One shot – Graham
Lecter zoppica sino al salone.
Il gioielliere se ne è appena andato.
Tiene nella mano destra una scatoletta, lo psichiatra più
celebre di Baltimora.
Il mostro, più feroce, lo squartatore di Chesapeake.
Sta migliorando, ora cammina con il bastone, nell’altra mano.
Arranca, ad essere obiettivi, ma va bene anche così.
“Ehi” – Graham gli corre incontro, lo fa sedere.
“Mi accudisci, come se fossi un vecchio”
“Allora tu sei il mio vecchio, va bene così?” – sorride,
illuminando la stanza, già infervorata dai lampi di luce, provenienti dal
caminetto sempre acceso.
E’ un lungo inverno, in Lituania.
Fuori ha ricominciato a nevicare.
“Ho qui una cosa per noi”
“Vediamo”
E se i suoi occhi, non fossero così infantili, in certi
momenti, Lecter penserebbe che Will è davvero identico a lui.
Spietato, quando serve: l’ha già dimostrato, ma è sempre un
senso strano, ciò che prova l’uomo, quando il più giovane uccide il prossimo.
Anche senza motivo apparente.
L’ultimo, un tedioso agente immobiliare, risoluto a
convincerli a vendere il castello a una fantomatica multinazionale del
petrolio, che ne avrebbe fatto un resort di lusso, isolato, tra boschi e
colline, intrise di nebbia e bave di lumaca.
Insopportabile.
Comunque snello, scattante.
Un delizioso secondo, per un paio di cene, una allo spiedo.
Piuttosto macabro, ma divertente.
Loro due, ridevano anche del niente.
Come due veri innamorati d’altri tempi.
Lecter estrae le fedi e le infila ai rispettivi anulari.
“Siamo sposati, adesso?”
“Lo siamo da un pezzo, Will”
“Bene … Abbiamo fatto in fretta: nulla di tradizionale”
“Tradizionale, come una cerimonia, piccolo? Crediamo che le
tradizioni siano radici, invece si resta imprigionati in tentacoli invisibili,
senza rendersene conto, se non per quella percezione di soffocamento, che
spesso ci spinge a tradire, a ribellarci, senza neppure sapere a cosa, perché ci
si crede nel giusto”
“Piccolo?” – Will arride alla sua dolcezza.
E’ recente.
E’ bellissima, spontanea.
“Ti è sfuggito tutto il resto del discorso?” – Hannibal aggrotta
la fronte spaziosa; Graham vi ci posa un bacio caldo.
“Andiamo, devo lavarti”
Lecter scatta in piedi, poi barcolla un minimo ed il consorte
lo sostiene.
“Non abituarti, tornerò quello di prima, meglio di prima”
E c’è una sottile rabbia, perché non riesce ancora a fargli
bene l’amore, come vorrebbe.
Il velo era stato infranto due settimane prima.
Will, a cavalcarlo, dopo una lunga preparazione, all’apice
della quale, l’ex profiler dell’FBI, era venuto senza neppure essere sfiorato,
dove adesso, sotto alla doccia, Lecter lo sta accarezzando, quasi prepotente.
Lui non vuole più sorreggersi, tra la maniglia in acciaio e
le spalle di Graham.
A questi non importa, quelle fatiche saranno presto ripagate;
e poi non è l’amplesso, è il dopo, ciò che conta.
Respirare sul petto ansante di Lecter, che gli accarezza i
capelli, che lo bacia tra le ciocche e gli chiede se sta bene.
Will Graham è sempre stato bene insieme a lui; anche quando
quelle mani lo hanno trafitto o tagliato o drogato.
Anche quello era amore.
L’amore di Hannibal Lecter per lui.
Esclusivamente, per lui.
Adesso geme, il pescatore, con gli ami, lascito del padre,
sigillati in una scatoletta di latta, da cui non si separa mai.
Un amuleto?
Forse.
Adesso geme più forte e si inarca, preoccupandosi per le
gambe di Lecter, ancora livide in diversi punti, dove le suture si sono ormai
rimarginate.
Un corpo ricamato, che si incastra nel suo, segnato da un
cartiglio così simile: uguali dentro e fuori.
Loro.
Poi il silenzio.
Il buio.
Anche in quella stanza c’è un riverbero, ma è di una stufa in
ghisa e ceramica.
Un capolavoro, dell’ottocento.
“Perché ti sacrifichi così tanto, per me, Will?”
Le domande, respirano nell’oscurità, senza una forma, se non
quella interrogativa ed esigente del suo interlocutore, che poi si gira su di
un fianco, per tornare a frugargli tra le cosce magre e vibranti.
“Ah”
Will affonda nel suo collo quel lamento adorabile.
E’ come se gli dicesse “ancora, vai avanti, non fermarti”
Una struggente supplica, che arriva dritta al cuore di
Lecter.
Che non si ferma.
Neppure nel ripetere, come un mantra …
“Io ti amo da morire Will ...”
The End
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