Capitolo n. 19 – nakama
Era come un fluttuare
nel vuoto.
Un vuoto che sapeva di
mentolo e di talco, come quello che Tom usava con Luna.
A Chris quelle
percezioni, durante il sonno artificiale, in cui era sprofondato, davano
comunque sollievo.
Il passaggio delle mani
esperte del compagno, era confortante.
Tom lo stava
frizionando all’interno delle gambe e poi nelle parti più intime di lui, di
pura appartenenza del fisiatra, che aveva preteso educatamente di occuparsi
della riabilitazione del padre della loro meravigliosa bambina.
Luna sapeva unicamente
che il suo papà era stato un eroe, che aveva salvato una futura mamma ed anche
il collega, che anche in quel momento sostava nel corridoio del reparto, in
attesa di buone notizie, da riferire anche al comando, in subbuglio per la
ricerca di quei due malviventi, purtroppo momentaneamente infruttuosa.
Hemsworth sentiva
accavallarsi i pensieri.
Forse era paralizzato:
no, non poteva essere, perché avvertiva mille sensazioni, anche sgradevoli,
come quel peso sul petto, all’altezza del cuore.
Era lì, che quella
dannata pallottola doveva essere per forza entrata, per stenderlo in quel modo,
come se avesse sbattuto contro ad un muro invisibile, vedendo tutto nero ed il
silenzio, assoluto, un secondo dopo.
In realtà non aveva
sofferto ed anche in quell’istante, la cosa che più lo infastidiva era la
debolezza, la gola asciutta e ruvida, dopo che i medici avevano estratto il
tubo, che gli consentiva di respirare, la testa greve quanto un macigno.
Eppure Tommy era lì e
stava sorridendo.
Aprendo a malapena le
palpebre, in due fessure, dove i suoi cieli luccicarono, Chris riuscì a
vederlo, a sorridergli.
“Ehi …” – sussurrò,
sentendosi morire, come se avesse scalato una montagna di corsa.
“Mio Dio Chris … Chris!!”
Gli infermieri
accorsero, così il primario: quel risveglio era importante ed anche prematuro,
ma il fisico del tenente aveva già dimostrato, di essere diverso da quello
degli individui comuni.
Perché Chris era un
vichingo, dal cuore spezzato: così lo stava disegnando Lula, che ebbe un
sussulto, nel living di Palm Springs, sopra al tappeto, dove anche Isotta e
Pepe stavano giocando, senza accorgersi delle sue sensazioni.
Glam lo guardò, alzando
gli occhi dal giornale, mentre Jared stava nuotando in piscina.
“Ehi soldino …”
“Zio Chris è di nuovo
tra noi” – e sorrise a metà – “… più o meno come prima” – sospirò, per poi
tornare a colorare.
Geffen sorrise –
“Chiamo subito l’ospedale allora”
Hugh inspirò, dopo
avere riattaccato.
“Che c’è?” – domandò
con dolcezza Jim, seduto all’altro capo della scrivania.
Stavano facendo
colazione insieme, con due beveroni di caffè e delle cialde, comprate di corsa
al Dark blue.
“Chris è resuscitato”
“Miseria, è un’ottima
notizia!” – esultò l’oncologo, ammutolendosi un secondo dopo, per l’espressione
perplessa di Laurie.
“Tu sai cosa lo
attende, vero?” – bissò pacato e buio.
Mason annuì – “Un lungo
periodo di riabilitazione, Tom lo aiuterà al meglio”
“Già, ma Chris non sarà
più come prima, niente più super sbirro e”
“Ehi, avrà altre
priorità Hugh e che cavolo!”
“L’ho avuto in terapia,
Chris è un osso duro, uno che non si arrende, però immagino il suo rancore,
verso ciò che gli è accaduto, il suo rimorso nel rimuginare, giorno dopo
giorno, su dove ha sbagliato ed infine tutte queste emozioni negative, finirà
per riversarle su Tom”
Jim gli sorrise,
inclinando il capo di poco, in quella maniera, capace di fare impazzire il
consorte.
“Tieni molto a Tommy,
vale anche per me, per l’intera famiglia, so che lo consideri fragile, ma non
lo è affatto”
“Sono d’accordo Jim, il
nostro Tom ha delle potenzialità innate, che lo porteranno a prendere le redini
del loro rapporto, ma in breve tempo diverrà come una pentola a pressione, che
accumulerà tanto nervosismo sino ad esplodere, perché Chris non gli lascerà
alternative, con quel suo caratteraccio!” – sibilò acre.
“Noi abbiamo il dovere
di aiutarli, non credi? E non saremo soli, ok?”
Jared esitò, poi gli
rispose, le pulsazioni a mille.
Geffen era uscito, per
andare a fare visita a Chris e Tom.
Leto aveva preferito
rimanere alla villa, con i bimbi, ma era una scusa, non se la sentiva di
affrontare quello stress, non ne era ancora in grado.
Con Glam aveva
semplicemente dormito, durante quel paio di giorni, dopo il suo ritorno alla
loro dimora sull’oceano.
Dormito il più
possibile, con o senza di lui, anche per recuperare un minimo di energie e
vigore, mangiando a forza, perché Glam non voleva arrendersi.
“Colin ciao …”
“Ciao tesoro, come ti
senti oggi?”
“Sto migliorando,
grazie …”
Voce incolore contro
voce vivida.
Bossier City contro
Dublino.
Uno scontro impari.
Farrell deteneva la
speranza insita negli innamorati.
Negli ostinati.
Nei folli.
“Jay spero di non
disturbarti”
“No … No, è che sono
appena tornato qui, con Glam” – quasi balbettò.
Come vergognandosene.
“Ah capisco” – ed era
gelida, l’emozione che l’irlandese soffocò, ostinandosi nel proprio intento,
sfoggiando un sorriso, che all’altro sembrò così visibile, anche se lontano
chilometri.
“Gli è passata
l’incazzatura, è venuto a cercarmi da Shannon, anche se l’idea iniziale era
quella di andarsene allo chalet in Svizzera, ma l’aggressione a Will lo ha
bloccato al Lax, perché” – poi Leto strinse le palpebre.
Gli piaceva dire tutto
a Colin, così come questi adorava ascoltarlo.
“Non so nulla di Will …
Will chi, amore?”
Era
come se non fosse successo niente.
Tra
loro.
§
Noi non siamo più sposati Cole … §
Jared glielo avrebbe
voluto dire.
Sotto voce, per non
urtarlo.
Tacque.
Perché l’amore, che
ancora li univa, nonostante tutto e tutti, gli stava urlando dentro.
Zittendolo.
Scalpitava, come il suo
desiderio di rivederlo e non certo per andare a scopare in un resort di lusso.
“Will Graham, è lui ad
avere salvato Chris in sala operatoria, Colin”
“Sì, sì, certo, ora ho
rimesso insieme i pezzi, non lo conosco bene, tu sì?”
“No, non direi … E’
venuto qui, con il suo amico, non so se sono una coppia, il professore, quel
Mikkelsen, voleva essere difeso per il caso Britannia, da Glam, ma lui ha
rifiutato, per rispetto a Lux ed alla memoria di Kirill … Ti ricordi almeno di
lui, Cole?” – e sorrise amaro.
Da lui, Farrell era
rimasto contagiato dal virus dell’Aids, con una “semplice” serio positività,
mentre in Leto, il germe del male aveva attecchito.
Si erano salvati anche
da quell’inferno.
Erano due
sopravvissuti.
“Mikkelsen era quello
che lo teneva al guinzaglio, in quel club …” – replicò assorto l’attore,
tornando con la memoria a quel brutto periodo.
“Sì, temo di sì … Era
uno dei tanti clienti di Kirill, comunque”
“Non rivanghiamo il
passato Jay, guardiamo avanti”
“Già, tu ed io ci
perdoniamo tutto, vero Cole?” – ribatté più aspro.
“Sì, infatti, ti sembra
così sbagliato? Il nostro amore va oltre!”
“Ma oltre che cosa,
accidenti Colin!” – e singhiozzò dalla rabbia.
“Ne hai parlato con
Glam, di Mark?”
“Cosa diavolo centra
questo adesso?!?”
“Centra eccome, perché
tu con me puoi confidarti, come con nessuno!””
Leto chiuse la
telefonata, di netto.
Quindi spense il
cellulare e si voltò di scatto, vedendo un’ombra tremolare sulla sabbia.
Nel frattempo il
cantante si era spostato in spiaggia, camminando verso la caletta, tra gli
scogli, per avere il massimo della privacy; ma non con Lula.
“Soldino …?”
“Ciao Jay: vorrei dirti
alcune cose” – esordì serio il bambino.
“Ok … Ti ascolto …
Vogliamo sederci?” – propose inquieto il leader dei Mars, ma ostentando una
sommaria sicurezza.
“No, io sto bene così.
E tu?”
“Mi sento stanchissimo
… E’ normale Tom? Vero?” – chiese in apprensione Chris, sgranando i propri
fanali ad un palmo dal viso del ragazzo, che amava da sempre, ancora perso in
una commozione ingestibile, mentre lo coccolava, come se Hemsworth fosse un
neonato.
Bisognoso di cure, di
presenza, di piena assistenza, nudo al cospetto di una vita, com’era finito il
poliziotto, del tutto nuova ed alquanto complessa.
Deprimente, già dalle
prime avvisaglie.
“Certo che è normale
amore mio … Ora tranquillizzati, serve molta pazienza, sai?”
“Tu ne avrai a
sufficienza Tommy? Mi sento un relitto ed ho come l’impressione che non ne
uscirò tanto presto, vero? Non mentirmi, tu non l’hai fatto mai” – e si morse
le labbra, dove Tom posò l’ennesimo bacio casto, ma colmo di affetto.
“Sei vivo è questo che
conta” – provò a rassicurarlo, con una pena nel cuore, difficile da
verbalizzare, se si fosse trovato in seduta con uno dei Laurie.
“Già … Me lo devo far
bastare, giusto?”
Chris chiedeva continue
conferme ed a ciò, Hugh, aveva preparato il terapista, con un colloquio
preliminare.
“Sì … Temo di sì …
Fallo per Luna e … e per me, tesoro, vuoi?”
“Certo che lo voglio …
Farei … Ecco, ti dicevo sempre, che avrei fatto qualsiasi cosa per voi: ora mi
chiedo se ne sarò di nuovo in grado, un giorno …”
Briciola corse via,
portandosi tra le fauci minute, un bel pezzo di salsiccia, con cui Mads stava
preparando una grigliata mista.
“Sarà per questo che
l’hanno lasciata in un’area di servizio, i tuoi predecessori Will?” – esclamò,
con la gioia nel cuore ed una risata cristallina.
“Può darsi … Non contaminare
le mie verdure con quei cadaveri, ok?” – scherzò il più giovane e Mikkelsen gli
rispose con una smorfia simpatica.
Graham se ne stava
steso su di un comodo e rustico divano, nell’immensa cucina dell’altro,
circondato dai suoi randagi, che correvano ovunque, divertendo entrambi.
“Hai avuto notizie di
Hemsworth, Mads?”
“E’ tornato tra noi,
non me l’aspettavo con questo anticipo”
“La sua voglia di
ricominciare, ha superato l’effetto dei farmaci per il coma indotto, quindi”
“Pare di sì Will, ma le
sue condizioni sono delicate, meglio non correre troppo di fantasia”
“Io amo essere
ottimista, credere nei cambiamenti” – affermò Graham, fissandolo sereno.
“Sì … Per mia fortuna,
sì” – e gli si avvicinò, con un aperitivo analcolico ed un tagliere di specialità
vegane.
“Accidenti Mads, quante
cose buone” – gli arrise come un cucciolo, intenerendolo come non mai.
Mikkelsen lo baciò,
intenso e febbrile.
Si accarezzarono, ma i
loro amici a quattro zampe, impedirono loro lo scambio di attenzioni più scabrose.
“Penso che dedicherò
un’ala specifica della nostra residenza a questi rompiscatole pelosi” – gli
sussurrò Mads nel collo e Will perse un battito.
“Nostra …?”
“Quello che è mio è
anche tuo … Se lo vorrai”
“Sì … Lo voglio Mads …”
MIkkelsen gli infilò
una vera d’oro bianco all’anulare e ne porse una identica a Graham, che
ricambiò quel gesto carico di significati.
“Grazie Will …” – e lo
baciò con vibrante attaccamento sulla fronte spaziosa – “… ora non sono più
solo … Grazie.”
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