Capitolo n. 71 – life
Geffen si inclinò
leggermente, tenendo comunque sollevato Robert, sotto di lui, cingendogli il
busto magro e tonico, facendo attenzione alle sue cicatrici, non solo
esteriori, baciandolo con dolcezza, mentre infieriva magnificamente con il
proprio corpo, in quello dell’attore, a cui mancava il fiato, per la prestanza
e l’amore, dimostratigli dal marito.
Ancora
una volta.
Le carezze, che l’uomo
si preoccupò di non fargli mancare, infine, li fecero venire insieme, in piena
estasi, di singulti ed appartenenza.
Era quasi mezzanotte.
Harry lesse il
messaggio di Lux ed andò ad aprirgli la porta, senza fare rumore.
“Ehi … Cosa ti porta
qui, a quest’ora?” – domandò il giovane, stropicciandosi gli occhi.
“Tanto non dormivi,
giusto?”
Il francese sorrise,
avanzando lento nell’ingresso, dove notò alcuni dettagli: l’assenza, sulla
mensola in vetro verde opaco, delle foto della coppia insieme e con la bimba,
il buffo porta chiavi di Boo, con l’effige di una rana a pois rossi, parecchia
corrispondenza arretrata, tra cui vari solleciti dell’amministratore del
palazzo, per gli affitti arretrati.
L’affarista aggrottò la
fronte, le mani nelle tasche del cappotto elegante, tinta grigio antracite,
sotto il quale spiccava la camicia bianca.
“Molto chic il tuo
look, vieni da un party?” – domandò Styles, andando a preparare del caffè.
“No, vengo da casa,
dove ho lasciato Louis, con Brent e Brendan” – replicò serio, accomodandosi
alla penisola, sopra allo sgabello di Petra.
Haz non disse nulla,
non subito.
Porse la tazza
all’amico, scuotendo il capo riccioluto ed appesantito dall’insonnia, con un
sorriso mesto.
“Ti ringrazio, per
averne cura, del resto non hai mai smesso”
“So a cosa ti
riferisci, Harry e mi sono scusato, ok?”
“Ok, ciò non toglie che
mi hai tradito! Forse non ti sei reso conto, che in questo bailamme di emozioni,
tu eri importante per me, quanto un padre, Vincent, cazzo!” – sbottò, ma senza
alzare i toni.
“Mi dispiace …” –
replicò mortificato, le iridi basse.
“Ma Louis era più
importante, ovviamente anche Zayn” – bissò, altrettanto sconvolto, di nuovo
quel nodo in gola.
“Non serve a nulla
giustificare i miei errori, le mie debolezze: li ammetto, non mi resta altro,
me ne vergogno persino, Harry, anche se so che non può bastarti” – affermò
sincero.
“Invece me li farò
bastare, perché non è con te che devo sfogarmi oppure infierire, Vincent … Il
mio pensiero va a Boo, non riesco a voltare pagina e poi c’è Petra, anzi, lei
viene prima di tutti e lo sai”
“Sei un padre
esemplare, nessuno può metterlo in discussione ed anche Louis, non merita
rimproveri, almeno su questo siamo d’accordo?”
Styles sorrise, gli
occhi grandi e lucidi, bellissimi – “Tu ed io lo siamo stati su molte cose, ad
essere onesti … E a pensarci, è mancata l’onestà, tra me e Lou, la fiducia è
venuta meno … L’ho giudicato spesso, in passato, balzando sul piedistallo delle
mie insicurezze, perché lui era troppo … Troppo bello, troppo innocente, ma
anche troppo spregiudicato, era in grado di rivoltarti la vita, le idee
insomma, ma non è mai stato falso … Semmai ha nascosto le sue scelte, quando ha
cominciato a flirtare con Zayn … Tu li hai uniti, in questa complicità assurda,
ma di sicuro irrinunciabile”
“Sono stato un pazzo,
ma i miei giorni scorrono uguali e sbiaditi da quando ho perduto anche Kirill,
senza contare ciò che …” – Lux si morse le labbra – “Anche se ho una speranza
di guarigione, lo sanno in pochi, credo unicamente Louis ed i medici”
“Di cosa parli?”
“Andrò in Svizzera, a
breve, per un ricambio di sangue ed una terapia, che dovrebbe liberarmi dal
virus di tipo due, dell’Aids, di cui sono portatore sano”
Vincent si sentì in
dovere di chiarire quel dettaglio su di sé, prima che Styles lo venisse a
sapere da altri, soprattutto da Louis.
“Quindi Boo ne è al
corrente …”
“Non trarre conclusioni
affrettate, te ne prego Harry” – ribatté serio.
“Dopo quello che gli ho
fatto, quando ho saputo di lui e Malik, mi sembrerebbe il minimo, che il mio ex
volesse tornare con te”
“Ma non è quanto voglio
io, non ha funzionato già una volta, quindi insistere sarebbe oltre modo
stupido: nonostante ogni cazzata possa commettere, Louis ti ama profondamente,
questa è la ragione principale, che mi farà desistere, oltre ogni ragionevole
dubbio” – affermò simpatico.
“Mai dire mai, Vincent …”
I passi veloci e
leggeri di Petra andarono a troncare quella conversazione di netto.
La cucciola, con la sua
bambola di pezza preferita, piombò nel living, arruffata dal sonno – “Papi Boo
è tornato?” – domandò emozionata.
Styles avrebbe voluto
scomparire, mentre Lux mantenne una sommaria lucidità.
“No, tesoro, sono io,
Zio Vinny” – ed andò a stringerla sul petto.
“Ciao zio …” – gli sorrise,
nonostante la palpabile delusione, appendendosi al suo collo.
“Ciao amore …”
“Come mai sei qui? Così
tardi …”
“Perché … Perché ho
bisogno di te e di papà Harry, per il mio albero di Natale, non riesco ad
addobbarlo da solo”
“Come mai? Non stai
bene, hai la bua?”
“No … Cioè sì … Mi
sento un po’ solo, così ho pensato di portarvi da me, così lo facciamo domani,
che ne pensi?”
“Ok … Ma viene anche papi
Boo, vero? Qui ci sono i nostri addobbi, i robot”
Era tutto in uno
scatolone, rimasto intatto, dopo il litigio tra Harry e Louis.
“Sì, certo, farò il
possibile perché ci sia anche lui, ok?”
Haz lo incenerì con un’occhiata,
ma i suoi smeraldi vibrarono di una speranza altrettanto vivida, quanto quella
insita nei topazi della figlia.
“E’ l’unico regalo che
ti chiedo zio Vinny, ok? E poi sono stata buonissima” – e gli sorrise
adorabile.
Lux la stropicciò di
coccole – “Avanti andiamo, ho una casa tanto grande quanto vuota … Per te va
bene, vero Harry?”
“Sì … Per Petra,
qualsiasi cosa”
E
poi non era affatto un sacrificio.
Lei aveva gli occhi
come il padre.
Isotta fece capolino,
dopo avere bussato educatamente alla porta di Colin, investendolo con la luce
inconfondibile di quegli zaffiri luminosi e penetranti.
“Ciao papi, posso?” –
chiese, prima di avanzare.
“Ehi principessa,
certo, ma non dovresti essere a nanna?” – la accolse lui, con tenerezza,
prendendola in braccio.
“Vedo che anche tu non
dormi … Io mi annoiavo, ecco …”
“Io avevo … avevo
freddo” – confessò limpido, tornando con lei sopra al divano.
“Perché non è bello
addormentarsi da soli, vero?”
“Sì … E’ vero Isy”
“E poi volevo chiederti
una cosa …”
“Dimmi” – le sorrise.
“Forse ho combinato un
pasticcio e tu ci sei rimasto male, però non l’ho fatto apposta, sai?”
“A cosa ti riferisci?” –
domandò curioso.
“Al fatto che chiamo …
Che chiamo papi Glam … Glam!”
“Eh …?!”
“Magari tu ti sei
offeso, perché ho già due papà e lui è … sarebbe …” – inspirò riflessiva.
Farrell rise – “Lui è
anche un po’ il tuo papà, per varie ragioni”
“Quali?”
“Papà Jay non te le ha
mai dette?”
“Mmmm non so …” – ed arricciò
il nasino perfetto.
“Papi Glam ti ha visto
per primo, quando eri solo un fagiolo, lui lo racconta spesso”
“Dentro alla pancia di
mamma Syria?”
“Infatti … E poi le
voleva così bene, ne era …”
L’irlandese ebbe un’esitazione.
“Innamorato?”
“Sì Isotta, le era
immensamente affezionato … La tua mamma era una persona straordinaria, ci ha
lasciati troppo presto”
“Tu l’hai conosciuta?”
“Sì … E le mandai una
tutina, con il tuo nome: lei mi disse di aspettare una bimba e che l’avrebbe
chiamata Isotta, ma io non sapevo ancora che tu eri anche di Jared”
“Questo lo sapevo!” –
puntualizzò solare.
“Già … E sai cosa ho
provato, quanto sei arrivata alla End House? Il mio cuore scoppiava di gioia, perché
tu eri sua … di papà Jay … Io amo ogni cosa di lui” – rivelò assorto.
“Allora perché state
lontani? Siete un po’ … sciocchi!” – sentenziò la bimba, incapace di dire
parolacce.
Leto, alla sua ricerca,
non trovandola per darle la buona notte nella sua cameretta, stava ascoltando,
dietro la soglia, come un ladro.
Il cantante scivolò lungo
lo stipite, cominciando a piangere in silenzio o almeno ci provò a non farsi
sentire, a nascondersi dal mondo.
Appena vide un’ombra,
appannata dalla sua disperazione, ebbe un sussulto.
Poi quel calore ed i
baci caldissimi, al sapore di menta, che unicamente Colin era in grado di
infondergli, oltre la bocca, la gola, il cuore, arrivando dritti nel centro
della sua essenza.
La corsetta di Isy,
oltre loro e poi a perdersi, in fondo al corridoio illuminato d’improvviso,
dalle luminarie esterne, attivate dal signor Wong, furono l’ultimo suono che i
due percepirono, prima di precipitare in un abbraccio senza fine.
“A cosa pensi?”
Taylor glielo chiese,
mentre Jude se ne stava appoggiato con la tempia destra, sul suo addome
asciutto e ben disegnato, nella muscolatura allenata e di un bell’incarnato
colore dell’oro.
“A noi, piccolo …”
“E poi?” – sorrise,
fissando il soffitto.
“Alla tua testolina ed
a quando potrai salire su di un aereo per Londra, con me” – ed alzò gli opali,
verso di lui, nella penombra della loro stanza.
Law lo aveva portato al
proprio loft, con Camilla e Diamond, che accolsero il ragazzo nel migliore dei
modi, anche grazie ad una telefonata di Robert.
“Me la sto facendo
sotto … Incontrare i tuoi … Numerosi eredi” – rise lieve.
L’inglese gli diede un
lungo bacio.
Avevano fatto l’amore
guardandosi per tutto il tempo, non senza stupore: era la prima volta che lo
facevano da sobri.
E fu straordinario.
“Andrà tutto bene
Taylor … Te lo prometto” – e si accoccolò nuovamente, sul suo cuore acerbo e
colmo di aspettative, che solo Jude poteva eludere.
“Conti le pecore?”
Laurie glielo domandò,
cingendolo alle spalle, a cucchiaio, come piaceva ad entrambi, prima di
assopirsi.
Mason sbuffò greve – “Pensavo
a Tom … L’ho trasferito a villa Meliti, firmando un protocollo a domicilio”
“Per sottrarlo agli
avvoltoi della commissione, pronti a metterti sul rogo, come se fossi Giovanna
d’Arco? Spiacente, Jim, però tu non hai le sue tette!” – e ridacchiò,
facendogli il solletico.
L’oncologo si voltò
lento, verso di lui, che non esitò a dargli un bacio sulle guance, sempre ben
rasate.
“Sei morbido … E
fradicio di paturnie, per queste guarigioni miracolose! Come vuoi rimediare?
Abbattendo Geffen, come se fosse la cornacchia di Capitan Harlock?”
Risero.
“Comunque ha salvato
anche Tom …”
“E quindi torni ad
insistere perché io gli chieda di essere miracolato dal suo tocco magico? No
Jim, non sono moribondo”
“Cosa vuoi dire?”
“Il potere di Lula
prima e di Glam, adesso, si manifesta a favore di coloro i quali sono in punto
di morte, te ne sei accorto?”
Mason aggrottò la
fronte.
“Credo tu abbia ragione
Hugh … Accidenti!” – ringhiò quasi.
“Se vuoi puoi sempre
stirarmi sotto le ruote del tuo catorcio, domattina, così magari rientro nella
categoria giusta!” – scherzò l’analista, ricevendo un calcio negli stinchi, di
cui l’altro si pentì immediato.
Affondando la bocca ed
il respiro nell’incavo del suo collo, Jim lo sommerse di baci, che Laurie
ricambiò, passionale e virile, sino a sfinirsi.
ISY
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