lunedì 6 luglio 2015

NAKAMA - CAPITOLO N. 2

Capitolo n. 2 – nakama



I passi di Jared furono incerti, per i primi tre metri, ma lo sguardo rassicurante di Geffen, che lo teneva per mano, riusciva a farlo sorridere, finché il compagno, con un gesto allegro, lo prese in braccio, portandolo sino allo sgabello alto, dove Leto si accomodò, con al suo fianco il futuro sposo, rimasto in piedi, a guardarlo ancora, adorante.

“Grazie Glam” – gli sussurrò il cantante.

Viveva della sua gioia, della sua attenzione, così focalizzata su di lui, mentre il mondo intorno spariva.

Eccetto che nel suo cuore, sezionato e rimodellato, negli anni, da tante emozioni, da sbagli, da decisioni, a volte affrettate, a volte prese per pura disperazione interiore.

Quel suo animo sempre in burrasca, era ciò che Geffen amava.

L’avvocato lo aveva detto a Ruffalo, ora tra gli invitati, seduto tra Niall e Jimmy, mentre Tim teneva in braccio Layla ed Horan il piccolo Thomas, Scott sembrava assente e Kevin restava poco distante, ad osservarli, sorseggiando il quarto drink alcolico della giornata.

Oppure era già il quinto?




“A quest’ora sarà tutto finito … forse”

La voce di Taylor spaccò l’aria, tra lui e Farrell, intento a prepararsi, per andare sul set.

“Come scusa?” – gli domandò distratto l’irlandese, allacciandosi la cintura.

Doveva farci un ulteriore buco, pensò; continuava a dimagrire.

“La cerimonia, intendevo” – e gli sorrise timido, rannicchiato su di una poltroncina della suite, che l’altro aveva occupato dall’inizio delle riprese.

Un posto davvero lussuoso.

“Non saprei, ma non credo … E’ ancora presto” – e tossì, cercando l’orologio tra i cuscini.

Kitsch glielo faceva sempre togliere, perché si impigliava ai suoi capelli piuttosto lunghi.

In un certo senso il ragazzo provava a somigliare a Jared, senza neppure rendersene conto.
Anche nel vestirsi.

Colin, ora, lo stava fissando.

“Te ne starai lì sino a stasera, a rimuginare sul mio ex?” – e rise, un po’ forzato.

“No, Colin, no … credimi”

“Ne faresti volentieri a meno, lo so, me lo hai detto … Eppure Jay farà parte della mia vita per sempre, come padre dei miei figli almeno e questo non posso annullarlo od impedirlo” – disse pacato.

“Certo, non lo vorrei neppure io”

“Ok … Che dici, andiamo? Oppure fai un giro in centro e ci ritroviamo qui per cena, come al solito?” – e gli si avvicinò, dandogli un bacio sulla guancia sinistra.

“Ho delle commissioni da fare e poi domani giro anch’io … finalmente” – e sorrise, con la testa altrove.

Stava mentendo: voleva starsene un po’ da solo.

“Sì, sarà un gran giorno, il regista vuole già darti più spazio ed io approvo a pieno, sai scricciolo?” – e lo tirò su, dandogli poi un lungo bacio.

Ed un arrivederci.




Geffen, con le nocche della mano destra, gli sfiorò gli zigomi, amandolo in ogni sguardo ed ogni singola parola, che si apprestava a pronunciare.

“Sai Jay, essere arrivati qui, oggi, è davvero incredibile, come il nostro passato ed il presente: conosco poco del futuro, però posso dirti che ci siamo sposati già diverse volte e tu lo sai, così che andrò incontro al domani insieme a te, se me lo permetterai” – sorrise emozionato – “… Ti ho visto crescere, Jared, ti ho visto diventare padre, ti ho visto ridere e piangere e sì, me ne rendo conto, che sto parlando più come un genitore, che come un amante, però so di essere anche questo, per te, il che mi riempie di orgoglio, conoscendo il tuo valore e la bellissima persona che sei, quando gli altri hanno bisogno di te ed io ne ho avuto parecchio” – rise composto, ma solare – “… ed io ti chiedo di diventare la mia anima, con questo anello, di diventare il mio cuore, di donare ad entrambi la tua luce, la tua purezza, le tue scelte … Ti amo così tanto, amore mio” – e fissò la fede all’anulare di Leto, che sembrava avere esaurito l’ossigeno, nell’ascoltarlo.

Il leader dei Mars prese la vera dal cuscino, che Isy teneva sollevato, con un’espressione compiaciuta e partecipe.

Jared la scrutò, perdendo un battito.
Poi volse i suoi zaffiri a Lula, che annuì.


“Tu Glam sei … il mio immenso … Grazie, per ogni cosa … ogni cosa” – quasi sussurrò, ma la sua voce era limpida, cristallina.

“Tesoro tutto bene …?”

“Sì Glam” – e gli mise l’anello, dandogli poi un lungo bacio.

Un’esplosione di coriandoli, bianchi e dorati, quindi un applauso fragoroso, rimasero l’immagine di quell’istante, ripreso da telefonini e persino un drone, che L.A. News fece volare sulla proprietà di Geffen, senza che nessuno potesse impedirlo.




Colin accostò, infastidito dalle numerose notifiche di Twitter, dove si era iscritto di recente, su insistenza di Yari, che amava comunicare con lui in quel modo.

Pessima idea.

Le istantanee di Glam e Jared, raggianti dopo il sì, stavano intasando la sua bacheca, anche con messaggi sgradevoli.

La celebrità aveva sempre due volti.

Farrell ringhiò a denti stretti, facendo scorrere il dito sul visore, aprendo un allegato dopo l’altro, come pugnalate, percepite al centro del petto – “L.A. news, di nuovo loro … maledizione!”

Il rispetto della sua privacy era andato in malora da un bel pezzo.

Le fazioni pro Glam o pro Colin e viceversa, si arricchivano ogni giorno di nuovi fans.

Ci sarebbe stato da ridere, se fosse stata una trovata pubblicitaria, ma, purtroppo, nulla era più distante dalla realtà.

Jared si era sposato con Geffen.

§ Lo squalo avrà perduto lo smalto dei primi tempi, però rimane ancora un tipo da copertina, da fare girare donne e uomini per strada: ammiratelo nel suo completo Armani, sembra persino ringiovanito: amare Jared Jospeh Leto richiede una notevole prestanza fisica, lo saprà bene il suo ex, Colin Farrell, assente all’evento, di cui vi forniamo le immagini, in esclusiva, perché impegnato in un nuovo film.
L’ufficio stampa di Farrell, a gentile richiesta, ha fornito questo semplice dettaglio, senza aggiungere dichiarazioni dell’irlandese, che possiamo immaginare, anche da soli. §


“Questo Michael è davvero un pezzo di … Ma che cazzo sto facendo, parlo da solo, miseria!” – e sbuffò, spegnendo il palmare.

Dopo un secondo lo riaccese, con stizza.
Prese un lungo respiro e poi azionò la videocamera.

“Ciao Jay volevo farti le mie congratulazioni … Gli sciacalli di nostra conoscenza si sono premurati di farmi avere il tuo album di nozze in anticipo, ma sai una cosa amore?” – e si morse le labbra, perché gli era scappato così, quell’insieme di sillabe, così naturali, quando parlava di Leto.

“Ecco, a me ha fatto piacere invece … E ti auguro, anzi VI auguro il meglio e tu sai che non sto mentendo, ne abbiamo già parlato a Parigi …”

Ancora un po’ di fiato, ad inondargli i polmoni e la gola arida.

“Ora devo andare Jay, il led rosso sta lampeggiando, manca pochissimo alla fine di questa penosa clip … Mi manchi e … e vorrei”

Stop.

Tempo scaduto.

Nessuna estensione di memoria, nessun tempo supplementare.

Colin il proprio  tempo, accanto a Jay, lo aveva esaurito, senza saperne costruire di nuovo.

Di migliore.
Almeno così sembrava.




Downey gli si accostò, portando due bicchieri di champagne quasi colmi.

“Di più non ce ne stava” – disse ridendo, porgendone uno a Ruffalo, che gli sorrise, accogliente.

“Ciao Robert oh grazie, ne avevo giusto bisogno, con questo caldo”

“Lo immaginavo …” – fece una pausa, appoggiandosi alla balaustra del secondo piano – “… ti ho visto qui tutto solo … come me del resto”

“Già … Jude si è tirato fuori, con eleganza?” – domandò scrutandolo, attratto istintivamente dalla sua avvenenza, ancora intatta ed ancora più carica di fascino.

“A quanto pare sì … Una parte di me sperava che si palesasse, magari ripensandoci, però mio marito è coerente con sé stesso, devo riconoscerlo”

“Marito?”

“Ops, sì, lo so, ufficialmente siamo ancora divorziati, però entro il prossimo Natale ci risposeremo” – rivelò senza eccedere nei toni.

Era qualcosa di così intimo, quel rinnovarsi le promesse, che Robert non voleva condividerlo con nessuno, quasi per scaramanzia.

“E’ … strano” – anche Mark rise, perplesso – “… Hai fatto da testimone a Glam, che pochi mesi fa era, lui sì, tuo marito … Non so, lo dico perché è come una girandola di relazioni e resta tutto in famiglia” – osservò, ma senza causticità.

“Come in una soap?” – replicò un po’ teso Downey.

“No, come in un gioco perverso” – bissò schietto l’amico.

L’artista incassò, riflettendo poi per un istante.

“Tu prima eri accanto a Niall … e Tim, con i loro cuccioli …”

Ruffalo sorrise, sorseggiando tranquillo il suo nettare preferito – “Come vedi è contagioso, questo gioco … Ma sai, Rob, io non provo astio verso di loro, anzi”

“Ma neppure io verso Glam e Jared” – puntualizzò serio uno degli Holmes più mitici della storia del cinema.

“Sicuro?” – incalzò divertito il prof – “Verso Geffen posso anche crederti, ma Jay …”

“E’ stato lui a dirtelo? Prima dell’incidente?”

“No …” – anche Mark si ricompose – “… Jared era provato da molte contraddizioni, dal suo eterno barcollare tra Glam e Colin … Che lo abbia dimenticato io non ci credo, sai?”

“E’ impossibile. Il primo ad esserne consapevole è Glam”

“A lui piacciono le sfide …” – mormorò, rivolgendo lo sguardo giù, verso la zona allestita da un catering principesco, dove le figure dei coniugi Geffen Leto, spiccavano tra un gruppo di amici, parenti e colleghi, alquanto selezionato.

“Solo due cose possono farlo crollare: perdere Lula e l’amore di Jay …”

Ruffalo scosse il capo – “E tu non fai parte dei suoi talloni di Achille, Robert? No, non ci credo”

“E’ una vita passata, è il nostro ieri, nessun rimpianto, nessun rimorso … Che tu ci creda o meno.”




Kevin gli diede uno strattone, non per caso e poi lo afferrò per il busto esile, onde evitargli una probabile caduta, tra il buffet dei dolci e le specialità vegane.

“Ehi Jimmy, non ti reggi in piedi?” – lo canzonò il bassista, in maniera molesta, tipica di chi aveva alzato il gomito.

Scott stava parlando con Glam ed entrambi notarono quella scena, poco edificante per il papake di soldino.

“Ma che cavolo! Cosa diavolo vuoi, Kevin?! Non sono stato abbastanza chiaro nella mia ultima e-mail?!”

“E non fare il difficile” – ridacchiò il musicista, prendendo altro vino rosso, da un vassoio di passaggio.

“Piantala, cazzo!” – sibilò il ragazzino – “Anche di mandarmi messaggi a qualsiasi ora del giorno e della notte!”

“E’ proprio lì, che ti penso, nei momenti … notturni Jimmy bello” – e provò a dargli un bacio nel collo.

Il transito di diversi camerieri, impedì a Scott di vedere quell’avance sfacciata ed inopportuna e quando il campo visivo si sgombrò di intrusi, Jimmy era sparito, mentre Kevin imprecava nel vuoto, facendo scattare l’intervento di Glam.




Jared salì alla propria camera, per una doccia e per chiudere i bagagli, destinazione ignota.

Si era imposto di non accendere il cellulare, almeno per quella giornata speciale, ma la tentazione era troppo ingestibile.

Pregava di trovarvi anche solo un pensiero da parte di Colin.

Il file video, che si affrettò ad aprire, rifugiandosi nel bagno, come un ladro, lo stupì clamorosamente.

Compose il numero di Farrell, poi annullò.
Ricompose e riannullò.

“Nemmeno fossimo degli adolescenti” – pensò ad alta voce, poi digitò la sequenza di cifre, provando a smetterla di tremare.

C’era la segreteria.

“Cole ciao … Ho … ho visto la tua clip … Era tagliata, fai sempre pasticci” – rise, inghiottendo un singulto di commozione vivida – “… Ok ti farò da regista, la prossima volta ora sono in partenza … Quando arrivo, ti faccio sapere, perché non so dove mi porterà Glam, dice che … dice che è una sorpresa … Ti voglio bene Colin e ti abbraccio forte, ci vediamo al mio ritorno, così … così parliamo un po’, ok? … E salutami”

BIP!

Tempo scaduto.

Anche per lui.






 TAYLOR





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