Capitolo n. 1 – nakama
Robert si allacciò
lento, i bottoni della camicia, sedendosi sul bordo di quel letto, rimasto
intatto, come il loro abbraccio.
Casto, intimo.
Faceva caldo,
nonostante l’aria condizionata della suite.
Geffen rispose ad un
sms di Kevin.
Il suo ex, uno dei
tanti, era appena rientrato a Los Angeles, dopo un breve tour in Florida, al
seguito di una band di scapestrati.
In forma eccellente, il
colorito acceso, su cui spiccavano dei nuovi tatuaggi, il bassista non si era
limitato ad inviare un messaggio, ma aveva allegato, appunto, anche una propria
foto recente, a bordo di una motocicletta nuova fiammante.
L’avvocato sorrise,
guardando poi la figura perfetta di Downey, che gli dava ancora le spalle.
Avevano semplicemente
parlato, in un’armonia rinnovatasi, quasi per incanto.
“Con Jude ora va una
meraviglia … Battibecchiamo, ci
divertiamo, facciamo l’amore”
“Ne sono felice Rob”
“Mi spiace per la
cerimonia, io ti faccio volentieri da testimone, ma lui … ecco”
“Nessun problema” –
Glam si alzò, sistemandosi l’orologio al polso ed un bracciale, intrecciato da
Lula; non se ne separava mai.
“E con Jared, come va?”
– si sollevò anche lui, guardando Geffen, mentre si annodava la cravatta.
“Sempre uguale, se ti riferisci
al nostro mondo tra le lenzuola” – sorrise, poco convinto ed assorto – “… Il
suo trauma non è semplice da superare: durante il coma ha provato un’ansia
profonda, nel rivedere in sogno chi aveva abusato di lui”
“Ed il suo corpo,
reagisce ancora con un rifiuto?”
“Sì Robert” – inspirò –
“… ci vuole pazienza, ma l’importante è che sia tornato tra noi, del resto sta
guarendo bene, almeno fisicamente: me lo faccio bastare”
“Non ti ho mai chiesto
se Colin lo sa”
“No” – replicò fermo –
“Jared mi ha chiesto di non dirglielo e quando hanno parlato della separazione,
ancora a Parigi, lui glielo ha taciuto”
L’attore scosse il capo
leggermente brizzolato – “Non so Glam … Tu sei sempre stato un uomo così focoso
e virile”
“Saprò rispettare i
suoi tempi e poi, Rob, onestamente, a più di sessant’anni, forse, anch’io sono
pronto a darmi una calmata ed a vivere questo legame in un modo diverso” –
spiegò sincero e sereno.
“Spero che nulla ti
faccia cambiare idea … Anzi, che nessuno ci riesca, credimi.”
Lux faceva finta di
leggere il menu del Dark Blue, da almeno dieci minuti, spiando oltre quella
brochure gli sguardi tra Harry e Louis, ospite di entrambi, per festeggiare la
propria laurea.
Boo era al settimo
cielo e non riusciva a stare zitto, raccontando di come fossero andate le cose,
nonostante Styles fosse presente all’evento, con estremo orgoglio.
Praticamente tale e
quale all’imbarazzo di essere allo stesso tavolo con Vincent.
Andavano a letto
insieme, da mesi: non erano più riusciti a smettere.
Brent raggiunse il
fratellino, abbracciandolo come se fosse un cucciolo, dandogli baci e
regalandogli sorrisi, nonché congratulazioni.
Brendan stava per
aggiungersi a loro, con Hugh e Jim.
Petra e Nasir stavano
giocando sul tappeto musicale, nell’area giochi, destinata ai piccoli, un’idea
di Tomlinson Jr, in prospettiva di un’adozione, ormai prossima, anche per lui e
Laurie.
“Quando mi ha tirato in
ballo l’argomento, sono caduto nel panico! Poi mi sono ricordato di un
dettaglio ed ho iniziato a sciorinare tutto quanto mi venisse in mente!”
“Sapevo che te la
saresti cavata alla grande mon petit” – disse sorseggiando un aperitivo il
francese, con dei gesti poco rilassati.
Brent lo notò, almeno
quanto la sottile tensione, che percorreva le movenze di Harry: ciò nonostante,
l’ex capitano pensò alla loro antica rivalità, mai sopita, apparentemente.
I Laurie e Mason si
palesarono, finalmente, portando un po’ di confusione, alla quale si
mescolarono i discorsi dell’affarista, che sembrò tirare un respiro di
sollievo, appena li vide.
Jim aiutò Hugh a
togliersi una giacca in lino, tutta stropicciata, il che innescò le battute
acide dell’analista, alle quali il consorte non faceva più caso da un pezzo.
L’oncologo gli diede
una carezza sulla schiena, poi posò un bacio nel collo di Laurie, mormorandogli
– “E su brontolone, vedi di smetterla e di non fare il guastafeste” – poi rise,
aggiungendo un “ti amo” così intenso e dolce, da fare divenire paonazzo il
sarcastico coniuge, che, con lui, doveva sempre arrendersi.
“Bene, che ne dite del
matrimonio del secolo?” – esordì Hugh, incapace di arrendersi alla propria
ironia.
“Ci saremo tutti … o
quasi” – disse piano Styles.
“Infatti, giusto Colin
e Taylor hanno preferito tirarsi fuori” – sottolineò Brendan, assaggiando le
tartine al salmone.
Lux versò un secondo
giro di champagne – “Doveva accadere prima o poi … Glam e Jared si sono sempre
amati come pazzi”
“Confermo!” – sentenziò
Hugh – “Lo sono, a pieno titolo!” – e scoppiò a ridere, senza badare al calcio
ricevuto negli stinchi da Mason, che gli ringhiò – “Sono tuoi pazienti, che
modi!”
“Uh non facciamola
lunga, del resto raccoglierò i brandelli del prossimo disastro, vediamo, mmmm
fra non più di tre settimane, che ne dite? Luna di miele, crisi esistenziale di
Leto”
“Basta Hugh, ma cosa ti
prende oggi?” – lo ammonì il compagno, seriamente.
“Ok, la smetto, era per
fare un po’ di gossip con le ragazze!”
Tutti risero.
Shannon gli pettinò i
capelli, come ad una bambola.
Jared ne aveva lo
sguardo un po’ vitreo e perso nel vuoto, mentre il fratello si prendeva cura di
lui, come in ospedale, per almeno tre settimane, dopo il suo insperato
risveglio.
Quel defibrillatore, la
sua ulteriore ed ultima stimolazione, indotta da un medico, che aveva perso
completamente le speranze: lui sì, ma non Glam e tanto meno Colin, appiccicato
a quel vetro, ad urlare il nome del compagno di una vita.
Del suo amore più vero
ed incredibile.
Farrell appena vide le
palpebre di Jared schiudersi, perse un battito e capì, da come Leto stava
guardando Geffen, che era tempo di lasciarlo andare.
Di lasciarli liberi.
Da sé, così
ingombrante, all’improvviso e responsabile, secondo Constance, di avere
arrecato l’estremo danno al proprio adorato figlio.
Certo il ritorno di
Jared nel mondo dei vivi, portò una gioia sconfinata, ma qualcosa si era
spezzato ed il discorso, che l’irlandese affrontò, appena il cantante si fu
ristabilito, anche se non del tutto, fu doloroso, ma necessario.
“A cosa pensi, Jay?” –
domandò improvviso il batterista, riponendo la spazzola nel cassetto di un
cassettone, all’interno della camera dei futuri signori Geffen Leto.
Quel pensiero lo
impressionava un po’.
“A niente … No, cioè, al
tempo che starà facendo a Boston … Forse piove”
“Boston? … Dove sta
girando Colin?”
Jared si voltò a
fissarlo – “No, dove Cole, forse, si sta innamorando di nuovo … Ma di un altro”
– e sorrise un po’ smarrito.
Poi andò a
rannicchiarsi su di un divano, davanti alle vetrate trasparenti ed all’inglese.
La caviglia gli doleva
ancora parecchio.
“Jay, cosa ti prende?”
“Non posso pensare?
Avresti preferito avere a che fare con un vegetale?” – obiettò polemico,
diventando più aspro, anche nello sguardo.
“No, ma che cazzo ti
inventi?!” – bissò brusco il più anziano, avvicinandosi.
“Rifletto … E’ un
periodo particolare, Colin ha firmato le carte del divorzio, senza battere
ciglio ed io oggi mi sposo con Glam … Finalmente”
“E non ne sei felice?”
“Per Glam sì, realizzo
un suo sogno, ma per Colin … Forse sono unicamente amareggiato, perché lui ha
scelto Taylor, quando eravamo a Parigi, mentre io ero ad un passo dalla morte …
non so” – e scrollò le spalle magre, come il resto di lui.
“Se non sei convinto,
dovresti rimandare la cerimonia, ponderare le tue aspettative e”
“Dio, ma come parli
Shan?!” – e rise vigoroso.
“Pensi che io sia un troglodita?
In fatto d’amore so più di tutti voi messi insieme!”
“Già … Ne hai passate
tante anche tu … Ma la puttana di famiglia sono rimasto io” – ed inspirò,
cercando delle pillole nella tasca dei jeans.
“Cosa combini adesso?”
“E’ l’antidolorifico …
è innocuo”
“Non ne sono convinto
Jay”
“Lasciami in pace, con
i miei anni, i miei acciacchi, le mie pasticche” - e rise più distante, come se si fosse
allontanato.
In un mondo tutto suo.
La lingua di Harry era
succosa, i suoi ansiti un volteggiare di falene, verso la luce, che le avrebbe
annientate.
Così il suo matrimonio
con Louis, se questi li avesse scoperti.
Ora baciarsi, anche in
posti un po’ squallidi, come i bagni del locale di Boo e Brent, era divenuto un
atto irrimandabile.
Lux se lo era ritrovato
lì, mentre si lavava le mani ed i polsi.
Styles glieli afferrò,
portandoli sopra alla testa di Vincent, per bloccarlo contro la parete e
baciarlo.
Baciarlo con
insistenza, con caparbietà.
Come se lui avesse una
chance, di scalargli dal cuore il ricordo di Louis.
Perché, in fondo, era
quello il nodo da sciogliere, ma Haz non lo avrebbe ammesso mai.
“Vengo da te, dopo?” –
gli ansimò il giovane tra le labbra, mordicchiandole, succhiandole avido ed
esigente.
“Se vuoi … se ci
riesci”
“Se tu vuoi, Vincent,
io ci riesco benissimo” – lo freddò, spietato nelle iridi tremolanti ed
arrabbiate.
Ora era lui quello
sbagliato, perché Boo rigava dritto.
Tomlinson era un
coniuge fedele ed un genitore attento e premuroso.
Studiava e lavorava,
coadiuvando Harry nel mantenimento del loro nucleo, al meglio, senza più ombre.
“Fai come credi, io
sarei rimasto con Boo, se fossi stato al posto tuo” – e fece per andarsene,
senza voltarsi indietro.
“Ti piacerebbe, vero?!”
– gli urlò piano tra le scapole, ma Lux non gli diede la soddisfazione di
proseguire in quell’inutile massacro.
Law si massaggiò la
pelle ai lati del naso, dopo essersi sfilato gli occhialini.
Chiuse il pc e scrutò
Robert, mentre questi si stava cambiando, a metà tra la cabina armadio e la
soglia della medesima, illuminata da una ventina di faretti alogeni.
“Wow che eleganza … Hai
preso le fedi?” – chiese con un sorriso.
Downey lo puntò, con
dolcezza – “Sicuro di rimanere a casa?”
L’inglese annuì –
“Sarebbe come fare un torto a Colin, io non ci riesco, mi dispiace”
“Sì, ti capisco”
“In parte è strano, sai
Rob? Tu e Jared eravate in piena lite prima che lui” – e si interruppe,
mordendosi le labbra sottili.
“Acqua passata”
“La Senna si è portata
via rancori, tradimenti … l’amore” – e rise senza alcuna allegria.
“Quello tra Jared e
Colin, intendi?”
“Sì … anche … Non
dimenticarti di Taylor e Richard … Non penso che meritasse un trattamento
simile, dopo avergli chiesto di sposarlo, senza contare il divorzio dalla
moglie … Povero ragazzo”
La bottiglia di gin era
a metà, ma lui non ancora abbastanza sbronzo.
“Ricky, ma che diavolo
stai facendo?!”
Glam gli si precipitò
vicino, per sorreggerlo.
“E lasciami perdere
papà!”
Stava ridendo e
piangendo, confuso, svilito.
Erano in mansarda,
mentre gli invitati iniziavano ad arrivare in spiaggia, dov’era stato allestito
un gazebo ed un semicerchio di poltroncine in vimini e divanetti in tono.
“Ti ho chiesto di farmi
da testimone, credevo di potere contare su di te” – lo rimproverò deluso il
legale.
“Mi scuserai” –
biascicò, la postura incerta contro un davanzale, la parlantina zoppicante – “…
se non sono in vena di festeggiare …!”
“Ti dovrai riprendere,
invece, maledizione! Ci siamo passati tutti, non farne un dramma!”
“L’ex del tuo futuro
sposo, mi ha soffiato il fidanzato e tu non hai fatto un bel niente, paparino
adorato!” – esplose.
Geffen allargò le braccia,
esausto – “E cosa avrei dovuto fare, secondo te?”
Richard rimase zitto,
le lacrime a salargli gli zigomi e la bocca, fremente di nervosismo.
“In realtà, tu hai
commesso un errore di valutazione, in merito a Michael: di sicuro non ti
aspettavi una simile … rappresaglia, io questo lo riconosco, Ricky”
“Io … io mi sono
comportato come fai tu, papà … Sono così simile a te, da averne paura e … e
Michael me lo ripeteva spesso … in un certo senso mi disprezzava, per questo”
“Ti sei innamorato di
Taylor ed hai dimenticato Michael, sei andato oltre, cosa c’è di male, me lo
spieghi?!” – ribatté alterato.
“No … Non dopo quanto
gli dicevo … Le parole hanno un peso, i gesti anche di più, sai?” – e si
accasciò sul pavimento.
“Mi dispiace per come è
andata a finire … Con entrambi”
“Mi do una ripulita e
scendo: non ti farò fare brutte figure, papà … Non oggi” – e si rialzò a
fatica.
Geffen lo aiutò, poi lo
strinse a sé, raccogliendo il suo pianto, dopo quello sfogo così pungente e
critico, nei suoi riguardi.
Colin gli stava vivendo
dentro, come una colata di fuoco, bollente, quanto la scia di baci, che dal
petto di Taylor, saliva al suo mento, sporgenza deliziosa, di quell’ovale
voluttuoso ed incantevole, che si inebriava di lascivia e di tutte le
attenzioni del più maturo amante.
Andava avanti così
dalla sera precedente, con brevi pause, durante le quali Farrell continuava a
guardarlo, senza dire nulla, anche se i suoi quarzi raccontavano molto.
Anche cose, che a
Kitsch non piacevano affatto.
La malinconia per Leto,
ad esempio.
Anzi, esclusivamente
quello, era il particolare, che non sarebbe mai sparito dalla mente di Colin.
Una
vita insieme.
Un
esercito di figli.
Le stilettate di quel
giornalista in erba, su L.A. News, fendevano le pagine online ed in edicola,
vendendo migliaia di copie, perché il divorzio Farrell Leto era stato un
fulmine a ciel sereno.
La vendetta, poi, per
Michael, di vedere Richard piantato in asso, in quella maniera, sotto la Tour
Eiffel, l’avrebbe ripagato di tutti gli insulti ricevuti da Geffen jr, a suon
di querele.
Inconcludenti.
Taylor non poteva
tirarsi fuori da quell’uragano: i sentimenti per Farrell, avevano sbiadito,
frantumato quelli per Richard e lui doveva pagarne le conseguenze anche a
livello mediatico.
Che lo volesse o meno.
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