Capitolo n. 248 – zen
L’aroma di pollo
arrosto e patatine li investì, appena i due fratelli varcarono la soglia di
casa.
A Louis arrivò nella
mente, come un bagliore di luce, il ricordo del tappeto a rombi nocciola ed
arancio, nell’ingresso, sopra al quale lanciava lo zainetto, per poi fiondarsi
in cucina, seguito a ruota da Brent, che gli diceva di non lasciare in
disordine.
La fretta di vederla
e riabbracciarla, però, era così forte.
Allora ed adesso,
anche se Boo non riusciva ancora a crederci.
“Mamma …”
Divorò quei metri,
sino alla cucina, tallonato da Brent, come quando erano piccoli.
Era davvero lei, con
il suo sorriso, le sue braccia allargate, come se spiccasse il volo verso di
loro: l’unica differenza poteva cogliersi nel non inginocchiarsi, per avvolgere
i suoi cuccioli.
Erano così cresciuti
e lei li riabbracciò, dopo un’eternità, restando in piedi, solare ed ancora
bella.
“Ciao Janet …” –
disse timido il colonnello, con alle spalle Harry e Brendan, commossi per
quella scena bellissima.
Tutti furono
clamorosamente così distratti, da non accorgersi del signore, che stava
leggendo il giornale, seduto sul divano.
Tomlinson senior
rimediò subito.
“Salve Jordan”
“Buongiorno Brent …
Salve a tutti” – e fece loro un’ottima impressione.
Brent e Louis erano
confusi, ma lo salutarono con educazione.
Era il nuovo marito
di Janet, ormai da dieci anni: era un filosofo, insegnava all’università di
Atlanta.
Le presentazioni si
accavallarono e lei si dimostrò estremamente gentile sia con Laurie che con
Styles.
“Vedi mamma, anch’io
mi sono sposato … Haz fa l’avvocato, sai?”
“Complimenti, così
giovane …”
“E Brendan è
psicologo, è un ottimo professionista” – spiegò Brendan, parlando a raffica
come Boo, una volta seduti a tavola.
“Non lasciarti ingannare
da questi baffi!” – rise contagioso.
“Signora, tra noi, il
fratello strano è Hugh, io sono quello sano, quindi può bene immaginare com’è …
l’altro!” – scherzò l’analista, legando subito con Jordan, persona molto dolce
e disponibile al dialogo.
Tomlinson li
osservava, interagire con naturalezza, mentre le cose buone, che Janet aveva
preparato con cura, andavano via via sparendo dal desco imbandito con maestria.
Lei era brava in
questi dettagli ed ai figli mancarono, come i suoi manicaretti, quando furono
quasi obbligati ad andare in mensa, visto che Brent senior era una frana ai
fornelli.
Le ore sembrarono
volare, in quel villino, dove non si sentivano così tante voci e risa da mesi.
Anzi, da anni.
Fino a sera
inoltrata.
Tomo gli disse dov’era
e Jared si precipitò a Malibu.
Da Shannon.
Aveva le chiavi del
loft, in fondo era suo, ma bussò prima di entrare autonomamente.
Sentiva della musica
provenire dall’interno, quindi si decise ad aprire la blindata, non ottenendo
risposta dal batterista.
Lo ritrovò
accovacciato in mezzo a decine di foto, sparse sul parquet: ne teneva una tra
le mani, mentre i suoi zigomi erano illuminati dalle lacrime, che li avevano
bagnati copiosamente.
“Io … io stavo
guardando queste …” – disse con il fiato corto.
Era uno scatto del
lontano 2014, quando Jared vinse il Golden Globe, per il film Dallas Buyers
Club.
Fu un evento
incredibile, al quale il leader dei Mars si fece accompagnare proprio da lui.
Shan aveva adottato
un look molto raffinato, terribilmente distante dal suo abituale aspetto un po’
trasandato ed animalesco.
Per alcuni siti, che
non lo riconobbero, era il nuovo consorte di Jared, tenuto nascosto chissà
dove, forse dalle ire di Farrell, scrissero i tabloid dell’epoca.
Loro due ne risero
come matti.
Erano felici in
quelle immagini, così radiose ed uniche.
“Shan …”
“Sono stato sempre
orgoglioso di te Jay … Ed ero certo che avresti sfondato prima o poi … Nessuno
poteva riuscirci come hai fatto tu …” – disse singhiozzando, senza avere la
forza di guardarlo.
Jared volò da lui,
stringendolo forte sul petto.
“Mi dispiace Jay … Mi
dispiace così tanto …!” – gridò piano, affondando nel suo collo la propria
disperazione.
Jared lo consolò,
prima con il suo sorriso, guardandolo, poi dandogli un bacio tra i capelli
tagliati da poco.
“Io ti amerò sempre
Shan …”
“Perdonami …”
“L’ho già fatto.”
Tomlinson le aveva
conservate intatte nel proprio garage.
Erano moto splendide,
che in gioventù usava con la sua compagnia di amici un po’ svitati, in un’esistenza
così diversa da quella che poi decise di intraprendere sotto le armi, spedito in
Vietnam da un padre troppo severo ed esigente per i suoi gusti da
scavezzacollo.
Brendan ci mise
subito le mani, per vedere se partivano e, per un miracolo, sembrarono
funzionare entrambe, dopo un paio di tentativi.
Harry salì con Boo su
quella di colore rosso fiammante, mentre Laurie e Brent preferirono quella
gialla, a priori, perché nel modello chopper, che con i moustache di Brendan risultò
perfetta.
“Mettete i caschi!” –
si raccomandò Janet.
Partirono, sgommando
davanti ai cancelli del presidio, dove tutti li guardarono incuriositi e con un
filo di sospetto.
Il deserto intorno
sapeva di infinito.
Brent e Louis stavano
incollati ai dorsi di Brendan ed Harry, sorridendo entusiasti per quell’insolito
fuori programma.
Il vento caldo
investiva i loro corpi, proiettati verso un futuro ricco di speranze e di
sogni.
Harry ad un certo
punto urlò “Voglio un bambino con te Boo!!”
“Non sento!” –
ribatté lui, sforzandosi di comprendere la sua frase.
Styles rise, poi
ridisse tutto ad alta voce, girando un po’ di più la testa.
Louis perse un
battito.
Fece cenno di sì ed
Harry riaccelerò raggiungendo Brendan, poco più avanti, pronto a svoltare nel
parcheggio di un drugstore, per fare uno spuntino.
Acquistarono un
discreto numero di schifezze e si piazzarono sulle panchine all’aperto, per
chiacchierare in santa pace.
Louis accarezzò il
fianco destro di Harry, sorridendo timido.
“Potresti ripeterlo …?”
– domandò a mezza voce, emozionato come non mai.
“Certo … Voglio
un bambino con te, Boo” – e lo baciò.
Brendan e Brent si
scrutarono.
Lo psicologo estrasse
un cofanetto dalla tasca del giubbotto in pelle, porgendola al suo ragazzino.
“Aprila, su avanti …”
L’ex capitano
avvampò, ma poi assecondò svelto la sua adorabile esortazione.
“Miseria Brendan …”
“Posso considerarlo
un sì, cucciolo?”
“Eh … Co cosa?”
“Vuoi sposarmi?” –
chiese diretto, il cuore che gli scalpitava nel petto.
“Sì … Sì!” – esplose di
gioia Brent, facendo un salto, trattenuto a stento dal compagno, che poi lo
catturò in un bacio intenso e felice.
SPECIAL GUEST
WILLEM DAFOE IS JORDAN
KEVIN COSTNER IS BRENT TOMLINSON SENIOR
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