Capitolo n. 253 – zen
Colin indossò un
semplice completo in jeans scuro, oltre alle inseparabili scarpe logore, alle
quali era particolarmente affezionato.
“Devono essere dei
porta fortuna, quelle, mio caro Farrell” – lo canzonò Jared, piombando nella
camera armadio, dove il coniuge si stava preparando per il suo compleanno.
“Con te hanno
funzionato, amore” – lo accolse solare, dandogli un bacio.
“Sono già arrivati
tutti, Jay?” – chiese piano, scorrendo il suo viso, con i propri carboni
liquidi.
“Più o meno … Mancano
Vas e Peter, la sorveglianza è al minimo, però arriveranno Chris ed alcuni
agenti, a scortare quei ragazzi ed i loro genitori … Il più grande è orfano, ma
pare ci sia uno zio, che doveva fungere da tutore …”
Colin inspirò –
“Escludo a priori i metodi di Antonio ed anche di Glam, però li ammazzerei con
queste mani, credimi, per ciò che hanno fatto subire al nostro Yari ed a
Misaki” – disse fermo.
“Glam è sempre stato
… determinato, quando si trattava dei suoi affetti … Ricordo l’aggressione a
Kevin e poi l’attentato, dove Lula rimase ferito: quella notte, Glam avrebbe
ucciso Mendoza di sicuro, se non l’avesse trovato già morto stecchito” –
sospirò, rabbuiandosi.
“Sì, lui non ha mai
avuto molta pietà o comprensione, quelle che tu ora stai dimostrando, Jared,
con uno sforzo incredibile”
“Eppure mi crederete
tutti, dopo il discorso, che farò a queste persone: almeno lo spero” – sorrise,
riabbracciando l’irlandese, che non aveva mai smesso di guardarlo innamorato.
Kevin entrò nel salottino
al secondo piano della Joy’s house, trovando finalmente Glam.
Stava fumando una
canna, il caminetto acceso, dopo essersi allungato su di una poltrona,
avvicinandola il più possibile al focolare.
“Ah sei qui daddy …
Mio Dio, apri almeno la finestra” – e provò a ridere di quella situazione,
seppure il suo cuore fosse come stritolato in una morsa, nel vederlo in quelle
condizioni.
“Perdonami … Ho un
po’ freddo, non ci ho pensato” – mormorò assorto ed un po’ confuso dall’erba.
Kevin si sfilò la
t-shirt, restando mezzo nudo, con i cargo e le infradito, come se dovesse
andare in spiaggia e non ad un ricevimento, seppure informale.
“Si soffoca qui,
daddy … Hai bisogno di un medico?” – e si inginocchiò tra le sue gambe.
Geffen lo scrutò,
turbandolo, con le sue iridi ancora vivide.
“Io … ti ho fatto
soffrire così tanto, vero piccolo …?”
“Glam non è il
momento di rivangare, abbiamo superato certi … melodrammi” – si ostinò a
scherzare, guardando in basso, per non farsi vedere sul punto di piangere.
Geffen gli sfiorò con
le dita i capezzoli turgidi, per la folata di vento, che ridiede all’ambiente
una minima salubrità.
Si sollevò poi del
tutto, avvolgendo Kevin, con le ali smagrite, ma tenaci, nel volere brandire
qualcuno, che un tempo era stato suo e che, forse, lo sarebbe stato per sempre,
in un certo senso.
Quel senso di loro,
che aveva portato gioia, alternandola al rammarico più sordo e cupo, del
tradimento, dell’inganno, della menzogna.
Ora sembrava davvero
tutto metabolizzato, quasi dimenticato.
Geffen lo fissò,
tenendolo a sé, commosso.
“Ti chiedo scusa
Kevin, per averti deluso e per tutte quelle cose, che tu sai meglio di me”
“Non importa daddy …
E se tu sapessi quanto mi dispiace … mi dispiace così tanto” – e si appese al
suo collo, scoppiando in lacrime.
L’avvocato lo cullò,
in un gesto così caro ad entrambi, che sarebbe mancato da morire a Kevin, in un
futuro, che sembrava correre loro incontro, spietato ed incontrovertibile.
Louis ed Harry
giunsero alla End House con Brent e Brendan, convinto, suo malgrado, dagli
altri tre ad arrivarci in sella ad una bicicletta.
Nelle loro tenute
sportive, i giovani sembravano a loro agio, mentre l’analista a stento teneva
dritto il manubrio, caracollando nel vialetto del parco ed innescando
un’ilarità scoppiettante, nel resto di quell’allegra spedizione.
“Questa è l’ultima
volta!” – tuonò Laurie, mentre Brent si affrettava a disinfettargli i gomiti,
lasciati imprudentemente scoperti.
Louis si tolse il
casco, recuperando dalle spalle di Harry lo zainetto, contenente i rispettivi
abiti – “Noi andiamo a cambiarci, addio!!” – esclamò allegro, trascinando il
neo sposo verso le scuderie poco distanti.
Laurie grugnì
minaccioso, ma il suo ragazzino riuscì ad ammansirlo in meno di dieci secondi,
con un bacio mozzafiato.
“Mi sposerai anche se
non metto i braccioli, Brent?” – bofonchiò arrossendo adorabile.
“Ti sposerei in
qualsiasi modo, brontolone …”
“Lo sono? Ma dai” –
rise, prendendolo per mano ed avviandosi verso il ricevimento.
Meliti parlottò
insieme a Geffen, al suo arrivo.
Lula si allontanò con
Tim e Kevin, che si raccomandò di non tardare: Jared aveva chiesto loro di
essere presenti all’incontro con le famiglie dei ragazzi, che avevano malmenato
Yari e Misaki.
“Dunque Vas e Peter
sono andati sul posto?”
“Sì Glam, ci ho
spedito pure Amos … Brutta faccenda, Vincent mi sembrava davvero preoccupato” –
spiegò l’anziano, buttando fuori il fumo del suo sigaro.
Iniziarono a
camminare, reggendosi entrambi sul proprio bastone da passeggio.
Geffen scosse la
testa – “Il tuo jet mica può atterrare su di una pista di fortuna, da come mi
hai raccontato”
“No, infatti useranno
un elicottero, forse due: la situazione potrebbe farsi critica nelle prossime
ore. Speriamo bene”
“Non dire nulla a
Louis, non vorrei che si allarmasse, ok Antonio?”
“Non temere, sarò una
tomba”
Tomo, alla fine, si
decise a prenderlo sotto il braccio sinistro; Shannon sorrise, provando un
enorme sollievo.
“Comunque” – esordì il
croato, senza fermarsi.
“Cosa?” – replicò l’altro,
inquieto.
“E’ stato un momento
particolare, ma io non ci passo sopra, Shan, a quello che mi hai fatto, per l’ennesima
volta”
Il batterista deglutì
a vuoto, bloccandosi, per poi staccarsi e fissarlo.
“Ti capisco Tomo”
“Davvero?” – rise storto,
aggiustandosi i capelli, dal taglio corto e scalato.
Gli stavano a
meraviglia.
Da lontano, Chris ed
Ivan, appena arrivati, li salutarono in piena armonia.
Leto li guardò di
sfuggita.
“Forse con lui
saresti stato più felice e poi Christopher è un tale schianto ed io non sono
nessuno” – osservò serio.
Tomo rise.
“Mi prendi anche per
il culo, adesso?” – sbottò, all’apparenza livido, ma Shannon aveva solo una
paura fottuta di perderlo.
Tomo lo sapeva; gli
afferrò il viso e lo baciò.
Le pulsazioni
accelerarono, così i loro corpi non esitarono ad avvinghiarsi.
“Sei uno stupido
Shannon Leto”
“Sono un pazzo, a
correre ancora il rischio di rovinare tutto e di vederti andare via”
“Potrebbe ancora
accadere” – sorrise.
“Ok Tomo … Ok” –
prese fiato, poi si rifugiò nell’incavo della sua spalla – “Ho bisogno di te …
di noi”
“Torna a casa,
stasera e dimostramelo”
“Lo farò” – e si
accese, di speranza e gioia.
“Rispettando i miei
tempi, ok?”
“D’accordo …” – ed annuì
convinto.
“Bene … Andiamo a
divertirci ora, sono stufo di essere triste” – e si avviarono, allacciati e
silenziosi, fino a destinazione.
Jared si appoggiò
alla scrivania, dove Antonio si era accomodato al lato opposto, su di una
poltrona piuttosto vistosa, per foggia e colore.
Un arancio vivo.
Si era creata una
sorta di platea, davanti al cantante: i familiari di quei ragazzi e questi ultimi,
sorvegliati da agenti in borghese e da Chris, che teneva in manette il maggiore
della cricca.
“Potresti
togliergliele?” – chiese gentile Leto.
“Come vuoi … E tu non
fare scherzi”
Il giovane era
pallido e si mise a sedere.
Geffen li squadrò nel
peggiore dei modi, dopo essersi presentato come il legale di Yari e Misaki.
Kevin e Tim quasi lo
sostennero, sino alla sua postazione laterale, dove già si erano sistemati
Colin, i genitori di Misaki ed infine Jude e Robert, nettamente migliorati,
grazie anche al soggiorno a Palm Springs.
“Vi sono grato per
avere accettato il nostro invito: Colin ed io abbiamo adottato Yari in Egitto,
diversi anni fa. E’ stata una scelta dettata dall’urgenza di salvarlo da mille
pericoli ed una parte di noi, penso, credeva di averlo reso immune da ogni ostacolo,
il che, oggi, ci appare come una grossolana ingenuità.”
Fece una breve pausa,
bevendo un sorso d’acqua, che Farrell gli porse con un sorriso, affiancandolo.
“Yari non era come i
nostri bambini, sapete? Insomma era così diverso, malnutrito, sporco,
disperato: era uno dei tanti orfani, abbandonati per strada a loro stessi, da
persone ignobili, che mai si sarebbero occupate di lui, così come avremmo
potuto evitarlo persino noi, girandoci dall’altra parte, schivando il nugolo di
ragazzini in cerca di elemosina, dove lui, peraltro, soccombeva a chi era più
robusto, anche se di poco … Ciò mi colpì al cuore, perché era l’ultimo, tra gli
ultimi … Era discriminato persino tra gli emarginati ... La loro cattiveria
smosse qualcosa dentro di me e fui determinato a portarlo con noi, a fargli
conoscere i nostri figli, che lo accettarono subito, con il loro tipico entusiasmo
e senza alcuna ritrosia … Credo di essere stato vittima di un’illusione, ma
volevo nutrire fiducia nel prossimo e non vincolare ogni suo passo alla
presenza di bodyguard, che peraltro non ci mancano: Yari non doveva pagare il
prezzo della mia celebrità o di quella di mio marito Colin, non doveva
accadere, per la sua serenità, per non farlo sentire nuovamente un diverso”
Una donna in prima
fila alzò timidamente la mano – “Posso chiederle quanti figli avete …?”
“Certo” – Jared arrise
al suo quesito – “Sono undici, di cui cinque naturali ovvero James, Henry ed i
gemelli Thomas e Ryan, concepiti da Colin e poi c’è Isotta, la mia principessa …
A proposito, venite avanti …”
Il loro colorato clan
varcò la soglia, riunendosi tra il nonno e zio Geffen, che li salutarono
premurosi.
“Come potrete notare
manca solo Yari … Ecco signora, suo figlio ha causato la sua assenza … E così di
Misaki, a cui noi vogliamo un mondo di bene … Lui e Yari sono andati a
convivere, seppure siano poco più che adolescenti, ma sono maturi, eccellono
negli studi e negli sport, ci danno soddisfazioni immense … Eppure né io, né Colin,
abbiamo voluto soccombere al dolore ed alla rabbia, nel vederli feriti e
costretti in un letto di ospedale per qualche settimana, non solo per colpa
sua, ma anche degli altri tre suoi amici … In fondo la scena si è ripetuta e
Yari non è riuscito a difendersi, oggi, come allora nella sua terra natia … E
temo che anche i vostri figli non saprebbero farlo, se condotti in un carcere,
anzi, se già sono incazzati con la vita, l’odio che ha corroso in parte la loro
indole, li condannerà completamente” – affermò serio.
Nessuno proferì una
sillaba, lasciandolo concludere.
Jared prese quattro
buste ed un plico – “Qui dentro c’è del denaro e qui la denuncia, che Colin ed
io non abbiamo ancora controfirmato … Il primo potrebbe salvare i vostri
ragazzi dalla delinquenza, ricondurli a scuola, garantendo un futuro migliore,
mentre la seconda, segnerebbe il loro destino … Yari ha avuto un’opportunità
incontrandoci … Sapete, ho imparato che il rancore fa marcire il bello che è in
noi e cancella ogni nostra buona azione pregressa, perché ci porta a commettere
degli errori, ad allontanarci da chi amiamo, persino a vergognarci di noi
stessi … Ed io mi sarei vergognato a morte, se mi fossi lasciato prendere dall’ira,
provando a vendicarmi di ragazzini, dei quali avrei potuto essere il padre …
Ciò nonostante, dovrete dimostrarvi all’altezza di questa chance, ma potete
anche rifiutarla e la legge farà il suo corso. Se accetterete, degli assistenti
sociali vi seguiranno per i prossimi sei mesi, relazionandomi sui vostri
progressi”
Gli sguardi tra William,
Larry, Charles e Duncan, questi i loro nomi, furono esaustivi.
Così la gratitudine
dei rispettivi familiari, che si alzarono, per andare vicino a Jared e Colin,
così da ricevere quel dono prezioso ed inatteso.
I coniugi li
invitarono altresì ad aggregarsi ai festeggiamenti, ma nessuno di loro si
sentiva a proprio agio per accettare.
Una volta soli, Colin
strinse Jared con energia, baciandolo dolcemente.
“Se tu non ci fossi,
dovrei inventarti … Penso di avertelo già detto un milione di volte Jay”
“Una in più non
guasta” – bisbigliò, prendendo il cellulare dalla tasca dell’attore – “Voglio
chiamare Yari”
“Glielo dirai? O lo
sapeva già?”
“Non sa nulla, Colin
e mi auguro non si arrabbi …” .
“Fidati di lui … E’
un tipo in gamba, sai? L’ha cresciuto un certo Jared Joseph Leto” – rise solare,
accarezzandogli i capelli.
“E’ andata bene solo perché
c’era al mio fianco un tale Colin James Farrell, hai presente? … A proposito,
pare che oggi sia il suo b-day … Ormai è vecchissimo!” – e ricambiò la sua
risata argentina, non senza baciarlo nuovamente ed a lungo.
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