Capitolo n. 120 – life
Ruffalo lo vide
accasciarsi in fondo al corridoio della facoltà di Medicina.
Corse immediato in suo
aiuto, mentre Niall si lamentava, piegato su sé stesso.
“Tesoro, che ti
succede? Le gambe?”
“Sì ho … Ho dimenticato
di nuovo di fare l’iniezione prima dei vaccini anti allergie maledizione” –
singhiozzò inerme, appendendosi al collo dell’ex, che, prontamente, lo trasferì
alla vicina infermeria.
Il responsabile della
stessa li accolse ponendo subito domande precise, alle quali Mark rispose
preparato, indicando il farmaco necessario a sedare quel malessere così acuto,
quanto improvviso.
“Siete parenti?”
“No, ma conosco bene il
signor Horan” – precisò il docente, senza esporre il privato di entrambi, al
giudizio di quell’impiccione.
Niall, al contrario ed
in un particolare gesto di riconoscenza, fu schietto – “Stavamo per sposarci,
con il professor Ruffalo ed io gli sono ancora molto legato, è il mio migliore
amico e mentore, per cui mi fido ciecamente per quello che decide per me, ok?”
“Ok … Ora si rilassi” –
ma la sua mano ebbe un tremolio.
“Se non le spiace …
Henry” – il nome del tizio era visibile su di un cartellino di riconoscimento –
“… Sono infermiere professionale, ci penso io”
“D’accordo, eccole la
siringa” – e gliela porse, infastidito.
Ruffalo se ne infischiò
altamente, provvedendo all’iniezione, senza rimandare oltre.
Kevin si grattò la
nuca, davanti al plateau che monsieur Renard gli stava mostrando.
“Una ricorrenza
particolare … Un fidanzamento, forse?” – chiese garbato con un sorriso.
La sua gioielleria era
frequentata da anni, sia da Geffen, che dal resto dei suoi familiari.
“Sì … Sì, in effetti mi
sto per impegnare seriamente con una persona davvero speciale” – rivelò il
bassista, con una lieve esitazione nei toni.
“L’oro bianco è tornato
di gran moda, questo modello a due griffe in polvere di diamanti, un rilievo
raffinato, che rende la fedina davvero luminosa, vede?”
“Sì, è molto bella,
vada per questa, qui ci sono le misure” - e gli porse un biglietto scritto a
penna, in una grafia precisa.
“Perfetto, sono già
disponibili, gliele confeziono?”
“Certo” – Kevin sorrise
emozionato – “… proceda pure, grazie.”
Jude versò la spremuta
a Glam, che aveva appena raccontato come aveva trascorso la nottata.
I bagagli erano riuniti
nell’ingresso dell’attico dei coniugi Downey/Law ed ormai mancavano solo tre
ore al decollo.
Robert imburrava le
fette biscottate, mentre Vas e Peter spadellavano uova all’occhio di bue e
pancetta.
Pepe e Lula si stavano
imbrattando di Nutella, così Cami e Dadi, sotto l’occhio divertito dei
genitori.
“Vi dovrò cambiare di
nuovo, era meglio se facevate colazione in pigiama” – si lagnò l’americano, ma
con un sorriso affettuoso.
Geffen rise, proseguendo
nel racconto – “Quindi dopo Via col vento, io mi sono addormentato, così Pam …”
“Oddio sarà di nuovo
incinta!” – esclamò buffo Jude e Robert lo seguì – “Ah poco, ma sicuro,
penserai mica di essere credibile Glam!? Abbiamo
ronfato come ghiri, sèèè a chi vuoi darla ad intendere?!”
Lo stavano canzonando e
l’avvocato arrossì stranamente – “Ma finitela, se vi dico che siamo crollati,
vestiti per giunta! Dovete credermi e poi, anche volendo …”
Downey aggrottò la
fronte spaziosa, rammentandosi un dettaglio – “Oh cavoli Judsie … Devi scusarci
Glam, tu ci avevi detto che”
“Appunto” – il legale
sorrise – “… non avete fatto gaffe, non pensateci nemmeno”
Law scosse il capo
stempiato, rammentando a propria volta la sterilità di Geffen, dovuta alle
chemio dell’anno precedente.
Un danno collaterale
ben metabolizzato da Glam, vista la numerosa prole e l’età non più acerba,
come ribadì nella battuta successiva, onde riportare l’atmosfera, da
imbarazzante a spensierata, in vista della missione da compiere in terra elvetica.
Robert si era
ammutolito, troppo sensibile nei riguardi di Geffen, ma questi gli diede un
buffetto, vedendo poi correre intorno al tavolo Lula, con aria dispettosa.
“Ti sbagli papà, sai?
Eh no, che non lo sai” – e rise fragoroso, iniziando a saltellare insieme a
Pepe, imitati un secondo dopo da Cami e Dadi.
“Soldino non dovresti
agitarti così, sei ancora in convalescenza” – lo rimproverò amorevole Geffen,
incuriosito comunque dalla sua affermazione.
“Noi vogliamo una
sorellina, avremo una sorellina!!” – iniziarono a cantare i bimbi, mentre le
femminucce si guardavano stranite, seppure proseguendo nella danza collettiva.
“Lula, ma cosa …?!”
Il bimbo si bloccò,
parandosi davanti al padre, rimasto seduto e perplesso.
“TU hai ridato qualcosa
a moi ed io … Ho fatto lo stesso papi!” – e giù a ridere a crepapelle,
ricominciando a scatenarsi al centro del living.
“Di cosa parli, Lula?!”
– insistette Glam, notando poi le occhiate allegre e complici dei suoi amici.
“Ma non hai capito
davvero? Probabilmente Lula ti sta dicendo che non sei più sterile” – gli
bisbigliò l’inglese.
“Esatto!” – esultò
soldino – “E sarà l’ultima, la più amata, la tua principessa papi … La tua
Syria, la chiamerai così!” – decretò comico, per poi fuggire in terrazza con il
resto dei monelli.
Geffen sbiancò –
“Cosa??!”
Ruffalo gli segnò gli
zigomi, con il pollice destro, caldo e profumato.
Se ne stava seduto sul
bordo della lettiga, dove Niall si era ormai ripreso, anche nel colorito.
Erano soli.
“Va meglio?” – domandò
con tenerezza.
“Sì, Mark, grazie per
avermi aiutato …”
“Hai avvisato Tim?”
“Con un sms, dovrebbe
arrivare a minuti”
“Ok … E poi non devi
ringraziarmi di niente piccolo … Invece io lo farò, per le parole che hai
detto, mi hanno fatto tanto piacere, sai?” – ammise limpido.
“E’ la pura verità Mark
… E lo sarà per sempre, almeno per me”
“Amo la tua sincerità
Niall, anche se a volte mi ha fatto soffrire, lo riconosco” – sorrise, senza
rancore.
“Potremo contare l’uno
sull’altro, vero? Mi fa bene crederlo”
“Anche a me tesoro …
Anche a me”
Ed oltre ai suoi occhi,
viveva un attaccamento a lui, un amore, che chiunque avrebbe percepito nitido,
senza dubbio.
Così come stava
accadendo a Kevin, in quel preciso istante, oltre alla soglia dell’ambulatorio,
dove il suo mondo si era fermato e disintegrato.
Di
nuovo.
Senza alcuna direzione
precisa da seguire, il musicista si precipitò oltre quel luogo, dove l’aria gli
sembrò venire meno, intorno a sé.
Respirava fuoco e
rabbia, pronta a stillare dalle sue iridi, che Kevin coprì con dei Ray-Ban
scuri, in un movimento meccanico, anche se tremolante.
Tim stava salendo le
scalinate, scese velocemente dall’ex consorte, che non si avvide minimante di
lui, troppo sconvolto per degnarlo di un saluto, anche se lo studente gli fece
un cenno.
“Ehi …?!”
Nemmeno un muro lo
avrebbe fermato.
La delusione lo stava
divorando e Kevin avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di liberarsene.
Qualsiasi
cosa.
Tim bussò timidamente,
prima di avanzare in quell’ambiente, che sapeva di disinfettante e menta.
Niall si era assopito e
Mark aveva preso posto su di una seggiola, intento ad inviare e-mail con il
proprio tablet.
Appena si accorse del
compagno del suo ex, Ruffalo gli sorrise cordiale – “Ehi ciao, ora è tutto a
posto”
“Buongiorno Mark”
“Tim …”
“Amore, ciao” – gli si
avvicinò, dandogli un bacio sul naso – “… cosa mi combini?”
Era agitatissimo.
“Ho fatto un pasticcio …
Hai portato Layla dal dottore per quello sfogo?”
“Sì, sì, tranquillo,
era solo una reazione agli omogenizzati, a quanto pare è intollerante alle
fragole” – lo rassicurò.
Ruffalo si sentì di
troppo, anche se le occhiate di Horan erano più che tenere.
“Ora io andrei …” – li interruppe
garbato.
“Ti ringrazio per avere
aiutato Niall”
“Figurati … E tu
riguardati, ok?”
“Ok …”
“Ah Mark, dovrei dirti
una cosa, riguarda Kevin”
“Kevin?”
Tim annuì – “… Era qui
in giro, ecco … L’ho visto andare via, mi è sembrato che fuggisse, tanto che
credevo aveste litigato, per Niall” – affermò schietto.
“No, no, assolutamente,
noi neppure lo abbiamo visto” – ribatté secco, per poi avere un sussulto – “A
meno che … Devo andare, ci sentiamo presto!” – e sparì.
Horan scosse il capo,
risedendosi con cautela – “Tim posso assicurarti che non è successo nulla,
quindi Kevin ci avrà sorpresi giusto a parlare”
“Non ho dubbi tesoro,
ma forse Kevin ha frainteso le premure di Mark, non credi?”
“Mi ha assistito, è
stato … E’ stato Mark, lui è paterno con me, lo sai” – e storse le labbra, dove
dopo un secondo, Tim posò un bacio profondo, che non lasciò spazio ad ulteriori
riflessioni.
“Ti ho visto Lula, esci
da lì” – Geffen rise, mentre finiva di radersi.
Il cespuglio castano di
soldino, sbucò oltre lo stipite del bagno, dove Glam si stava preparando.
“Okkeii!” – e con un
saltello lo raggiunse.
A Glam non sembrava
ancora vero di averlo lì e di constatare la sua piena guarigione.
“Allora amore, mi
spieghi l’enigma di Syria?” – domandò con dolcezza.
“Mmmm è un segreto, una
sorpresa!”
“Avrò un’altra
fidanzata, una moglie nuova quindi?”
“No, no …” – rise.
“La adotterò allora?”
“Ma no, se ti dico che
è tua …”
“Sei così misterioso
Lula …” – Geffen sospirò, infilando i mocassini ed indossando una camicia
fresca di stiro.
“Te l’ho detto, è una …
sorpresa” – cinguettò, per poi adombrarsi di colpo.
“Cos’hai tesoro?”
“Papake …”
“Kevin?” – Geffen si
inginocchiò, brandendo quelle braccia esili, che adesso tremavano.
“Papake … è così triste
…” – soldino sembrò entrare in una sorta di trance, poi strizzò le palpebre,
spalancando i suoi fanali sul padre – “E’ in pericolo, dobbiamo andare papà!”
La strada verso la
scogliera era deserta, così che Glam riuscì a percorrerla in pochi minuti, durante
i quali Lula si contorceva le mani, pregandolo di sbrigarsi.
“Faccio più presto che
posso amore, però non posso rischiare la tua vita!” – esclamò l’uomo,
concentrato sul percorso tortuoso.
“Sì, ma papake vuole fare
una brutta cosa!” – si lamentò soldino, ma poi esultò, indicando l’auto di
Kevin, posteggiata in una piazzola, a picco sull’oceano – “Eccolo!! L’abbiamo
trovato, siamo arrivati in tempo papi!”
Appena fermato l’Hummer,
Geffen accorse verso la balaustra, vedendo sul fondo della stessa, la figura
del musicista, leggermente piegata in avanti, come se un peso gli dolesse sulle
spalle.
“Kevin!!”
“Papà non sei solo,
eccoci!”
Lula gli si buttò tra
le braccia.
Kevin fu esterrefatto
per la sorpresa di ritrovarseli lì.
“Tesoro come ti senti?!
Cosa stavi facendo?” – domandò concitato il legale, avvolgendoli entrambi
calorosamente.
“Glam … soldino … amore”
– e scoppiò a piangere, esausto, accasciandosi.
“Andrà tutto bene Kevin”
“No … non ci credo più,
ormai …”
Era sfinito,
arrendevole, rassegnato.
Anche
se un barlume di luce, all’improvviso, ricominciò a scaldargli il cuore.
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