martedì 12 maggio 2015

LIFE - CAPITOLO N. 120

Capitolo n. 120 – life



Ruffalo lo vide accasciarsi in fondo al corridoio della facoltà di Medicina.

Corse immediato in suo aiuto, mentre Niall si lamentava, piegato su sé stesso.

“Tesoro, che ti succede? Le gambe?”

“Sì ho … Ho dimenticato di nuovo di fare l’iniezione prima dei vaccini anti allergie maledizione” – singhiozzò inerme, appendendosi al collo dell’ex, che, prontamente, lo trasferì alla vicina infermeria.

Il responsabile della stessa li accolse ponendo subito domande precise, alle quali Mark rispose preparato, indicando il farmaco necessario a sedare quel malessere così acuto, quanto improvviso.

“Siete parenti?”

“No, ma conosco bene il signor Horan” – precisò il docente, senza esporre il privato di entrambi, al giudizio di quell’impiccione.

Niall, al contrario ed in un particolare gesto di riconoscenza, fu schietto – “Stavamo per sposarci, con il professor Ruffalo ed io gli sono ancora molto legato, è il mio migliore amico e mentore, per cui mi fido ciecamente per quello che decide per me, ok?”

“Ok … Ora si rilassi” – ma la sua mano ebbe un tremolio.

“Se non le spiace … Henry” – il nome del tizio era visibile su di un cartellino di riconoscimento – “… Sono infermiere professionale, ci penso io”

“D’accordo, eccole la siringa” – e gliela porse, infastidito.

Ruffalo se ne infischiò altamente, provvedendo all’iniezione, senza rimandare oltre.




Kevin si grattò la nuca, davanti al plateau che monsieur Renard gli stava mostrando.

“Una ricorrenza particolare … Un fidanzamento, forse?” – chiese garbato con un sorriso.

La sua gioielleria era frequentata da anni, sia da Geffen, che dal resto dei suoi familiari.

“Sì … Sì, in effetti mi sto per impegnare seriamente con una persona davvero speciale” – rivelò il bassista, con una lieve esitazione nei toni.

“L’oro bianco è tornato di gran moda, questo modello a due griffe in polvere di diamanti, un rilievo raffinato, che rende la fedina davvero luminosa, vede?”

“Sì, è molto bella, vada per questa, qui ci sono le misure” - e gli porse un biglietto scritto a penna, in una grafia precisa.

“Perfetto, sono già disponibili, gliele confeziono?”

“Certo” – Kevin sorrise emozionato – “… proceda pure, grazie.”




Jude versò la spremuta a Glam, che aveva appena raccontato come aveva trascorso la nottata.

I bagagli erano riuniti nell’ingresso dell’attico dei coniugi Downey/Law ed ormai mancavano solo tre ore al decollo.

Robert imburrava le fette biscottate, mentre Vas e Peter spadellavano uova all’occhio di bue e pancetta.

Pepe e Lula si stavano imbrattando di Nutella, così Cami e Dadi, sotto l’occhio divertito dei genitori.

“Vi dovrò cambiare di nuovo, era meglio se facevate colazione in pigiama” – si lagnò l’americano, ma con un sorriso affettuoso.

Geffen rise, proseguendo nel racconto – “Quindi dopo Via col vento, io mi sono addormentato, così Pam …”

“Oddio sarà di nuovo incinta!” – esclamò buffo Jude e Robert lo seguì – “Ah poco, ma sicuro, penserai mica di essere credibile Glam!? Abbiamo ronfato come ghiri, sèèè a chi vuoi darla ad intendere?!”

Lo stavano canzonando e l’avvocato arrossì stranamente – “Ma finitela, se vi dico che siamo crollati, vestiti per giunta! Dovete credermi e poi, anche volendo …”

Downey aggrottò la fronte spaziosa, rammentandosi un dettaglio – “Oh cavoli Judsie … Devi scusarci Glam, tu ci avevi detto che”

“Appunto” – il legale sorrise – “… non avete fatto gaffe, non pensateci nemmeno”

Law scosse il capo stempiato, rammentando a propria volta la sterilità di Geffen, dovuta alle chemio dell’anno precedente.

Un danno collaterale ben metabolizzato da Glam, vista la numerosa prole e l’età non più  acerba, come ribadì nella battuta successiva, onde riportare l’atmosfera, da imbarazzante a spensierata, in vista della missione da compiere in terra elvetica.

Robert si era ammutolito, troppo sensibile nei riguardi di Geffen, ma questi gli diede un buffetto, vedendo poi correre intorno al tavolo Lula, con aria dispettosa.

“Ti sbagli papà, sai? Eh no, che non lo sai” – e rise fragoroso, iniziando a saltellare insieme a Pepe, imitati un secondo dopo da Cami e Dadi.

“Soldino non dovresti agitarti così, sei ancora in convalescenza” – lo rimproverò amorevole Geffen, incuriosito comunque dalla sua affermazione.

“Noi vogliamo una sorellina, avremo una sorellina!!” – iniziarono a cantare i bimbi, mentre le femminucce si guardavano stranite, seppure proseguendo nella danza collettiva.

“Lula, ma cosa …?!”

Il bimbo si bloccò, parandosi davanti al padre, rimasto seduto e perplesso.

“TU hai ridato qualcosa a moi ed io … Ho fatto lo stesso papi!” – e giù a ridere a crepapelle, ricominciando a scatenarsi al centro del living.

“Di cosa parli, Lula?!” – insistette Glam, notando poi le occhiate allegre e complici dei suoi amici.

“Ma non hai capito davvero? Probabilmente Lula ti sta dicendo che non sei più sterile” – gli bisbigliò l’inglese.

“Esatto!” – esultò soldino – “E sarà l’ultima, la più amata, la tua principessa papi … La tua Syria, la chiamerai così!” – decretò comico, per poi fuggire in terrazza con il resto dei monelli.

Geffen sbiancò – “Cosa??!”




Ruffalo gli segnò gli zigomi, con il pollice destro, caldo e profumato.

Se ne stava seduto sul bordo della lettiga, dove Niall si era ormai ripreso, anche nel colorito.

Erano soli.

“Va meglio?” – domandò con tenerezza.

“Sì, Mark, grazie per avermi aiutato …”

“Hai avvisato Tim?”

“Con un sms, dovrebbe arrivare a minuti”

“Ok … E poi non devi ringraziarmi di niente piccolo … Invece io lo farò, per le parole che hai detto, mi hanno fatto tanto piacere, sai?” – ammise limpido.

“E’ la pura verità Mark … E lo sarà per sempre, almeno per me”

“Amo la tua sincerità Niall, anche se a volte mi ha fatto soffrire, lo riconosco” – sorrise, senza rancore.

“Potremo contare l’uno sull’altro, vero? Mi fa bene crederlo”

“Anche a me tesoro … Anche a me”

Ed oltre ai suoi occhi, viveva un attaccamento a lui, un amore, che chiunque avrebbe percepito nitido, senza dubbio.

Così come stava accadendo a Kevin, in quel preciso istante, oltre alla soglia dell’ambulatorio, dove il suo mondo si era fermato e disintegrato.

Di nuovo.


Senza alcuna direzione precisa da seguire, il musicista si precipitò oltre quel luogo, dove l’aria gli sembrò venire meno, intorno a sé.

Respirava fuoco e rabbia, pronta a stillare dalle sue iridi, che Kevin coprì con dei Ray-Ban scuri, in un movimento meccanico, anche se tremolante.

Tim stava salendo le scalinate, scese velocemente dall’ex consorte, che non si avvide minimante di lui, troppo sconvolto per degnarlo di un saluto, anche se lo studente gli fece un cenno.

“Ehi …?!”

Nemmeno un muro lo avrebbe fermato.
La delusione lo stava divorando e Kevin avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di liberarsene.

Qualsiasi cosa.




Tim bussò timidamente, prima di avanzare in quell’ambiente, che sapeva di disinfettante e menta.

Niall si era assopito e Mark aveva preso posto su di una seggiola, intento ad inviare e-mail con il proprio tablet.

Appena si accorse del compagno del suo ex, Ruffalo gli sorrise cordiale – “Ehi ciao, ora è tutto a posto”

“Buongiorno Mark”

“Tim …”

“Amore, ciao” – gli si avvicinò, dandogli un bacio sul naso – “… cosa mi combini?”

Era agitatissimo.

“Ho fatto un pasticcio … Hai portato Layla dal dottore per quello sfogo?”

“Sì, sì, tranquillo, era solo una reazione agli omogenizzati, a quanto pare è intollerante alle fragole” – lo rassicurò.

Ruffalo si sentì di troppo, anche se le occhiate di Horan erano più che tenere.

“Ora io andrei …” – li interruppe garbato.

“Ti ringrazio per avere aiutato Niall”

“Figurati … E tu riguardati, ok?”

“Ok …”

“Ah Mark, dovrei dirti una cosa, riguarda Kevin”

“Kevin?”

Tim annuì – “… Era qui in giro, ecco … L’ho visto andare via, mi è sembrato che fuggisse, tanto che credevo aveste litigato, per Niall” – affermò schietto.

“No, no, assolutamente, noi neppure lo abbiamo visto” – ribatté secco, per poi avere un sussulto – “A meno che … Devo andare, ci sentiamo presto!” – e sparì.

Horan scosse il capo, risedendosi con cautela – “Tim posso assicurarti che non è successo nulla, quindi Kevin ci avrà sorpresi giusto a parlare”

“Non ho dubbi tesoro, ma forse Kevin ha frainteso le premure di Mark, non credi?”

“Mi ha assistito, è stato … E’ stato Mark, lui è paterno con me, lo sai” – e storse le labbra, dove dopo un secondo, Tim posò un bacio profondo, che non lasciò spazio ad ulteriori riflessioni.




“Ti ho visto Lula, esci da lì” – Geffen rise, mentre finiva di radersi.

Il cespuglio castano di soldino, sbucò oltre lo stipite del bagno, dove Glam si stava preparando.

“Okkeii!” – e con un saltello lo raggiunse.

A Glam non sembrava ancora vero di averlo lì e di constatare la sua piena guarigione.

“Allora amore, mi spieghi l’enigma di Syria?” – domandò con dolcezza.

“Mmmm è un segreto, una sorpresa!”

“Avrò un’altra fidanzata, una moglie nuova quindi?”

“No, no …” – rise.

“La adotterò allora?”

“Ma no, se ti dico che è tua …”

“Sei così misterioso Lula …” – Geffen sospirò, infilando i mocassini ed indossando una camicia fresca di stiro.

“Te l’ho detto, è una … sorpresa” – cinguettò, per poi adombrarsi di colpo.

“Cos’hai tesoro?”

“Papake …”

“Kevin?” – Geffen si inginocchiò, brandendo quelle braccia esili, che adesso tremavano.

“Papake … è così triste …” – soldino sembrò entrare in una sorta di trance, poi strizzò le palpebre, spalancando i suoi fanali sul padre – “E’ in pericolo, dobbiamo andare papà!”




La strada verso la scogliera era deserta, così che Glam riuscì a percorrerla in pochi minuti, durante i quali Lula si contorceva le mani, pregandolo di sbrigarsi.

“Faccio più presto che posso amore, però non posso rischiare la tua vita!” – esclamò l’uomo, concentrato sul percorso tortuoso.

“Sì, ma papake vuole fare una brutta cosa!” – si lamentò soldino, ma poi esultò, indicando l’auto di Kevin, posteggiata in una piazzola, a picco sull’oceano – “Eccolo!! L’abbiamo trovato, siamo arrivati in tempo papi!”

Appena fermato l’Hummer, Geffen accorse verso la balaustra, vedendo sul fondo della stessa, la figura del musicista, leggermente piegata in avanti, come se un peso gli dolesse sulle spalle.

“Kevin!!”

“Papà non sei solo, eccoci!”

Lula gli si buttò tra le braccia.
Kevin fu esterrefatto per la sorpresa di ritrovarseli lì.

“Tesoro come ti senti?! Cosa stavi facendo?” – domandò concitato il legale, avvolgendoli entrambi calorosamente.

“Glam … soldino … amore” – e scoppiò a piangere, esausto, accasciandosi.

“Andrà tutto bene Kevin”

“No … non ci credo più, ormai …”

Era sfinito, arrendevole, rassegnato.

Anche se un barlume di luce, all’improvviso, ricominciò a scaldargli il cuore.











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