sabato 19 settembre 2015

NAKAMA - CAPITOLO N. 19

Capitolo n. 19 – nakama



Era come un fluttuare nel vuoto.

Un vuoto che sapeva di mentolo e di talco, come quello che Tom usava con Luna.

A Chris quelle percezioni, durante il sonno artificiale, in cui era sprofondato, davano comunque sollievo.

Il passaggio delle mani esperte del compagno, era confortante.

Tom lo stava frizionando all’interno delle gambe e poi nelle parti più intime di lui, di pura appartenenza del fisiatra, che aveva preteso educatamente di occuparsi della riabilitazione del padre della loro meravigliosa bambina.

Luna sapeva unicamente che il suo papà era stato un eroe, che aveva salvato una futura mamma ed anche il collega, che anche in quel momento sostava nel corridoio del reparto, in attesa di buone notizie, da riferire anche al comando, in subbuglio per la ricerca di quei due malviventi, purtroppo momentaneamente infruttuosa.

Hemsworth sentiva accavallarsi i pensieri.
Forse era paralizzato: no, non poteva essere, perché avvertiva mille sensazioni, anche sgradevoli, come quel peso sul petto, all’altezza del cuore.

Era lì, che quella dannata pallottola doveva essere per forza entrata, per stenderlo in quel modo, come se avesse sbattuto contro ad un muro invisibile, vedendo tutto nero ed il silenzio, assoluto, un secondo dopo.

In realtà non aveva sofferto ed anche in quell’istante, la cosa che più lo infastidiva era la debolezza, la gola asciutta e ruvida, dopo che i medici avevano estratto il tubo, che gli consentiva di respirare, la testa greve quanto un macigno.

Eppure Tommy era lì e stava sorridendo.

Aprendo a malapena le palpebre, in due fessure, dove i suoi cieli luccicarono, Chris riuscì a vederlo, a sorridergli.

“Ehi …” – sussurrò, sentendosi morire, come se avesse scalato una montagna di corsa.

“Mio Dio Chris … Chris!!”

Gli infermieri accorsero, così il primario: quel risveglio era importante ed anche prematuro, ma il fisico del tenente aveva già dimostrato, di essere diverso da quello degli individui comuni.

Perché Chris era un vichingo, dal cuore spezzato: così lo stava disegnando Lula, che ebbe un sussulto, nel living di Palm Springs, sopra al tappeto, dove anche Isotta e Pepe stavano giocando, senza accorgersi delle sue sensazioni.

Glam lo guardò, alzando gli occhi dal giornale, mentre Jared stava nuotando in piscina.

“Ehi soldino …”

“Zio Chris è di nuovo tra noi” – e sorrise a metà – “… più o meno come prima” – sospirò, per poi tornare a colorare.

Geffen sorrise – “Chiamo subito l’ospedale allora”




Hugh inspirò, dopo avere riattaccato.

“Che c’è?” – domandò con dolcezza Jim, seduto all’altro capo della scrivania.

Stavano facendo colazione insieme, con due beveroni di caffè e delle cialde, comprate di corsa al Dark blue.

“Chris è resuscitato”

“Miseria, è un’ottima notizia!” – esultò l’oncologo, ammutolendosi un secondo dopo, per l’espressione perplessa di Laurie.

“Tu sai cosa lo attende, vero?” – bissò pacato e buio.

Mason annuì – “Un lungo periodo di riabilitazione, Tom lo aiuterà al meglio”

“Già, ma Chris non sarà più come prima, niente più super sbirro e”

“Ehi, avrà altre priorità Hugh e che cavolo!”

“L’ho avuto in terapia, Chris è un osso duro, uno che non si arrende, però immagino il suo rancore, verso ciò che gli è accaduto, il suo rimorso nel rimuginare, giorno dopo giorno, su dove ha sbagliato ed infine tutte queste emozioni negative, finirà per riversarle su Tom”

Jim gli sorrise, inclinando il capo di poco, in quella maniera, capace di fare impazzire il consorte.

“Tieni molto a Tommy, vale anche per me, per l’intera famiglia, so che lo consideri fragile, ma non lo è affatto”

“Sono d’accordo Jim, il nostro Tom ha delle potenzialità innate, che lo porteranno a prendere le redini del loro rapporto, ma in breve tempo diverrà come una pentola a pressione, che accumulerà tanto nervosismo sino ad esplodere, perché Chris non gli lascerà alternative, con quel suo caratteraccio!” – sibilò acre.

“Noi abbiamo il dovere di aiutarli, non credi? E non saremo soli, ok?”




Jared esitò, poi gli rispose, le pulsazioni a mille.

Geffen era uscito, per andare a fare visita a Chris e Tom.
Leto aveva preferito rimanere alla villa, con i bimbi, ma era una scusa, non se la sentiva di affrontare quello stress, non ne era ancora in grado.

Con Glam aveva semplicemente dormito, durante quel paio di giorni, dopo il suo ritorno alla loro dimora sull’oceano.

Dormito il più possibile, con o senza di lui, anche per recuperare un minimo di energie e vigore, mangiando a forza, perché Glam non voleva arrendersi.

“Colin ciao …”

“Ciao tesoro, come ti senti oggi?”

“Sto migliorando, grazie …”

Voce incolore contro voce vivida.

Bossier City contro Dublino.

Uno scontro impari.

Farrell deteneva la speranza insita negli innamorati.
Negli ostinati.
Nei folli.

“Jay spero di non disturbarti”

“No … No, è che sono appena tornato qui, con Glam” – quasi balbettò.

Come vergognandosene.

“Ah capisco” – ed era gelida, l’emozione che l’irlandese soffocò, ostinandosi nel proprio intento, sfoggiando un sorriso, che all’altro sembrò così visibile, anche se lontano chilometri.

“Gli è passata l’incazzatura, è venuto a cercarmi da Shannon, anche se l’idea iniziale era quella di andarsene allo chalet in Svizzera, ma l’aggressione a Will lo ha bloccato al Lax, perché” – poi Leto strinse le palpebre.

Gli piaceva dire tutto a Colin, così come questi adorava ascoltarlo.

“Non so nulla di Will … Will chi, amore?”

Era come se non fosse successo niente.
Tra loro.

§ Noi non siamo più sposati Cole … §

Jared glielo avrebbe voluto dire.
Sotto voce, per non urtarlo.

Tacque.
Perché l’amore, che ancora li univa, nonostante tutto e tutti, gli stava urlando dentro.
Zittendolo.
Scalpitava, come il suo desiderio di rivederlo e non certo per andare a scopare in un resort di lusso.

“Will Graham, è lui ad avere salvato Chris in sala operatoria, Colin”

“Sì, sì, certo, ora ho rimesso insieme i pezzi, non lo conosco bene, tu sì?”

“No, non direi … E’ venuto qui, con il suo amico, non so se sono una coppia, il professore, quel Mikkelsen, voleva essere difeso per il caso Britannia, da Glam, ma lui ha rifiutato, per rispetto a Lux ed alla memoria di Kirill … Ti ricordi almeno di lui, Cole?” – e sorrise amaro.

Da lui, Farrell era rimasto contagiato dal virus dell’Aids, con una “semplice” serio positività, mentre in Leto, il germe del male aveva attecchito.

Si erano salvati anche da quell’inferno.
Erano due sopravvissuti.

“Mikkelsen era quello che lo teneva al guinzaglio, in quel club …” – replicò assorto l’attore, tornando con la memoria a quel brutto periodo.

“Sì, temo di sì … Era uno dei tanti clienti di Kirill, comunque”

“Non rivanghiamo il passato Jay, guardiamo avanti”

“Già, tu ed io ci perdoniamo tutto, vero Cole?” – ribatté più aspro.

“Sì, infatti, ti sembra così sbagliato? Il nostro amore va oltre!”

“Ma oltre che cosa, accidenti Colin!” – e singhiozzò dalla rabbia.

“Ne hai parlato con Glam, di Mark?”

“Cosa diavolo centra questo adesso?!?”

“Centra eccome, perché tu con me puoi confidarti, come con nessuno!””

Leto chiuse la telefonata, di netto.
Quindi spense il cellulare e si voltò di scatto, vedendo un’ombra tremolare sulla sabbia.

Nel frattempo il cantante si era spostato in spiaggia, camminando verso la caletta, tra gli scogli, per avere il massimo della privacy; ma non con Lula.

“Soldino …?”

“Ciao Jay: vorrei dirti alcune cose” – esordì serio il bambino.

“Ok … Ti ascolto … Vogliamo sederci?” – propose inquieto il leader dei Mars, ma ostentando una sommaria sicurezza.

“No, io sto bene così. E tu?”




“Mi sento stanchissimo … E’ normale Tom? Vero?” – chiese in apprensione Chris, sgranando i propri fanali ad un palmo dal viso del ragazzo, che amava da sempre, ancora perso in una commozione ingestibile, mentre lo coccolava, come se Hemsworth fosse un neonato.

Bisognoso di cure, di presenza, di piena assistenza, nudo al cospetto di una vita, com’era finito il poliziotto, del tutto nuova ed alquanto complessa.

Deprimente, già dalle prime avvisaglie.

“Certo che è normale amore mio … Ora tranquillizzati, serve molta pazienza, sai?”

“Tu ne avrai a sufficienza Tommy? Mi sento un relitto ed ho come l’impressione che non ne uscirò tanto presto, vero? Non mentirmi, tu non l’hai fatto mai” – e si morse le labbra, dove Tom posò l’ennesimo bacio casto, ma colmo di affetto.

“Sei vivo è questo che conta” – provò a rassicurarlo, con una pena nel cuore, difficile da verbalizzare, se si fosse trovato in seduta con uno dei Laurie.

“Già … Me lo devo far bastare, giusto?”

Chris chiedeva continue conferme ed a ciò, Hugh, aveva preparato il terapista, con un colloquio preliminare.

“Sì … Temo di sì … Fallo per Luna e … e per me, tesoro, vuoi?”

“Certo che lo voglio … Farei … Ecco, ti dicevo sempre, che avrei fatto qualsiasi cosa per voi: ora mi chiedo se ne sarò di nuovo in grado, un giorno …”




Briciola corse via, portandosi tra le fauci minute, un bel pezzo di salsiccia, con cui Mads stava preparando una grigliata mista.

“Sarà per questo che l’hanno lasciata in un’area di servizio, i tuoi predecessori Will?” – esclamò, con la gioia nel cuore ed una risata cristallina.

“Può darsi … Non contaminare le mie verdure con quei cadaveri, ok?” – scherzò il più giovane e Mikkelsen gli rispose con una smorfia simpatica.

Graham se ne stava steso su di un comodo e rustico divano, nell’immensa cucina dell’altro, circondato dai suoi randagi, che correvano ovunque, divertendo entrambi.

“Hai avuto notizie di Hemsworth, Mads?”

“E’ tornato tra noi, non me l’aspettavo con questo anticipo”

“La sua voglia di ricominciare, ha superato l’effetto dei farmaci per il coma indotto, quindi”

“Pare di sì Will, ma le sue condizioni sono delicate, meglio non correre troppo di fantasia”

“Io amo essere ottimista, credere nei cambiamenti” – affermò Graham, fissandolo sereno.

“Sì … Per mia fortuna, sì” – e gli si avvicinò, con un aperitivo analcolico ed un tagliere di specialità vegane.

“Accidenti Mads, quante cose buone” – gli arrise come un cucciolo, intenerendolo come non mai.

Mikkelsen lo baciò, intenso e febbrile.

Si accarezzarono, ma i loro amici a quattro zampe, impedirono loro lo scambio di attenzioni più scabrose.

“Penso che dedicherò un’ala specifica della nostra residenza a questi rompiscatole pelosi” – gli sussurrò Mads nel collo e Will perse un battito.

“Nostra …?”

“Quello che è mio è anche tuo … Se lo vorrai”

“Sì … Lo voglio Mads …”

MIkkelsen gli infilò una vera d’oro bianco all’anulare e ne porse una identica a Graham, che ricambiò quel gesto carico di significati.

“Grazie Will …” – e lo baciò con vibrante attaccamento sulla fronte spaziosa – “… ora non sono più solo … Grazie.”















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