Capitolo n. 252 – zen
Shannon inciampò un
paio di volte, prima di arrivare alla porta, dietro la quale Jared lo stava
sollecitando ad aprire, dopo averlo avvisato telefonicamente della propria
visita.
A prima vista, in
quella suite, sembrava passato un ciclone.
Il cantante afferrò
la bottiglia di vodka, dimenticata sul tavolino del soggiorno, per poi
dirigersi in bagno, ove ne versò il contenuto nel lavandino, non senza sentirsi
addosso le proteste biascicate del fratello.
“Cazzo non ho voglia
di farmene portare un’altra dal servizio in camera …” – farfugliò debole,
affossandosi in poltrona, dopo essere stato insultato.
“Mi spieghi cosa
risolvi in questo modo, eh Shan?!” – sbottò acre.
“Non saprei” –
ridacchiò alterato – “Owen mi lascia vedere Julie due volte al mese … ora anche
Tomo mi concederà lo stesso con Josh … Loro sono anche i miei figli!” – ruggì
sul finale, scaraventando il telecomando della tv al plasma, sul pavimento in
marmo lucido.
Jared annuì, tirando
su dal naso e guardandosi intorno, sconsolato.
“Pensavi di
cavartela? In qualche modo?”
Shannon lo fissò un
po’ storto, poi divenne triste.
“Non mi perdonerai
mai davvero … Giusto Jay?” – domandò svuotato.
“No, l’ho fatto. Sei
così sbronzo da essertene dimenticato?”
“Assolutamente no …
anzi … Ma era troppo bello per essere vero”
“Mi sto sforzando e
credo di farlo al meglio, sia con te che nei riguardi di Colin” – ribatté serio.
Il batterista scosse
la testa, tormentandosi le gote ispide.
Era trasandato e
forse non si lavava da un paio di giorni, pensò Jared.
“Ora vieni, devi
farti una doccia e poi usciamo”
“Per andare dove,
Jay? Lasciami in pace …”
“Tu non conoscerai
pace, finché ti comporterai in questo modo” – e lo afferrò per un braccio,
provando a sollevarlo.
“In quale? Ragionando
solo con i miei coglioni?!” – esclamò livido e disperato.
Jared lo scaraventò
sul divano – “Appunto! Giusto Rice, è un ottimo esempio!!”
I toni schizzarono al
soffitto.
“E tu mi avresti
perdonato??!”
Jared strinse i pugni
– “NO! SEI CONTENTO ADESSO?!! E FORSE FINCHE’ NON MI DIRAI PERCHE’ LO HAI FATTO
NON ACCADRA’ MAI ACCIDENTI SHAN!!”
Ci fu come una pausa,
statica, senza respiri.
Erano belve
inferocite, sanguinanti, così lontane da quel tempo in cui erano cuccioli,
pronti a dare la vita l’uno per l’altro.
Era come avere spento
la luce e non riuscire più a trovare l’interruttore, girando per la stanza,
inesorabilmente a vuoto.
Il suono del
cellulare di Jared ruppe l’aria.
Era Colin.
Jared prese fiato,
poi rispose, inserendo l’altoparlante.
“Tesoro dove sei?!” –
la voce di Farrell era concitata.
“Al residence con
Shannon, perché?” – bissò in allarme, con una brutta sensazione allo stomaco.
“Yari e Misaki sono
stati aggrediti, siamo in ospedale, ci sono Steven e Scott” – spiegò veloce.
“Co cosa …? Sono
feriti?”
“Yari un braccio
rotto e Misaki una gamba, poi dei lividi, ora li hanno sedati, perché erano
sofferenti …” – ed iniziò a piangere.
Shannon nel frattempo
si era sciacquato la faccia, indossando jeans, maglietta ed infradito, cercando
le chiavi dell’auto, nei cassetti del comodino.
Jared aveva appena
chiuso la chiamata.
“Guido io, tu sei
troppo sconvolto, ok?”
“Shan … i … i ragazzi
…”
“Ho sentito, ma andrà
tutto bene, te lo prometto! Andiamo, muoviamoci”
Per Shannon era un’abitudine,
sin da bambini: rassicurare Jared.
Il suo piccolo Jared.
Geffen salì dal
reparto oncologico, accompagnato da Mason.
Hugh si unì a loro in
ascensore, grattandosi la nuca, nervosamente.
“Bullismo omofobo …
Questa piaga è insanabile, anche se siamo nel 2021 miseria” – masticò amaro.
Jim gli diede una
carezza tra le scapole, mentre Glam avvisava Antonio.
Nel corridoio del
reparto di traumatologia, venne loro incontro Tom.
“Chris mi ha appena
avvertito … Li hanno già presi: uno di loro, quello maggiorenne, ha provato ad
usare la Visa di Yari in un negozio di dischi”
Geffen sbuffò – “Prima
pestano due ragazzini e poi vanno a comprarsi dei cd? Maledetti schifosi” –
ringhiò, facendo poi un cenno a Colin, che li raggiunse immediato.
“Jared sta arrivando”
– disse quasi tremando.
Scott gli diede un
leggero sedativo, invitandolo ad accomodarsi nella sala di attesa.
“No, voglio stare con
Yari … Ti prego”
“Ok, seguimi, voi
restate qui”
“Glam potresti dirlo
tu a Jared, appena arriva?”
“Certo Colin, vai
tranquillo …” – e provò a sorridergli, con la morte nel cuore.
Già immaginava la
reazione di Leto.
L’avvocato rammentò
il modo in cui Yari piombò nelle loro vite e di come la coppia gli chiese
aiuto, per salvarlo dalla miseria e dall’accattonaggio, durante una vacanza in
Egitto.
Si commosse,
chiedendo dell’acqua, che Tom gli porse immediato.
“Anche tu dovresti
prendere un valium …” – il terapista sorrise e Geffen gli accarezzò i capelli.
“Tu sei un angelo …
Ed io ho già così tanta morfina in circolo, da aprire una rivendita …” –
scherzò mesto.
I passi di Jared
irruppero in quello scambio di battute.
Steven lo condusse
subito da Yari e Colin, mentre Laurie venne avvicinato dai genitori di Misaki,
che timidamente chiedevano spiegazioni.
Erano stati avvisati
dalla polizia, entrambi sul posto di lavoro, abbandonato all’istante per
sincerarsi sulle condizioni del loro adorato ultimogenito.
Harry posò la
valigetta, controllando i messaggi in segreteria.
Lo studio era semi
deserto, a causa di una riunione degli associati, alla quale lui non era stato
ancora invitato.
Sylvie bussò piano ed
Harry le sorrise.
“Credevo fossi di là
a preparare i caffè”
“Simpatico Styles …
Sei un buffone”
Il giovane inarcò il
sopracciglio sinistro – “Sei di cattivo umore ed io un cafone, a quanto pare” –
disse a denti stretti.
Lei avvampò.
“No, scusami Harry, è
che dormo male in questo periodo … E non sono stata bene stanotte”
“Mi spiace, dovresti
fare dei controlli, forse lo stress, gli orari, i pasti saltati …”
“No, di quelli ne
faccio in abbondanza … Ok, ti lascio, torno ai miei faldoni, ho quasi terminato
con il nuovo archivio” – replicò imbarazzata, senza che Haz ne comprendesse la
ragione.
C’era tensione nell’aria
e lui provò a stemperarla.
“Lascia perdere i
tuoi dossier, andiamo a berci qualcosa … Tanto qui non combiniamo più niente” –
le sorrise complice.
“No, meglio di no …”
“Come vuoi … Ti
accompagno a prendere Alain? – e nel proporlo, Harry fece cadere dalla tasca
della giacca una brochure.
Era del centro
adozioni.
Sylvie la raccolse
con una sorta di guizzo.
“Volete adottare un
bambino?” – chiese di botto e stranita, come se avesse visto un fantasma.
“Ci … ci stiamo
pensando con Louis, lo desideriamo tantissimo … Forse più io di lui” – ammise
sincero e solare.
“Certo …”
“Sei sicura di stare
bene?”
“Mai stata meglio
Harry … Ci vediamo domani, buona serata” – e si defilò, come se fosse una
ladra.
“Papà …”
Era così debole, ma
appena vide Jared, Yari sorrise.
“Amore mio” –
sussultò lui al suo capezzale.
La loro era una
simbiosi unica e particolare.
Dal primo momento, da
quando si scelsero, in mezzo a quella strada polverosa.
Colin, al lato
opposto del letto, lo confortava, ma era Jared il punto di riferimento per
Yari, da quando sbarcò a Los Angeles, magro e spaurito.
In un certo senso,
Leto si rivedeva in lui, nel medesimo contesto.
“Era … era solo un
bacio papà …”
“Non stancarti tesoro
… Un bacio? In che senso …?” – e guardò Colin di rimando.
“Con Misaki … Lui sta
bene vero?” – tossì.
“Sì, non preoccuparti”
“Giura su Isotta” –
sorrise amorevole.
“Lo giuro su Isy …” –
e gli diede un bacio sulle tempie.
“Ora devi dormire …” –
“Sì papà Colin … ok …” – e crollò nel sonno nuovamente.
“Dio mio … E’ per un
bacio, che sono stati picchiati?”
“Temo di sì Jay … Ora
torniamo dalla nostra famiglia … Diamo la buona notizia che Yari è fuori
pericolo”
“Lo è stato?”
“I medici temevano
lesioni interne … Per via dei calci, ma ci sono solo un paio di ematomi sotto
lo sterno … Non te l’ho detto, per non angosciarti, ma Steven mi ha confermato
che il nostro Yari scoppia di salute …” – sorrise con gli occhi lucidi.
Si abbracciarono e
Jared quasi perse i sensi, ma poi si fece forza ed uscì, senza vacillare.
Il tenente Hemsworth
arrotolò il plico, nascondendolo dietro la schiena.
“Dammelo subito Chris”
– sibilò Meliti.
“Antonio datti una
regolata”
“Che succede?”
“Oh Glam, ciao,
glielo dici tu di farsi da parte almeno stavolta?”
“Lì ci sono i nomi di
quei porci! Tu sai che io posso arrivarci anche senza i tuoi beneamati fogli da
fare firmare a Jared e Colin per la denuncia formale, vero??”
“E’ un mio arresto e
si fa come dico io, ok?” – ribatté schietto il poliziotto.
“Dammeli ed io sarò
caritatevole …” – e serrò le palpebre.
“Torna dalla tua
neonata, da tua moglie, da Tony jr e lasciami lavorare, cazzo!” – bissò Chris a
muso duro.
“Hanno bisogno di una
lezione e tu questo lo sai … Chi tocca i miei nipoti, muore” – decretò l’anziano
patriarca, senza scomporsi.
Sopraggiunsero Colin
e Jared, oltre ai coniugi giapponesi, che avevano trovato Misaki in buone
condizioni generali.
Hemsworth li
aggiornò.
“Oh eccovi qui … Sono
quattro, uno ha diciannove anni ed è al distretto, in attesa di cauzione,
mentre il resto della banda è sotto i sedici anni … Il tribunale minorile ha
convocato i familiari …”
“Hanno quindi un
padre ed una madre …” – esordì Jared.
“Sì, a quanto pare …”
“Voglio incontrarli”
Farrell lo scrutò – “Jay,
ma cosa vuoi fare?”
“Lascia che ci pensi
io” – si intromise Antonio.
“Nonno so che sei in
buona fede, ma vendicarsi non migliorerà la situazione e non rimetterà in
piedi, come se nulla fosse accaduto, sia Yari che Misaki … Ci penserò io,
insieme a Colin ed ai genitori del fidanzato di nostro figlio … ok?” – e gli
cinse i polsi, con una dolcezza, che colpì Meliti.
“Come vuoi … Hai la
mia piena fiducia Jared”
“Ti ringrazio … E
così voi, che non ci avete fatto mancare il vostro sostegno in queste ore
terribili”
Nel contempo, si
erano aggregati anche Hopper, Rossi ed i relativi compagni.
Kurt rimase in un
angolo, a parlare con Shan, tenuto tra le braccia da Tomo, accorso
immediatamente.
Jared prese per mano
Colin ed uscirono, preceduti da Chris, che li avrebbe scortati sino alla
centrale, senza ulteriori esitazioni.
YARI
MISAKI
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