martedì 26 agosto 2014

LIFE - CAPITOLO N. 4

Capitolo n. 4 – life



Zayn procedeva a passo veloce, lungo i corridoi deserti della facoltà di Paleontologia.
O quasi.

Le loro spalle sinistre si scontrarono, mentre erano intenti a ripassarsi a mente il discorso da fare al rettore ed al responsabile di un nuovo progetto universitario, per il prossimo settembre.

Ormai la sessione estiva volgeva al termine ed anche Louis avrebbe potuto riprendere fiato, andando in vacanza alle Hawaii con Harry e Petra: un pensiero che lo allettava maggiormente, rispetto a quell’appuntamento, con i suoi “superiori”.

Malik, a propria volta, contava di tornare a Parigi con Liam, appena questi fosse rientrato dal Messico, dove aveva presieduto la sua prima conferenza importante, sui vulcani europei.

Un appuntamento, al quale Zayn aveva dovuto rinunciare, non senza avere un’antipatica discussione con il neo fidanzato.

“Ehi …!”

“Zayn, ma che cavolo!”

La loro collisione, si perse nei rispettivi sguardi ed in una risata, un po’ nervosa.

“Anche tu sei stato convocato dal boss?” – domandò Tomlinson, raccogliendo insieme al collega gli appunti sparsi sul pavimento.

“Sì, figurati se la scampavo …” – sbuffò il più giovane, mentre si spiavano a vicenda.

“E Payne che fine ha fatto?” – Boo sorrise.

“Arriva domani, aveva quel summit su Etna e dintorni …” – spiegò rialzandosi, provando un inspiegabile imbarazzo.

“Ok …”

“E Styles? Sempre tra le scartoffie?”

“Prima era in carriera da Geffen, ora si batte e si dimena per i diritti dei più poveri e lo fa quasi gratis … Sta più con Niall che con me” – si lamentò assorto.

“Niall? Il vostro tuttofare?”

“Niall è un tesoro, ci aiuta così tanto anche con la bimba …”

“Ma vive con voi?”

“No, ma in pratica è onnipresente” – rise limpido.

“D’accordo … Diamoci una mossa, voglio andare a pranzo ad un’ora decente Louis”

“Sì, ma se ti va un panino da Barny con me … Ho la Vespa anni ottanta del nonno!” – propose con entusiasmo genuino.

“Eh? La Vespa?”

“Una motoretta scassata, molto … glamour!”



Vas si grattò la nuca, cercando di essere sciolto nei movimenti.

“Dai Peter, esci a farti vedere” – Geffen rise, spingendolo fuori, da dietro le proprie gambe.

“Ciao …” – disse il bimbo, storcendo le labbra ben disegnate, gli occhi bassi.

“Salve … Piacere di conoscerti” – abbozzò il sovietico, inginocchiandosi.

In quel modo faceva meno impressione.

Peter sorrise – “Tu devi mangiare davvero tanto …”

“Insomma … E tu? Cosa mi racconti di bello?”

“Io ho un nuovo papà!” – ed indicò Glam, che gli accarezzò i capelli corvini.

“Sì, lo conosco, è un ottimo papà, te lo garantisco” – ammiccò il bodyguard.

“Sa tante cose … Mi insegnava a scrivere la u e la a!

“Sì, ho notato i quaderni sul tavolo …”

Erano a Palm Springs.

“Vas dovrai occuparti di Peter come facevi per … Sì, insomma, hai capito” – l’avvocato divenne più serio, ma composto, nel suo interminabile dolore – “E per ora non farne parola, con la famiglia. Ci penserò io, quando saremo … pronti, ok?”

“D’accordo ed avrò cura di Peter con … il mio, di Peter” – e schiacciò l’occhiolino al piccolo.

“E chi è?!”

“Il mio … il mio compagno, sta arrivando, guarda” – ed indicò la veranda, dove il biondo stava transitando, con uno scatolone colmo di giocattoli nuovi.

“Wow …! E’ un gigante come sei tu …” – sussurrò il cucciolo.

Quindi tirò i pantaloni di Geffen.

“Sono simpatici anche loro … Un po’ strani, ma … simpatici!”



Jamie stava spalmando la crema solare sulla schiena, già abbronzata di Kurt, spaparanzato su di un mega asciugamano, tra gli scogli appartati di una caletta, dove andava puntualmente insieme al marito di Hopper.

Il ballerino, d’improvviso alzò il viso verso l’oceano, riabbassandosi repentino.

“Ehi guarda” – sibilò complice al consorte di Rossi, in trasferta a Quantico per una consulenza speciale alla squadra di Hotchner.

“Cosa Jam?” – bofonchiò poco incuriosito.

“Guarda! No, non guardare!” – e lo spinse di nuovo giù.

“No, ma sei scemo Jam?! Devo guardare o no?!”

“Ci sono Louis e Zayn a mollo, si fanno i dispetti” – bisbigliò guardingo ed esilarante, assottigliando le palpebre.

Kurt scoppiò a ridere, scrutando la scena, oltre i massi e le tavole di un’imbarcazione dismessa.

“E allora? Fanno il bagno, che c’è di male? Anche tu ed io siamo qui a rilassarci, mica è un reato Jam” – sospirò, tornando a stendersi.

“No, no, guarda meglio!” – e gli diede uno strattone.

“Ma porca miseria Jamie, sei … Ops …”

I due si erano intrecciati tra le onde, baciandosi ed arrossendo come adolescenti.

Kurt ritrascinò al suolo il proprio BFF, quasi intimandogli – “Non sono affari nostri!”

“Questo lo so, ma non mi sembra corretto verso Harry e … come si chiama Mr. Vesuvio?”

“Liam, Liam Payne credo … Comunque se ne stanno andando su quel catorcio” – Kurt fece un cenno, notando il veicolo trasandato dell’inedita coppia clandestina, accanto alla propria fiammante Harley Davidson.

“Sono carini, però …”

“Sì Jam, ma non mi sembra un buon motivo per fare le corna a chi si sono sposati o quasi” – sorrise.

“Non sarà una cosa seria, tra Zayn e Liam”

“E chi può saperlo … Accidenti, è riuscita a mettersi in moto quella carcassa” – Kurt rise allegro, accorgendosi dell’arrivo di un suv, dalla targa più che conosciuta.

“Jamie, c’è Marc”

“Ma dai, è in tribunale fino a mezzogiorno”

“No, no, guarda è lui … Che fisico”

“E piantala!” – Jamie gli diede un pugno tra le scapole-.

Hopper sfoggiava degli addominali scolpiti, sotto la camicia aperta, indossata con dei bermuda arancio vivo.

Era scalzo e, dal suo atteggiamento, sembrava stare cercando qualcuno.

“Perché non lo chiami?”

“Non sapeva che eravamo qui … Lui non conosce questo posto Kurt” – replicò perplesso, senza smettere di seguire i passi del legale, che di botto sorrise, agitando le braccia, in direzione della strada.

Un ragazzo aveva appena posato la bicicletta ad una panchina: era Jimmy.

Kurt e Jamie si fissarono.

Hopper andò incontro al fidanzato di Scott, con un sorriso stampato in faccia, da torcere lo stomaco a Jam, come nemmeno rammentava.

Seppure costantemente geloso dell’avvenente sposo, il top dancer non aveva più avuto problemi di sorta, consolidando un legame invidiabile, per fedeltà e gioia, nel crescere i loro pargoli.

“Ma che stanno combinando …” – mormorò, la gola arsa da un’angoscia palpabile.

“Un bel niente Jam, non metterti strane idee in testa! Stanno solo parlando, non vedi?” – lo rassicurò immediato Kurt, per nulla convinto nel proprio intimo, di ciò che stava accadendo ad alcuni metri da loro.

Hopper e Jimmy conversavano con spensieratezza, poi sembrarono congedarsi, non senza che il primo desse un buffetto affettuoso a quel ragazzino, che aveva fatto perdere il senno ed il cuore al maturo diagnosta, impelagato in turni massacranti all’ospedale, ormai dal principio di giugno, per carenza di personale.

“Se ne vanno …” – inspirò Kurt, notando il disagio dell’altro.

“Sì … Mai saputo fossero così in confidenza …” – Jam si intristì, raccogliendo lento teli e creme.

“Cosa ti inventi?” – Kurt tossì, calzando i sandali.

“Ho scritto giocondo sulla fronte?!” – sbottò.

“Affatto, però non trarre conclusioni affrettate, ok?”

“Me la vedrò io con lui, stasera a casa, posso anche aspettare!”

“E sbollire Jam, cavoli …” – lo abbracciò, sentendo le sue lacrime corrergli giù per il collo.



Peter arricciò il nasino, spiando Glam ed i suoi occhialini da professore.

“Allora queste doppie, scricciolo?”

“Sono … difficili, papi”

“Mi sono impegnato con Miss Gramble a farti scrivere e leggere correttamente entro il prossimo Natale, per cui diamoci sotto, ma non prima di un buon gelato, che ne pensi?”

“Pepe pensa che è un’ottima idea!”

“Pepe?”

“Un amichetto mi chiamava così, perché non stavo mai fermo nello stesso posto per più di dieci minuti” – il bambino rise.

“Allora adesso stai stabilendo un record … Pepe” – Glam ricambiò quel sorriso, prendendolo poi in braccio, arrivando al frigorifero, dove le calamite di Lula non erano mai state rimosse.

“Uh quante …”

“Sono bellissime … non trovi, tesoro?” – disse piano l’uomo, posandolo delicatamente su di uno sgabello.

“Perché quel signore ha detto che sei un ottimo papà? Non sono da solo, quindi?”

“Ho … Ho diversi figli … è vero …”

Sembrava quasi una confessione, di cui Glam si stava come vergognando, dato il suo comportamento negli ultimi sei mesi.

“E quando potrò conoscerli?”

“Presto … Te lo prometto.”




ZAYN AND LOUIS

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