Da qualche giorno rimugino su questa notizia, che, di certo, non sarà sfuggita a chi naviga sui social principali.
Un "padre" ad Alba, qui in Piemonte, ha organizzato una spedizione punitiva ed ha picchiato il fidanzato del figlio gay, così i titoli in cronaca.
Ora, mi sono fermata giusto al titolo, perchè non mi serviva altro, per capire la situazione e, dolorosamente, immaginarla.
Leggo "fidanzato" quindi deduco fosse e sia un legame importante, solido, tra questi due giovani.
Chiamare "padre", invece, questa persona (e già stona definirla così), è del tutto fuori luogo.
Così consiglio, a lui e a coloro i quali sono in linea con il suo pensiero gretto e brutale, di guardarsi un film del 1993, Il banchetto di nozze.
La trama, in sintesi, narra di una famiglia di Taiwan, con un unico figlio, Wai-tung, brillante, bello, dinamico, che, trasferitosi negli USA, fa una carriera notevole, per la quale i genitori, over 60, vanno molto fieri.
La corrispondenza tra il ragazzo ed i suoi, si limita a raccontare dei suoi successi personali, evitando alcuni dettagli: come ad esempio la sua convivenza, con un biondo americano, Simon, incantevole dentro e fuori, con il quale il protagonista intreccia una relazione amorosa, seria e intensa.
Papà e mamma, spingono perchè il figlio si sposi, ormai ha l'età giusta e, onde evitare un matrimonio combinato, Simon propone ad un'amica orientale, di convolare a (in)giuste e simultate nozze con il proprio compagno.
Gli anziani coniugi taiwanesi, però, sbarcano inattesi a New York, con tutte le loro tradizioni e ideologie vecchio stampo, per conoscere la nuora (e quindi il rito verrà realmente celebrato).
Come ad esempio regalare una collana di perle alla futura sposa, sotto agli occhi di Simon, presentato come migliore amico di Wai-tung, il che è umiliante, perchè vede celebrato il proprio amore per quest'ultimo, a beneficio di una donna, che per giunta sarà sua moglie e, complice una sbornia clamorosa durante la cerimonia, anche madre.
La gravidanza inattesa piomba come un macigno sul cuore di Simon, mentre è una gioia per i nonni, rimasti a New York per qualche tempo: la salute del padre, infatti, è cagionevole (ha un attacco di cuore) e, in mezzo a equivoci e momenti agrodolci, la verità emerge, a insaputa del padre stesso.
La reazione della madre è deludente: in sostanza lei preferirebbe un figlio infelice, ma padre e marito, rifiutando la sua sessualità, in maniera anche cattiva e odiosa, da quanto ricordo, non senza fare leva sul fatto che questa cosa ucciderà il papà di Wai-tung.
A sorpresa, invece, il papà, rimessosi in salute, dimostra di pensarla in maniera totalmente opposta: la scena è bellissima.
Lui e Simon sono seduti su di un molo, guardano l'oceano: il "suocero" cinge le spalle di Simon, in segno di affetto, di approvazione e appoggio incondizionati.
Il bimbo, una volta nato, sarà amato da tutti e tre i suoi genitori: Wai-tung e Simon, ormai uniti senza più segreti e la ragazza, che approva questa famiglia allargata e finalmente felice.
Adesso penso al ragazzo di Alba.
Lui proverà vergogna e umiliazione, ma non certo perchè ama un altro ragazzo.
Lui proverà un disagio assoluto nell'avere come genitore un uomo del genere.
Un essere vivente, in quanto tale, perchè non merita nè di essere definito persona, nè uomo, nè tanto meno padre.
Sia chiaro.
meg
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