serviva qualcosa e per confortare Glam.

La coppia parlò con Kevin e Robert, aggiornandosi sui recenti e drammatici avvenimenti.

Matt alzò i suoi cristalli bellissimi verso la balaustra e Ruffalo perse un battito.

Horan indietreggiò, come se anche solo lo sguardo di quello psicotico, non poteva definirlo altrimenti, potesse essere pericoloso.


“Erano necessarie queste?” – esordì Dimitri, mentre passavano in biblioteca, con Derek e Spencer, in contatto permanente con la sede di Quantico, in attesa di buone nuove da Garcia, sul rifugio blindato dei Mendoza.

“Secondo te?” – bissò aspro Morgan, spingendo poi entrambi a sedersi, sopra ad un divano, in attesa di Geffen.

Il legale entrò, con un tablet satellitare in mano, un aggeggio di ultima generazione: lo posizionò sulla scrivania ed attivò una chiamata.

All’altro capo, non senza qualche interferenza all’immagine, apparve di colpo Alviero jr.

“Cazzo sei tu? Dovevo cercarti io, maledizione!”

Il suo tono era basso, impaurito.

“Vedo che sei stato riammesso a corte” – ribatté Glam, mentre i presenti se ne stavano in silenzio.

Kevin e Robert si unirono a loro, osservando a disagio quella conversazione per nulla piacevole.

“Sì, infatti e ti avrei aggiornato tra un paio d’ore, qui c’è una festa, ci sono i miei parenti”

“Cosa credi che mi importi, accidenti!”

“Ma non hai capito, c’è anche Peter o Pepe, come si chiama, il nino è qui!”

“Che stai dicendo …?” – disse atterrito.

“Sta bene, ok? E’ con i miei cugini, stanno giocando, certo non è stato semplice calmarlo, non faceva che piangere e chiedere di te e come si chiama?”

“Robert, mi chiamo così” – Downey si avvicinò al tavolo, in modo che la telecamera lo inquadrasse.
Aveva il cuore a mille.

Jude, Colin e Jared si erano come materializzati alle sue spalle, senza che lui se ne accorgesse.

“La conosco, sì, sì” – e ridacchiò, alienato.

“Sei sempre fatto, come posso contare su di un relitto simile!?” – ringhiò Geffen, frapponendosi tra loro.

“Se taci per un trenta secondi ti spiego la faccenda, ok? Ok Geffen??!”

“D’accordo sentiamo” – e prese sotto le sue ali sia Kevin che Robert.

“Quello stronzo di mio zio si sta ancora dannando per quella data, ti ricordi?”

“Sì, certo …”

“Ebbene, ora i pezzi del mosaico hanno trovato una loro … come si dice? Allocazione!” – rise, rannicchiandosi in un angolo, tra alcune piante da appartamento, piuttosto rigogliose – “… quei numeri sono coordinate, per trovare qualcosa di importante, non so cosa ad essere sincero, ma qui sembrano tutti matti per questa scoperta … Giorno, mese ed anno … Ecco cosa gli serve a quel bastardo!”

“Sì dannazione, sii più chiaro!”

“Quando è nato Lula … Nessuno lo sa … Non fa che ripeterlo, ormai”

Kevin e Glam si guardarono.

“Così ora gli serve Pepe, con il suo angelo custode” – ricominciò a ridere – “… no, dico, ma non sembra anche a voi una barzelletta?! … Deve fargli da medium, con uno sciroccato di non so più quale tribù locale, nemmeno avessimo gli stregoni ad Haiti!” – sghignazzò pesante.

“Come fanno a saperlo …?” – mormorò Geffen – “Come lo sanno, di questo angelo custode?!”

“Cimici! Microspie ahahahah Non sai mai di chi fidarti … Il fioraio, l’idraulico, la ditta di manutenzione della piscina, non hai idea, mio ricco amico americano, della gente, che ti può gironzolare per casa, senza che tu te ne renda conto” – bisbigliò, fradicio di cocaina.

“Qui non è possibile, c’è un sistema di monitoraggio” – le parole di Glam, gli morirono dentro, schiacciati da una riflessione fulminea – “… A Palm Springs no”

“Ecco vedi, siamo fortunati, ora non possono beccarci … A questo punto non gli resta che sperare in questo coglione, forse ipnotizzerà il vostro pargolo, forse no”

“Ma ti hanno menzionato Lula?? E’ vivo?!”

Alviero fece spallucce – “Non ne ho idea e sto dicendo la verità, ok? Devo chiudere, cazzo!”

Lo schermo divenne nero, di colpo.

Downey aprì una bottiglia di cognac – “Scusate, io devo bere …”

Law lo cinse da dietro, cauto – “Non farlo Rob … Per favore …”

Il moro posò il bicchiere, che Jared gli riempì di minerale.

Il palmare di Derek cominciò a suonare.
Era Garcia.


“Ti metto in viva voce bambolina”

“Beccati gente! Mendoza ed i suoi cortigiani, sono in una mega villa, alla periferia di Port Au Prince. Vi mando l’indirizzo sui vostri portatili, in bocca al lupo!”

“La caccia è aperta …” – sospirò Morgan, riattaccando.

Geffen andò alla cassaforte, la aprì e ne estrasse una decina di mazzette di contanti, il passaporto e due pistole, che nessuno aveva mai visto.

Quindi puntò Vas.

“Dimitri viene con noi, consegnate Miller ad Antonio, gli uomini di Ivan lo sorveglieranno a vista, nel villino del custode, mentre noi saremo via”

Matt scattò in piedi – “Ma chi ti credi di essere brutto str”

Kevin gli impedì di finire la frase, assestandogli un pugno in pieno volto.

Farrell lo accompagnò fuori – “Dio calmati …”

“Lasciami Colin!!”

Jerome avanzò verso Glam – “Noi, cioè Vincent ed il sottoscritto, a cosa ti serviamo?”

“Di te e Vincent mi fido ciecamente e con la vostra esperienza, sarete una garanzia, quando si renderà necessaria la vostra presenza, perché io non ho un piano preciso, credo che improvviseremo, ok?”

“Io ci sto” – affermò Lux e Jerome si arrese alla sua decisione – “Bon, la collaborazione franco/americana/sovietica può avere inizio …” – ed inspirò, non del tutto persuaso.

Rossi sollevò un’obiezione – “Al Bureau serve incastrare i Mendoza da mezzo secolo come minimo, però dobbiamo coadiuvarci, in un obiettivo comune, ma con mosse ben precise Glam”

“Lo faremo David … A tempo debito, lo faremo. Promesso.”





 CRIMINAL MINDS CAST



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