martedì 11 febbraio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 248

Capitolo n. 248 – zen



L’aroma di pollo arrosto e patatine li investì, appena i due fratelli varcarono la soglia di casa.

A Louis arrivò nella mente, come un bagliore di luce, il ricordo del tappeto a rombi nocciola ed arancio, nell’ingresso, sopra al quale lanciava lo zainetto, per poi fiondarsi in cucina, seguito a ruota da Brent, che gli diceva di non lasciare in disordine.

La fretta di vederla e riabbracciarla, però, era così forte.
Allora ed adesso, anche se Boo non riusciva ancora a crederci.

“Mamma …”

Divorò quei metri, sino alla cucina, tallonato da Brent, come quando erano piccoli.


Era davvero lei, con il suo sorriso, le sue braccia allargate, come se spiccasse il volo verso di loro: l’unica differenza poteva cogliersi nel non inginocchiarsi, per avvolgere i suoi cuccioli.

Erano così cresciuti e lei li riabbracciò, dopo un’eternità, restando in piedi, solare ed ancora bella.


“Ciao Janet …” – disse timido il colonnello, con alle spalle Harry e Brendan, commossi per quella scena bellissima.

Tutti furono clamorosamente così distratti, da non accorgersi del signore, che stava leggendo il giornale, seduto sul divano.

Tomlinson senior rimediò subito.

“Salve Jordan”

“Buongiorno Brent … Salve a tutti” – e fece loro un’ottima impressione.

Brent e Louis erano confusi, ma lo salutarono con educazione.

Era il nuovo marito di Janet, ormai da dieci anni: era un filosofo, insegnava all’università di Atlanta.

Le presentazioni si accavallarono e lei si dimostrò estremamente gentile sia con Laurie che con Styles.

“Vedi mamma, anch’io mi sono sposato … Haz fa l’avvocato, sai?”

“Complimenti, così giovane …”

“E Brendan è psicologo, è un ottimo professionista” – spiegò Brendan, parlando a raffica come Boo, una volta seduti a tavola.

“Non lasciarti ingannare da questi baffi!” – rise contagioso.

“Signora, tra noi, il fratello strano è Hugh, io sono quello sano, quindi può bene immaginare com’è … l’altro!” – scherzò l’analista, legando subito con Jordan, persona molto dolce e disponibile al dialogo.


Tomlinson li osservava, interagire con naturalezza, mentre le cose buone, che Janet aveva preparato con cura, andavano via via sparendo dal desco imbandito con maestria.

Lei era brava in questi dettagli ed ai figli mancarono, come i suoi manicaretti, quando furono quasi obbligati ad andare in mensa, visto che Brent senior era una frana ai fornelli.

Le ore sembrarono volare, in quel villino, dove non si sentivano così tante voci e risa da mesi.

Anzi, da anni.

Fino a sera inoltrata.



Tomo gli disse dov’era e Jared si precipitò a Malibu.
Da Shannon.

Aveva le chiavi del loft, in fondo era suo, ma bussò prima di entrare autonomamente.

Sentiva della musica provenire dall’interno, quindi si decise ad aprire la blindata, non ottenendo risposta dal batterista.


Lo ritrovò accovacciato in mezzo a decine di foto, sparse sul parquet: ne teneva una tra le mani, mentre i suoi zigomi erano illuminati dalle lacrime, che li avevano bagnati copiosamente.


“Io … io stavo guardando queste …” – disse con il fiato corto.

Era uno scatto del lontano 2014, quando Jared vinse il Golden Globe, per il film Dallas Buyers Club.

Fu un evento incredibile, al quale il leader dei Mars si fece accompagnare proprio da lui.

Shan aveva adottato un look molto raffinato, terribilmente distante dal suo abituale aspetto un po’ trasandato ed animalesco.

Per alcuni siti, che non lo riconobbero, era il nuovo consorte di Jared, tenuto nascosto chissà dove, forse dalle ire di Farrell, scrissero i tabloid dell’epoca.


Loro due ne risero come matti.

Erano felici in quelle immagini, così radiose ed uniche.


“Shan …”

“Sono stato sempre orgoglioso di te Jay … Ed ero certo che avresti sfondato prima o poi … Nessuno poteva riuscirci come hai fatto tu …” – disse singhiozzando, senza avere la forza di guardarlo.

Jared volò da lui, stringendolo forte sul petto.


“Mi dispiace Jay … Mi dispiace così tanto …!” – gridò piano, affondando nel suo collo la propria disperazione.

Jared lo consolò, prima con il suo sorriso, guardandolo, poi dandogli un bacio tra i capelli tagliati da poco.


“Io ti amerò sempre Shan …”

“Perdonami …”

“L’ho già fatto.”




Tomlinson le aveva conservate intatte nel proprio garage.

Erano moto splendide, che in gioventù usava con la sua compagnia di amici un po’ svitati, in un’esistenza così diversa da quella che poi decise di intraprendere sotto le armi, spedito in Vietnam da un padre troppo severo ed esigente per i suoi gusti da scavezzacollo.

Brendan ci mise subito le mani, per vedere se partivano e, per un miracolo, sembrarono funzionare entrambe, dopo un paio di tentativi.


Harry salì con Boo su quella di colore rosso fiammante, mentre Laurie e Brent preferirono quella gialla, a priori, perché nel modello chopper, che con i moustache di Brendan risultò perfetta.

“Mettete i caschi!” – si raccomandò Janet.

Partirono, sgommando davanti ai cancelli del presidio, dove tutti li guardarono incuriositi e con un filo di sospetto.

Il deserto intorno sapeva di infinito.

Brent e Louis stavano incollati ai dorsi di Brendan ed Harry, sorridendo entusiasti per quell’insolito fuori programma.

Il vento caldo investiva i loro corpi, proiettati verso un futuro ricco di speranze e di sogni.

Harry ad un certo punto urlò “Voglio un bambino con te Boo!!”

“Non sento!” – ribatté lui, sforzandosi di comprendere la sua frase.

Styles rise, poi ridisse tutto ad alta voce, girando un po’ di più la testa.

Louis perse un battito.

Fece cenno di sì ed Harry riaccelerò raggiungendo Brendan, poco più avanti, pronto a svoltare nel parcheggio di un drugstore, per fare uno spuntino.

Acquistarono un discreto numero di schifezze e si piazzarono sulle panchine all’aperto, per chiacchierare in santa pace.


Louis accarezzò il fianco destro di Harry, sorridendo timido.

“Potresti ripeterlo …?” – domandò a mezza voce, emozionato come non mai.

“Certo … Voglio un bambino con te, Boo” – e lo baciò.

Brendan e Brent si scrutarono.

Lo psicologo estrasse un cofanetto dalla tasca del giubbotto in pelle, porgendola al suo ragazzino.

“Aprila, su avanti …”

L’ex capitano avvampò, ma poi assecondò svelto la sua adorabile esortazione.

“Miseria Brendan …”

“Posso considerarlo un sì, cucciolo?”

“Eh … Co cosa?”

“Vuoi sposarmi?” – chiese diretto, il cuore che gli scalpitava nel petto.

“Sì … Sì!” – esplose di gioia Brent, facendo un salto, trattenuto a stento dal compagno, che poi lo catturò in un bacio intenso e felice.



SPECIAL GUEST
WILLEM DAFOE IS JORDAN






 KEVIN COSTNER IS BRENT TOMLINSON SENIOR


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