sabato 13 dicembre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 71

Capitolo n. 71 – life



Geffen si inclinò leggermente, tenendo comunque sollevato Robert, sotto di lui, cingendogli il busto magro e tonico, facendo attenzione alle sue cicatrici, non solo esteriori, baciandolo con dolcezza, mentre infieriva magnificamente con il proprio corpo, in quello dell’attore, a cui mancava il fiato, per la prestanza e l’amore, dimostratigli dal marito.

Ancora una volta.

Le carezze, che l’uomo si preoccupò di non fargli mancare, infine, li fecero venire insieme, in piena estasi, di singulti ed appartenenza.

Era quasi mezzanotte.




Harry lesse il messaggio di Lux ed andò ad aprirgli la porta, senza fare rumore.

“Ehi … Cosa ti porta qui, a quest’ora?” – domandò il giovane, stropicciandosi gli occhi.

“Tanto non dormivi, giusto?”

Il francese sorrise, avanzando lento nell’ingresso, dove notò alcuni dettagli: l’assenza, sulla mensola in vetro verde opaco, delle foto della coppia insieme e con la bimba, il buffo porta chiavi di Boo, con l’effige di una rana a pois rossi, parecchia corrispondenza arretrata, tra cui vari solleciti dell’amministratore del palazzo, per gli affitti arretrati.

L’affarista aggrottò la fronte, le mani nelle tasche del cappotto elegante, tinta grigio antracite, sotto il quale spiccava la camicia bianca.

“Molto chic il tuo look, vieni da un party?” – domandò Styles, andando a preparare del caffè.

“No, vengo da casa, dove ho lasciato Louis, con Brent e Brendan” – replicò serio, accomodandosi alla penisola, sopra allo sgabello di Petra.

Haz non disse nulla, non subito.

Porse la tazza all’amico, scuotendo il capo riccioluto ed appesantito dall’insonnia, con un sorriso mesto.

“Ti ringrazio, per averne cura, del resto non hai mai smesso”

“So a cosa ti riferisci, Harry e mi sono scusato, ok?”

“Ok, ciò non toglie che mi hai tradito! Forse non ti sei reso conto, che in questo bailamme di emozioni, tu eri importante per me, quanto un padre, Vincent, cazzo!” – sbottò, ma senza alzare i toni.

“Mi dispiace …” – replicò mortificato, le iridi basse.

“Ma Louis era più importante, ovviamente anche Zayn” – bissò, altrettanto sconvolto, di nuovo quel nodo in gola.

“Non serve a nulla giustificare i miei errori, le mie debolezze: li ammetto, non mi resta altro, me ne vergogno persino, Harry, anche se so che non può bastarti” – affermò sincero.

“Invece me li farò bastare, perché non è con te che devo sfogarmi oppure infierire, Vincent … Il mio pensiero va a Boo, non riesco a voltare pagina e poi c’è Petra, anzi, lei viene prima di tutti e lo sai”

“Sei un padre esemplare, nessuno può metterlo in discussione ed anche Louis, non merita rimproveri, almeno su questo siamo d’accordo?”

Styles sorrise, gli occhi grandi e lucidi, bellissimi – “Tu ed io lo siamo stati su molte cose, ad essere onesti … E a pensarci, è mancata l’onestà, tra me e Lou, la fiducia è venuta meno … L’ho giudicato spesso, in passato, balzando sul piedistallo delle mie insicurezze, perché lui era troppo … Troppo bello, troppo innocente, ma anche troppo spregiudicato, era in grado di rivoltarti la vita, le idee insomma, ma non è mai stato falso … Semmai ha nascosto le sue scelte, quando ha cominciato a flirtare con Zayn … Tu li hai uniti, in questa complicità assurda, ma di sicuro irrinunciabile” 

“Sono stato un pazzo, ma i miei giorni scorrono uguali e sbiaditi da quando ho perduto anche Kirill, senza contare ciò che …” – Lux si morse le labbra – “Anche se ho una speranza di guarigione, lo sanno in pochi, credo unicamente Louis ed i medici”

“Di cosa parli?”

“Andrò in Svizzera, a breve, per un ricambio di sangue ed una terapia, che dovrebbe liberarmi dal virus di tipo due, dell’Aids, di cui sono portatore sano”

Vincent si sentì in dovere di chiarire quel dettaglio su di sé, prima che Styles lo venisse a sapere da altri, soprattutto da Louis.

“Quindi Boo ne è al corrente …”

“Non trarre conclusioni affrettate, te ne prego Harry” – ribatté serio.

“Dopo quello che gli ho fatto, quando ho saputo di lui e Malik, mi sembrerebbe il minimo, che il mio ex volesse tornare con te”

“Ma non è quanto voglio io, non ha funzionato già una volta, quindi insistere sarebbe oltre modo stupido: nonostante ogni cazzata possa commettere, Louis ti ama profondamente, questa è la ragione principale, che mi farà desistere, oltre ogni ragionevole dubbio” – affermò simpatico.

“Mai dire mai, Vincent …”

I passi veloci e leggeri di Petra andarono a troncare quella conversazione di netto.

La cucciola, con la sua bambola di pezza preferita, piombò nel living, arruffata dal sonno – “Papi Boo è tornato?” – domandò emozionata.

Styles avrebbe voluto scomparire, mentre Lux mantenne una sommaria lucidità.

“No, tesoro, sono io, Zio Vinny” – ed andò a stringerla sul petto.

“Ciao zio …” – gli sorrise, nonostante la palpabile delusione, appendendosi al suo collo.

“Ciao amore …”

“Come mai sei qui? Così tardi …”

“Perché … Perché ho bisogno di te e di papà Harry, per il mio albero di Natale, non riesco ad addobbarlo da solo”

“Come mai? Non stai bene, hai la bua?”

“No … Cioè sì … Mi sento un po’ solo, così ho pensato di portarvi da me, così lo facciamo domani, che ne pensi?”

“Ok … Ma viene anche papi Boo, vero? Qui ci sono i nostri addobbi, i robot”

Era tutto in uno scatolone, rimasto intatto, dopo il litigio tra Harry e Louis.

“Sì, certo, farò il possibile perché ci sia anche lui, ok?”

Haz lo incenerì con un’occhiata, ma i suoi smeraldi vibrarono di una speranza altrettanto vivida, quanto quella insita nei topazi della figlia.

“E’ l’unico regalo che ti chiedo zio Vinny, ok? E poi sono stata buonissima” – e gli sorrise adorabile.

Lux la stropicciò di coccole – “Avanti andiamo, ho una casa tanto grande quanto vuota … Per te va bene, vero Harry?”

“Sì … Per Petra, qualsiasi cosa”

E poi non era affatto un sacrificio.




Lei aveva gli occhi come il padre.

Isotta fece capolino, dopo avere bussato educatamente alla porta di Colin, investendolo con la luce inconfondibile di quegli zaffiri luminosi e penetranti.

“Ciao papi, posso?” – chiese, prima di avanzare.

“Ehi principessa, certo, ma non dovresti essere a nanna?” – la accolse lui, con tenerezza, prendendola in braccio.

“Vedo che anche tu non dormi … Io mi annoiavo, ecco …”

“Io avevo … avevo freddo” – confessò limpido, tornando con lei sopra al divano.

“Perché non è bello addormentarsi da soli, vero?”

“Sì … E’ vero Isy”

“E poi volevo chiederti una cosa …”

“Dimmi” – le sorrise.

“Forse ho combinato un pasticcio e tu ci sei rimasto male, però non l’ho fatto apposta, sai?”

“A cosa ti riferisci?” – domandò curioso.

“Al fatto che chiamo … Che chiamo papi Glam … Glam!”

“Eh …?!”

“Magari tu ti sei offeso, perché ho già due papà e lui è … sarebbe …” – inspirò riflessiva.

Farrell rise – “Lui è anche un po’ il tuo papà, per varie ragioni”

“Quali?”

“Papà Jay non te le ha mai dette?”

“Mmmm non so …” – ed arricciò il nasino perfetto.

“Papi Glam ti ha visto per primo, quando eri solo un fagiolo, lui lo racconta spesso”

“Dentro alla pancia di mamma Syria?”

“Infatti … E poi le voleva così bene, ne era …”

L’irlandese ebbe un’esitazione.

“Innamorato?”

“Sì Isotta, le era immensamente affezionato … La tua mamma era una persona straordinaria, ci ha lasciati troppo presto”

“Tu l’hai conosciuta?”

“Sì … E le mandai una tutina, con il tuo nome: lei mi disse di aspettare una bimba e che l’avrebbe chiamata Isotta, ma io non sapevo ancora che tu eri anche di Jared”

“Questo lo sapevo!” – puntualizzò solare.

“Già … E sai cosa ho provato, quanto sei arrivata alla End House? Il mio cuore scoppiava di gioia, perché tu eri sua … di papà Jay … Io amo ogni cosa di lui” – rivelò assorto.

“Allora perché state lontani? Siete un po’ … sciocchi!” – sentenziò la bimba, incapace di dire parolacce.

Leto, alla sua ricerca, non trovandola per darle la buona notte nella sua cameretta, stava ascoltando, dietro la soglia, come un ladro.

Il cantante scivolò lungo lo stipite, cominciando a piangere in silenzio o almeno ci provò a non farsi sentire, a nascondersi dal mondo.

Appena vide un’ombra, appannata dalla sua disperazione, ebbe un sussulto.

Poi quel calore ed i baci caldissimi, al sapore di menta, che unicamente Colin era in grado di infondergli, oltre la bocca, la gola, il cuore, arrivando dritti nel centro della sua essenza.

La corsetta di Isy, oltre loro e poi a perdersi, in fondo al corridoio illuminato d’improvviso, dalle luminarie esterne, attivate dal signor Wong, furono l’ultimo suono che i due percepirono, prima di precipitare in un abbraccio senza fine.




“A cosa pensi?”

Taylor glielo chiese, mentre Jude se ne stava appoggiato con la tempia destra, sul suo addome asciutto e ben disegnato, nella muscolatura allenata e di un bell’incarnato colore dell’oro.

“A noi, piccolo …”

“E poi?” – sorrise, fissando il soffitto.

“Alla tua testolina ed a quando potrai salire su di un aereo per Londra, con me” – ed alzò gli opali, verso di lui, nella penombra della loro stanza.

Law lo aveva portato al proprio loft, con Camilla e Diamond, che accolsero il ragazzo nel migliore dei modi, anche grazie ad una telefonata di Robert.

“Me la sto facendo sotto … Incontrare i tuoi … Numerosi eredi” – rise lieve.

L’inglese gli diede un lungo bacio.

Avevano fatto l’amore guardandosi per tutto il tempo, non senza stupore: era la prima volta che lo facevano da sobri.

E fu straordinario.

“Andrà tutto bene Taylor … Te lo prometto” – e si accoccolò nuovamente, sul suo cuore acerbo e colmo di aspettative, che solo Jude poteva eludere.




“Conti le pecore?”

Laurie glielo domandò, cingendolo alle spalle, a cucchiaio, come piaceva ad entrambi, prima di assopirsi.

Mason sbuffò greve – “Pensavo a Tom … L’ho trasferito a villa Meliti, firmando un protocollo a domicilio”

“Per sottrarlo agli avvoltoi della commissione, pronti a metterti sul rogo, come se fossi Giovanna d’Arco? Spiacente, Jim, però tu non hai le sue tette!” – e ridacchiò, facendogli il solletico.

L’oncologo si voltò lento, verso di lui, che non esitò a dargli un bacio sulle guance, sempre ben rasate.

“Sei morbido … E fradicio di paturnie, per queste guarigioni miracolose! Come vuoi rimediare? Abbattendo Geffen, come se fosse la cornacchia di Capitan Harlock?”

Risero.

“Comunque ha salvato anche Tom …”

“E quindi torni ad insistere perché io gli chieda di essere miracolato dal suo tocco magico? No Jim, non sono moribondo”

“Cosa vuoi dire?”

“Il potere di Lula prima e di Glam, adesso, si manifesta a favore di coloro i quali sono in punto di morte, te ne sei accorto?”

Mason aggrottò la fronte.

“Credo tu abbia ragione Hugh … Accidenti!” – ringhiò quasi.

“Se vuoi puoi sempre stirarmi sotto le ruote del tuo catorcio, domattina, così magari rientro nella categoria giusta!” – scherzò l’analista, ricevendo un calcio negli stinchi, di cui l’altro si pentì immediato.

Affondando la bocca ed il respiro nell’incavo del suo collo, Jim lo sommerse di baci, che Laurie ricambiò, passionale e virile, sino a sfinirsi.






 ISY








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