lunedì 22 dicembre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 75

Capitolo n. 75 – life



Colin gli arrivò così dentro, che Jared se lo sentì divampare, ben oltre le proprie gambe, tremanti e bagnate nel mezzo, di un mondo, dove unicamente Farrell poteva accedere.

Si erano fermati in un resort fuori mano, avevano preso una camera e ci stavano trascorrendo il pomeriggio.

A letto.

“Cazzo Cole, datti una calmata” – gli ansimò nel collo, ma l’altro si erse in ginocchio, facendo sì che anche il compagno assumesse la medesima posizione, mentre lui si stava sollevando in piedi, portandolo a sé, dopo avergli artigliato la nuca.

“Pulisciti la bocca, non si dicono certe parolacce Jay” – e gli infilò la propria erezione sino in gola.

L’irlandese aveva voglia di trasgredire, di eccedere, insieme all’uomo, dalle fattezze di un ragazzo, incapace di invecchiare, che amava da una vita.

Il leader dei Mars si arrese, a quella prepotenza dolce e bollente, accontentandolo, sino in fondo.

Un secondo orgasmo, anzi era il terzo, pensò l’attore, crollando a pancia in giù sul materasso quadrato – “Miseria, mi fai godere come nessuno”

Uscita infelice, pensò Jared, andandosene in bagno.

“Scriverò un libro, sai? Su di noi” – gli disse, appena varcata la soglia di quella stanza dalle maioliche colore cobalto.

“Ma scherzi Jay? Ahhahaha”

Il front man fece capolino, raccogliendosi i capelli – “No, parlo sul serio, anche se mi ci vorrà un navigatore satellitare, per orientarmi in mezzo a tutte le corna che mi hai messo, Cole”

Forse scherzava.
Forse no.

Farrell si mise seduto, appoggiandosi alla testiera imbottita, di pelle avorio.

“Non hai detto una cosa carina” – replicò a mezza voce, ma palesemente contrariato.

“Ma è la verità” – bissò l’altro, che si stava specchiando, dopo essersi ripulito la faccia, dal piacere del marito, ancora stizzito per quella sua affermazione, seppure più che realistica.

“Sì, certo …”

Leto tornò in camera, buttandogli un accappatoio nero – “Dai vieni, andiamo a farci una doccia”

“Compra tanta carta, l’elenco è lungo: parlerai anche dei tuoi amanti, suppongo”

“Dai Cole, stavo facendo del sarcasmo e”

“No, scusa, a te non servirà la bussola, i nomi sono pochissimi, anzi, riduciamoli pure ad uno: del resto tu ami la semplicità, vero Jay?”

Il leader dei Mars strizzò le palpebre, mordendosi il labbro superiore.

“Perché, tu ed io, riusciamo sempre a farci così male?” – domandò diretto.

“Non lo so Jared, nemmeno eminenti psicologi ci hanno capito qualcosa, su di noi, si vede che li abbiamo esauriti prima di giungere alla soluzione!”  - sbottò, scattando verso il centro del salottino adiacente, dove aveva abbandonato gli abiti, dopo essersi spogliato in fretta e furia, bramoso di consumarsi insieme al consorte, in un appassionato incontro, senza più parole, ma neppure silenzi, dopo la mattinata trascorsa al circo con i bimbi.

Ad applaudire  anche  Geffen.




Appena lo vide giungere nel viale di ingresso, Tom gli andò incontro con uno dei suoi sorrisi migliori.

Era radioso.

“Glam … Ciao!” – e lo abbracciò energico.

“Tommy, stai un incanto, fatti un po’ vedere” – scherzò lui, distaccandolo affettuoso, per ammirarlo al meglio.

“Merito tuo!” – esclamò il terapista, prendendolo poi sotto braccio.

“Ti piace stare qui dal nonno? E Chris, Luna?”

“Stanno arrivando: Luna ha fatto il vaccino antiinfluenzale, non potevo accompagnarla io, Mason si è tanto raccomandato di tenere un … profilo basso” – e rise divertito.

“In effetti è una storia pazzesca, Tom, però volevo chiederti ancora qualche dettaglio sul tuo sogno, nel caso ti fosse sfuggito nell’immediato …” – e si fermarono davanti al laghetto delle ninfee.

“Ti ho già raccontato ciò che ricordavo, Glam, mi dispiace … E poi quel nome, credo sia la chiave del messaggio di Lula”

“Sì, lo credo anch’io: ho già inviato una e-mail all’archivista della fondazione ad Haiti, magari trova qualcosa”

“Ottima strategia” – inspirò – “… anche se sono un po’ preoccupato per questo tuo viaggio a Port au Prince, nonostante sia per una buona causa, trattandosi del progetto di Kevin e Tim”

“Devo andare alla fonte del problema, sempre se riguardi i Mendoza oppure chissà chi altro, che mi vuole vedere soffrire, Tom” – bissò serio ed assorto, mentre Kevin stava giungendo in auto, con Tim, Pepe e Robert, incontrati al centro commerciale.

Vas li seguiva con l’hummer, affiancato dal suo Peter, ovviamente.

Pepe corse dal padre, esultando, non solo per i numerosi giochi scelti nelle ore precedenti, con Downey.

“Papà lo sai che avrò una sorellina oppure un fratellino, presto presto, dagli zii Kevin e Tim?!”

“Diciamo un cuginetto” – Glam rise gioviale, accogliendo anche Robert sul suo petto e salutando il resto della compagnia.

“Yep sì! Comunque stavamo scegliendo i nomi!”

“Stavate? Un lavoro di gruppo, dunque?” – e guardò Robert, sussurrandogli un rassicurante – “Amore tutto bene?”

Downey annuì, quasi avvinghiandosi a lui, come se fosse una scialuppa di salvataggio.

“Allora miei prodi, siete emozionati? Domani si parte” – proseguì l’avvocato, avviandosi verso la residenza di Antonio.

“Sì daddy, un po’” – replicò il bassista.

“Un po’ tanto!” – Tim rise, allacciato a lui.

“Andrà tutto bene” – concluse Glam, facendo strada nel salone di Meliti, che andò loro incontro, con una scatola di sigari nuovi di zecca.

“Ehi gente, questi ce li fumeremo, appena il pargolo arriverà a Los Angeles!” – li ricevette euforico.

Carmela era alle prese con la cena.

“Vi fermate tutti? Ho cercato anche quel disgraziato di Jared, dovrebbe arrivare tra poco con Colin” – li informò Antonio.

“Ok … Più siamo, meglio è, no?” – si inserì Robert.

Geffen non disse nulla, servendosi un aperitivo.

“Devo fare delle telefonate … Ehi vecchia volpe, dovrei anche scambiare due chiacchiere con te” – e si rivolse all’anziano boss.

“D’accordo, andiamo nel mio studio, così staremo tranquilli a spettegolare.”




Dimitri accartocciò la lattina di birra, gettandola poi nel cestino, già colmo di avanzi e cartacce.

“Non pensavo ti incazzassi così” – sussurrò Matt, rannicchiato in poltrona.

“Andare da Geffen, senza di me, tu sei davvero impazzito!” – lo investì roco, non solo con le parole, ma con quello sguardo di ghiaccio, che incuteva paura, soprattutto a Miller.

“L’ho fatto per noi, per trovare una soluzione … Non posso chiederti il permesso per ogni fottuta cosa, Dim!”

“Mai detto questo! Lui, però, poteva chiamare la polizia o seguirti!”

“Ma non l’ha fatto, perché gli serviamo! E poi anche tu volevi ricontattarlo, rammenti? A costo di propinargli qualche balla, pur di avere dei soldi extra!”

“Certo, ci avremmo ragionato sopra, tu ed io, INSIEME!”

“Ok, mica è cambiato nulla, ho semplicemente fatto appello al suo buon cuore, d’altronde non è una panzana la mia psicosi e la doppia personalità, grazie alla quale Alexander mi tormenta e rende la mia vita un inferno!”

“Non è per Alexander, che ti sei presentato alla villa, quando si sono sposati, lui e quell’ex drogato del cazzo!”

“Certo, volevo la mia vendetta e farla pagare a Mark! Se sono tornato in gabbia è solo per merito suo! E da lì tutte le conseguenze, che conosci anche tu! Anche se” – ed avvampò, le iridi una lastra luccicante, per ciò che provava.

“Anche se?!”

“Anche se ti ho conosciuto, Dimitri e … E mi sono innamorato di te, questa è stata la cosa migliore, ecco …” – ed abbassò il volto, tra le ginocchia raccolte sotto al suo volto perfetto.

“Sei proprio un romantico …” – asserì, abbassandosi, per sciogliere quell’intreccio e costringerlo a guardarlo, ma con garbo inconsueto.

“No, sono semplicemente sincero e vorrei lo fossi anche tu, Dim”

“Ok …” – e sorrise mesto – “… Vuoi la verità, Matt? Noi non avremo mai un percorso normale, neppure se Geffen ci desse la sua benedizione, più insperata, allo stato attuale di questo pandemonio”

“Sei ottimista” – e rise teso.

“No, semplicemente realistico e molto frustrato, se proprio vuoi saperlo”

“Perché in una circostanza differente, tu ed io avremmo condiviso e vissuto una relazione in piena regola, Dim?” – chiese con lieve stupore.

“Può darsi …”

“Probabilmente non mi avresti degnato di uno sguardo!” – e si alzò repentino, per andarsi a prendere una tonica dal frigo scassato.

“Chissà, mai dire mai” – e gli andò vicino, cinturandolo da dietro, per poi posargli un bacio tra i capelli e sulla spalla destra – “Ti voglio bene Matt”

Quella semplice frase, genuina e faticosa, da uno come lui, colmò il cuore dell’altro di una sensazione a dire poco fantastica.

Miller si girò, dandogli un bacio così vero, da bruciare il cuore.

Dimitri ingoiò una lacrima, di cui si sarebbe vergognato senza speranze, trattenendolo, però, a sé, con sconfinata tenerezza.




“Per favore accosta”

Leto glielo domandò con il respiro spezzato.
Erano nei pressi della scogliera, da dove si poteva perdere lo sguardo, verso un orizzonte incantevole.

L’espressione di entrambi non era tale, dopo un greve e taciturno rientro, verso la End House, ancora lontana.

“Jared …”

L’artista scese, andando ad appoggiarsi alla balaustra, tra un paio di cannocchiali per i turisti.

Le sue gote erano paonazze, le falangi, asciutte, ma flessuose, artigliate al metallo, come se volessero mandarlo in frantumi.

“Jared non ti senti bene?”

Farrell gli posò i palmi sui fianchi esili, provando ad ottenere un riscontro minimo, anche solo dagli zaffiri vividi del marito, che si ostinava ad ignorarlo.

“Tu credi davvero che sia stato  carino, Colin, trovarti a casa di Taylor, dopo che te lo eri scopato per una notte intera?! Un tizio che ha quasi trent’anni meno di me!” – si sfogò, dopo una miriade di sgradevoli considerazioni mentali.

“Jay torniamo a”

“NO! Rispondimi, avanti!!” – gli urlò ad un centimetro dalla faccia.

“Certo che non lo è stato …” – replicò turbato – “… Così come non lo sarà, MAI, per me, accettare i tuoi sentimenti eterni per Glam”

“Appunto, SENTIMENTI, non odiosi ed umilianti ADULTERI, perpetrati contro di me, per vendicarti, perché te ne fregavi dei miei sacrifici, della mia pazienza, del MIO AMORE!”

Farrell strinse i pugni, provando a ragionare, senza esplodere in affermazioni esasperate.

“Se mettiamo sulla bilancia i nostri comportamenti, Jared, converrai con me che non è confortante pensarti innamorato di un altro”

Leto lo incenerì, sentendosi quasi mancare per la rabbia.

“Ti preferisco quando sei rozzo, anzi lo eri, anziché ascoltarti in questi panegirici da analista dilettante!”

“Cosa cazzo devo fare con te, Jared?! MALEDIZIONE!!” – e lo afferrò per le braccia.

“Mi fai male!!”

La presa dell’attore non era stata così energica, ma gli ematomi, quasi istantanei, che apparvero sulla sua pelle, scioccarono entrambi, appena Leto si alzò le maniche della t-shirt.

“Mio Dio Jay, ma cosa …?”

“Cole …” – disse flebile ed impaurito, poi si controllò anche l’addome e, sentendo un fastidio all’inguine, controllò anche lì – “… Ho lividi dappertutto, mioddio Cole …” – balbettò.

“Ti porto in ospedale amore, hai altri sintomi?”

“No … No, ma”

Farrell lo strinse, dandogli poi un bacio caldissimo – “Tranquillo, ok? … Ci sono io, ti aiuto io, piccolo … Io non ti lascerò mai. Mai.”













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