Capitolo n. 135 - sunrise
Kevin lo vide avvicinarsi con qualche remora, quindi decise di corrergli incontro, per stringerlo forte a sé.
“Tim … sono felice che tu abbia accettato … anche se il merito è esclusivamente di Lula.” – e gli diede un bacio, carico di dolcezza, sentendo scendere, sul proprio zigomo, una lacrima caldissima.
I loro profili sembrarono incastrarsi, ad occhi chiusi, agitati da un fremito, come il resto di quei corpi perfetti.
Lula li stava spiando.
“Yipiii ha funzionato papà!”
Geffen era alla scrivania, consapevole di quanto stava accadendo, dall’arrivo di Tim, grazie alla buffa cronaca da parte del suo soldino di cacio.
Fondamentalmente approvava ed auspicava un futuro sereno per Kevin, accanto a Tim, già molto in sintonia con il loro bambino, ma assistere alle effusioni dei due giovani, non gli risultava così semplice al momento.
Quindi preferì continuare il suo lavoro, inerente la causa Stabler.
“Tesoro dovrei fare delle telefonate … Perché non raggiungi Tim e papà Kevin, così prendete una cioccolata? Tra poco si parte.” – e sorrise.
“Okkeiii volo!”
“Dio mio aumentano da un anno all’altro Cole …”
“Sì, vedo … Sai con i gemelli … Poi noi ci portiamo dietro la casa ahahha”
Jared era esausto.
Si allungò sul divano del salone, seguendo Simon e Richard caricare le loro “mercanzie”.
“Siamo dei nomadi … dovremmo creare la carovana Farrell – Leto e vagare per i deserti …”
“Con o senza harem?”
“Colin!” – e poi seguì un ringhio, ma un bacio di Farrell lo trasformò in un gemito quasi lussurioso e poco consono al luogo dove si trovavano.
“Che ne pensi di un breack prima di andare Jay …?” – gli soffiò nel collo l’irlandese, prendendolo in braccio, ancora prima che il compagno approvasse la sua iniziativa scabrosa.
“Veramente pensavo ad uno spuntino Cole …”
“Meglio tenersi leggeri mio bellissimo amore” – e baciandolo nuovamente, lo portò sino alla loro camera, chiudendo a chiave la porta.
Denny chiuse le valigie nervosamente.
Tomo lo stava studiando da qualche minuto.
“Cosa c’è che non va tesoro?” – chiese improvviso, accigliandosi.
“Sarà una vacanza di lavoro, Geffen mi romperà le palle con la pratica Stabler ed io non potrò godermi un bel niente con te e Josh! Senza contare gli attacchi da parte di Shannon, come ieri in caffetteria … che idea del cazzo un brunch insieme a lui ed Owen!” – sbottò, infilandosi i pantaloni.
“Questo sì che è parlare chiaro Dean …”
L’avvocato sospirò, imbronciandosi.
“Vieni qui” – sussurrò il croato.
Dean si tolse velocemente i vestiti, buttandosi con lui sul letto ancora disfatto.
“Ma io veramente non” – provò a protestare Tomo, ma la sua lingua si ritrovò a combattere immediatamente, con quella di Dean, succosa e morbida, come i suoi baci focosi.
Julie correva con il peluche preferito in grembo, saltellando tra trolley ed attrezzatura da sci.
“Allora ci siamo Shan … ehi Shan …”
“Cosa?”
“Eri su di un altro pianeta” – lo richiamò Owen.
“Ho un leggero mal di testa” – mentì.
“Mi dispiace, prendi un analgesico, riposati durante il viaggio, guiderò io” – e dopo una carezza sulla nuca, Rice lo avvolse con estrema attenzione.
Le sue premure non andavano mai ad esaurirsi, nonostante si vedessero poco, per i reciproci impegni: Owen era innamorato perso di Shannon e della loro cucciola.
Peccato non fosse reciproco, non del tutto almeno.
Jamie sistemò Julian sul seggiolino posteriore, ricoprendolo di coccole ed infagottandolo a dovere.
“Guarda che in auto non c’è un clima siberiano …” – sogghignò Hopper, liberando il figlio da guantini e sciarpone multi colorato.
“Sai che ha la gola delicata, vero piedini ciccioni?” – e rise, passandogli un biberon di succo di frutta, al quale Julian si attaccò felice.
Marc aprì lo sportello del passeggero – “A bordo, siamo in ritardo …”
“Grazie! Sei davvero servizievole … Lo fai per convincermi Marc?” – chiese il ballerino con aria maliziosa.
“Cosa te lo fa credere …?” – ribatté con aria innocente l’uomo, ormai al volante.
“Mmm non saprei mr Hopper …”
“E’ Julian che vuole una sorellina … Vero splendore?”
Il bimbo annuì ridendo.
“Oddio sono circondato … è una congiura …”
“Rassegnati Jamie!” – sottolineò Marc, arridendo alla sua splendida famiglia.
Meliti fece mille raccomandazioni a Carmela e Pam; non si sarebbe aggregato a loro, vista una noiosa bronchite, che lo tormentava da giorni.
Avrebbe trascorso una settimana in Florida, con Phil, Xavier e Drake, ugualmente poco attratti dai monti.
La comitiva, dopo mille saluti, si mise in marcia.
Vsssily e Peter conducevano i due van principali, con la numerosa prole e le signore, mentre le coppie erano sui rispettivi mezzi di trasporto, intasati di bagagli.
Giunsero puntuali al check in, occupando l’intero piano dell’albergo, dove soggiornavano ogni anno.
Sul posto trovarono una sorpresa: Scott aveva partecipato ad un convegno in quel di Denver decidendo poi di unirsi agli amici, anche se per soli tre giorni.
“Ti farò cambiare idea!” – esclamò Geffen abbracciandolo vigoroso.
Jared fu ugualmente entusiasta di vederlo lì, mentre a Colin e Kevin la sua presenza destò qualche perplessità.
“Non ho ancora capito il legame che unisce quei due …” – disse distrattamente Farrell, mentre piegava i pullover nell’armadio.
“Chi scusa?”
“Scott e Glam”
“In che senso?”
“Nel senso che … Cioè, Scott è gay? Non mi è chiaro …” – e sorrise imbarazzato.
“Non lo so Colin, so che aveva una ragazza, una collega, ma si sono lasciati.”
“Ah”
Leto rise – “Ah? Pensi che lui e Glam abbiano una tresca?”
“Penso che Scott sia estremamente affascinato da lui … Forse incuriosito.” – e scrollò le spalle.
“Indagherò Colin, se proprio ci tieni.” – concluse serio.
“Era solo per fare conversazione …”
Il leader dei Mars passò nel salottino, recuperando Thomas e Ryan nei loro trasportini – “Ho bisogno di aiuto qui”
“Arrivo Jay”
Colin lo raggiunse rapido, leggendo nello sguardo di Jared una velata tristezza.
Pensò di chiedergli scusa, valutando però che sarebbe stato anche peggio.
Si era impegnato a rispettare i sentimenti di Jared, grato per essere stato preferito a Geffen, nonostante il tradimento con Kevin, ai danni di entrambi.
L’argomento Scott sembrava spinoso, ma Jared non appariva geloso del suo rapporto con Glam e se lo era, sapeva nasconderlo totalmente, secondo Farrell.
L’attore ne fece un argomento di conversazione con Jude, a cui telefonò prima di cena.
L’inglese si sforzava di assecondare quella chiacchierata al sapore di complicità, ormai perduta con Colin.
“Scott è un medico presente e generoso, ma non saprei decifrare il suo orientamento sessuale Cole …”
“Lo potremmo definire il nostro doc ufficiale, insomma ci ha curati tutti Jude” – replicò sereno.
“Sì … è vero” – mormorò flebile Law.
“Come stai? Tornate per la festa di primavera, giusto?”
“Quale festa Colin?”
“La recita scolastica, alla End House … Ci saranno anche Chris e Steven, con Clarissa, celebreremo anche lei” – spiegò raggiante.
“Ne parlerò con Robert …”
“Ok, adesso vado, salutamelo … Non vedo l’ora di riabbracciarti Jude, mi manchi da morire …”
“Lo stesso per me irish buddy …” – deglutì a vuoto, sentendo il peso di quell’affermazione.
La tavolata si era animata già degli scherzi tra Jamie e Kurt, arrivato in ritardo con Brandon e Martin, a causa di un paziente logorroico dell’analista.
“E si era fumato tre sigari, grossi così, capisci Jam? Ahahahah Un tanfo di marcio aleggiava nell’antro oscuro del dottor Cody!”
“Ma chi era questo sciagurato?”
“Fa il pediatra … Stress da lavoro pare” – dettagliò Brandon, addentando una tartina al bacon.J
Jamie era seduto tra Marc e Kurt, accanto a questi c’era Jared, poi Colin e Scott, a capotavola Glam ed a seguire Denny, Tomo, Owen e Shannon, che era apparso infastidito da quella disposizione, scelta da Rice.
Infine Kevin e Tim, il più spaesato di tutti.
Pamela e Carmela vigilavano sui pargoli, piazzati al tavolo parallelo quello degli adulti, in una saletta riservata e vigilata da Peter e Vassily.
Isotta prese un biscotto dalla credenza e sfuggì al presidio di Pam, sempre scatenata, per andare da Geffen.
“Papà Glam!” – esordì, tendendogli le manine.
Lui perse un battito, accogliendola sul petto, mentre Lula cercava di recuperare “… la mia sorellina!”
Jared sentì lo stomaco stringersi, ma Colin sembrò allentare quell’improvvisa tensione.
“Sei stato promosso da zio a papà” – disse tranquillo Farrell, sfiorando la testolina di Isy con un bacio e ritrovandosela addosso dopo un secondo – “Papi!!!”
Kevin sembrava non perdere nemmeno un respiro di quel confronto, così che Tim si alzò, dicendo che doveva andarsene in bagno.
“Per me è una bella ruffiana, dove ci sono coccole, Isotta si fionda …” – disse Jared, provando a mitigare il proprio impaccio nel gestire quella situazione.
Scott lasciò i commensali con una scusa, dopo un istante, cercando Tim.
Lo ritrovò nella hall, in zona fumatori.
Le piste erano illuminate per le discese notturne, immerse in un’atmosfera magica.
“Bello vero?”
Tim si girò di scatto.
“Co-cosa?” – balbettò, spegnendo la Camel.
“La neve, il cielo stellato … quei matti di là …” – e rise, facendogli l’occhiolino.
Tim inspirò a fondo.
“Ho rimediato l’ennesima figura da coglione, vero dottore?”
“Mi chiamo Scott … e no, non credo, io magari avrei rovesciato gli spaghetti sulla testa di Kevin o rifilato un calcio negli stinchi di Jared …” – rise di gusto.
“Non sono sicuro di noi, questo è il problema.”
“E come potresti?” – chiese più serafico.
“Io sono Tim … piacere …” – e gli diede la mano.
“Vorresti essere altrove o sbaglio?”
“Mi sentivo già fuori gioco, ma Lula mi ha ripescato … in fondo sono una riserva, Scott.”
“Non direi.”
“Geffen resta Geffen … Un Everest da scalare, ma io sono in carenza di ossigeno già dal primo campo base” – disse sconfortato.
“Dai torniamo Tim, non perdiamoci lo spettacolo … Se no prendi il tuo Kevin e portalo a fare l’amore da qualche parte, senza più badare a noi dinosauri.” – disse solare.
Tim sentiva le palpitazioni in gola: Scott lo intimoriva.
“Ok … posso contare su di un alleato doc?”
“Al cento per cento.”
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