Capitolo n. 247 – zen
Brent si rannicchiò
meglio, all’interno del corpo incurvato di Laurie, che lo stringeva alle
spalle, sotto le coperte tiepide.
La luce filtrava a
scacchi, dal finestrone blindato, nella loro stanza.
“Sei stato gentile
Brendan …”
“A fare cosa …?” –
replicò sommesso, a metà tra il sonno e la veglia, con un respiro caldo, che
sapeva di buono.
I suoi baffi fecero
il solletico alla nuca del giovane, che sorrise, proseguendo nelle sue
considerazioni notturne.
“Siamo mezzi vestiti,
qui, non hai preteso nulla … Non abbiamo fatto l’amore” – sussurrò complice.
“Non ho fatto voto di
castità, piccolo” – e lo girò a sé lentamente, per poi baciarlo intenso.
Quindi si staccò
appena, lasciando che le proprie labbra sfiorassero ancora quelle di Brent – “E
comunque credo si debba rispetto a tuo padre, a questo luogo, a ciò che
rappresenta ancora per lui. E per te, amore”
“Parigi è splendida
di questa stagione …”
Jared esordì in quel
modo, un po’ distante, mentre raccoglieva le gambe, ai bordi della piscina,
dove Geffen stava ascoltando la sua cronaca dei fatti.
Una e-mail non era
stata sufficientemente esaustiva, così scarna nel contenuto, così triste.
“Ti va di nuotare?
Non ti stanca, Glam?” – chiese più presente, all’improvviso.
“Ed a te va di
parlare, Jay? Non sei ancora stanco, tu, di questo tira e molla?” – ribatté con
un sorriso dolce.
“Certo sono qui per
questo, per sfogarmi, per romperti un po’ le palle e no, non mi sono ancora
stancato … evidentemente.”
“Evidentemente” – bissò
ridendo l’avvocato, riemergendo.
Leto prese un telo,
tamponandogli schiena e capelli, anche se rasati.
“Aspetta ti aiuto …”
– mormorò premuroso il cantante.
“Grazie tesoro … E
Shannon?”
Jared si incupì.
“Shannon cosa …?”
Geffen intrecciò le
loro dita, prendendo un lungo respiro.
“Sai, quando si ha
l’incertezza, verso il futuro, ma anche un sacco di aspettative, si tende ad
essere molto severi con sé stessi ed il prossimo, Jay … Poi, accade che un
giorno qualcuno fissa un limite, te ne rende partecipe e ti trascina su di un
cammino, sempre più complicato, dove un mare di cose perdono importanza,
significato o, semplicemente, ti costringe a dare il giusto peso un po’ a tutto
…”
Leto annuì.
“Capisco il tuo
ragionamento, però non posso applicarlo alla mia esperienza Glam: anche se
punire Shan, punendo me per primo, non mi renderà migliore, nemmeno perdonarlo
riuscirà in tale impresa: non essere ad un passo dalla morte, forse mi
impedisce una visione più serena, anzi, di certo è così. Tu sei oltre, io sono
qui, con i miei casini, il dolore per essere stato tradito da Colin … Il fatto
che lui ha sporcato l’unica cosa … L’unica persona rimasta pulita per me …
Shannon è stato violato, come l’ultima cosa bella, che avessi ancora Glam …” –
iniziò a piangere sommessamente – “Ed io non so perché Cole mi abbia fatto
questo …”
“Ma tu Colin l’hai
perdonato” – ribatté tra lo stupore e rimprovero.
“So quello che ti ho
scritto, del fatto che abbiamo parlato, fatto l’amore, dormito senza incubi …
Colin ed io sappiamo ritrovarci, forse con masochismo, dopo esserci fatti del
male in un modo assurdo! … Anche questa volta me l’ha fatta pagare … Lui non accetterà
mai ciò che lega me a te, Glam … Neppure sapendo che tu hai un cancro
incurabile: non gli facciamo pena, io a straziarmi e tu a consumarti … Perdona
le mie parole … Sono così inopportune … meschine” – e gli baciò i palmi delle
mani, portandosele sul volto arrossato, come una carezza necessaria.
Geffen lo abbracciò
del tutto, cullandolo.
“Vai da Shan … Fallo
subito, te ne prego Jay … Fallo per me.”
La commissione stava
osservando le mostrine del colonnello Tomlinson, appoggiate su di un panno in
velluto, sotto al naso del generale Mayer, che presiedeva la stessa, durante
quella prima udienza, dove Brent sarebbe stato ascoltato.
“Quindi lei
rinuncerebbe alla sua promozione …” – sospirò l’alto ufficiale.
“Certo.”
Il padre di Brent era
sull’attenti, davanti allo scranno di quel giudice in divisa, quanto lui.
“Vada ad accomodarsi,
ne riparleremo … L’accusa chiami il suo primo teste, grazie.”
Brent fu condotto a
deporre.
Sul fondo della sala,
gremita da soldati e pochi civili, ci fu un brusio.
Louis ed Harry erano
appena giunti trafelati, per accomodarsi proprio dietro a Tomlinson senior e
Laurie, che li salutò un po’ perplesso.
Entrambi i ragazzi
avevano gli abiti unti d’olio.
“L’Impala, un vero
catorcio!” – bisbigliò Styles, beccandosi un’occhiataccia da Mayer.
In compenso Brent si
era illuminato, incrociando lo sguardo di Louis, ugualmente bene accolto dal
sorriso del genitore, che gli fece un cenno di assenso, per avere deciso di
unirsi a loro per quella battaglia.
Gli imputati notarono
questo scambio amorevole, ridacchiando tra loro.
Tomlinson senior li
polverizzò con un’occhiata, identica a quella di Brendan, che li avrebbe fatti
a pezzi senza esitare.
Brent fu oltre modo
sorpreso dall’arrivo di Antonio, scortato da Vassily e Peter, in alta uniforme
sovietica.
L’avevano
rispolverata per l’occasione, anche perché non si consideravano mai congedati
del tutto.
“Meliti …”
“Salve generale,
disturbo?” – lo salutò alla sua maniera, da perfetta canaglia.
“No, ma vedo che ti
sei portato il KGB … Mi sono perso qualcosa? Un asse Palermo, Mosca?” –
scherzò, tamburellando le dita su di una cartellina in pelle verde cupo.
“Assolutamente, sono
i miei bodyguard: se ti servisse gente in gamba, non hai che da chiedere …
Visti gli elementi che si arruolano nei tuoi ranghi” – e puntò la coppia di
indagati.
“Ora
vorrei un po’ di silenzio: ti ringrazio per l’offerta. Tenente Ramsy cominci
pure.”
Robert
imboccò Jude, con l’ultima fetta di mela cotta.
“Ottima
vero?” – rise.
“Per
carità …” – anche Law rise.
“Dopo
facciamo l’ecografia … Insieme” – disse l’americano, sporgendosi per dare un
bacio al marito, dopo avere posato il vassoio sul carrello.
“Che
prospettiva eccitante … Non è che possiamo appartarci nello spogliatoio, prima?”
– e gli schiacciò un occhialino simpatico.
“Insolente
…” – e gli leccò le labbra ancora perfette.
“Ti
amo Robert” – gli disse con tenerezza.
Downey
arrossì come un adolescente.
“Non
smettere mai Jude … Mai”
Un
infermiere li interruppe, riportando Robert in camera, sulla sedia a rotelle,
come previsto dalle sue condizioni, in netta ripresa.
Al
suo arrivo l’attore ebbe una piacevole sorpresa.
“Glam
…!”
“Ciao
Robert” – gli sorrise, andandogli incontro un po’ incerto sulle gambe, ma
sostenuto dal soluto bastone da passeggio.
“Ti
trovo bene scricciolo” – e gli diede un bacio sulla guancia sinistra, che
Downey ricambiò con trasporto – “E tu da quando mi chiami così?” – rise.
“Saranno
questi fanali di carbone liquido che ti ritrovi al posto degli occhi Rob …” –
ed andò a sedersi in poltrona.
“Hai
deciso di corteggiarmi, per farmi sentire meno rottame?” – chiese allegro,
stendendosi.
“Può
darsi Rob … Può darsi” – ed inspirò, fissandolo.
“Come
vanno le cose Glam?”
“La
salute scarseggia, però voglio resistere … Lo dico sempre a Lula, giusto per
rassicurarlo”
“Il
tuo bambino è straordinario … E noi gli staremo vicini quando” – poi si morse le
lingua, pentendosi per quell’uscita infelice.
“Lula
sarà sempre con me ed io traggo conforto da questa certezza”
“Non
ne dubito Glam … Ti voglio bene” – e gli tese le braccia.
Si
strinsero, restando in silenzio.
Brent raccontò senza interrompersi
quanto successo quella maledetta sera: non abbassò mai le sue iridi, cercando
spesso quelle di Brendan, che stava soffrendo insieme a lui, pur mantenendo un’espressione
integra e di pieno sostegno.
La sua testimonianza fu registrata,
senza che il legale dei suo aggressori elevasse una sola obiezione.
Quando fu il suo turno, però, le sue
insinuazioni si fecero subito pesanti.
“Capitano Tomlinson … No, mi scusi,
lei si è congedato per motivi di salute, questo è quanto scritto sul suo
fascicolo personale: è esatto?”
“Sì, lo è”
“Tornando a quel party, nel bar della
base, i miei assistiti la costrinsero a bere?”
“No … Mi offrirono da bere ed io
accettai perché il mio turno di guardia era terminato”
“Bastava un sì od un semplice no” – lo
interruppe brusco – “Comunque, lei consumò parecchi drink”
“Per niente!”
“I testimoni affermano il contrario”
“E secondo lei qualcuno faceva caso a
quello che bevevo o non bevevo, in mezzo a quel casino?! IO sono stato drogato!”
– Brent si alterò, provando a spiegare che non si era ubriacato, cedendo alle
avances di quei maiali.
A Brendan saltà il cuore in gola.
Brent lo notò ed i suoi zigomi
asciutti tremarono: provò a concentrarsi sui momenti di intimità con Laurie,
sui suoi baci, sul suo modo di fargli l’amore, così diverso da quell’abominio,
al quale era stato sottoposto per ore, sino all’alba.
“E può dimostrarlo signor Tomlinson,
con analisi, referti medici o”
“Adesso basta!” – sbottò il
colonnello, scattando come una molla.
Louis deglutì a vuoto e Mayer iniziò a
battere il martelletto con insistenza.
“Silenzio in aula! Brent si sieda!” –
tuonò, pregandolo comunque di non dare in escandescenze, conoscendo bene il suo
carattere irascibile.
“Mi calmerò quando gli impedirà di
insultare mio figlio! E’ lui la vittima e sono loro i delinquenti, che hanno
abusato di un innocente!!”
“Propongo una sospensione” – si intromise
Ramsy e Mayer accolse la sua richiesta.
Brent azzerò la distanza tra sé e
Laurie, che lo raccolse sul petto, per poi farlo quasi scivolare verso il
padre, che unì in quel gesto anche Louis, oltre modo emozionato.
“Venite ragazzi, andiamo a casa.”
TRE SIMPATICI SCATTI PER BRENDAN AND BRENT XD
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