lunedì 3 febbraio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 244

Capitolo n. 244 – zen


Preston arrivò nella saletta, sorridendo a Denny, seduto tra Hopper e Rossi.

“Bene …” – esordì il medico – “Abbiamo i risultati. Per i nominativi, che andrò a citare, non vuole dire essere idonei alla donazione: vi specificherò i motivi nel caso lo foste o meno … ok?”

I presenti annuirono.

Jared stava in un angolo, distante da chiunque.

Geffen lo sbirciava ogni tanto, mentre Dave, sulla panca affiancata a quella dell’avvocato, sembrava invitare tutti alla calma, anche senza dire niente.

Farrell rimaneva vicino a Jude, senza smettere di fissare il consorte, che non raccoglieva le sue suppliche ad un dialogo, così come con Shannon, oltremodo turbato dalla situazione e dal litigio avuto con Tomo.


“Procediamo” – riprese l’oncologo, alle cui spalle si era aggregato anche Mason, con Laurie.

“Glam, Christopher, Ivan, Jared e … e Jude, siete risultati compatibili” – ed arricciò il naso.

“Accidenti …” – sussurrò Geffen.

“Ora passiamo ai test di idoneità … Glam, mi spiace, il tossicologico ti esclude dalla possibilità di donare uno dei tuoi reni a Robert …”

L’avvocato tese i polsi verso Rossi, che lo scrutò un po’ perplesso.

“Puoi anche arrestarmi, credo …” – gli bisbigliò.

“La morfina che ti somministriamo si è rivelata il maggiore ostacolo …” – specificò Preston e Geffen ritirò le braccia.

“Ah quella … Ok David, come non detto” – concluse buffo e gli altri sorrisero, anche rincuorati al pensiero che restavano ben quattro candidati.


“Jared nel tuo caso hai un organismo un po’ fragile … Sconsigliamo l’espianto, senza contare che l’organo artificiale in sostituzione, potrebbe darti problemi di rigetto …”

“Sono da buttare, ma già lo sapevo” – sospirò ironicamente amaro, andandosene senza ascoltare repliche.

Farrell lo inseguì.


“Restano Christopher … Lui è positivo su tutti i fronti, ma Ivan rimane il soggetto migliore, ha un fisico in eccellenti condizioni, un sangue dai valori invidiabili e poi una resistenza agli effetti collaterali elevata … Ben più di Christopher …”

Ivan fece un cenno di assenso – “D’accordo, procediamo pure”

“Ed io?!” – Law scattò in piedi.

Preston sorrise a metà – “Jude anche per te nessun problema … Anche se”

“Perfetto” – lo interruppe ed inspirò, con un sorriso.

Si rivolse poi alla coppia, prendendo per le mani sia Chris che Ivan.


“Vi sono immensamente grato, per la generosità e l’altruismo dimostrato ragazzi, però … Lo devo fare io, assolutamente io, questo, per il mio Robert.” – sorrise ancora, poi guardò Preston – “Possiamo andare.”

“Come vuoi Jude, però la tua vita cambierà e”

“La mia vita è già cambiata, da quando Robert ne fa parte e non gliene sono mai stato abbastanza grato: forse lui non ne vuole più sapere di me, in fondo, forse mi detesterà, sapete?” – e con le lacrime agli occhi scrutò gli amici.

Geffen si sollevò, aiutandosi con il bastone in mogano.

“Robert ti ha sempre adorato Jude … Ed il tuo gesto, è così amorevole, che non potrà fare altrimenti, ne sono certo. Posso accompagnarti da lui? Ormai sarà sveglio, spero”

Scott diede conferma di ciò e con i due si avviò verso il reparto, dove Downey stava ascoltando ciò che Brendan aveva da dirgli, in merito alle ultime ore.

C’erano anche i figli dell’americano, appiccicati al vetro, che con le loro espressioni incoraggiavano il padre in tutti i modi.

Pamela teneva poi in braccio Camilla e Carmela a propria volta faceva lo stesso con Diamond: entrambe stampavano sul cristallo i loro disegni, con gli auguri di pronta guarigione.



“Jared fermati!”

Farrell lo bloccò contro ad un muro, ma bastò un’occhiata di Leto per farlo staccare dalle proprie braccia, che l’attore aveva afferrato deciso.


“STAVOLTA NON RISOLVERAI COLIN, STAVOLTA NON POTRAI FARE NIENTE PER FARTI PERDONARE!!” – gli urlò sul viso disfatto dalla mortificazione.

Farrell fece un passo indietro, prendendo fiato.

“Jay non esistono parole ed hai ragione, non esiste neppure un modo, per uscire da questo abisso, questa volta …”

“Come … Come avete potuto …?” – disse tremando il leader dei Mars, nella voce, nelle iridi, increspate di lacrime, nel corpo prosciugato da un dolore senza fine.

Aveva perduto tutto.
Aveva perduto Shannon.


“E’ stata una follia, Jared, non me la spiego altrimenti questa … Questa caduta nel baratro, questo abominio nei tuoi riguardi … Mi sentivo solo, disperato e Shan voleva unicamente parlare con me, era incazzato con Rice, insomma vorrei tu capissi che la colpa è solo mia”

Leto scosse la testa, mordendosi le labbra – “Non so perché tu lo stia facendo, Cole, però mio fratello ha le tue stesse responsabilità!” – ringhiò livido.


Tomo spuntò dall’ascensore laterale; era sceso a prendersi una rivista, anche per distrarsi dal magone che lo stava soffocando.

Vide prima Farrell e gli sferrò un pugno micidiale, in cui era concentrata l’essenza della sua rabbia.

Avrebbe ripetuto comunque lo sfogo anche con Shannon, appena gli fosse stato possibile e non certo in un luogo come quello.


Jared non si mosse di un millimetro, poi puntò gli occhi di Colin, che non reagì a quel colpo.


C“Io sono una puttana, vero Colin? Chiunque deve averlo pensato, vedendomi con Glam, in questa città o sull’isola, a Palm Springs od a Parigi, il gossip ci ha sguazzato per anni in questo nostro triangolo: la gente, là fuori, mi ha ricoperto di insulti, mentre invidiava unicamente la mia libertà, il mio orgoglio di amare ed essere amato, anche le mie stronzate … E tu, oltre ad umiliarmi, anche con Shannon, mi hai stuprato ad Haiti, rammenti?”

“Jared …” – ansimò rialzandosi, addossato alla parete.

“Te li sei portato a letto tutti, gli uomini che amavo … Da Glam, a Shan, passando persino per Kevin … Non so chi di noi faccia più schifo, chi sia più aberrante davanti ad un cuore puro come quello di Tomo, che tu e Shan non avete risparmiato da questo ludibrio … Io vorrei sparire, sai? … E consiglio di fare altrettanto anche a te, bastardo.”

Divorando le ultime sillabe, Jared abbandonò quel campo di battaglia.
Così Colin.



“Ivan …”

“Tesoro …” – il body guard strinse a sé Christopher, con dolcezza.

“Tu avresti fatto …” – disse il giovane, emozionato.

“So quanto Robert sia importante per te, piccolo e, anche se ne sono estremamente geloso” – sorrise – “… Lo avrei aiutato come meglio potevo”

“Sei incredibile” – e si commosse.

Boydon aveva ascoltato, oltre la soglia, che non ebbe la forza di varcare.

Vide Christopher finalmente felice, rassegnandosi al fatto che l’ex non gli aveva mai mentito a proposito di Ivan, sia su di lui come persona, sia sul fatto che si amassero profondamente.


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“Eri sincero, prima?” – Rossi gli porse il quesito, accompagnandolo con un bicchiere di caffè bollente, come piaceva a Geffen, che gli sorrise di rimando.

“Con Jude?”

“Certo …”

La pacatezza di Dave era confortante.

“Forse gli ho detto ciò che andava … detto” – ed aggrottò la fronte, sorseggiando quella brodaglia – “… Del resto è sempre stato il nocciolo del mio mestiere, David: giocare con le frasi, manipolando un po’ la realtà, per ammaliare la giuria o distrarla …”

“O farla sentire meno in colpa, come hai fatto con Jude?”

Glam scrutò la porta scorrevole, oltre la quale, con indosso una tuta sterile, Law si era precipitato da Robert.

Il suo Robert?
Glam se lo chiese mentalmente.

Suo o di Jude?

Questo era il centro di un mondo, che non esisteva più, corroso dal suo cancro e, forse, anche dal male di vivere, che aveva investito Downey, da quando si erano innamorati.




Le sue dita sembravano ancora più minute, tra quelle del compagno.

Rob arrise alla sua presenza, nonostante facesse fatica ad esprimersi con il sondino nel naso e tutti quei cavi, ai quali era stato attaccato, per un monitoraggio completo.

“Fa male?” – chiese Law, baciando i dorsi pallidi, quindi i palmi delle mani di Robert.

“No … Non sento nulla … Sono anche più leggero … Cuore e reni solo soltanto dei giocattoli” – scherzò, citando una battuta del celebre Frankestein Junior.

“Sembrerebbe così … Sai, temo di essere stato arrogante, per l’ennesima volta, Rob”

“In che senso?” – quasi si accigliò.

“Nel senso che ho impedito agli altri candidati di donarti uno dei loro reni … Ed ho preteso che toccasse a me, senza chiederti un parere … Senza neppure chiederti se tu la vuoi fare questa operazione, angelo mio …”

C’era disperazione in lui, un’amarezza sconfinata, ma Jude era consapevole che non sarebbe stato sufficiente fargli pena, per avere il perdono di Robert.


“Farai … parte di me …”

L’inglese annuì, tamponandosi gli zigomi con i polsini di quello scafandro verdognolo.

Indossava anche una mascherina ed una cuffia piuttosto ridicola.

“Sembri un pasticcere pazzo, Judsie …” – rise.

“Avremo gli stessi problemi di salute, credo … Ed inoltre potremo scambiarci le medicine, lagnarci in coro Rob …” – singhiozzò piano.

Downey inspirò, riprendendo un bel colorito.

“Ed invecchiare insieme, Jude”

Si guardarono.

“Mi vuoi sposare Robert?”

Era seria la sua proposta.

Downey rimase in silenzio, ma la sua espressione era colma di tenerezza.

“Oppure vuoi andare via con Glam? … Posso capirlo” – e sorrise, anche se da sotto quella barriera, si poteva solo intuire lo stesse facendo.

“Via con Glam …?” – ribatté assorto l’americano.

“Tu lo ami ancora e perderlo … Non so neppure cosa sto dicendo, ma tu hai capito, vero?”

“Certo Jude … In un certo senso, lui ed io ce ne siamo già andati … Abbiamo camminato, ci siamo aspettati, siamo persino fuggiti … da noi stessi … da te e da me, tesoro … Dal nostro amore, dalla nostra unione … Da quanto nessuno avrebbe avuto il diritto di infrangere: rammenti le nostre promesse?”

“Una ad una, però tu le hai rispettate, mentre io”

“Abbiamo commesso degli errori, Jude, ma per tanto che tu mi abbia deluso o tradito, non ho mai smesso di amarti … Questa è la verità”

“Forse mi sono illuso di rimediare con questa mia iniziativa, che non è un sacrificio, sia ben chiaro, ma …” – esitò.

“E’ un segno Jude? E’ il nostro destino, rimanere vincolati, anche se ci lasciassimo? Con un altro o soli, distanti o nel medesimo quartiere, ad una lieve fitta, nella schiena, penserò che anche tu l’abbia sentita e viceversa?”


“Voglio che tu viva … E che tu possa decidere in quale modo, però in salute e farò il possibile perché ciò avvenga, Robert: con o senza di me al tuo fianco. Accetterò ogni cosa …” – ed il fiato gli morì in gola.


Downey sorrise, portando le mani di Law sotto la propria casacca, all’altezza del cuore.

“Tu sei qui … E ci sei arrivato ben prima di qualsiasi trapianto: non ti manderò via. Io non lo farò mai più, Jude.”











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