venerdì 2 gennaio 2015

LIFE - CAPITOLO N. 77

Capitolo n. 77 – life



Quando Geffen rientrò, li vide accucciolati sopra al divano, Pepe e Robert, assorto nel narrare una favola al bimbo, leggendo un libro, aperto sulla sue gambe smagrite.

“Ehi ciao Glam …” – lo salutò, con un’aria un po’ colpevole ed imbarazzata.

Gli aveva semplicemente inviato un sms, avvisandolo del suo ritorno a casa, senza aspettarlo oltre, in ospedale.

“Papà!” – Peter gli volò sul cuore e l’avvocato lo strinse forte.

Avrebbe voluto fare altrettanto con il marito, se non fosse stato per quella patina, quella sottile barriera, che percepiva tra sé e Downey, ancora seduto, quasi cristallizzato, nel vedere l’uomo avanzare verso di lui.

“Scusami Glam, non mi sentivo bene ed ho preferito”

“Lo so amore, l’ho letto” – lo tagliò, comunque con dolcezza, inginocchiandosi tra le sue gambe, mentre Pepe si arrotolava giocoso in un plaid, con alcuni peluche – “… cosa ti senti?” – e lo fissò, senza quel piglio sicuro, che lo contraddistingueva, da sempre.

Anche Geffen provava confusione ed impotenza, nonostante i bei momenti, le rassicurazioni, ma ogni istante felice, sembrava un fotogramma incastrato in una sequenza assai nebulosa, ma non indecifrabile.

Entrambi sapevano, in quali direzioni, navigavano i rispettivi sentimenti.

Un dettaglio, li accomunava: Jared e Jude, non sarebbero mai stati porti sicuri.


“Debolezza … Sarà questo freddo, Los Angeles era più mite sino a pochi anni fa” – si giustificò l’attore, cercando finalmente l’abbraccio dell’altro, un po’ irrigiditosi, quanto lui, nell’esternargli affetto.

“Tutto cambia, magari lentamente, ma è così inesorabile”

“Cosa è inesorabile, Glam?”

“Tutto …”

“Hai fatto i vaccini?”

“Certo e mi dispiace tu non possa seguirmi ad Haiti” – si rammaricò, affiancandolo e prendendo Downey sotto l’ala sinistra.

“Il mio quadro clinico non lo permette, lo hai sentito Scott? Non è che esagera?” – e rise, fievole.

“Se l’ha fatto, è per il tuo bene, Rob” – ed inspirò, cercando nella mente svuotata, un argomento alternativo.

La governante si palesò, per accompagnare Pepe a nanna.

Il cucciolo si lamentò, facendosi promettere una cosa importante – “Quando torni, papà Glam, decoreremo l’albero, con papi Robert, ok?!”

“Ok angelo mio …” – Geffen lo coccolò, premuroso.

“La ditta lo consegna domani, vero, come lo volevi tu” – precisò il moro.

“Ok, bene … Ed ora fila a letto, peste” – si sforzò di ridere, sentendosi i pozzi di pece di Downey, ficcati tra le scapole.


Rimasti soli, Geffen tornò a guardarlo, a pugni chiusi.

“Ha mangiato Robert?”

“Sì, con Pepe e tu?”

“No … No, quelle iniezioni mi danno un po’ di nausea, però è una sciocchezza” – e si riaccomodò, scrutando il tappeto nuovo.

“Forse dovresti rimandare, dillo a Kevin e Tim”

“Non se ne parla, inutile posticipare le mie indagini”

“Ci vai per questo, giusto Glam? Non tanto per l’adozione” – bissò secco.

“Non avrò pace, finché non sistemerò questa faccenda Rob, ne va della nostra incolumità, del nostro futuro!” – argomentò deciso, ma senza alzare la voce.

Futuro.
Strana parola.

“Pensi di inchiodare i Mendoza? Di sbaragliare la loro organizzazione? In che modo? Con l’esercito di bodyguard, ingaggiati da Ivan, in smoking e papillon?!” – ironizzò, l’amaro in gola ed il sapore di Jude, ad occupare lo stesso posto.

Geffen lo guardò – “Ci sono persone, vedi, che agirebbero armate sino ai denti, senza scrupoli, senza divieti, l’essenziale è motivarle”

“Con il tuo denaro? Quindi hai in programma una strage? Fai ridiscendere nostro figlio e spiegagli le intenzioni del suo super papà!” – ribatté provocatorio.

Il legale scosse il capo rasato, rialzandosi.

“Ho già discusso abbastanza per oggi, Robert, non ti asseconderò”

“Con chi? Jared o Colin?”

“Come …?!” – sussurrò, poi rise nervoso – “A dire il vero mi sono scontrato con il re d’Irlanda, a causa di uno sgradevole equivoco!”

“Miss Leto ricoverata, facendo uno più uno”

“Miss Leto?! Robert, ma”

“La principessa della End House avrei dovuto dire! Quel quasi cinquantunenne, che se ne va in giro per Hollywood con i boccoli e frigna, svenevole, ogni qualvolta tu sei nelle vicinanze! Se sto farneticando, dimmelo Glam, però io non me le invento certe stronzate, sappilo, sono la pura realtà!” – sbraitò, scattando in piedi.

Geffen prese fiato – “Al di là del tuo sarcasmo, Jared ha avuto un problema di fragilità capillare e si è riempito di lividi, nemmeno lo avesse travolto un camion” – dettagliò, provando a dominarsi.

Il comportamento di Downey lo mandava in bestia.

“E tu hai pensato che Colin lo avesse malmenato?”

“Sì … SI’ Rob! L’ho creduto per una frazione di secondo, perché non sarebbe la prima volta!”

L’artista ridacchiò, allargando le braccia e guardandosi intorno – “Così tu, paladino della giustizia, vendicatore impavido, eri pronto a sbranare Colin, dimenticandoti di quanto questi sia innamorato di Jared e di come la loro storia non conosca fine, nonostante …” – e chiuse gli occhi – “Nonostante la tua ingombrante presenza, Mr. Glam Geffen!”

Una breve pausa, durante la quale Geffen si rimise addosso il giaccone, recuperando le chiavi da una ciotola in argento, nell’ingresso – “SE avvenisse un simile abominio, non esiterei un solo attimo a farlo fuori, credimi” – ed uscì, sbattendo la porta.




Hiddleston posò il vassoio con il tè caldo ed i tramezzini farciti, sopra al tavolino del salotto, intorno al quale erano riuniti lui, il suo invitato a sorpresa e Luna, all’interno del villino, nel parco della residenza Meliti.

“Avevo una fame …”

“Questi sono la mia specialità, con lattuga ed insalata russa vegana” – rise – “… non so se ti piaceranno Glam” – e lo guardò addentare soddisfatto il primo.

“Buonissimi” – masticò composto, però sincero – “… non dovevi disturbarti, comunque”

“Figurati … Chris fa il turno di notte e non pensavo di avere visite, ma mi fa tanto piacere averti qui … Il nonno è così gentile a farci usare il cottage del custode”

“Avete più intimità, ma presto tornerete al vostro loft, vero?”

“Già … Anche se abbiamo dei progetti!” – rivelò entusiasta.

Sembrava rinato ed in effetti era così, Tom se lo ripeteva ad ogni risveglio.

Il tutto grazie a Geffen, che ora lo stava osservando, muoversi per quelle stanze bene arredate, con in braccio la bambina, senza più fatica nel sollevarla ed accudirla, come durante la recente malattia, ampiamente superata.

“Sentiamoli” – Glam rise, più rilassato.

“No, vorrei ascoltare prima i tuoi problemi: quando sei arrivato avevi una faccia” – replicò educato.

“Sì e poi te lo devo, dopo questo spuntino luculliano” – scherzò smarrito nelle proprie sensazioni e l’immagine di Robert, stampata nel cervello e nel cuore.

“Metto sotto le coperte Luna e sono subito da te” – si affrettò a dirgli Tom, notando la sonnolenza della bambina, che salutò Geffen con una miriade di baci.

“Buonanotte principessa”

Il terapista, una volta riapparso nel living, indossò un maglione, sulla camicia a scacchi, ravvivando il fuoco del caminetto – “Penso si tratti di Rob …”

“Ecco vedi, ci sono frangenti, come oggi, in cui mi sento come se lui ed io camminassimo per mano, in una landa deserta, in quel lasso temporale, quando non è più notte, ma neppure ancora giorno … Siamo sospesi, in mezzo ai nostri ricordi ed ai casini sentimentali, che non riusciamo a scrollarci di dosso”

Hiddleston tornò in poltrona, scaldandosi i palmi, brandendo la tazza fumante e profumata di infuso alle erbe alpine.

“Robert continua a vedersi con Jude, per Camy e Diamond, giusto?”

“Ovvio, ma non è questo il problema, sai? Anch’io ho la mia carovana di ex, di pargoli, di …”

“Di … Jared?” – Tom arrise pulito, a quella semplice deduzione.

“Certo” – Geffen si ossigenò – “… Lui è al centro della mia vita, anche quando penso di averlo messo in un angolo, magari speciale, però insufficiente a farmi guardare oltre. Le mie intenzioni erano solide, con Robert, gli ho dato delle garanzie e lui a me, su Jude, ma, a quanto pare, dopo la discussione di poco fa, ci siamo presi in giro” – affermò triste.

“Siete solo stanchi, avete subito degli attentati, delle violenze, tu non puoi essere così severo con te stesso e tanto meno con Robert: quasi moriva per Pepe”

“Io lo amo ed amo il nostro bambino … Vorrei dirglielo ogni minuto, Tommy, non per rassicurarlo, ma perché ci credo”

“Posso unicamente consigliarti di … Di renderti conto della fortuna che hai avuto, nello scegliere Robert, sempre che questi ne sia altrettanto consapevole, Glam. Se lui non riesce a dimenticare Jude, però, lascialo andare: io temo ci sia una sostanziale differenza nelle vostre … situazioni”

“Che Jude, alla resa dei conti, ci sarà, mentre Jared no?” – lo anticipò serio.

Hiddleston annuì, sgranando i suoi cieli perfetti.

“Dovrei incontrare una persona nuova, basta infilarmi in coppie come le loro, non ho imparato nulla”

“Hai vissuto, Glam ed hai avuto tante occasioni …” – ribadì sereno.

“Tutte sprecate!”

“Che disfattista!”

Risero.

“Grazie per avermi lasciato sfogare, sono un tedio Tommy”

“Dai, non lagnarti, guarda che mi ricordo quando eri su di una sedia a rotelle e cercavo di farti riabilitare a suon di battute acide!”

“Oh lo rammento anch’io Tom … Bei tempi”

“Ma no …”

“A proposito, a cosa ti riferivi quando accennavi a nuovi progetti con Chris?”

“Vorremmo acquistare una casa sull’oceano, ne abbiamo viste un paio, ma i prezzi sono proibitivi, quindi abbiamo bisogno di un mutuo, che pagheremmo senza difficoltà”

“Peccato che le banche siano un po’ stitiche, vero?”

“Infatti”

“Dimmi quanto ti serve”

“No, no, per carità, noi vogliamo fare i nostri debiti, sai com’è Chris, ma se con il direttore della General Bank tu potessi metterci una buona parola …” – esitò arrossendo.

Geffen cercò nella rubrica telefonica del suo palmare il nome di quel tizio, dall’alito pesante, con una moglie isterica e diverse amanti trans.

“Ora lo chiamo, vedrai che non avrà nulla da ridire” – gli bisbigliò, tagliandosi una fetta di torta di mele, assai invitante.




Farrell piegò gli abiti, sistemandoli nel trolley, con la foga di chi non vede l’ora di partire.

Jared, seduto sul bordo del letto, in accappatoio, dopo un bagno solitario, lo stava guardando, muto dal loro arrivo.

“Il jet è pronto, decolliamo stanotte Jay: faremo sosta a Londra per una settimana, così vedremo Constance ed il nuovo spettacolo, allestito dagli allievi della scuola di Eamon e Steven” – disse l’irlandese, senza smettere la preparazione dei bagagli, anche quelli del cantante.

“Sì, faremo shopping con mamma” – accennò Leto, a tono basso.

“Che allegria!” – quasi sbottò Farrell, fermandosi.

Jared non ci sperava più.

“Da cosa stiamo scappando, Cole?”

“Da niente”

“Non mi sembra …” – sospirò, aprendo il tubo di unguento, che avrebbe dovuto spargere sui lividi.

“Lascia faccio io” – si affrettò a dirgli Colin, avvicinandosi – “E poi adoro toccarti, dovresti saperlo” – puntualizzò sorridente.

“Ok …”

“Lo abbiamo programmato, il giro in Inghilterra, prima di andare a Dublino o sbaglio?”

“No, no, anzi, ma è successo quello che è successo e”

“Sì, sono stufo di vedere Glam ronzarti intorno, ok? Sono arrivato al limite di saturazione. Tu lo sai che gli voglio bene, ma di tanto in tanto devo disintossicarmi!”

“E prendere le dovute distanze …” – Jared rise, dandogli poi una carezza amorevole, su quel testone da orso, come lo apostrofò lieve, incastrando i loro profili.

“Io ti amo Jay …”

“Lo so” – e gli diede un lungo bacio.

Farrell lo spinse con delicatezza sopra le lenzuola, a tinte pastello – “Non ti faccio male, vero Jay?” – gli domandò, penetrandolo con quegli occhi scuri e profondi, come il suo tocco, i suoi baci, l’essenza di lui, che viveva per quel ragazzo immortale.

“No Cole … Come potresti?”




Geffen lo avvolse alle spalle, coricandosi incollato a lui.

Gli baciò la nuca e Robert respirò un po’ più intenso.

“Scusami …”

“Dove sei stato?” – chiese sommesso, senza girarsi, permettendogli di intrecciare le loro dita fredde.

“Da Tom, ad ingozzarmi di orribili sandwich per capre ed un apple cake deliziosa”

“Il tuo harem è sconfinato, Glam, così come esisterà sempre un’anima pia, pronta a darti retta” – e si girò, fissandolo nel buio.

I loro respiri si mescolarono, in un bacio assurdamente bello.

“Non volevo litigare con te, Robert” – gli gemette nel collo, esausto.

Poi più niente di verbale.

Fecero semplicemente l’amore, sino all’alba.











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