martedì 5 agosto 2014

LIFE - PROLOGO

Prologo – Life



Zuppo di sudore, ma in piedi: Glam Geffen stava aggrappato alla balaustra, a fissare il vuoto, senza tremare, se non dentro, ad una profondità non esplicabile.

Era fermo, all’apparenza un minimo rinvigorito, anche nel volto, sfigurato, però, dal dolore.

Un dolore, che nessuno capì all’istante.

Kevin gli piombò quasi addosso, con una gioia stampata in faccia, luminosa quanto un arcobaleno, dopo un temporale senza fine.

A seguire Jared e poi Robert, infine il resto della sua famiglia, incredula davanti a quell’apparente ripresa fisica.


“Daddy … Mio Dio è un miracolo … Tu, tu stai meglio, vero?” – domandò il bassista, non senza balbettare per l’emozione, appeso al collo dell’ex, che lo stava scrutando con un’aria quasi atterrita e colpevole.

“Tesoro io …”

“Lula, dov’è soldino?!” – Kevin rise, anche un po’ isterico, cercando il bimbo con lo sguardo – “Cercatelo, ditegli che Glam sta meglio, è guarito!”

Jared e Robert si guardarono, senza smettere di confortare Geffen, desiderosi di avere una spiegazione, come gli astanti, oltre modo sbigottiti.

Più di chiunque Scott e Jim.

“Kevin devo dirti una cosa …” – mormorò incerto Glam.

Hugh si affrettò a farlo sedere, passandogli una bibita, ma Geffen desiderava come liberarsi di un peso e non volle né accomodarsi e tanto meno bere.

“Kevin guardami!” – quasi gli impose, mentre il ragazzo non smetteva di invocare la presenza di Lula.

“Daddy ok … Ok, ma non capisco, tu non sembri affatto felice … La … La tua voce è normale, ti rendi conto, stai recuperando energie, sei salvo, ne sono sicuro!”

Geffen annuì – “Non ti sbagli, questo te lo posso assicurare … Lula me lo aveva promesso e così è stato”

“E’ merito quindi del nostro bambino? Una delle sue magie straordinarie? Ci ho sperato così tanto …” – affermò fiducioso.

Tim, a breve distanza, come escluso da quel tripudio di sensazioni, lo stava fissando.

“E’ … E’ stata l’ultima, Kevin, perché Lula se ne è andato … Per sempre” – rivelò in sconvolto l’uomo.

“Co cosa …? Per sempre …?”

“Lui … Lui a dire il vero, ha lasciato questo mondo mesi fa, dopo l’attentato di Haiti”

“Ma stai farneticando, daddy …?!” – quasi lo sussurrò, staccandosi da lui e mettendo una minima distanza tra sé e Geffen, che andò avanti nella sua rivelazione scioccante.

“No tesoro … Mi dispiace … Lula è morto in quella terribile disgrazia …”

“Tu … Tu dai i numeri, Glam, perché Lula è guarito, è … Lui era vivo! Ha recuperato, si è ristabilito ed è stato insieme a noi fino a questa mattina!!” – esclamò Kevin, in un misto di rabbia e rassegnazione, a quanto era la pura verità.

Lula non esisteva più.


“Lui è spirato tra le mie braccia, la notte in cui Mendoza è morto: eravamo soli, nella sua stanza all’ospedale: alla fondazione c’era stata un’emergenza, nessuno poteva aiutarlo, però sarebbe stato inutile: Lula me lo confermò, apparendo pochi minuti dopo avere esalato l’ultimo respiro, mostrandosi a me sotto forma di fantasma, concreto, certo, però solo per aiutarmi nei mesi a venire … Mi predisse la nascita dei gemelli ed il cancro, assicurandomi che mi avrebbe aiutato, sino all’ultimo giorno, quando avrebbe lasciato il mondo terreno, per una dimensione, da cui non avrebbe più avuto modo di apparirci, neppure in sogno … E’ stato un sacrificio estremo, per amore mio, Kevin … Soldino mi ha fatto credere di potere rimanere, ma voleva consolarmi, illudendo le mie speranze … Tu non sai quanto vorrei che lui fosse qui, in qualsiasi forma, in cambio della mia vita, che ora è vuota, è inutile Kevin … Ti prego di credermi!”

Il silenzio calò come una nebbia gelida.

“Dov’è mio figlio ora?” – domandò alienato il musicista.

“A Port au Prince: ho fatto costruire una cappella, per lui e Syria …” – disse mesto, provando ad allungare le mani verso il marito di Tim, senza riuscire neppure a sfiorarlo.

“Non toccarmi! … Tu mi stai dicendo che Lula è morto e sepolto, lontano da qui, da me, da Tim, da chi lo ama …?” – sibilò acre.

“Era necessario … Perché Lula voleva vivere accanto a te, ad ognuno di voi, finché fosse stato in grado di mantenersi visibile …”

Kevin iniziò a piangere, ricordando alcuni dettagli – “In … In montagna, i suoi vestiti, le scarpe … Gli andava bene la roba vecchia, non era cresciuto …”

“Kevin …”

“SMETTILA!! COME HAI POTUTO?? ERA ANCHE MIO FIGLIO, ERA LULA, ERA LA MIA VITA!!!” – urlò livido, singhiozzando.

Colin lo strinse, cercando di portarlo via.

“E TU SEI QUI, SEI SANO E SALVO, LUI E’ MORTO PER TE!! E CI HAI INGANNATI, CI HAI TENUTO ALL’OSCURO DI QUESTA VERITA’ TERRIBILE PER SALVARTI IL CULO!!”

Ormai era fuori di sé e lo avrebbe ucciso, se solo il male, che provava, a seguito di una perdita incolmabile, non gli stesse prosciugando ogni forza ed ogni lacrima.

Sul petto di Farrell, Kevin perse i sensi, incapace di respirare.

Il giorno si fece notte, improvviso.

L’amore, tutto l’amore, che aveva circondato Glam, sino a quell’attimo prima di salire al terzo piano della villa di Palm Springs, sembrò essersi dissolto o semplicemente fagocitato, da un buco nero, lasciato dall’esplosione della stella più luminosa e vivida: Lula.



26 dicembre 2021


Jared guardò fuori dal finestrino.

Il jet di Meliti era giunto a destinazione.

“Essere qui, oggi …” – sussurrò il cantante, stringendo le mani di Colin, al suo fianco.

“Quest’isola ci ha portato sfortuna, da sempre …” – bissò mesto l’irlandese.

La comitiva, formata dalla coppia, Robert e Jude, Kevin e Tim, Scott e Jimmy, Hugh e Jim, sembrava avere accerchiato Glam, isolato in una poltrona distante da loro, come schiacciato da un’accusa corale e destabilizzante.

Mason e Scott lo avevano comunque assistito, verificando le sue condizioni, rilevandone l’effettivo miglioramento, già dalla sera precedente.

Laurie diede una carezza al dorso della mano destra del coniuge – “Qui più che un team di psicologi, ci vorrebbe un esorcista Jim …” – provò a sdrammatizzare, con scarsa efficacia.

L’oncologo scosse la testa – “Qui non ci sono demoni, amore … Certo, non ho mai visto nulla di simile”

“Potrebbe essersi trattato di un’allucinazione collettiva, sai? Se non ci fossimo di mezzo anche noi” – bisbigliò circospetto.

“In che senso, Hugh?”

“Nel senso che i nostri amici hanno assistito alla morte di Lula e si sono convinti che lui fosse vivo, vedendolo, parlandoci …”

“Sì, capisco, ma noi che centriamo?”

“Noi non eravamo qui, quando è accaduto, quando è esplosa la bomba ed abbiamo interagito con soldino tante volte, per cui …” – ed aggrottò la fronte, inspirando perplesso.

Ormai erano atterrati.

La capitale di Haiti li accolse con una giornata di vento e pioggia intermittente.

Sebastian, il fratello di Pamela, rimasta a Los Angeles con Antonio, a distrarre i bimbi di tutti, andò a ricevere Geffen, dopo avere letto una sua prolissa e-mail, dove gli spiegava il motivo di quella visita fuori programma, nonché la sua inaudita presenza.

“Ciao Glam … Vuoi andarci subito?” – domandò il diagnosta, accogliendolo con gentilezza.

“Sì, non posso rimandare … Ho disposto il trasferimento delle salme in California”

“Anche di Syria?”

“Sì, abbiamo bisogno di avere un luogo dove piangere i nostri cari …” – e guardò Kevin, che si era ripreso a stento da quel trauma.

Tim aveva provato a farlo riflettere sugli eventi incredibili, dei quali erano stati, loro malgrado, protagonisti, ma senza alcun esito positivo.

L’ex di Geffen provava impotenza e frustrazione, così che l’immensa gioia di vederlo in salute, era stata vanificata irrimediabilmente e nel peggiore dei modi.


Il cimitero era deserto.

Un tizio andò ad aprire quella sorta di mausoleo, spuntato come un fungo, all’epoca dei drammatici fatti dell’orfanotrofio, per accogliere i corpi di Syria e di Lula, il cui decesso era stato tenuto segreto dai pochi, che aiutarono Geffen a trafugarne in pratica le spoglie, ricomposte in una bara bianca, sopra la quale, adesso, Kevin stava sciogliendosi in un pianto disperato.

Gli amici lo osservavano, inermi ed arrabbiati, anche se nessuno provava l’impeto di sfogarsi contro Glam, come aveva fatto lui.

Ad uno ad uno, dopo avere recitato una preghiera, abbandonarono quel luogo e lui, verso il quale provavano un misto di sentimenti contrastanti ed ingestibili.

Quasi indecifrabili.

Kevin urlò ed imprecò, invocando il nome di soldino, forse con la vana speranza che si palesasse, per donargli quel conforto unico, prerogativa di Lula, dal principio del loro legame.

Quindi si tolse la fede in oro, con il simbolo dell’infinito, scagliandolo contro Geffen e fuggendo via, un secondo dopo, verso il parco secolare, a pochi passi dall’oceano.

Jared si avvicinò al feretro di Lula, posando un bacio sulla minuscola fotografia, che lo ritraeva sorridente e felice.

Rivolgendosi poi a Geffen, la voce flebile, andò a ripetere un paio di volte, le iridi e la bocca tremanti – “Mi dispiace … mi dispiace” – posando la stessa vera, sui marmi gelidi, di quel tavolo, che reggeva l’estremo giaciglio di soldino.

Robert si avvicinò lento a Glam, fissandolo, mortificato negli occhi liquidi, senza proferire una sillaba, ma con quell’anello, dai mille significati, stretto tra il pollice e l’indice destro.

L’attore prese il polso sinistro di Geffen e, nel palmo della stessa mano, ve lo posò, per poi congedarsi da lui, seguendo Jude e chi, ammutolito, era stato testimone di quello che sembrò l’ultimo atto di una tragedia, dai contorni surreali.

Geffen chiuse le palpebre, sperando che quel buio lo inghiottisse.

Definitivamente.



Sei mesi dopo … Los Angeles

https://www.youtube.com/watch?v=u1xrNaTO1bI


Giornalisti e fotografi si assieparono davanti all’uscita del tribunale.

Il noto produttore Morsel era appena stato scagionato dall’accusa di molestie sessuali, sollevata da alcune modelle ed una ex moglie.

A difenderlo, il noto avvocato dei vip, che, secondo la cronista di punta del locale L.A. News …

“… è miracolosamente sopravvissuto ad un cancro inguaribile, non senza destare nella comunità scientifica più di un dubbio. Su di lui aleggiano storie di ogni genere ed una fama, di legale, mai scalfita, neppure dalla lunga malattia. Un alone di mistero aleggia anche sulla prematura scomparsa del suo adorato figlio adottivo, Lula, perito per mano del cartello di Mendoza, trafficante di droga ostile alle iniziative della fondazione umanitaria, di questo filantropo, spesso associato a clan mafiosi, oltre che ai divi di Hollywood più chiacchierati! Ma … eccolo, sta arrivando”

La donna, affascinante nel suo tailleur di lino indaco, si precipitò in cima alla scalinata, per essere la prima, con il proprio operatore di ripresa video, a catturare le inedite immagini in diretta, di colui il quale, in molti ritenevano essere come riemerso dall’inferno.

In un completo italiano costosissimo, lui non esitò ad accontentarla, parandosi davanti alla telecamera, brandendola per un’inquadratura ravvicinata, senza alcun preavviso e con una veemenza, pari al suo sorriso sfacciato e virile, quanto il suo sembiante, completamente rinfrancato.

“Qualunque cosa voglia chiedermi, bella signora, sappia innanzitutto che ho vinto la causa Morsel, dopo il mio rientro, a pieno titolo sia chiaro! Almeno quanto una verità insindacabile: io sono Glam Geffen e sono tornato!”





GLAM GEFFEN

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