Capitolo n. 75 – life
Colin gli arrivò così
dentro, che Jared se lo sentì divampare, ben oltre le proprie gambe, tremanti e
bagnate nel mezzo, di un mondo, dove unicamente Farrell poteva accedere.
Si erano fermati in un
resort fuori mano, avevano preso una camera e ci stavano trascorrendo il
pomeriggio.
A letto.
“Cazzo Cole, datti una
calmata” – gli ansimò nel collo, ma l’altro si erse in ginocchio, facendo sì
che anche il compagno assumesse la medesima posizione, mentre lui si stava
sollevando in piedi, portandolo a sé, dopo avergli artigliato la nuca.
“Pulisciti la bocca,
non si dicono certe parolacce Jay” – e gli infilò la propria erezione sino in
gola.
L’irlandese aveva
voglia di trasgredire, di eccedere, insieme all’uomo, dalle fattezze di un
ragazzo, incapace di invecchiare, che amava da una vita.
Il leader dei Mars si
arrese, a quella prepotenza dolce e bollente, accontentandolo, sino in fondo.
Un secondo orgasmo,
anzi era il terzo, pensò l’attore, crollando a pancia in giù sul materasso
quadrato – “Miseria, mi fai godere come nessuno”
Uscita infelice, pensò
Jared, andandosene in bagno.
“Scriverò un libro,
sai? Su di noi” – gli disse, appena varcata la soglia di quella stanza dalle
maioliche colore cobalto.
“Ma scherzi Jay?
Ahhahaha”
Il front man fece
capolino, raccogliendosi i capelli – “No, parlo sul serio, anche se mi ci vorrà
un navigatore satellitare, per orientarmi in mezzo a tutte le corna che mi hai
messo, Cole”
Forse scherzava.
Forse no.
Farrell si mise seduto,
appoggiandosi alla testiera imbottita, di pelle avorio.
“Non hai detto una cosa
carina” – replicò a mezza voce, ma palesemente contrariato.
“Ma è la verità” –
bissò l’altro, che si stava specchiando, dopo essersi ripulito la faccia, dal piacere
del marito, ancora stizzito per quella sua affermazione, seppure più che
realistica.
“Sì, certo …”
Leto tornò in camera,
buttandogli un accappatoio nero – “Dai vieni, andiamo a farci una doccia”
“Compra tanta carta,
l’elenco è lungo: parlerai anche dei tuoi amanti, suppongo”
“Dai Cole, stavo
facendo del sarcasmo e”
“No, scusa, a te non
servirà la bussola, i nomi sono pochissimi, anzi, riduciamoli pure ad uno: del
resto tu ami la semplicità, vero Jay?”
Il leader dei Mars
strizzò le palpebre, mordendosi il labbro superiore.
“Perché, tu ed io,
riusciamo sempre a farci così male?” – domandò diretto.
“Non lo so Jared,
nemmeno eminenti psicologi ci hanno capito qualcosa, su di noi, si vede che li
abbiamo esauriti prima di giungere alla soluzione!” - sbottò, scattando verso il centro del
salottino adiacente, dove aveva abbandonato gli abiti, dopo essersi spogliato
in fretta e furia, bramoso di consumarsi insieme al consorte, in un
appassionato incontro, senza più parole, ma neppure silenzi, dopo la mattinata
trascorsa al circo con i bimbi.
Ad applaudire anche Geffen.
Appena lo vide giungere
nel viale di ingresso, Tom gli andò incontro con uno dei suoi sorrisi migliori.
Era radioso.
“Glam … Ciao!” – e lo
abbracciò energico.
“Tommy, stai un incanto,
fatti un po’ vedere” – scherzò lui, distaccandolo affettuoso, per ammirarlo al
meglio.
“Merito tuo!” – esclamò
il terapista, prendendolo poi sotto braccio.
“Ti piace stare qui dal
nonno? E Chris, Luna?”
“Stanno arrivando: Luna
ha fatto il vaccino antiinfluenzale, non potevo accompagnarla io, Mason si è
tanto raccomandato di tenere un … profilo basso” – e rise divertito.
“In effetti è una
storia pazzesca, Tom, però volevo chiederti ancora qualche dettaglio sul tuo
sogno, nel caso ti fosse sfuggito nell’immediato …” – e si fermarono davanti al
laghetto delle ninfee.
“Ti ho già raccontato
ciò che ricordavo, Glam, mi dispiace … E poi quel nome, credo sia la chiave del
messaggio di Lula”
“Sì, lo credo anch’io:
ho già inviato una e-mail all’archivista della fondazione ad Haiti, magari
trova qualcosa”
“Ottima strategia” –
inspirò – “… anche se sono un po’ preoccupato per questo tuo viaggio a Port au
Prince, nonostante sia per una buona causa, trattandosi del progetto di Kevin e
Tim”
“Devo andare alla fonte
del problema, sempre se riguardi i Mendoza oppure chissà chi altro, che mi
vuole vedere soffrire, Tom” – bissò serio ed assorto, mentre Kevin stava
giungendo in auto, con Tim, Pepe e Robert, incontrati al centro commerciale.
Vas li seguiva con l’hummer,
affiancato dal suo Peter, ovviamente.
Pepe corse dal padre,
esultando, non solo per i numerosi giochi scelti nelle ore precedenti, con
Downey.
“Papà lo sai che avrò
una sorellina oppure un fratellino, presto presto, dagli zii Kevin e Tim?!”
“Diciamo un cuginetto”
– Glam rise gioviale, accogliendo anche Robert sul suo petto e salutando il
resto della compagnia.
“Yep sì! Comunque
stavamo scegliendo i nomi!”
“Stavate? Un lavoro di
gruppo, dunque?” – e guardò Robert, sussurrandogli un rassicurante – “Amore
tutto bene?”
Downey annuì, quasi
avvinghiandosi a lui, come se fosse una scialuppa di salvataggio.
“Allora miei prodi, siete
emozionati? Domani si parte” – proseguì l’avvocato, avviandosi verso la
residenza di Antonio.
“Sì daddy, un po’” –
replicò il bassista.
“Un po’ tanto!” – Tim
rise, allacciato a lui.
“Andrà tutto bene” –
concluse Glam, facendo strada nel salone di Meliti, che andò loro incontro, con
una scatola di sigari nuovi di zecca.
“Ehi gente, questi ce li
fumeremo, appena il pargolo arriverà a Los Angeles!” – li ricevette euforico.
Carmela era alle prese
con la cena.
“Vi fermate tutti? Ho
cercato anche quel disgraziato di Jared, dovrebbe arrivare tra poco con Colin”
– li informò Antonio.
“Ok … Più siamo, meglio
è, no?” – si inserì Robert.
Geffen non disse nulla,
servendosi un aperitivo.
“Devo fare delle
telefonate … Ehi vecchia volpe, dovrei anche scambiare due chiacchiere con te”
– e si rivolse all’anziano boss.
“D’accordo, andiamo nel
mio studio, così staremo tranquilli a spettegolare.”
Dimitri accartocciò la
lattina di birra, gettandola poi nel cestino, già colmo di avanzi e cartacce.
“Non pensavo ti
incazzassi così” – sussurrò Matt, rannicchiato in poltrona.
“Andare da Geffen,
senza di me, tu sei davvero impazzito!” – lo investì roco, non solo con le
parole, ma con quello sguardo di ghiaccio, che incuteva paura, soprattutto a
Miller.
“L’ho fatto per noi,
per trovare una soluzione … Non posso chiederti il permesso per ogni fottuta
cosa, Dim!”
“Mai detto questo! Lui,
però, poteva chiamare la polizia o seguirti!”
“Ma non l’ha fatto,
perché gli serviamo! E poi anche tu volevi ricontattarlo, rammenti? A costo di
propinargli qualche balla, pur di avere dei soldi extra!”
“Certo, ci avremmo
ragionato sopra, tu ed io, INSIEME!”
“Ok, mica è cambiato
nulla, ho semplicemente fatto appello al suo buon cuore, d’altronde non è una
panzana la mia psicosi e la doppia personalità, grazie alla quale Alexander mi
tormenta e rende la mia vita un inferno!”
“Non è per Alexander,
che ti sei presentato alla villa, quando si sono sposati, lui e quell’ex
drogato del cazzo!”
“Certo, volevo la mia
vendetta e farla pagare a Mark! Se sono tornato in gabbia è solo per merito
suo! E da lì tutte le conseguenze, che conosci anche tu! Anche se” – ed
avvampò, le iridi una lastra luccicante, per ciò che provava.
“Anche se?!”
“Anche se ti ho
conosciuto, Dimitri e … E mi sono innamorato di te, questa è stata la cosa
migliore, ecco …” – ed abbassò il volto, tra le ginocchia raccolte sotto al suo
volto perfetto.
“Sei proprio un
romantico …” – asserì, abbassandosi, per sciogliere quell’intreccio e costringerlo
a guardarlo, ma con garbo inconsueto.
“No, sono semplicemente
sincero e vorrei lo fossi anche tu, Dim”
“Ok …” – e sorrise
mesto – “… Vuoi la verità, Matt? Noi non avremo mai un percorso normale,
neppure se Geffen ci desse la sua benedizione, più insperata, allo stato
attuale di questo pandemonio”
“Sei ottimista” – e rise
teso.
“No, semplicemente
realistico e molto frustrato, se proprio vuoi saperlo”
“Perché in una
circostanza differente, tu ed io avremmo condiviso e vissuto una relazione in
piena regola, Dim?” – chiese con lieve stupore.
“Può darsi …”
“Probabilmente non mi
avresti degnato di uno sguardo!” – e si alzò repentino, per andarsi a prendere
una tonica dal frigo scassato.
“Chissà, mai dire mai” –
e gli andò vicino, cinturandolo da dietro, per poi posargli un bacio tra i
capelli e sulla spalla destra – “Ti voglio bene Matt”
Quella semplice frase,
genuina e faticosa, da uno come lui, colmò il cuore dell’altro di una
sensazione a dire poco fantastica.
Miller si girò,
dandogli un bacio così vero, da bruciare il cuore.
Dimitri ingoiò una
lacrima, di cui si sarebbe vergognato senza speranze, trattenendolo, però, a sé,
con sconfinata tenerezza.
“Per favore accosta”
Leto glielo domandò con
il respiro spezzato.
Erano nei pressi della
scogliera, da dove si poteva perdere lo sguardo, verso un orizzonte
incantevole.
L’espressione di
entrambi non era tale, dopo un greve e taciturno rientro, verso la End House,
ancora lontana.
“Jared …”
L’artista scese,
andando ad appoggiarsi alla balaustra, tra un paio di cannocchiali per i
turisti.
Le sue gote erano
paonazze, le falangi, asciutte, ma flessuose, artigliate al metallo, come se
volessero mandarlo in frantumi.
“Jared non ti senti
bene?”
Farrell gli posò i
palmi sui fianchi esili, provando ad ottenere un riscontro minimo, anche solo
dagli zaffiri vividi del marito, che si ostinava ad ignorarlo.
“Tu credi davvero che
sia stato carino, Colin, trovarti a casa di Taylor, dopo che te lo eri
scopato per una notte intera?! Un tizio che ha quasi trent’anni meno di me!” –
si sfogò, dopo una miriade di sgradevoli considerazioni mentali.
“Jay torniamo a”
“NO! Rispondimi,
avanti!!” – gli urlò ad un centimetro dalla faccia.
“Certo che non lo è
stato …” – replicò turbato – “… Così come non lo sarà, MAI, per me, accettare i
tuoi sentimenti eterni per Glam”
“Appunto, SENTIMENTI,
non odiosi ed umilianti ADULTERI, perpetrati contro di me, per vendicarti, perché
te ne fregavi dei miei sacrifici, della mia pazienza, del MIO AMORE!”
Farrell strinse i
pugni, provando a ragionare, senza esplodere in affermazioni esasperate.
“Se mettiamo sulla
bilancia i nostri comportamenti, Jared, converrai con me che non è confortante
pensarti innamorato di un altro”
Leto lo incenerì,
sentendosi quasi mancare per la rabbia.
“Ti preferisco quando
sei rozzo, anzi lo eri, anziché ascoltarti in questi panegirici da analista
dilettante!”
“Cosa cazzo devo fare
con te, Jared?! MALEDIZIONE!!” – e lo afferrò per le braccia.
“Mi fai male!!”
La presa dell’attore non
era stata così energica, ma gli ematomi, quasi istantanei, che apparvero sulla
sua pelle, scioccarono entrambi, appena Leto si alzò le maniche della t-shirt.
“Mio Dio Jay, ma cosa …?”
“Cole …” – disse flebile
ed impaurito, poi si controllò anche l’addome e, sentendo un fastidio all’inguine,
controllò anche lì – “… Ho lividi dappertutto, mioddio Cole …” – balbettò.
“Ti porto in ospedale
amore, hai altri sintomi?”
“No … No, ma”
Farrell lo strinse,
dandogli poi un bacio caldissimo – “Tranquillo, ok? … Ci sono io, ti aiuto io,
piccolo … Io non ti lascerò mai. Mai.”
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