Capitolo n. 88 – life
Il
suo corpo nudo, lo stava come ipnotizzando, mentre se ne stava seduto di
schiena, sul bordo del letto, i palmi posati ai lati dei fianchi sottili,
ancora imperlati di sudore, come il resto della sua pelle diafana e tatuata, stagliata
contro quella luce abbacinante.
Geffen
allungò la mano sinistra, poi si sollevò, per andarsi a sistemare alle sue
spalle, avvolgendolo, mentre ne raccoglieva i polsi sottili, baciando la sua
nuca, dopo avergli spostato con il mento ispido i capelli dal collo, dove
mordicchiò un po’ dispettoso, ma profondamente emozionato, quei lembi lisci,
sino a farlo inarcare e sorridere, quanto lui.
“Jay
…” – gli respirò tra le scapole, poi risalì con le labbra lungo la spina
dorsale, così il proprio membro, nella fessura, che aveva già dilatato con le
dita umide, senza che l’altro si spostasse, ma semplicemente facendolo ancorare
con le dita affusolate, alle sue ginocchia solide, piegando Jared in avanti,
guardandolo poi ondeggiare, mentre lo cavalcava al contrario.
Una
visione estatica, indescrivibile, carnale, di assoluto possesso.
Geffen si destò di
soprassalto.
Fuori era già buio e si
era addormentato dopo pranzo, per la spossatezza da stress, per il jet lag, per
quella triste vigilia, senza più Robert accanto a sé.
Jared a Londra, Kevin e
Tim impegnati con la loro cucciola, giustamente, il resto della famiglia
sparpagliata qui e là, senza neppure ricordarsi in quell’attimo, che il figlio
Richard era al piano di sotto, ad intrattenere gli amici del padre, rimasti a
Los Angeles.
Ricky era benvoluto da
tutti e la sua ultimogenita era adorabile.
La moglie, una
splendida ragazza, aveva superato la terza gravidanza senza mettere su un solo
grammo, così da non sfigurare accanto ad un consorte, che sembrava uscito da
una rivista di moda.
Ricky era in compenso
una persona umile, un architetto impegnato nel sociale, desideroso di cambiare
un po’ il mondo con soluzioni abitative, a salvaguardia del pianeta: stava,
infatti, intrattenendo Ruffalo, su di un discorso sui materiali di nuova
generazione, mentre Niall cullava Veronica, pronta ad andare dal nonno, al
piano superiore.
Horan raggiunse la
nursery, incrociando Geffen, ancora un po’ scosso per quel sogno, così reale.
“Ehi tesoro ciao …” –
si rivolse ad entrambi e Niall gli passò la nipotina.
“Buongiorno Glam e
auguri” – lo salutò simpatico.
“Anche a te … Eccola
qui, la mia principessa, hai visto che bel cavaliere ti ha scortato dal tuo
vecchio?” – e rise, portandola sul fasciatoio, dove la cambiò con fare esperto,
sotto agli occhi di Niall, che perse un battito.
Vedere quell’uomo,
capace di essere così impetuoso nella vita, sciogliersi come neve al sole, ai
gridolini di un fagotto sgambettante, era qualcosa di singolare e commovente.
“Sei tenero … Con i
bimbi”
“Sì, ci provo” – gli
disse l’avvocato, giocando con i piedini di Veronica, già conquistata dal suo
fascino e dalla sua voce rassicurante.
“No, no, tu sei davvero
… un daddy, ha ragione Kevin” – e sorrise arrossendo.
“Ogni tanto ne combino
una giusta anch’io” – e rise distratto da una feroce malinconia.
“E fai dei figli
splendidi, ho visto Richard, potrebbe fare il fotomodello” – scherzò, dicendo
il vero.
“Se ti sentisse Mark …”
“L’ha detto lui per
primo!” – si difese buffo, riprendendo sul petto Veronica.
“Allora siamo a posto”
– Geffen rise, perché Niall era così, lo faceva stare bene con niente, nel suo
candore, nella sua semplicità innata e preziosa.
“Dio che bella …” –
sospirò il ragazzino, mentre la neonata giocava con i suoi riccioli biondi.
“Aspetta, vi faccio una
foto … Ne ho centinaia … A proposito Niall, potresti pensare anche un po’ a
Pepe? Tu hai un tocco magico con i bambini e lui ti adora” – chiese educato.
“Sì, sì, abbiamo fatto
una costruzione insieme, prima” – si affrettò ad informarlo.
“Perfetto … Sì, perché
io non ci sto molto con la testa e non vorrei trascurarlo”
“Mi dispiace per te e
Robert, questo lo sai, vero?”
Geffen annuì mesto: era
lacerato, non riusciva a nasconderlo, tanto meno a Peter.
“Vi abbiamo scovato!” –
Richard rise, irrompendo con Mark nella stanza.
Ruffalo strinse a sé
Niall, accarezzando le gote a Veronica.
Glam abbracciò Ricki –
“Bentornato a casa … Come vorrei che tu restassi”
“Lo farò papà: vieni,
devo dirti una cosa …”
“Ho nella testa ogni
ansito del … dell’ultima volta, che abbiamo fatto l’amore, Robert”
Jude glielo gemette nel
collo, quel ricordo, quasi balbettando, in crisi di ossigeno, ma in balia
completa di lui, del suo profumo, tra le sue gambe, che ancora fremevano a
scatti brevi e discontinui, sotto il suo peso, al quale l’americano rimase
avvinghiato, per diversi minuti, ad occhi chiusi.
Continuava a tenerli in
quel modo, nelle frazioni di tempo, più difficili da metabolizzare: lo aveva
scritto a Christopher, in una e-mail carica di rimorsi.
§
Pensavo a te, mio dolcissimo ragazzo, figlio mancato, però più presente di
chiunque altro possa fregiarsi di un tale dispiacere …
Mi
sento un fallito, con Peter, davanti ai suoi occhi, come oggi, Christopher, al
suo sorriso fiducioso, che ho tradito, così come ho tradito Glam, forse dal
primo minuto, in veste di coniuge.
L’ho
insultato la sera stessa del nostro matrimonio, cadendo tra le braccia di Jude,
perché non ho mai smesso di amarlo e lui sa esserci, quando mi serve, quando
muoio, quando non sono più io …
Ora
non saprei dove andare, se non sul suo cuore, a riposarmi, a riprendermi un po’
di quella vita, che Jude ha distrutto per primo: è un paradosso d’amore, però
io non riesco a farne a meno.
A
disintossicarmi, forse.
Ti
abbraccio forte Christopher, perdona lo sfogo di questo relitto, ora non mi
resta che auto commiserarmi.
Sono
patetico.
Sono
ridicolo.
Ma
ti voglio bene, sai?
Mi
manchi …
Auguri,
anche ad Ivan, abbi cura di lui e dai un bacio a Clarissa, a presto, Rob §
“Eravamo in auto, fuori
pioveva ed io avevo appena visto quanto Glam amasse ancora Jared, in ospedale …
Ma ciò non mi giustifica, non mi scusa” – esordì, appena riprese fiato, tenendo
a sé Law, che non voleva altro da quella notte prima di Natale.
“Ma in quell’occasione
ci siamo solo baciati Rob …”
“Noi facciamo l’amore
anche così, non credi? Anche un bacio è sesso … per noi”
I loro corpi erano
caldissimi e Jude gli riscivolò dentro, di nuovo, con una naturalezza
disarmante, tornando anche a baciarlo, invadente, caparbio, semplicemente
ambito da Downey, quella la verità, che entrambi percepivano.
I suoi colpi erano come
un’esecuzione, alla quale Robert non poteva sottrarsi; non lo avrebbe mai
fatto.
Law si inclinò,
portandosi dietro Robert, che strinse i denti, poi schiuse la bocca, infine la
spalancò, perché quel secondo orgasmo fu più intenso del primo e la fascia di
carne e muscoli, che l’altro stava sovraccaricando di stimoli, implose in un
culmine di sensazioni ingestibili, tanto da farlo ridere e piangere di lussuria
e disperazione.
“Ma dici davvero,
Ricky?”
Geffen glielo chiese
perplesso.
“Sì, in primavera
torniamo in città, con Sophia ed i bimbi, lei ha anche già trovato un lavoro
part time, ci servirà una babysitter” – e rise entusiasta, per i nuovi
progetti, che lo riguardavano – “Ed io ho accettato un incarico davvero
interessante: supervisore per il nuovo quartiere sull’oceano, che dovrà essere
costruito con tutti i crismi ed a bassissime emissioni inquinanti, pannelli
solari e via così, che ne pensi papà?”
“Splendido e vorrei
fosse già da domani, però è meglio che passino un paio di mesi, sì è l’ideale
…” – replicò assorto.
“Cosa intendi, scusa?
Hai dei problemi?”
“Di sicurezza, te lo
avevo accennato …”
“Sì, so anche cosa è
capitato a Pepe e Robert, i giornali arrivano anche in Australia” – scherzò
lieve – “… a proposito di Rob, è un vero peccato, lui non ha capito quale
avvenire ha compromesso, tornando da quel Jude”
“Non importa Richard, io
gli vorrò sempre bene” – puntualizzò pacato – “… e poi abbiamo Pepe, insieme”
“Sì, quel bimbo è
straordinario …” – sospirò – “… anche se tu e Kevin eravate i miei preferiti” –
ammise sincero.
Lui ed il bassista
erano sempre stati molto legati.
“Kevin ed io abbiamo
condiviso un amore bellissimo, così come un dolore insopportabile, quale è
stato la perdita del nostro Lula, però siamo ancora uniti ed io lo adoro, lui
mi ha amato senza mezzi termini, senza eccezioni: non lo meritavo, ma so che
c’è ed io mi sento un po’ meno solo”
L’ex era appena giunto
oltre la soglia, con Layla in braccio ed ascoltare Glam pronunciarsi in quel
modo, a suo favore, gli fece mancare il respiro.
“E di Jared? Cosa mi
racconti?” – Ricky sorrise complice.
“Jared è … Jared” – il
legale scosse la testa – “… Ce l’ho nel sangue, su questo non posso prendermi
in giro: ogni tanto ci provo, lo allontano, lo faccio ragionare, ma mi illudo”
“Nel senso che è
tornato all’attacco?” – bissò curioso, almeno quanto Kevin, che se ne stava zitto
a pochi passi da loro.
“No, non direi, ma è
come un filo, che ci lega, che non si spezza o meglio … Né lui, né io, facciamo
qualcosa di concreto, perché ciò accada, una volta per tutte.”
Downey ebbe un
sussulto, appena Geffen gli rispose.
“Ciao io volevo dare la
buona notte a Pepe” – esordì imbarazzato.
“Certo … Tu stai bene?”
Il quesito era intriso
di dolcezza, probabilmente l’ultima cosa, che l’attore si poteva aspettare
dall’ex.
L’ultima
attenzione, che gli si doveva, in simili circostanze.
“Sì Glam, grazie, in
parte sì, ecco”
“Ok, ora te lo passo,
sto andando anch’io da lui”
“Allora lo faremo
insieme” – sorrise.
Insieme,
certo,
a migliaia di chilometri di distanza.
“E’ in camera con i
gemelli e Jay Jay” – precisò Geffen, arrivato a destinazione.
“Hanno già scartato i
regali?”
“No, lo faranno domani
mattina … Ehi Pepe, c’è papi Robert, ti vuole salutare”
“E’ tornato?”
“No …” – un’esitazione
dolorosa – “… No, tesoro, è all’apparecchio, te lo passo”
“Ah sì … ciao papi …” –
disse con una punta di sconforto.
“Amore ciao, volevo
dirti tante cose, ma adesso ho … ho un nodo in gola”
“Fa tanto male?”
“Sì, perché mi manchi e
perché ti ho fatto soffrire, mentre alla tua età, tu dovresti avere solo giorni
pieni di gioia Pepe” – stava piangendo e Jude, lo cinse, provando a consolarlo.
“Ma potremmo averli lo
stesso, se tu lo vorrai papi” – e gli sorrise, commutando la telefonata, in una
video chiamata, per mostrargli il suo sorriso.
“Dio, sei bellissimo
amore mio”
Law si scostò, come se
non centrasse nulla in quell’affresco, dove al centro Robert rimaneva come sui
carboni ardenti.
“Ti voglio tanto bene papi
Rob, ma adesso dobbiamo fare nanna, se no Babbo Natale non passa!” – e rise,
mandandogli dei baci.
Downey annuì tremando –
“Sì, sì, certo, ma domani ti richiamo e così ogni mattina, finché non ci
rivedremo, per la vacanza in montagna, ok?”
“D’accordo papi, fai
tanti sogni anche tu … A domani, ciao!” – ed agitando le manine, sembrò poi
dissolversi, in una miriade di colori.
Quando se lo ritrovò
davanti, Geffen provò un certo sbigottimento.
“Hiroki?!”
“Ciao Glam e buon
Natale!”
Il ragazzino aveva uno
zainetto sulle spalle ed un sorriso smagliante.
“Tu dovresti …”
“Sì, lo so, anche zio
Kiro mi ha fatto la predica oggi a tavola, ma volevo stare un po’ con la mia
famiglia e poi riparto subito, ma non senza incontrarti”
“Su vieni, hai cenato?
Noi abbiamo finito da poco, diciamo che c’è un buffet nel salone, se vuoi
approfittare”
“No, no, mi sono rimpinzato
a dovere e poi il mio stomaco è poco più grosso di una noce” – rise,
guardandosi in giro.
“Come vanno gli studi?”
“Bene, rigo dritto, non
avere dubbi” – lo rassicurò, salendo verso la mansarda.
“Io ho bisogno di
starmene un po’ solo, ma ci sono ancora un paio di stanze libere in fondo a
questo corridoio”
“E lì cosa c’è?” –
domandò, indicando una porta laccata di rosso, con dei pomelli in ottone
dorato, dalla foggia molto particolare, simile a due dragoni speculari e
stilizzati.
“Si tratta di un mini
loft, un bunker per i miei momenti no, se così si può dire”
“Tu quindi ci passerai
la notte?”
Geffen annuì.
“Posso tenerti
compagnia? Se c’è una vasca, ti preparo un bagno caldo”
“Temo di non essere io,
di compagnia, Hiroki”
“Lascia giudicare a me,
ok?”
DIAMO UN VOLTO A RICHARD GEFFEN: L'ATTORE E MODELLO MARCO DAPPER, UNA MERAVIGLIA DI PERSONA, DENTRO E FUORI, CHE NEI PRIMI PIANI HA UN CHE DI MELONI NEGLI OCCHI AZZURRI E BELLI QUANTO I SUOI ;-)
TORNA HIROKI E NON A CASO: L'ATTORE KOIKE TEPPEI
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