Capitolo n. 52 – nakama
Isotta dondolava le gambe, seduta sopra ad una poltroncina celeste, che richiamava la tappezzeria della sala, dove si sarebbe celebrato, a breve, la cerimonia di nozze, dei suoi genitori.
Tutti tranne uno.
“Ehi principessa, sei bellissima”
“Papi Glam!”
La sua voce ed i suoi occhi si illuminarono.
Geffen le si avvicinò, porgendole un mini bouquet, di rose blu e bianche, con al centro una scatolina, anch’essa a forma di fiore.
“Che cos’è?” – chiese entusiasta.
“Un pensiero, per te … Buon Natale tesoro”
Si trattava di una catenina, con appeso un ciondolo, recante la sua iniziale in brillanti, incastonata al centro di un triangolo, in oro bianco, tipico simbolo dei Mars, che la bambina apprezzò, riconoscendo la triad, tanto amata dal padre biologico.
“Ci siete entrambi, tu e papà Jay” – disse assorto il legale, senza perdere il sorriso e lo smalto della sua eleganza e dei suoi anni, vissuti pericolosamente.
“Grazie papi Glam” – e gli stampò un bacio sulla guancia sinistra.
Dalla parte del cuore.
“Isy sei qui”
Farrell entrò in quell’istante.
“Guarda papi Colin, cosa mi ha regalato papi Glam” – e si alzò, avvicinandosi all’attore, che si inginocchiò, dopo avere salutato anche Geffen – “… è meraviglioso … come sei tu, amore” – e la avvolse, con tenerezza.
“Ora vi lascio”
“No, rimani Glam: vorrei dirti una cosa” – disse sereno l’irlandese, risollevandosi.
Isotta raggiunse Pam, appena transitata a metà di quell’ambiente addobbato e accogliente, che presto si sarebbe riempito di invitati da ogni dove.
Geffen guardò Colin, perplesso – “Ti ascolto …”
Le montagne stavano scomparendo alle loro spalle.
Paul le guardava dallo specchietto retrovisore esterno, mentre Norman guidava tranquillo, verso Los Angeles.
“Forse tu avresti voluto rimanere … O comunque tornare dai tuoi, vero?”
Il giovane ruppe il silenzio.
“C’è tutto il tempo … Per la mia famiglia, intendo” – il tenente sorrise – “… mentre per il trattenersi al matrimonio dell’anno, no grazie … Avrai capito, che Geffen e soci non sono i miei idoli, anche se sto rivalutando lo squalo del foro, lo ammetto” – affermò schietto.
“Tu mi piaci, perché non giri intorno alle cose …”
“A volte capita anche a me … Non sempre è semplice dire la verità, né a sé stessi, né tanto meno al prossimo”
“Tipo?” – anche Rovia sorrise, incuriosito da ogni sua parola.
Perché per lui Reedus era un enigma, complesso e affascinante.
Tutto da scoprire.
“I sentimenti, ad esempio, non sono mai stati il mio forte”
“Non saprei, tu sai essere dolce, quando meno te lo aspetti … Ne sono testimone”
“Troppo buono” – e si schernì.
“Scommetto che con le tue figlie, sei un papà amorevole” – e sgranò quei fanali, capaci di ucciderti.
Senza farti male, pensò lo sbirro, sentendosi nel cuore un’euforia strana.
“So fare il cavalluccio come nessuno, direi”
Risero.
Rovia prese poi un lungo respiro.
“Imposto l’indirizzo, se non ti dispiace … Me l’ha dato Glam”
“Ok, fai pure, così non sprechiamo tempo e ci arriviamo subito”
“Già … In effetti, Norman, temo di averne davvero poco, ormai …”
Niall scartò il pacchetto, con quella frenesia, capace di fare impazzire Ruffalo.
Anche in quel momento di loro, distanti dal caos del clan, seduti davanti al caminetto, della loro suite.
“Cos’è, cos’è, vediamo” – il ragazzino rise felice.
Si trattava di una cornice d’argento.
All’interno, una foto.
Di una neonata: Horan lo dedusse dalla tutina rosa.
Dapprima scrutò l’immagine, poi puntò i suoi cieli su Mark.
“Si chiama Angelica … Dopo domani, Miss. Gramble ci aspetta per farcela conoscere e per firmare i moduli della pre – adozione: sai, è un periodo di prova Niall”
“Dio lo so” – lo interruppe stupito e quasi senza fiato.
Per la gioia.
“La mia domanda è passata, insomma e”
Niall gli si appese al collo, quindi lo baciò con ardore.
Il mondo sapeva di buono.
E di assoluto.
Finalmente.
Farrell versò dello champagne in due calici limpidi, come i suoi quarzi, posatisi nuovamente su Geffen.
“Grazie Colin … A cosa brindiamo?”
“A noi … A tutti noi, Glam”
Un tintinnio, poi sorseggiarono quella delizia, senza smettere di guardarsi.
“Volevo ringraziarti, sapendo che non sarà l’ultima occasione, per quanto hai fatto per Jared”
“Ho come un dejà vu” – e gli fece un simpatico occhiolino.
“Non dirmi che sono un disco rotto” – il promesso sposo rise.
“No, affatto … Sarai un marito di buon senso, invece … Hai avuto l’ennesima occasione Cole, non sprecarla” – disse senza alcun astio.
“Se dovesse accadere, ti autorizzo a prendermi a pugni”
“Non sia mai … E poi cosa avrei fatto, per Jay?”
“Tu … esisti: e lui vive nel riflesso di ciò che rappresenti, dal primo minuto, in cui te l’ho presentato, rammenti?”
Geffen si ossigenò – “Io non dimenticherò un solo dettaglio di Jared e di quanto abbiamo condiviso, ma ho imparato ad andare avanti, anche senza di lui”
“Lui per te, ci sarà sempre”
“E viceversa: alla salute!” – ed ingerì, ciò che restava del nettare, colore dell’oro, colore di un tramonto lontano.
Anni luce.
Tom stava impazzendo con il nodo della cravatta.
Proprio non gli riusciva.
“E’ l’unica cosa, che mio padre ha insegnato al sottoscritto”
“Glam …?!”
L’uomo gli si avvicinò, provvedendo a sistemare quel disastro.
“Grazie … Mi hai salvato” – mormorò il fisiatra, demoralizzato per ben altre cose.
“Oggi è un tripudio di riconoscenza nei miei confronti, sai Tommy?”
“Non capisco …”
“Ah nulla, pensavo ad alta voce: siete pronti?”
“Luna è già giù con Stella e Sveva, per il corteo di damigelle, spargimento di petali e via così … Pamela sembrava un sergente d’armata, nel coordinare le manovre, ieri sera, durante le prove generali” – e si accomodò su di un divanetto.
Le spalle curve.
Geffen non aveva mai interrotto il contatto visivo, su ciò che Hiddleston stava facendo.
“Cosa è successo, Tom?” – chiese pacato, affiancandolo.
“Ho visto Chris … Gli ho portato nostra figlia, glielo dovevo, è Natale, no?” – e soffocò un singulto, ma le sue iridi celeste ghiaccio tremolarono di lacrime.
“Sei … distrutto e non so come aiutarti tesoro” – e gli prese la mano destra, tra le sue, calde, grandi, sicure.
Il più giovane lo guardò.
“Ho provato a lasciarlo così tante volte Glam” – singhiozzò, sforzandosi di mantenere un contegno.
Inutilmente.
Il fiume di dolore, che sgorgò da lì a poco, non poteva essere trattenuto.
“Lo amo … lo amo da morire”
“Questo io lo so Tommy …” – Geffen sospirò – “… e lo sa anche lui: vero Chris?”
Un cigolio.
Jim Mason stava spingendo nella stanza una carrozzina.
Su di essa, il tenente Hemsworth.
Dietro a loro, il consorte dell’oncologo.
“E se li lasciassimo soli, per un po’, Glam?” – disse Laurie.
Hiddleston ebbe un sussulto.
Ogni cellula, ogni muscolo, gli stavano tremando dentro.
Riuscì unicamente ad annuire, in balia delle proprie emozioni.
Contrastanti.
Ingestibili.
“Ti ringrazio Tom … davvero” – disse in un soffio Chris, elegante in un completo blu, che Mikkelsen gli aveva prestato, senza fare domande.
“Rimarremo nel salotto, qui accanto, ok?” – precisò Geffen, prima di uscire, senza fretta.
Le dita solide di Hemsworth brandirono le ruote di quel mezzo temporaneo, per i suoi spostamenti: voleva avvicinarsi a Tom.
Ad ogni costo.
“No, resta lì, per favore”
“Ok” – e sorrise in imbarazzo, assecondando la sua richiesta.
“Ti avevo promesso, che sarei passato più tardi da te”
“Lo so, ma non riuscivo a darmi pace Tom: l’attesa mi stava logorando, quindi ho deciso di non rimandare oltre ed ho supplicato Jim e Hugh di darmi retta”
“E ci sei riuscito” – Tom sorrise rassegnato.
“Tanto valeva ascoltare la tua sentenza, su di noi, al più presto … Un colpo netto, preciso, risparmiando a questo stronzo un’agonia, seppure giusta, per come ti ho trattato” – bissò lucido, privo di veemenza.
Hemsworth stava ricacciando indietro un pianto febbrile, dal suo arrivo.
Era palese.
“Ti ricordi, quindi …?”
“Di te e di Norman, sì, certo, è stato come avere un incubo, poi Laurie mi ha spiegato che i flash, i ricordi, erano autentici e infatti stavano riaffiorando nitidi … impietosi, Tommy”
“E’ stata un’esperienza terribile, almeno quanto quella che ho vissuto, quando ho rischiato di perderti … Io subisco la tua vita, come nessuno, Chris” – ribatté, mantenendo la distanza.
“Lo so Tom … Io … Io non ero in me e non posso che dirti quanto mi dispiace … amore mio … perché io ti amo, anche più di prima, se mai riesca ad essere possibile, sai?” – e si commosse, spezzandosi nel tono e nel reggere il suo sguardo, così severo e terribile, al suo cuore rappezzato.
In ogni senso.
“Per dispiacersi è tardi”
Hemsworth sorrise amaro – “Non riesco a crederti e nemmeno tu … nemmeno tu” – e si tirò su, ricadendo, ma poi ci riprovò, con tenacia.
Da una diversa prospettiva, ora, stava ammirando la compostezza e lo splendore di Tom.
Un sopravvissuto a troppe battaglie.
“So che lui potrà darti maggiore gioia, nessuna preoccupazione e”
“Lui chi?!”
“Glam … Ti ama da quando sei entrato nei suoi giorni, io questo lo so e lo sai anche tu, Tommy”
Silenzio.
Tic tac …
Un silenzio assordante.
Tic tac …
Un tempo intrappolato, in un labirinto, dove il perdono non trovava via d’uscita; non quel giorno.
Toc toc …
Geffen si affacciò.
“Tom, se vuoi unirti a noi …”
“Sì certo Glam, eccomi”
Se ne andarono.
Chris ricadde, su quella sedia, ma la sensazione fu quella di precipitare.
Precipitare …
Isotta