Capitolo n. 127 – life
I suoi capelli erano
ricresciuti in fretta; a Jared succedeva sempre così.
Idem la sua barba, che
prima di uscire a mangiare il sushi con Mark, il cantante aveva curato un
minimo, facendosi anche una doccia, nel loft del docente.
Camminavano fuori dal
ristorante, dove alcuni ambulanti avevano allestito delle bancarelle di libri,
cianfrusaglie e dischi.
Su questi si concentrò
l’attenzione del leader dei Mars, assorto in una scelta, per la quale Ruffalo
gli si affiancò, sfiorandogli il dorso della mano destra, con un brivido a
pervadergli la spina dorsale.
Innamorarsi di Leto
sarebbe stato così semplice, ma Jared non voleva questo e lo guardava con aria
serena, fiduciosa, perché Mark non lo avrebbe fatto soffrire, ne era certo.
Unicamente come amico,
comunque.
Appena a casa, il 33
giri fatto suonare su di un vecchio giradischi Pioner, una reliquia rivelò
Ruffalo sorridendo, dandogli le spalle, il front man affrontò un discorso, che
gli si rimescolava dentro da ore.
Era mezzanotte.
“Siamo stati bene
questa sera Mark …”
“Assolutamente sì” – e
tornò a guardarlo, con quella dolcezza che infondeva tranquillità.
“Volevo parlarti,
soprattutto dopo la telefonata di Colin”
“Ti ascolto” – e si
accomodò al suo fianco, sul divano.
“Mi chiedevo se … Se tu
ed io potessimo diventare davvero qualcosa che manca alla mia vita … Una
complicità limpida, senza compromessi, senza trascendere, perché io finisco
puntualmente a letto con”
“Ehi, aspetta, non
correre” – rise bonario, ma aveva il cuore a mille – “… Perché non inizi ad
imparare ad amarti un po’ di più, Jared?”
Leto non se
l’aspettava.
Sorrise.
“Non ci riesco, a
quanto pare, per come sono ridotto”
“In te c’è così tanto
amore, peccato non riuscire a distribuirlo in maniera equilibrata e qui non sta
parlando il doc, eh!” – puntualizzò simpatico.
“Ok …”
“Colin è terribilmente
innamorato, geloso come nessuno, penso lo sia anche Geffen, però non sono mai
riusciti, temo, a farti sentire in armonia con te stesso, realizzato in ciò che
loro costruivano per te”
“Hanno lavorato sodo,
anche per distruggermi … Persino Glam, che mi adora e non mi ha fatto le cose
che” – e si irrigidì a quei ricordi scomodi.
“Non devi parlarmene,
se non vuoi”
“No è che … Ti darei
un’immagine di Colin talmente negativa e lui non è così … Sono state le droghe,
l’alcol, i farmaci antidepressivi … Lo avevo abbandonato e lui mi ha … Cioè …”
– le sue iridi tremolarono, sature di lacrime, all’improvviso.
“Ti ha fatto del male?”
Jared annuì, rosso in
volto.
“Vado a rinfrescarmi,
ho un caldo, posso Mark?” – e scattò in piedi.
“Certo, questa è anche
casa tua”
Ruffalo era sincero.
Il loro stava divenendo
un sodalizio, che entrambi non avrebbero mai neppure immaginato fattibile.
“Ti ringrazio … Posso rimanere
qui?”
“Nessun problema, ti
preparo la camera degli ospiti”
“A me andava bene anche
il sofà, è comodo” – sorrise impacciato.
“Come preferisci Jared,
te lo ripeto, non farti problemi: sono felice se tu resti, poi domani avrete
tutti le idee più chiare, intendo tu, Colin, probabilmente anche Glam” – rise,
arrampicandosi, ora, un po’ sugli specchi del suo smarrimento.
“Su te e me, io le ho
già …” – e lo abbracciò caloroso e fragile – “… spero di non deluderti Mark”
“Non accadrà … Ora vai
a cambiarti, ok?”
“Ok … buonanotte, ci
vediamo a colazione” – sorrise timido, poi sparì nel corridoio.
Ruffalo lasciò scorrere
nell’aria le note jazz, senza interrompere quell’atmosfera così strana.
Così bella.
Taylor schiacciò
l’ennesima sigaretta, nel posacenere dimenticato in terrazza.
Faceva caldo e stare
vicino a Richard non era semplice: non dopo quanto, il primogenito di Geffen,
gli aveva appena detto.
“Potresti tornare di
là, Tay, tornare da me?” – chiese apparendo sulla soglia delle porte a vetri scorrevoli.
“Perché invece, TU non
torni da TUA moglie? Cosa ci fai ancora qui?”
Una domanda contro
un’altra domanda.
Secca, aspra, buia,
come l’oscurità, che lambiva le loro sagome tese e statiche in un seccante
imbarazzo.
Avergli detto di lui e
Michael, era stato un pessimo esercizio di sincerità, da parte dell’architetto,
che si decise ad azzerare la distanza.
“Non toccarmi” – lo
frenò brusco Kitsch – “… Non farlo, per favore”
“Io vorrei solo
spiegarti come sono andate le cose ed il motivo per cui mi sono fermato da te!”
– sbottò inquieto.
Taylor lo scrutò,
gelido – “Lo sapevo che lo avresti cercato, per scopare, ricordando i vecchi
tempi, anche se non penso sia stato nulla del genere: Michael è una creatura
preziosa, vero? Uno serio, giusto?!”
“Lui è stato
importante, non te l’ho mai nascosto e poi sì, non ho resistito, volevo
incontrarlo, dirgli addio”
“Ma se ti aveva
lasciato, cazzo!!”
“Lo so Taylor … Lo so
quello che Michael mi ha fatto, non certo per colpa sua, anzi, ne aveva pieno
diritto: ho deluso ogni sua aspettativa”
“Lo fai con tutti, a
quanto pare” – ribatté acre.
“Non è per lui che ho
chiesto il divorzio a Sonia, oggi pomeriggio” – rivelò di botto e fu proprio
un’esplosione, ciò che divampò al centro del petto di Kitsch.
Rimase zitto, le
falangi artigliate alla panca, il profilo perfetto e vibrante.
“Voglio stare con te
Taylor” – e gli accarezzò la schiena nuda.
Indossavano entrambi
unicamente delle braghe da spiaggia, alla pescatora, in cotone bianco latte.
“Hai cominciato bene il
nostro fidanzamento allora, chissà cosa accadrà il giorno del matrimonio” –
provò a scherzare.
Seriamente.
“A dire il vero vorrei
cominciare la nostra unione, infilandoti questo all’anulare, cosa ne pensi?” –
e gli porse una fede in oro giallo, con incastonato uno zaffiro, di taglio
quadrato, molto luminoso.
“E’ del colore dei tuoi
occhi Tay … Penserai che io sia un romantico rompicoglioni, ma sono old style,
ecco” – ed arrossì, inginocchiandosi ai suoi piedi.
Kitsch avrebbe voluto
ridere, di gioia.
E piangere, per
l’identica ragione.
“Sono così incazzato
con te Ricky” – ed inghiottì un singulto, tappandosi la bocca con il palmo
destro.
Detestava farsi vedere
in quella maniera, senza difese.
Si lasciò mettere
quell’anello, si lasciò stringere, cullare, si lasciò baciare e fecero l’amore
contro il muro della veranda, senza neppure rientrare nel loft.
L’energia di Richard
sarebbe bastata anche per lui, nel sollevarlo per le cosce magre, risalendogli
dentro così forte, che Taylor pensò di svenire, almeno un paio di volte.
Era talmente
avvinghiato a Geffen jr, da sembrare fuso a lui, in una miscela esplosiva,
fatta di sesso e di appartenenza, ormai indiscutibile.
Neppure dal fantasma di
Michael.
Downey rispose a quella
chiamata con tono caldo e gentile.
“Sì pronto …?”
“Ciao Robert, sono Mark
… Mark Ruffalo”
“Sì, ho letto il nome,
buongiorno, ma che ore sono lì da te?”
“Le due del mattino …
Ti disturbo?”
“No, stavo preparando
la colazione per Jude, ha fatto la prima terapia e sta procedendo bene”
“Sono contento …
Salutamelo, ok?”
“Lo farò e … Sì,
insomma Mark, a me dispiace per come sono andate le cose con Kevin”
“Ho fatto il possibile
per fargli capire quanto tenessi a lui, ma forse avrei dovuto essere più
pirotecnico, alla Glam insomma” – scherzò senza astio.
“Al momento non ha
molto successo neppure lui, ad essere onesti” – Rob rise.
“Ci riuscirà, vedrai …
Ma, a tale proposito, io ti cercavo per dirti di Jared … E’ qui da me”
“Da te?”
“Siamo diventati amici,
forse come i naufraghi dello stesso naufragio e …” – fece una pausa per
riprendere fiato – “… e sono molto in pena per lui”
“So quanto Jared sappia
farsi volere bene, anch’io gliene voglio, nonostante i nostri rapporti si siano
logorati di recente”
“Sempre per Geffen?”
“E per chi se no?” –
l’attore sospirò, piazzandosi su di un davanzale.
“Ho persino discusso al
cellulare con Colin, è una situazione spinosa”
“Scommetto che si è
arrabbiato, marcio di gelosia … Te lo ritroverai alla porta”
“No, no … Colin è in
Francia per un film, non tornerà prima di tre settimane e non ha voluto Jared
con sé, espressamente, capisci? Vuole stare da solo … Sembrava lo avesse
perdonato, per Glam, però ha scelto di allontanarsi”
“Oh miseria … Come
posso aiutarti?”
“Tu sei un’ottima
persona, Robert e so che hai compreso lati di Geffen, che nessuno, neppure
Jared, è in grado di … gestire”
“Dovrei convincerlo a
risolvere la faccenda in sospeso con Jay? O di dargli un contentino? So che
Glam si è comportato male con lui, però le responsabilità vanno divise
equamente” – affermò severo.
“Io non pretendo nulla
…”
“Se vuoi un consiglio,
Mark, visto che in questa gabbia di matti, TU sì, che sei un’ottima persona,
stai alla larga da certi casini: è un fuoco, anzi, un incendio, quello tra
loro, Colin incluso, che potrebbe incenerirti. Credimi.”
La sedia era scomoda,
almeno quanto l’ufficio del boss di L.A. News, il trionfo della pacchianeria.
Il tizio, con un
riporto osceno, sulla stempiatura ormai irrisolvibile, stava scorrendo i dati
di vendita, sul proprio tablet, mostrandoli a Michael, che non riusciva a
metabolizzare la rabbia, dopo l’incontro avuto con Richard sulla scogliera.
“Bene ragazzo, ora
capisci come mai noi dobbiamo sempre fare centro? Le spese di gestione di
questa baracca sono pesanti, l’affitto di uffici come questi, costa un occhio
della testa!” – e rise sguaiato, versandogli da bere.
Gin tonic alle nove di
mattina.
“La ringrazio per il
drink, Mr. Rodah, ma questo giro lo salto … Per il resto, ho da proporle già un
paio di scoop”
“Sei appena arrivato in
città ed hai del materiale fresco fresco per me? Incredibile … Ma senza foto,
non posso pubblicare nulla, sappilo!”
“Le ho qui, non sono
uno sprovveduto, so come funziona … Poi i commenti li fermerò personalmente …” –
ed indicò il proprio palmare di ultima generazione.
“D’accordo … Di chi si
tratta?”
“Diciamo il clan di
Geffen, ha presente?”
Rodah ebbe un guizzo
nello sguardo vispo di curiosità, dopo di che estrasse un folder da un cassetto
della scrivania.
“Questo è il file
inerente a Glam Geffen: ho provato a stanarlo tante di quelle volte, nei suoi
traffici, nei suoi contatti al limite della legalità, che ormai ho perso il
conto”
“Noi non siamo
poliziotti …”
“Ovvio che no, Michael,
però aleggia un alone di mistero su quell’uomo, da mettere i brividi”
“Posso immaginarlo … In
ogni caso credevo di dovere fare puro gossip in questa redazione”
“Sì, però uno scoop su
qualcosa di più sostanzioso, darebbe lustro al nostro settimanale, non trovi?
Ed anche alla tua futura carriera, te lo assicuro”
“Per adesso dovrà
accontentarsi di indiscrezioni leggere … E poi ho beccato in giro, la notte
scorsa, un’altra sua vecchia conoscenza: Jared Leto”
“Leto? Un po’ in calo,
come notorietà e poi mi sembra tranquillo da mesi, accanto al suo consorte
ubriacone e molesto”
“Non è acqua passata,
per Farrell?”
“Ci è ricaduto, certo
sono passati alcuni anni, ma all’epoca, il pandemonio che accadde ad Haiti, ci
fece vendere migliaia di copie” – e rise sgradevole.
“Quindi potrebbe
ripetersi, nei suoi vizietti pericolosi?”
“Tutto è possibile con
Farrell … Non che Leto sia da meno, comunque, fammi vedere, l’hai pizzicato con
Geffen? Tutti sanno quanto si amano …”
“No, no, è una faccia
nuova, non del mondo dello spettacolo: in compenso è un rampollo dei Ruffalo”
“I petrolieri texani?!
Ehi, vacci piano, io non voglio querele!”
“Lui non ne fa parte,
della famiglia insomma: a quanto so, ha una cattedra all’università,
Psichiatria pensi …”
“Per quello svitato di
Leto è perfetto allora! Su, scarichiamo queste perle, così prima che sia sera,
mandiamo sul sito un anticipo, fissiamo la prevendita e vediamo come va a
finire …”
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