Capitolo n. 4 – life
Zayn procedeva a
passo veloce, lungo i corridoi deserti della facoltà di Paleontologia.
O quasi.
Le loro spalle
sinistre si scontrarono, mentre erano intenti a ripassarsi a mente il discorso
da fare al rettore ed al responsabile di un nuovo progetto universitario, per
il prossimo settembre.
Ormai la sessione
estiva volgeva al termine ed anche Louis avrebbe potuto riprendere fiato,
andando in vacanza alle Hawaii con Harry e Petra: un pensiero che lo allettava
maggiormente, rispetto a quell’appuntamento, con i suoi “superiori”.
Malik, a propria
volta, contava di tornare a Parigi con Liam, appena questi fosse rientrato dal
Messico, dove aveva presieduto la sua prima conferenza importante, sui vulcani
europei.
Un appuntamento, al
quale Zayn aveva dovuto rinunciare, non senza avere un’antipatica discussione
con il neo fidanzato.
“Ehi …!”
“Zayn, ma che cavolo!”
La loro collisione,
si perse nei rispettivi sguardi ed in una risata, un po’ nervosa.
“Anche tu sei stato
convocato dal boss?” – domandò Tomlinson, raccogliendo insieme al collega gli
appunti sparsi sul pavimento.
“Sì, figurati se la
scampavo …” – sbuffò il più giovane, mentre si spiavano a vicenda.
“E Payne che fine ha
fatto?” – Boo sorrise.
“Arriva domani, aveva
quel summit su Etna e dintorni …” – spiegò rialzandosi, provando un
inspiegabile imbarazzo.
“Ok …”
“E Styles? Sempre tra
le scartoffie?”
“Prima era in
carriera da Geffen, ora si batte e si dimena per i diritti dei più poveri e lo
fa quasi gratis … Sta più con Niall che con me” – si lamentò assorto.
“Niall? Il vostro
tuttofare?”
“Niall è un tesoro,
ci aiuta così tanto anche con la bimba …”
“Ma vive con voi?”
“No, ma in pratica è
onnipresente” – rise limpido.
“D’accordo … Diamoci
una mossa, voglio andare a pranzo ad un’ora decente Louis”
“Sì, ma se ti va un
panino da Barny con me … Ho la Vespa anni ottanta del nonno!” – propose con entusiasmo
genuino.
“Eh? La Vespa?”
“Una motoretta
scassata, molto … glamour!”
Vas si grattò la
nuca, cercando di essere sciolto nei movimenti.
“Dai Peter, esci a
farti vedere” – Geffen rise, spingendolo fuori, da dietro le proprie gambe.
“Ciao …” – disse il
bimbo, storcendo le labbra ben disegnate, gli occhi bassi.
“Salve … Piacere di
conoscerti” – abbozzò il sovietico, inginocchiandosi.
In quel modo faceva
meno impressione.
Peter sorrise – “Tu
devi mangiare davvero tanto …”
“Insomma … E tu? Cosa
mi racconti di bello?”
“Io ho un nuovo papà!”
– ed indicò Glam, che gli accarezzò i capelli corvini.
“Sì, lo conosco, è un
ottimo papà, te lo garantisco” – ammiccò il bodyguard.
“Sa tante cose … Mi
insegnava a scrivere la u e la a!”
“Sì, ho notato i
quaderni sul tavolo …”
Erano a Palm Springs.
“Vas dovrai occuparti
di Peter come facevi per … Sì, insomma, hai capito” – l’avvocato divenne più
serio, ma composto, nel suo interminabile dolore – “E per ora non farne parola,
con la famiglia. Ci penserò io, quando saremo … pronti, ok?”
“D’accordo ed avrò
cura di Peter con … il mio, di Peter” – e schiacciò l’occhiolino al piccolo.
“E chi è?!”
“Il mio … il mio
compagno, sta arrivando, guarda” – ed indicò la veranda, dove il biondo stava
transitando, con uno scatolone colmo di giocattoli nuovi.
“Wow …! E’ un gigante
come sei tu …” – sussurrò il cucciolo.
Quindi tirò i
pantaloni di Geffen.
“Sono simpatici anche
loro … Un po’ strani, ma … simpatici!”
Jamie stava spalmando
la crema solare sulla schiena, già abbronzata di Kurt, spaparanzato su di un
mega asciugamano, tra gli scogli appartati di una caletta, dove andava
puntualmente insieme al marito di Hopper.
Il ballerino, d’improvviso
alzò il viso verso l’oceano, riabbassandosi repentino.
“Ehi guarda” – sibilò
complice al consorte di Rossi, in trasferta a Quantico per una consulenza speciale
alla squadra di Hotchner.
“Cosa Jam?” –
bofonchiò poco incuriosito.
“Guarda! No, non
guardare!” – e lo spinse di nuovo giù.
“No, ma sei scemo
Jam?! Devo guardare o no?!”
“Ci sono Louis e Zayn
a mollo, si fanno i dispetti” – bisbigliò guardingo ed esilarante, assottigliando
le palpebre.
Kurt scoppiò a
ridere, scrutando la scena, oltre i massi e le tavole di un’imbarcazione
dismessa.
“E allora? Fanno il
bagno, che c’è di male? Anche tu ed io siamo qui a rilassarci, mica è un reato
Jam” – sospirò, tornando a stendersi.
“No, no, guarda
meglio!” – e gli diede uno strattone.
“Ma porca miseria
Jamie, sei … Ops …”
I due si erano
intrecciati tra le onde, baciandosi ed arrossendo come adolescenti.
Kurt ritrascinò al
suolo il proprio BFF, quasi intimandogli – “Non sono affari nostri!”
“Questo lo so, ma non
mi sembra corretto verso Harry e … come si chiama Mr. Vesuvio?”
“Liam, Liam Payne
credo … Comunque se ne stanno andando su quel catorcio” – Kurt fece un cenno,
notando il veicolo trasandato dell’inedita coppia clandestina, accanto alla
propria fiammante Harley Davidson.
“Sono carini, però …”
“Sì Jam, ma non mi sembra
un buon motivo per fare le corna a chi si sono sposati o quasi” – sorrise.
“Non sarà una cosa
seria, tra Zayn e Liam”
“E chi può saperlo …
Accidenti, è riuscita a mettersi in moto quella carcassa” – Kurt rise allegro,
accorgendosi dell’arrivo di un suv, dalla targa più che conosciuta.
“Jamie, c’è Marc”
“Ma dai, è in
tribunale fino a mezzogiorno”
“No, no, guarda è lui
… Che fisico”
“E piantala!” – Jamie
gli diede un pugno tra le scapole-.
Hopper sfoggiava
degli addominali scolpiti, sotto la camicia aperta, indossata con dei bermuda
arancio vivo.
Era scalzo e, dal suo
atteggiamento, sembrava stare cercando qualcuno.
“Perché non lo
chiami?”
“Non sapeva che
eravamo qui … Lui non conosce questo posto Kurt” – replicò perplesso, senza
smettere di seguire i passi del legale, che di botto sorrise, agitando le
braccia, in direzione della strada.
Un ragazzo aveva
appena posato la bicicletta ad una panchina: era Jimmy.
Kurt e Jamie si
fissarono.
Hopper andò incontro
al fidanzato di Scott, con un sorriso stampato in faccia, da torcere lo stomaco
a Jam, come nemmeno rammentava.
Seppure costantemente
geloso dell’avvenente sposo, il top dancer non aveva più avuto problemi di
sorta, consolidando un legame invidiabile, per fedeltà e gioia, nel crescere i
loro pargoli.
“Ma che stanno
combinando …” – mormorò, la gola arsa da un’angoscia palpabile.
“Un bel niente Jam,
non metterti strane idee in testa! Stanno solo parlando, non vedi?” – lo rassicurò
immediato Kurt, per nulla convinto nel proprio intimo, di ciò che stava
accadendo ad alcuni metri da loro.
Hopper e Jimmy
conversavano con spensieratezza, poi sembrarono congedarsi, non senza che il
primo desse un buffetto affettuoso a quel ragazzino, che aveva fatto perdere il
senno ed il cuore al maturo diagnosta, impelagato in turni massacranti all’ospedale,
ormai dal principio di giugno, per carenza di personale.
“Se ne vanno …” –
inspirò Kurt, notando il disagio dell’altro.
“Sì … Mai saputo
fossero così in confidenza …” – Jam si intristì, raccogliendo lento teli e
creme.
“Cosa ti inventi?” – Kurt
tossì, calzando i sandali.
“Ho scritto giocondo
sulla fronte?!” – sbottò.
“Affatto, però non
trarre conclusioni affrettate, ok?”
“Me la vedrò io con
lui, stasera a casa, posso anche aspettare!”
“E sbollire Jam,
cavoli …” – lo abbracciò, sentendo le sue lacrime corrergli giù per il collo.
Peter arricciò il
nasino, spiando Glam ed i suoi occhialini da professore.
“Allora queste doppie,
scricciolo?”
“Sono … difficili,
papi”
“Mi sono impegnato
con Miss Gramble a farti scrivere e leggere correttamente entro il prossimo
Natale, per cui diamoci sotto, ma non prima di un buon gelato, che ne pensi?”
“Pepe pensa che è un’ottima
idea!”
“Pepe?”
“Un amichetto mi
chiamava così, perché non stavo mai fermo nello stesso posto per più di dieci
minuti” – il bambino rise.
“Allora adesso stai
stabilendo un record … Pepe” – Glam ricambiò quel sorriso, prendendolo poi in
braccio, arrivando al frigorifero, dove le calamite di Lula non erano mai state
rimosse.
“Uh quante …”
“Sono bellissime …
non trovi, tesoro?” – disse piano l’uomo, posandolo delicatamente su di uno
sgabello.
“Perché quel signore
ha detto che sei un ottimo papà? Non
sono da solo, quindi?”
“Ho … Ho diversi
figli … è vero …”
Sembrava quasi una
confessione, di cui Glam si stava come vergognando, dato il suo comportamento
negli ultimi sei mesi.
“E quando potrò
conoscerli?”
“Presto … Te lo
prometto.”
ZAYN AND LOUIS
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