martedì 25 febbraio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 252

Capitolo n. 252 – zen



Shannon inciampò un paio di volte, prima di arrivare alla porta, dietro la quale Jared lo stava sollecitando ad aprire, dopo averlo avvisato telefonicamente della propria visita.

A prima vista, in quella suite, sembrava passato un ciclone.

Il cantante afferrò la bottiglia di vodka, dimenticata sul tavolino del soggiorno, per poi dirigersi in bagno, ove ne versò il contenuto nel lavandino, non senza sentirsi addosso le proteste biascicate del fratello.


“Cazzo non ho voglia di farmene portare un’altra dal servizio in camera …” – farfugliò debole, affossandosi in poltrona, dopo essere stato insultato.

“Mi spieghi cosa risolvi in questo modo, eh Shan?!” – sbottò acre.

“Non saprei” – ridacchiò alterato – “Owen mi lascia vedere Julie due volte al mese … ora anche Tomo mi concederà lo stesso con Josh … Loro sono anche i miei figli!” – ruggì sul finale, scaraventando il telecomando della tv al plasma, sul pavimento in marmo lucido.

Jared annuì, tirando su dal naso e guardandosi intorno, sconsolato.

“Pensavi di cavartela? In qualche modo?”

Shannon lo fissò un po’ storto, poi divenne triste.

“Non mi perdonerai mai davvero … Giusto Jay?” – domandò svuotato.

“No, l’ho fatto. Sei così sbronzo da essertene dimenticato?”

“Assolutamente no … anzi … Ma era troppo bello per essere vero”

“Mi sto sforzando e credo di farlo al meglio, sia con te che nei riguardi di Colin” – ribatté serio.

Il batterista scosse la testa, tormentandosi le gote ispide.

Era trasandato e forse non si lavava da un paio di giorni, pensò Jared.

“Ora vieni, devi farti una doccia e poi usciamo”

“Per andare dove, Jay? Lasciami in pace …”

“Tu non conoscerai pace, finché ti comporterai in questo modo” – e lo afferrò per un braccio, provando a sollevarlo.

“In quale? Ragionando solo con i miei coglioni?!” – esclamò livido e disperato.

Jared lo scaraventò sul divano – “Appunto! Giusto Rice, è un ottimo esempio!!”

I toni schizzarono al soffitto.

“E tu mi avresti perdonato??!”

Jared strinse i pugni – “NO! SEI CONTENTO ADESSO?!! E FORSE FINCHE’ NON MI DIRAI PERCHE’ LO HAI FATTO NON ACCADRA’ MAI ACCIDENTI SHAN!!”

Ci fu come una pausa, statica, senza respiri.

Erano belve inferocite, sanguinanti, così lontane da quel tempo in cui erano cuccioli, pronti a dare la vita l’uno per l’altro.

Era come avere spento la luce e non riuscire più a trovare l’interruttore, girando per la stanza, inesorabilmente a vuoto.


Il suono del cellulare di Jared ruppe l’aria.
Era Colin.

Jared prese fiato, poi rispose, inserendo l’altoparlante.

“Tesoro dove sei?!” – la voce di Farrell era concitata.

“Al residence con Shannon, perché?” – bissò in allarme, con una brutta sensazione allo stomaco.

“Yari e Misaki sono stati aggrediti, siamo in ospedale, ci sono Steven e Scott” – spiegò veloce.

“Co cosa …? Sono feriti?”

“Yari un braccio rotto e Misaki una gamba, poi dei lividi, ora li hanno sedati, perché erano sofferenti …” – ed iniziò a piangere.

Shannon nel frattempo si era sciacquato la faccia, indossando jeans, maglietta ed infradito, cercando le chiavi dell’auto, nei cassetti del comodino.

Jared aveva appena chiuso la chiamata.

“Guido io, tu sei troppo sconvolto, ok?”

“Shan … i … i ragazzi …”

“Ho sentito, ma andrà tutto bene, te lo prometto! Andiamo, muoviamoci”

Per Shannon era un’abitudine, sin da bambini: rassicurare Jared.
Il suo piccolo Jared.



Geffen salì dal reparto oncologico, accompagnato da Mason.
Hugh si unì a loro in ascensore, grattandosi la nuca, nervosamente.

“Bullismo omofobo … Questa piaga è insanabile, anche se siamo nel 2021 miseria” – masticò amaro.

Jim gli diede una carezza tra le scapole, mentre Glam avvisava Antonio.

Nel corridoio del reparto di traumatologia, venne loro incontro Tom.

“Chris mi ha appena avvertito … Li hanno già presi: uno di loro, quello maggiorenne, ha provato ad usare la Visa di Yari in un negozio di dischi”

Geffen sbuffò – “Prima pestano due ragazzini e poi vanno a comprarsi dei cd? Maledetti schifosi” – ringhiò, facendo poi un cenno a Colin, che li raggiunse immediato.

“Jared sta arrivando” – disse quasi tremando.

Scott gli diede un leggero sedativo, invitandolo ad accomodarsi nella sala di attesa.

“No, voglio stare con Yari … Ti prego”

“Ok, seguimi, voi restate qui”

“Glam potresti dirlo tu a Jared, appena arriva?”

“Certo Colin, vai tranquillo …” – e provò a sorridergli, con la morte nel cuore.
Già immaginava la reazione di Leto.

L’avvocato rammentò il modo in cui Yari piombò nelle loro vite e di come la coppia gli chiese aiuto, per salvarlo dalla miseria e dall’accattonaggio, durante una vacanza in Egitto.

Si commosse, chiedendo dell’acqua, che Tom gli porse immediato.

“Anche tu dovresti prendere un valium …” – il terapista sorrise e Geffen gli accarezzò i capelli.

“Tu sei un angelo … Ed io ho già così tanta morfina in circolo, da aprire una rivendita …” – scherzò mesto.


I passi di Jared irruppero in quello scambio di battute.

Steven lo condusse subito da Yari e Colin, mentre Laurie venne avvicinato dai genitori di Misaki, che timidamente chiedevano spiegazioni.

Erano stati avvisati dalla polizia, entrambi sul posto di lavoro, abbandonato all’istante per sincerarsi sulle condizioni del loro adorato ultimogenito.



Harry posò la valigetta, controllando i messaggi in segreteria.

Lo studio era semi deserto, a causa di una riunione degli associati, alla quale lui non era stato ancora invitato.

Sylvie bussò piano ed Harry le sorrise.

“Credevo fossi di là a preparare i caffè”

“Simpatico Styles … Sei un buffone”

Il giovane inarcò il sopracciglio sinistro – “Sei di cattivo umore ed io un cafone, a quanto pare” – disse a denti stretti.

Lei avvampò.
“No, scusami Harry, è che dormo male in questo periodo … E non sono stata bene stanotte”

“Mi spiace, dovresti fare dei controlli, forse lo stress, gli orari, i pasti saltati …”

“No, di quelli ne faccio in abbondanza … Ok, ti lascio, torno ai miei faldoni, ho quasi terminato con il nuovo archivio” – replicò imbarazzata, senza che Haz ne comprendesse la ragione.

C’era tensione nell’aria e lui provò a stemperarla.

“Lascia perdere i tuoi dossier, andiamo a berci qualcosa … Tanto qui non combiniamo più niente” – le sorrise complice.

“No, meglio di no …”

“Come vuoi … Ti accompagno a prendere Alain? – e nel proporlo, Harry fece cadere dalla tasca della giacca una brochure.

Era del centro adozioni.

Sylvie la raccolse con una sorta di guizzo.

“Volete adottare un bambino?” – chiese di botto e stranita, come se avesse visto un fantasma.

“Ci … ci stiamo pensando con Louis, lo desideriamo tantissimo … Forse più io di lui” – ammise sincero e solare.

“Certo …”

“Sei sicura di stare bene?”

“Mai stata meglio Harry … Ci vediamo domani, buona serata” – e si defilò, come se fosse una ladra.



“Papà …”
Era così debole, ma appena vide Jared, Yari sorrise.

“Amore mio” – sussultò lui al suo capezzale.

La loro era una simbiosi unica e particolare.

Dal primo momento, da quando si scelsero, in mezzo a quella strada polverosa.

Colin, al lato opposto del letto, lo confortava, ma era Jared il punto di riferimento per Yari, da quando sbarcò a Los Angeles, magro e spaurito.

In un certo senso, Leto si rivedeva in lui, nel medesimo contesto.

“Era … era solo un bacio papà …”

“Non stancarti tesoro … Un bacio? In che senso …?” – e guardò Colin di rimando.

“Con Misaki … Lui sta bene vero?” – tossì.

“Sì, non preoccuparti”

“Giura su Isotta” – sorrise amorevole.

“Lo giuro su Isy …” – e gli diede un bacio sulle tempie.

“Ora devi dormire …” – “Sì papà Colin … ok …” – e crollò nel sonno nuovamente.


“Dio mio … E’ per un bacio, che sono stati picchiati?”

“Temo di sì Jay … Ora torniamo dalla nostra famiglia … Diamo la buona notizia che Yari è fuori pericolo”

“Lo è stato?”

“I medici temevano lesioni interne … Per via dei calci, ma ci sono solo un paio di ematomi sotto lo sterno … Non te l’ho detto, per non angosciarti, ma Steven mi ha confermato che il nostro Yari scoppia di salute …” – sorrise con gli occhi lucidi.

Si abbracciarono e Jared quasi perse i sensi, ma poi si fece forza ed uscì, senza vacillare.



Il tenente Hemsworth arrotolò il plico, nascondendolo dietro la schiena.

“Dammelo subito Chris” – sibilò Meliti.

“Antonio datti una regolata”

“Che succede?”
“Oh Glam, ciao, glielo dici tu di farsi da parte almeno stavolta?”

“Lì ci sono i nomi di quei porci! Tu sai che io posso arrivarci anche senza i tuoi beneamati fogli da fare firmare a Jared e Colin per la denuncia formale, vero??”

“E’ un mio arresto e si fa come dico io, ok?” – ribatté schietto il poliziotto.

“Dammeli ed io sarò caritatevole …” – e serrò le palpebre.

“Torna dalla tua neonata, da tua moglie, da Tony jr e lasciami lavorare, cazzo!” – bissò Chris a muso duro.

“Hanno bisogno di una lezione e tu questo lo sai … Chi tocca i miei nipoti, muore” – decretò l’anziano patriarca, senza scomporsi.

Sopraggiunsero Colin e Jared, oltre ai coniugi giapponesi, che avevano trovato Misaki in buone condizioni generali.

Hemsworth li aggiornò.
“Oh eccovi qui … Sono quattro, uno ha diciannove anni ed è al distretto, in attesa di cauzione, mentre il resto della banda è sotto i sedici anni … Il tribunale minorile ha convocato i familiari …”

“Hanno quindi un padre ed una madre …” – esordì Jared.

“Sì, a quanto pare …”

“Voglio incontrarli”

Farrell lo scrutò – “Jay, ma cosa vuoi fare?”

“Lascia che ci pensi io” – si intromise Antonio.

“Nonno so che sei in buona fede, ma vendicarsi non migliorerà la situazione e non rimetterà in piedi, come se nulla fosse accaduto, sia Yari che Misaki … Ci penserò io, insieme a Colin ed ai genitori del fidanzato di nostro figlio … ok?” – e gli cinse i polsi, con una dolcezza, che colpì Meliti.

“Come vuoi … Hai la mia piena fiducia Jared”

“Ti ringrazio … E così voi, che non ci avete fatto mancare il vostro sostegno in queste ore terribili”

Nel contempo, si erano aggregati anche Hopper, Rossi ed i relativi compagni.

Kurt rimase in un angolo, a parlare con Shan, tenuto tra le braccia da Tomo, accorso immediatamente.


Jared prese per mano Colin ed uscirono, preceduti da Chris, che li avrebbe scortati sino alla centrale, senza ulteriori esitazioni.





 YARI





 MISAKI

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