Capitolo n. 77 – life
Quando Geffen rientrò,
li vide accucciolati sopra al divano, Pepe e Robert, assorto nel narrare una
favola al bimbo, leggendo un libro, aperto sulla sue gambe smagrite.
“Ehi ciao Glam …” – lo salutò,
con un’aria un po’ colpevole ed imbarazzata.
Gli aveva semplicemente
inviato un sms, avvisandolo del suo ritorno a casa, senza aspettarlo oltre, in
ospedale.
“Papà!” – Peter gli
volò sul cuore e l’avvocato lo strinse forte.
Avrebbe voluto fare
altrettanto con il marito, se non fosse stato per quella patina, quella sottile
barriera, che percepiva tra sé e Downey, ancora seduto, quasi cristallizzato,
nel vedere l’uomo avanzare verso di lui.
“Scusami Glam, non mi
sentivo bene ed ho preferito”
“Lo so amore, l’ho
letto” – lo tagliò, comunque con dolcezza, inginocchiandosi tra le sue gambe,
mentre Pepe si arrotolava giocoso in un plaid, con alcuni peluche – “… cosa ti
senti?” – e lo fissò, senza quel piglio sicuro, che lo contraddistingueva, da
sempre.
Anche Geffen provava
confusione ed impotenza, nonostante i bei momenti, le rassicurazioni, ma ogni
istante felice, sembrava un fotogramma incastrato in una sequenza assai
nebulosa, ma non indecifrabile.
Entrambi sapevano, in
quali direzioni, navigavano i rispettivi sentimenti.
Un dettaglio, li
accomunava: Jared e Jude, non sarebbero mai stati porti sicuri.
“Debolezza … Sarà
questo freddo, Los Angeles era più mite sino a pochi anni fa” – si giustificò l’attore,
cercando finalmente l’abbraccio dell’altro, un po’ irrigiditosi, quanto lui,
nell’esternargli affetto.
“Tutto cambia, magari
lentamente, ma è così inesorabile”
“Cosa è inesorabile,
Glam?”
“Tutto …”
“Hai fatto i vaccini?”
“Certo e mi dispiace tu
non possa seguirmi ad Haiti” – si rammaricò, affiancandolo e prendendo Downey
sotto l’ala sinistra.
“Il mio quadro clinico
non lo permette, lo hai sentito Scott? Non è che esagera?” – e rise, fievole.
“Se l’ha fatto, è per
il tuo bene, Rob” – ed inspirò, cercando nella mente svuotata, un argomento
alternativo.
La governante si
palesò, per accompagnare Pepe a nanna.
Il cucciolo si lamentò,
facendosi promettere una cosa importante – “Quando torni, papà Glam, decoreremo
l’albero, con papi Robert, ok?!”
“Ok angelo mio …” –
Geffen lo coccolò, premuroso.
“La ditta lo consegna
domani, vero, come lo volevi tu” – precisò il moro.
“Ok, bene … Ed ora fila
a letto, peste” – si sforzò di ridere, sentendosi i pozzi di pece di Downey,
ficcati tra le scapole.
Rimasti soli, Geffen
tornò a guardarlo, a pugni chiusi.
“Ha mangiato Robert?”
“Sì, con Pepe e tu?”
“No … No, quelle
iniezioni mi danno un po’ di nausea, però è una sciocchezza” – e si riaccomodò,
scrutando il tappeto nuovo.
“Forse dovresti
rimandare, dillo a Kevin e Tim”
“Non se ne parla,
inutile posticipare le mie indagini”
“Ci vai per questo,
giusto Glam? Non tanto per l’adozione” – bissò secco.
“Non avrò pace, finché
non sistemerò questa faccenda Rob, ne va della nostra incolumità, del nostro
futuro!” – argomentò deciso, ma senza alzare la voce.
Futuro.
Strana parola.
“Pensi di inchiodare i
Mendoza? Di sbaragliare la loro organizzazione? In che modo? Con l’esercito di
bodyguard, ingaggiati da Ivan, in smoking e papillon?!” – ironizzò, l’amaro in
gola ed il sapore di Jude, ad occupare lo stesso posto.
Geffen lo guardò – “Ci
sono persone, vedi, che agirebbero armate sino ai denti, senza scrupoli, senza
divieti, l’essenziale è motivarle”
“Con il tuo denaro?
Quindi hai in programma una strage? Fai ridiscendere nostro figlio e spiegagli
le intenzioni del suo super papà!” –
ribatté provocatorio.
Il legale scosse il
capo rasato, rialzandosi.
“Ho già discusso
abbastanza per oggi, Robert, non ti asseconderò”
“Con chi? Jared o
Colin?”
“Come …?!” – sussurrò,
poi rise nervoso – “A dire il vero mi sono scontrato con il re d’Irlanda, a
causa di uno sgradevole equivoco!”
“Miss Leto ricoverata,
facendo uno più uno”
“Miss Leto?! Robert, ma”
“La principessa della
End House avrei dovuto dire! Quel quasi cinquantunenne, che se ne va in giro
per Hollywood con i boccoli e frigna, svenevole, ogni qualvolta tu sei nelle
vicinanze! Se sto farneticando, dimmelo Glam, però io non me le invento certe stronzate,
sappilo, sono la pura realtà!” – sbraitò, scattando in piedi.
Geffen prese fiato – “Al
di là del tuo sarcasmo, Jared ha avuto un problema di fragilità capillare e si
è riempito di lividi, nemmeno lo avesse travolto un camion” – dettagliò, provando
a dominarsi.
Il comportamento di
Downey lo mandava in bestia.
“E tu hai pensato che
Colin lo avesse malmenato?”
“Sì … SI’ Rob! L’ho
creduto per una frazione di secondo, perché non sarebbe la prima volta!”
L’artista ridacchiò,
allargando le braccia e guardandosi intorno – “Così tu, paladino della
giustizia, vendicatore impavido, eri pronto a sbranare Colin, dimenticandoti di
quanto questi sia innamorato di Jared e di come la loro storia non conosca
fine, nonostante …” – e chiuse gli occhi – “Nonostante la tua ingombrante
presenza, Mr. Glam Geffen!”
Una breve pausa,
durante la quale Geffen si rimise addosso il giaccone, recuperando le chiavi da
una ciotola in argento, nell’ingresso – “SE avvenisse un simile abominio, non
esiterei un solo attimo a farlo fuori, credimi” – ed uscì, sbattendo la porta.
Hiddleston posò il
vassoio con il tè caldo ed i tramezzini farciti, sopra al tavolino del salotto,
intorno al quale erano riuniti lui, il suo invitato a sorpresa e Luna, all’interno
del villino, nel parco della residenza Meliti.
“Avevo una fame …”
“Questi sono la mia
specialità, con lattuga ed insalata russa vegana” – rise – “… non so se ti
piaceranno Glam” – e lo guardò addentare soddisfatto il primo.
“Buonissimi” – masticò composto,
però sincero – “… non dovevi disturbarti, comunque”
“Figurati … Chris fa il
turno di notte e non pensavo di avere visite, ma mi fa tanto piacere averti qui
… Il nonno è così gentile a farci usare il cottage del custode”
“Avete più intimità, ma
presto tornerete al vostro loft, vero?”
“Già … Anche se abbiamo
dei progetti!” – rivelò entusiasta.
Sembrava rinato ed in
effetti era così, Tom se lo ripeteva ad ogni risveglio.
Il tutto grazie a
Geffen, che ora lo stava osservando, muoversi per quelle stanze bene arredate,
con in braccio la bambina, senza più fatica nel sollevarla ed accudirla, come
durante la recente malattia, ampiamente superata.
“Sentiamoli” – Glam rise,
più rilassato.
“No, vorrei ascoltare
prima i tuoi problemi: quando sei arrivato avevi una faccia” – replicò educato.
“Sì e poi te lo devo,
dopo questo spuntino luculliano” – scherzò smarrito nelle proprie sensazioni e
l’immagine di Robert, stampata nel cervello e nel cuore.
“Metto sotto le coperte
Luna e sono subito da te” – si affrettò a dirgli Tom, notando la sonnolenza
della bambina, che salutò Geffen con una miriade di baci.
“Buonanotte principessa”
Il terapista, una volta
riapparso nel living, indossò un maglione, sulla camicia a scacchi, ravvivando
il fuoco del caminetto – “Penso si tratti di Rob …”
“Ecco vedi, ci sono
frangenti, come oggi, in cui mi sento come se lui ed io camminassimo per mano,
in una landa deserta, in quel lasso temporale, quando non è più notte, ma
neppure ancora giorno … Siamo sospesi, in mezzo ai nostri ricordi ed ai casini
sentimentali, che non riusciamo a scrollarci di dosso”
Hiddleston tornò in
poltrona, scaldandosi i palmi, brandendo la tazza fumante e profumata di infuso
alle erbe alpine.
“Robert continua a
vedersi con Jude, per Camy e Diamond, giusto?”
“Ovvio, ma non è questo
il problema, sai? Anch’io ho la mia carovana di ex, di pargoli, di …”
“Di … Jared?” – Tom arrise
pulito, a quella semplice deduzione.
“Certo” – Geffen si
ossigenò – “… Lui è al centro della mia vita, anche quando penso di averlo
messo in un angolo, magari speciale, però insufficiente a farmi guardare oltre.
Le mie intenzioni erano solide, con Robert, gli ho dato delle garanzie e lui a
me, su Jude, ma, a quanto pare, dopo la discussione di poco fa, ci siamo presi
in giro” – affermò triste.
“Siete solo stanchi,
avete subito degli attentati, delle violenze, tu non puoi essere così severo
con te stesso e tanto meno con Robert: quasi moriva per Pepe”
“Io lo amo ed amo il
nostro bambino … Vorrei dirglielo ogni minuto, Tommy, non per rassicurarlo, ma perché
ci credo”
“Posso unicamente
consigliarti di … Di renderti conto della fortuna che hai avuto, nello
scegliere Robert, sempre che questi ne sia altrettanto consapevole, Glam. Se
lui non riesce a dimenticare Jude, però, lascialo andare: io temo ci sia una
sostanziale differenza nelle vostre … situazioni”
“Che Jude, alla resa
dei conti, ci sarà, mentre Jared no?” – lo anticipò serio.
Hiddleston annuì,
sgranando i suoi cieli perfetti.
“Dovrei incontrare una
persona nuova, basta infilarmi in coppie come le loro, non ho imparato nulla”
“Hai vissuto, Glam ed
hai avuto tante occasioni …” – ribadì sereno.
“Tutte sprecate!”
“Che disfattista!”
Risero.
“Grazie per avermi
lasciato sfogare, sono un tedio Tommy”
“Dai, non lagnarti,
guarda che mi ricordo quando eri su di una sedia a rotelle e cercavo di farti
riabilitare a suon di battute acide!”
“Oh lo rammento anch’io
Tom … Bei tempi”
“Ma no …”
“A proposito, a cosa ti
riferivi quando accennavi a nuovi progetti con Chris?”
“Vorremmo acquistare
una casa sull’oceano, ne abbiamo viste un paio, ma i prezzi sono proibitivi,
quindi abbiamo bisogno di un mutuo, che pagheremmo senza difficoltà”
“Peccato che le banche
siano un po’ stitiche, vero?”
“Infatti”
“Dimmi quanto ti serve”
“No, no, per carità,
noi vogliamo fare i nostri debiti, sai com’è Chris, ma se con il direttore della
General Bank tu potessi metterci una buona parola …” – esitò arrossendo.
Geffen cercò nella
rubrica telefonica del suo palmare il nome di quel tizio, dall’alito pesante,
con una moglie isterica e diverse amanti trans.
“Ora lo chiamo, vedrai
che non avrà nulla da ridire” – gli bisbigliò, tagliandosi una fetta di torta
di mele, assai invitante.
Farrell piegò gli abiti,
sistemandoli nel trolley, con la foga di chi non vede l’ora di partire.
Jared, seduto sul bordo
del letto, in accappatoio, dopo un bagno solitario, lo stava guardando, muto
dal loro arrivo.
“Il jet è pronto,
decolliamo stanotte Jay: faremo sosta a Londra per una settimana, così vedremo Constance
ed il nuovo spettacolo, allestito dagli allievi della scuola di Eamon e Steven”
– disse l’irlandese, senza smettere la preparazione dei bagagli, anche quelli
del cantante.
“Sì, faremo shopping
con mamma” – accennò Leto, a tono basso.
“Che allegria!” – quasi
sbottò Farrell, fermandosi.
Jared non ci sperava
più.
“Da cosa stiamo
scappando, Cole?”
“Da niente”
“Non mi sembra …” –
sospirò, aprendo il tubo di unguento, che avrebbe dovuto spargere sui lividi.
“Lascia faccio io” – si
affrettò a dirgli Colin, avvicinandosi – “E poi adoro toccarti, dovresti
saperlo” – puntualizzò sorridente.
“Ok …”
“Lo abbiamo
programmato, il giro in Inghilterra, prima di andare a Dublino o sbaglio?”
“No, no, anzi, ma è
successo quello che è successo e”
“Sì, sono stufo di
vedere Glam ronzarti intorno, ok? Sono arrivato al limite di saturazione. Tu lo
sai che gli voglio bene, ma di tanto in tanto devo disintossicarmi!”
“E prendere le dovute
distanze …” – Jared rise, dandogli poi una carezza amorevole, su quel testone da
orso, come lo apostrofò lieve, incastrando i loro profili.
“Io ti amo Jay …”
“Lo so” – e gli diede
un lungo bacio.
Farrell lo spinse con
delicatezza sopra le lenzuola, a tinte pastello – “Non ti faccio male, vero
Jay?” – gli domandò, penetrandolo con quegli occhi scuri e profondi, come il
suo tocco, i suoi baci, l’essenza di lui, che viveva per quel ragazzo
immortale.
“No Cole … Come
potresti?”
Geffen lo avvolse alle
spalle, coricandosi incollato a lui.
Gli baciò la nuca e
Robert respirò un po’ più intenso.
“Scusami …”
“Dove sei stato?” –
chiese sommesso, senza girarsi, permettendogli di intrecciare le loro dita
fredde.
“Da Tom, ad ingozzarmi
di orribili sandwich per capre ed un apple cake deliziosa”
“Il tuo harem è
sconfinato, Glam, così come esisterà sempre un’anima pia, pronta a darti retta”
– e si girò, fissandolo nel buio.
I loro respiri si
mescolarono, in un bacio assurdamente bello.
“Non volevo litigare
con te, Robert” – gli gemette nel collo, esausto.
Poi più niente di
verbale.
Fecero semplicemente l’amore,
sino all’alba.
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