martedì 4 febbraio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 245

Capitolo n. 245 – zen



“E’ un ponte in ferro … Sai ce ne sono tanti sulla Senna …”

Con un kleenex, Jared si tamponò il naso, mentre descriveva quel luogo al suo interlocutore.

“Sì, li ricordo Jay …” – disse lui dolce, aggiustandosi meglio la cornetta, mentre se ne stava sdraiato al sole di Palm Springs; Daniel preparava la flebo giornaliera di sali e vitamine, mentre Pana miscelava un infuso di erbe, dal profumo dolciastro.

“Ti mando una foto Glam …” – proseguì commosso il cantante, senza dare peso alle occhiate della gente, che come un fiume gli scorreva intorno, mentre se ne stava seduto del mezzo di quegli scalini gelidi.

La brezza primaverile era tiepida ed il sole luccicava tra i rami degli alberi circostanti.

Il parco era animato anche da una giostra e dal vocio dei bambini.
Era sabato; niente scuola, per una festività.


“A proposito di ciò che mi hai detto, di Shan e Colin …”

“Non voglio parlarne, non ora” – lo tagliò aspro.

Faceva troppo male, poi si scusò.

“Non devi preoccuparti Jared, immagino quello che provi …”

“Non si torna indietro Glam”

L’uomo sorrise mesto – “Non lo si fa mai, in fondo.”

“Ti chiamo più tardi, ok? Vado in albergo, sono un po’ stanco”

“D’accordo e mi raccomando devi mangiare, ok? Prometti Jay”

“Te lo prometto Glam” – sorrise, poi riattaccò.

“Tu guarda, l’hippie californiano”
Quella voce non gli giunse nuova: Jared scattò in piedi, voltandosi per vedere chi fosse.

“Clint …?”

“Ciao, anche tu in vacanza? Io sono qui con la mia vecchia, sai glielo avevo promesso da tempo questo viaggio …”

“Sì … Sì, certo … Ero al telefono con Glam, prima”

“E come sta lo straniero?

“Sta morendo” – disse di botto, mettendo in palese imbarazzo l’altro.

“Mi dispiace … Cancro?”

Leto annuì, poi passò oltre Clint.

“Devo andare, abbi pazienza … Salutami la tua signora, ok?”

“Tu non stai bene, ragazzo. Mi sbaglio?” – domandò secco.

“Ho visto periodi migliori …” – banalizzò, con la voglia di andarsene da lì.
Voleva stare solo, a marcire nella sua camera di lusso, con la bottiglia di vodka e le sigarette francesi, che fumava solo a Parigi.

“Posso aiutarti?”

“No Clint … No, ma ti ringrazio …”

“Su vieni, facciamo due passi, ti offro un caffè”



“Hai paura Jude?”

“No … Non lo so”

“Hai paura” – Robert rise leggero.

Erano stesi sulle lettighe, nella stanza adiacente la sala operatoria.


“Hai sentito qualcosa?” – chiese l’inglese, a tono basso.

“No, vedi, di solito fanno l’anestesia …” – sorrise ancora.

Era bellissimo, anche se sciupato da quei giorni così intensi.

“Ah già capisco …”
“Ed ora siamo in pre anestesia e sei un po’ più tonto del solito Judsie” – scherzò, allungando la mano destra, per prendere la sinistra di Law, delicatamente.

“Hai ragione … E’ come un dopo sbornia … No, un pochino meglio direi. Ed io me ne intendo, vero?” – stette al gioco.


“Un secolo fa … Più o meno … E’ passato Glam, stamattina, sai? Ti cercava, ma tu eri salito per le lastre”

“Cercava me, Rob? Lui vuole solo te …” – disse sognante.

“Non per quello” – l’americano ridacchiò – “Aspetta notizie, in serata torna, ma io gli ho detto di restare alla villa … Doveva fare una terapia …”

“Era pronto a donarti il rene, ma … Ma gli hanno detto che sarebbe morto subito ed a lui andava a genio come prospettiva …”

“C’è da capirlo Jude …” – bissò sconsolato – “E comunque l’ho ringraziato”

“Certo … Anche Ivan e Christopher … E poi persino Jared era compatibile, però gli hanno detto di lasciare perdere … Troppo fragile …”

“Accomunati anche in questo, lui e Glam … Consolante” – sospirò Downey, riflettendo su quei momenti.

“Ehi sei ancora sveglio, Rob?” – domandò infantile il consorte.

“Dormi dolce principe … Sei il mio eroe e voglio riaverti vicino sul serio molto presto, credimi”

“Anch’io voglio fare l’amore con te Robert” – sussurrò, per poi cadere nel sonno.

Downey arrise alla sua innocenza, ritrovando quel Jude, di cui si era innamorato follemente, in una vita, che entrambi desideravano riprendersi ad ogni costo.



Avevano noleggiato quella vecchia auto, la marca storica, Impala, un colore canna di fucile, i sedili in pelle nera.

Harry alla guida, Louis con la cartina ed i Ray-Ban colore arancio a riparargli le delicate iridi dal sole della Florida.

Ne avevano fatta di strada dalla sera prima, dormendo poi nel parcheggio di un centro commerciale, perché faceva molto on the road, lavandosi poi alle docce pubbliche, perché faceva tanto Parto col folle, un successo datato di Downey, che avevano salutato affettuosamente, così Meliti, il quale era decollato per le Hawaii, sfruttando il dono di nozze mancato, ma elargendo ai due sciagurati una bella busta con diecimila dollari in contanti ed un solenne “Non fate stravaganze!”


A dirla tutta ne inanellavano a dozzine ormai.
Adesso toccava al cibo in scatola, tonno e fagioli.

“Non dirmelo Boo! Mio cugino Vincenzo! Ahahahah”

“Esatto!” – esultò lui, aprendo una lattina sospetta di goulash.

“Ehi ma quella va scaldata …”

“Nessun problema, Haz, ho il fornelletto a celle solari!”

“E dove hai comprato quell’affare??”

“Su E-bay” – e sorrise come un idiota.

Erano felici.



Clint assaggiò un croissant appena sfornato.

“Non ne vuoi Jared, sicuro? Non sai che ti perdi” – sorrise appagato.

“Posso immaginarlo … Quando siete arrivati?”

“Dieci giorni fa, domani mattina si parte … E’ stato interessante”

“E la tua donna?”

“E’ a fare shopping con una cugina, che abita qui e ci ha ospitati” – spiegò guardandosi in giro.

“Ok … Io non so quanto resterò … Magari me ne vado anche tra mezz’ora” – e prese fiato, scrutando l’orizzonte.

“Aspetti qualcuno Jared?”

“No”

“Allora scappi da qualcuno” – ed ammiccò simpatico.

Leto lo fissò.

“Ho litigato con mio marito e … e con mio fratello Shannon”

“Ah ecco … Che ti hanno fatto?”

“Lascia stare Clint … E poi, abbi pazienza, non sono affari tuoi”

“Ah io di pazienza ne ho da vendere: posso ascoltarti, se ti va. Sputa il rospo ragazzo”

“Non sono più tale, a dicembre prossimo compirò cinquant’anni”

“Accidenti … A dicembre … Già, brutto mese direi”

“Pessimo” – e si raggomitolò sopra la sedia in vimini, rabbrividendo ovunque.

“Dovresti stare con lui, con Glam e non qui da solo come un cane bastonato”

“Già, ma io l’ho fatto, per un periodo … Siamo stati anche ad Haiti”

“E la tua dolce metà si è incazzata? Sì, ok, ma Shannon cosa centra?”

“Colin non se l’è presa e tanto meno Shan, però” – lo disse veloce, incagliandosi nella verità, che non avrebbe voluto rivelare.

“Però?”

“Hanno scopato insieme, ok? Sei contento ora che lo sai?? Due degli uomini più importanti della mia vita, mi hanno tradito senza alcun riguardo!!”

Clint si accese una Camel.

“Il sesso a volte è liberatorio … E non lo si fa con la testa in certi casi, lo si fa e basta, capisci?”

“Al di sotto della cintola, Colin ha sempre ragionato alla grande, ho afferrato il concetto, grazie” – bissò asciutto.

“E Shannon?”

Leto si incupì.

“Nessuno, neppure Colin, avrebbe potuto farmi soffrire così tanto, credimi”

“Ti credo, sei uno straccio e poi, cazzo, è sangue del tuo sangue … Roba da ammazzarsi, vero Jared?”

Si guardarono.

“Non gli farei mai del male, Clint …” – disse sommesso.

“E lui a te, ne sono certo, perché deve averti dato così tanto amore, se lo adori in questa maniera, perché dev’essere stato speciale, oltre ogni spiegazione, se soffri e ti laceri al solo nominarlo … Quello è il patrimonio che vi unisce, che non potrete e dovrete dimenticare. Hanno scopato? Era sesso, non dirmi che fanno i piccioncini ora!?” – e rise grasso.

“No … sono distrutti quanto me … E poi Tomo l’avrà sbattuto fuori di casa, fosse la prima volta” – e gli venne un mezzo sorriso.

“Ma dimmi, siete tutti gay a Los Angeles?” – chiese bonario.

“Siamo la metà di mille” – ironizzò Leto.

“L’amore è amore: non puoi spiegarlo, quando ti assale o ti prende alla sprovvista. Lui vince sempre e tu farai la cosa giusta, perché è nella tua natura, perdonare e ricostruire o sbaglio?”

“Sai delle cose, su di me, però non abbiamo mai parlato …” – ribatté perplesso.

“Colpa di Glam, mi ha fatto certe teste!” – e rise solare.


“Lui è stato troppo buono con me ed io troppo stronzo con lui e … e con Colin”

“Ma con Shan no, esatto? Sì, è così, ma portarsi addosso così tanta sofferenza, non cancellerà quanto accaduto, non porterà a niente, mentre il vostro affetto saprà dare dei frutti ancora molto saporiti. Ne gioirete, quando la rabbia si sarà ritirata come il mare da certe insenature, dopo una tempesta”

“Tu sei saggio, forse lungimirante, però”

“Però cosa, Jared?” – e lo puntò, con una severità quasi paterna.

“Ok, i tuoi discorsi mi hanno rassicurato … Un minimo …”

“Le cazzate che dico non centrano nulla: sei tu, che non vedi l’ora di sistemare le cose, che ne senti un bisogno assurdo ed hai ragione, sai? Comincia con quel disperato, là, dall’altra parte del marciapiede, che ne dici?” – ed indicò un tizio con le mani in tasca.

“Cole …?!” – mormorò stranito, notandolo in piedi tra una panchina ed un lampione.

“Buona fortuna, piccolo.












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