giovedì 12 febbraio 2015

LIFE - CAPITOLO N. 91

Capitolo n. 91 – life



La spia del carburante iniziò a lampeggiare, a poche centinaia di metri dalla residenza di Geffen, che imprecò nel silenzio.

“Ma se ho fatto il pieno ieri, miseria!”

Una volta attivata la centralina, la stessa confermò un guasto alla pompa della benzina.

Glam attivò il segnalatore per il soccorso ed una voce ovattata gli rispose quasi subito.

“Richiedo un carro attrezzi, per favore”

“Anche un’auto sostitutiva, signor Geffen?!

“No, sono quasi a casa, ci arriverò a piedi”

“Ma piove a dirotto”

“Non importa, la ringrazio. Portate pure il mezzo alla prima officina disponibile, aspetto una vostra chiamata appena sarà pronta”

“Nessun problema, grazie a lei e buon Natale”

Il suono di alcune sirene, coprirono le ultime parole dell’operatrice: due volanti della polizia sfrecciarono nella stessa direzione dove stava per recarsi Glam, che recuperò giacca e cellulare, avviandosi a passo veloce, con il cuore in gola, per le troppe emozioni della giornata.

L’uomo notò in lontananza i cancelli aperti e le luci bluastre fermarsi a quell’altezza: aumentò l’andatura, con un brutto presentimento.

Udì il rumore delle frenate, poi lo stridio dei pneumatici, sull’asfalto bagnato, di una terza berlina, che uscì direttamente dal parco della villa: Glam la riconobbe come quella noleggiata da Richard.

In pochi secondi, l’avvocato vide nitidamente Hiroki alla guida, mentre sul sedile posteriore qualcuno si stava agitando, sbracciandosi, per poi incollarsi al finestrino laterale sinistro: era Pepe.

“Peter … Peter!!!?!!” – l’urlo di Glam lacerò l’aria, poi iniziò a correre, provando ad inseguirli inutilmente.

La voce del tenente Hemsworth alle sue spalle, attirò quindi la sua attenzione.

“Glam vieni presto!”

“Quello ero Hiroki, con Pepe!!”

“Sì lo so, temo che l’abbia rapito” – e mentre lo diceva, i suoi colleghi erano già ripartiti, per tallonare il fuggitivo.

“Ma non è possibile … Hiroki non avrebbe mai fatto una cosa simile!!”

“Ha fatto anche di peggio: ha sedato tutti i tuoi invitati, comprese le guardie, distribuendo una pietanza, preparata da lui personalmente: è stato tuo figlio a dircelo, perché non l’ha mangiata, è allergico ai crostacei, quindi Hiroki lo ha tramortito, in modo lieve comunque, Richard sta bene” – spiegò concitato

“Ok è tutto chiaro, ma io non mi capacito, mi sembra di impazzire, credimi!”

“Andiamo dentro, devi calmarti Glam, ho già chiamato i paramedici e Scott: sta venendo qui con Jimmy”

“Sì, rientriamo, ma devo andare a cercare Pepe, subito, non posso stare con le mani in mano!” – protestò.

“Ci penseranno i miei, non temere, mi aggiorneranno appena bloccheranno Hiroki”

“E se non ce la facessero? Devo parlare con Kiro e poi Antonio … Ma soprattutto Vas, maledizione! Se ci fosse stato lui, non sarebbe successo nulla!” – e si mise a piangere, disperato.

“Dovresti anche informare Robert …”

“Mio Dio sì, certo, ma sarà poco più dell’alba a Londra …”






Robert si svegliò di soprassalto.
Erano appena le sette e trenta.

“Tesoro ehi … che hai? Dormito male?” – gli chiese dolce Jude, riprendendolo sul petto.

“No … E’ che ho fatto un brutto sogno …”

“Stiamo ancora un po’ qui al calduccio” – scherzò l’inglese, facendo poi una smorfia, appena il cellulare del compagno iniziò a vibrare.

“Miseria, chi mi cerca a quest’ora?” – mormorò imbarazzato Downey, poi ebbe un singulto strano – “E’ Glam …”

“Glam?”

“Sì pronto …”

All’altro capo, il respiro di Geffen era greve.

“Glam sei tu?”

“Sì Rob, sono io, ciao … Non volevo svegliarti, mi dispiace” – ed iniziò a singhiozzare.

“Glam che succede?” – bissò in ansia l’attore, provando una fitta allo stomaco.

“Si … si tratta di Pepe … del nostro bimbo, Rob … E’ stato rapito”

Downey impallidì, il fiato improvvisamente corto.

Law gli prese dell’acqua, comprendendo che erano pessime notizie.

“Rapito … Da chi?”

“Da … da una persona in visita, un amico, che era passato a salutarmi”

“Ma quale amico Glam??!!” – esplose, senza sapere neppure perché si stesse arrabbiando così tanto.

“Il … il nipote di Kiro, quel ragazzino, Hiroki, te lo ricordi?”

“Il pusher dei divi?? Quell’Hiroki?!”

“Esattamente lui … E’ assurdo e poi … Poi è arrivato qui anche Sebastian, il fratello di Pamela, con una persona …”

“Una persona?”

“La nonna di Lula e Josh, si chiama Alaysa”

“Alaysa, Glam …? Il nome che ti disse Tommy?”

“Infatti, ma non è tutto: secondo lei Lula è vivo ed io … Io e Kevin siamo andati al cimitero, per controllare la sua bara: è vuota, capisci Robert, vuota!!” – esclamò strozzato dal pianto.

Downey chiuse le palpebre, ma non poteva più nascondersi, da una simile realtà.

“Questo è un incubo Glam … Ma cosa mi stai raccontando …?”

“La verità Rob, cosa cazzo dovrei raccontarti!!?!” – divampò anche lui.

“Ed hai lasciato quindi da solo Pepe, con quel tizio giapponese??!!”

“Ma c’erano Richard, la sua famiglia, Pamela, i bimbi, i bodyguard, non sono uno sprovveduto, dovresti saperlo, accidenti!!”

“Io … io so soltanto che il nostro Pepe ora è in balia di un criminale, un ex drogato, uno che si vendeva … E tu hai permesso ad uno così, di entrare in casa nostra!! Nel nostro letto, ci scommetto, perché tu sei così, tu FAI COSI’, NON SAI TENERTI I PANTALONI E QUELLO POTREBBE ESSERE TUO FIGLIO, NO, MA CHE CAZZO DICO, TUO NIPOTE GLAM!!”

Law si strofinò la faccia arrossata: quelle frasi lo stavano turbando, al di là del loro contenuto essenziale ovvero la situazione di pericolo, in cui si trovava Peter.

Decise così di aprire l’armadio, tirando giù dalla sua sommità i trolley, pronto a ripartire per la California con Robert.

Downey aveva riattaccato ormai.

“Jude cosa stai facendo …?” – domandò senza più energie.

“Dobbiamo tornare a Los Angeles, non penso tu voglia trattenerti qui, Robert”

“No … No, andiamo pure, prenoto i biglietti e”

“Li faremo in aeroporto, vai a farti una doccia, ok? Io preparo un caffè” – gli disse abbracciandolo e baciandolo tra i capelli.

Downey inspirò, guardandolo fisso – “Prima ho detto”

“Non importa, ok Rob? Adesso pensiamo a Pepe ed a questo casino”

“Va bene … Ti ringrazio amore” – e gli si appese al collo, impaurito come non mai prima di allora.




Kevin gli sollevò le cosce, facendo aderire meglio i loro busti e la schiena di Tim, contro le piastrelle del box, sotto a dei getti tiepidi e bi-direzionali.

Si spingeva nel canale stretto del ragazzo, che non gli aveva fatto domande, dal suo ritorno.
Non servivano.

Tim accettata ogni cosa da Kevin, lo amava troppo per tormentarlo con la propria gelosia.
Sapeva perfettamente che quanto successo in quel cimitero, avrebbe unito ancora di più il consorte al suo ex.

Certo non immaginava che lo avessero tradito entrambi, ma una parte di lui aveva considerato quell’ipotesi, vedendo quanto fosse sconvolto Kevin al suo arrivo.

Il bassista lo strinse forte, tirandolo via dalle lenzuola, in lacrime, chiedendo a Tim di spogliarlo, restando poi nudi dopo pochi istanti, durante i quali la coppia non aveva mai smesso di baciarsi.

Era struggente il ritmo, con cui Kevin gli si svuotava dentro, ora.

Le gocce del suo seme, abbondanti e perlacee, scivolarono sino alle caviglie di Tim, in rivoli caldissimi, ora che lo stesso era tornato in posizione eretta e Kevin era uscito da lui, maldestramente.

Un piccolo dolore, che andava ad incastrarsi in un’altra miriade, al centro del suo petto glabro, dove Kevin lo stava devastando di baci, morsi, carezze, intensi ed alienati.




Il messaggio di Scott lo colse di sorpresa.
Farrell lo richiamò subito.

“Ehi, ma stai scherzando?” – chiese l’irlandese, chiudendosi in biblioteca.

Jared era al piano di sotto, a distribuire la colazione alla numerosa prole.

“Ciao Colin, no, magari fosse così … E’ un delirio”

“E Glam dov’è?”

“E’ uscito dieci minuti fa, con Chris, li hanno chiamati dalla centrale, ma credo stiano andando al molo dodici, visto che ne parlavano”

“Pensi che abbiano catturato quell’Hiroki quindi?”

“Non ne ho idea, ma il bambino non l’hanno trovato, se no Glam lo avrebbe detto … Vi aspetto, se vuoi”

“Sì … Sì ora lo dico a Jay …”

“Dirmi cosa Colin? E poi cosa centra Hiroki?”
Leto era arrivato alle sue spalle ed il suo volto era già teso.

“Scott ti saluto, ci vediamo tra mezz’ora, ok? Ciao …” – e chiuse la chiamata.

“Colin …”

“Tesoro siediti …”

“Ma … Mi stai spaventando Cole”

“Lo so Jay, è accaduta una cosa spaventosa infatti … Hiroki ha sequestrato Pepe”

Jared rise nervoso – “Mi prendi in giro?”

“Assolutamente no … E non è finita: il corpo di Lula è sparito: non c’è nessuno sepolto nella cappella del nonno …”

Il leader dei Mars stritolò i bordi della scrivania – “Andiamo da Glam, per favore”

“Sì, certo Jay, ma cerca di stare tranquillo, promettimelo”

“Promesso …” - ed annuì, nonostante gli occhi lucidi e terrorizzati.




Kiro fece un cenno di assenso.

Un agente richiuse la cerniera, dell’involucro in plastica, nera e pesante.

“Aspetti!!”
Glam si precipitò da loro, facendosi largo tra una decina ufficiali, alcuni della scientifica, altri della omicidi, come Hemsworth, che provò a trattenerlo invano.

“E’ Hiroki …” – disse mesto Kiro, a pugni chiusi, lo sguardo basso ed afflitto.

Geffen si inginocchiò, constatando che quel cadavere, era del ragazzino, che sino a poche ore prima giocava con Pepe e gli girava intorno, come una farfalla, colorata di sorrisi e pacifica in ogni gesto affettuoso, nei suoi riguardi.

Il volto di Hiroki era pallido, i suoi capelli fradici: era annegato apparentemente.

“Tre spari, due al cuore ed uno alla nuca, Glam … Una vera esecuzione” – gli rivelò Kiro – “Lo hanno poi gettato in mare, con l’auto ...”

“La stanno ripescando, ma non c’è Pepe, i sommozzatori hanno cercato ovunque” – lo aggiornò Chris, dopo avere consultato i suoi subalterni.

“Temo che l’abbia consegnato a qualcuno” – aggiunse con un filo di voce il nipponico, scrutando Geffen.

“Come fai a dirlo?”

“Per questo …” – e li porse il palmare – “… E’ l’ultimo sms di Hiroki, un breve video, guardalo pure”

“Dobbiamo sequestrale il telefono” – si intromise Hemsworth.

“Fate quello che dovete fare … Io posso tornare dai miei?”

“No, venga al comando, dobbiamo riempire dei moduli”

“Come funziona quest’affare??!” – domandò frustrato Geffen.

“Aspetta … Ecco, metto il viva voce …”

§ Ciao zio, lo so che ci siamo visti poco fa, però devo dirti una cosa, assolutamente … Purtroppo mi hanno trovato e tu sai chi, nonostante tutti i vostri sforzi e questo giro non ho avuto scampo … Mi hanno minacciato, di uccidere la mamma e … e la mia sorellina … Anche se è del secondo marito di tua sorella, io le voglio bene e speravo di vederla, presto o tardi, ma anche per queste feste mi ha detto male … Con mia madre non ho mai legato, sai anche questo, ma è pur sempre … Sì, insomma, ho dovuto accettare le loro condizioni e mi appresto a compiere un gesto terribile e per di più ai danni di un uomo, al quale voglio bene … Dì a Glam che io non volevo, che … Che Pepe sarà al sicuro, me l’hanno garantito … Spero che non fossero solo bugie, io … Io devo andare e … E pregare che nulla vada storto … Non so se ci rivedremo, se mai dovessi sopravvivere a questo casino, proverò a rimediare, in qualche modo, te lo assicuro … §














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