Capitolo n. 42 – nakama
Hugh si grattò la nuca,
sbuffando al tavolo della colazione, preparata da Jim, ancora intento ad
impacchettare la merenda per Nasir, scatenato sul suo tappeto musicale, al
centro del salotto, antistante la zona cucina.
“Ultimo giorno di
scuola, eh monello?” – esordì il più anziano, con un sorriso colmo di
tenerezza, mentre guardava il figlio, che esclamò un “Yipiii!” – in
un’esplosione di simpatia irresistibile.
Mason scosse il capo,
ben pettinato – “Dobbiamo deciderci per la montagna, Glam mi ha mandato una
e-mail, con la prenotazione codificata … Ci ospita, sai com’è fatto” – e rise,
accomodandosi.
Laurie gli versò del
caffè, ormai tiepido – “Re Mida al confronto era un novellino … Già … Farà un
freddo cane ad Aspen, come al solito” – si lamentò buffo.
“Cos’hai Hugh?” –
chiese dolce l’oncologo, imburrandosi un panino.
“Ma, sai, sempre le
solite stronzate del clan, ora ci sono Tim e Niall in crisi: occhi blu mi ha
chiesto di parlare ai loro bimbi, a Thomas e Layla, spiegando che i rispettivi
papà ci saranno sempre, anche se separati etc etc”
“Occhi blu?” – Jim
rise.
“Horan o come si chiama
… L’ho spedito da mio fratello, tanto con quei baffoni sembra già un clown, li
farà ridere, anche senza naso di pezza rosso ed io ho risolto!” – sentenziò.
“Strano”
“Cosa?”
“Che ti arrenda così”
“Ma che dici Jim?!
Francamente non li reggo quando fanno così, da uno all’altro, come marionette
senza controllo, escono ed entrano dai letti di ex o meno, con una leggerezza
deprecabile!” – ringhiò a mezza voce, per non farsi sentire da Nasir.
In fondo anche Thomas e
Layla erano i suoi cuginetti e, con il primo, il loro cucciolo andava
particolarmente d’accordo.
“Io comprendo Hugh, il
tuo discorso è logico, ma se una persona ti chiede aiuto, tu di solito non ti
tiri mai indietro, ecco”
“E questa volta è
andata così … Ok …?” – replicò improvvisamente mogio.
“Quindi ora sputa il
rospo” – bissò più serio il compagno.
Laurie inspirò,
puntando il soffitto, con i suoi cieli lucidi – “La gamba … sono tre notti, che
mi fa impazzire … Contento?”
“No. Io non sono
contento nel saperti soffrire, in silenzio, per giunta” – obiettò partecipe.
“Scusami Jim …”
“Lascia che parli con
Mikkelsen, tanto verrà anche lui in Colorado”
“A proposito di che? Di
quel farmaco?!” – sbottò nervoso l’analista, fissandolo.
“Certo! Il Kolestor H
può darti sollievo!”
“Il Kolestor H mi
cuocerebbe il fegato e”
“Non al minimo dosaggio
e sarebbe sufficiente per calmare i tuoi spasmi, accidenti Hugh!”
“Come diavolo si chiama
quel … Aspetti Geffen”
L’ispettore capo lesse
in fretta il dossier Graham/Rattler, già archiviato.
“Kolestor H mi pare:
cosa centra con la sua telefonata?”
“Lei, nel frattempo, ha
avvisato il suo assistito?”
“Io curavo la difesa di
Will, non di Vincent Lux …” – disse stanco.
“Mi spiace di non
averla aspettata ieri sera, ho avuto un’urgenza”
“Nessun problema, come
vede siamo entrambi mattinieri, però io ho bisogno di garanzie, ok?”
“E’ ovvio … Dunque, le
dicevo, è stata la compagnia assicurativa a sollevare il problema: nel caso di
morte per ragioni di salute, il premio sarebbe stato quello pattuito, all’atto
della stipula, ma, se Rattler fosse deceduto per cause violente, come un
omicidio, allora l’importo andava a raddoppiarsi e parliamo di una cifra a sei
zeri, capisce?” – e rise, come divertito.
“Fin qui è tutto
chiaro: quindi l’autopsia è stata ripetuta”
“Infatti: quel
medicinale aveva alterato i valori, ma, una volta dissoltosi, le analisi hanno
dato un riscontro a sorpresa, ma esaustivo, perché verificato anche da un
perito degli eredi: Rattler è stato ucciso da un infarto, almeno due ore prima
il colpo di pistola, sparato dal suo amico francese, pazzesco vero?”
“Tecnicamente Vincent
Lux ha giustiziato un cadavere … Sì, è pazzesco”
“Non è il primo caso,
direi che per me è il secondo: una volta un tizio aveva”
“Sì, d’accordo, lei è
davvero loquace, potrebbe rubarmi il mestiere, ma i documenti per fare
rientrare Vincent, senza rischi, dove sono?”
“Eccoli qui … Appena
firmati dal procuratore: tutto regolare Geffen, vede?”
Glam lesse i due fogli
con attenzione.
“Perfetto … Spero che
Lux non la consideri una trappola”
“Per questo abbiamo
interpellato lei: so che sa essere convincente”
“Oh su questo può
contarci: grazie, la terrò informata” – e gli strinse la mano, per poi
andarsene, ancora frastornato da quell’incredibile svolta.
Mads incrociò le
braccia muscolose, ad X, intorno al busto di Will, restando incollato alle sue
spalle, sotto alla doccia, dove si erano persi a baciarsi e fare l’amore, da
almeno una ventina di minuti.
Si erano presi dieci,
meritati, giorni di ferie dall’ospedale e dai molteplici impegni di Mikkelsen,
sempre più restio a lasciare Los Angeles, per simposi e convegni, mete di fuga,
un tempo, soprattutto da sé stesso e dal dolore di non avere Graham nella
propria vita.
“A … amore … io”
Will si piegò in
avanti, cercando un appiglio, mentre l’amante gli stava vivendo dentro, come
l’infrangersi di onde continue, contro agli scogli immaginari del suo piacere.
“Ma … Mads” – balbettò
nuovamente, sorridendo, mentre venivano copiosi ed unisoni.
“Anima mia” – gemette
il chirurgo, in un groviglio di singulti, pronti a precipitare in un abisso,
dal quale non sarebbe tornato volentieri, se non fosse stato per rivolgere a sé
Will e baciarlo.
Baciarlo così tanto.
Ora c’era silenzio, tra
loro, abbracciati e nudi, avvolti da una coperta leggera, sul terrazzo dell’ala
sud, al riparo sotto ad un gazebo.
“Prima di andare,
dobbiamo addobbare l’albero, che ho comprato da Gelson’s” – esordì Mads,
ridendo piano, mentre giocava con le dita dell’altro, adorando il luccichio
delle rispettive fedi di fidanzamento.
“Quando partiamo?”
“Domani all’alba …”
“Possiamo portarci
Rambo e Laika?”
“I nostri randagi più
in forma? Certo Will” – e si guardarono.
“Sansone e Briciola
meglio lasciarli alla signora Crawford: la tua governante ci sa fare con i
cani” – disse allegro, facendo aderire le loro fronti.
“La nostra gov”
“Ok Mads!” – Graham
rise, ma non gli servivano certe puntualizzazioni, per capire quanto fosse
importante e profondo il sentimento che li univa.
Per
sempre.
Reedus fece un cenno a
Tom e questi lo seguì nella saletta per i visitatori.
Chris era stato
trasferito nel reparto di Medicina, senza più divieti particolari; Mikkelsen
aveva promesso di passare a visitarlo prima di andarsene a sciare, così aveva
riferito loro il primario di Cardiochirurgia, appena prima di pranzo.
Un pasto, che Hemsworth
stava consumando, con una voracità impressionante.
“Fa così da stanotte …
Cioè, non proprio, non è che lo abbiano assecondato subito” – rivelò Tom,
l’aria triste.
“Ehi, ma sei
preoccupato per cosa? A me sembra che Chris stia una favola!” – e rise allegro
– “A parte le richieste di pizza e birra, da fuori di zucca, a mezzanotte
ovvio!”
“Mi dispiace, io gli
avevo detto che vi avrebbe disturbati, a te e”
“Ma no, ero in servizio
ed ho fatto sbellicare anche i miei soci, durante l’appostamento, un vero
fiasco: ci manca il vichingo, lo ammetto, con le sue intuizioni, la sua …
fortuna” – ed ammiccò simpatico, scegliendo una bibita dalle macchinette.
“Penso che tornerà
presto” – ed inspirò, vedendo una chiamata in arrivo, sul visore del suo
Samsung.
Era Geffen.
“Scusa, devo rispondere
Norman”
“Ok … Io torno
dall’assatanato, ti aspetto in stanza” – ma fece solo finta di allontanarsi.
Era troppo curioso di
origliare, durante quella conversazione scarna.
“Ciao Tommy, ho letto
la tua e-mail, vuoi che ti raggiunga?” – chiese paterno Glam, dopo avere
parcheggiato l’Hummer nel viale principale di villa Meliti.
“No, ti ringrazio, ma
io sono sconvolto, lo ammetto” – e si tamponò una lacrima, rannicchiandosi in
un angolo, contro le finestre, lato parcheggio, della clinica.
“Penso unicamente che
il cuore nucleare stia funzionando a pieno ed il fisico di Chris abbia reagito
al meglio, non credi?”
“Non lo so Glam … C’è
qualcosa di … di strano” – obiettò a mezza voce.
“Tipo?”
“Un trapiantato non
reagisce, così, nella norma intendo”
“Ma qui siamo al
cospetto di un intervento rivoluzionario, me lo hai spiegato tu, rammenti?” – e
scese, vedendo in lontananza Lula e Pepe avvicinarsi di corsa, felici nel
rivederlo, come d’abitudine.
“Glam io ho avuto una
sensazione di … di paura, non riesco ad essere felice per questa rinascita, per
il vigore, che Chris sta dimostrando … E’ … è aggressivo”
“Temo sia stufo di
starsene rinchiuso lì … Senti, se ve la sentite, unitevi a noi, domani o dopo,
dico a Vas di aspettarvi e salite ad Aspen, con tutta la brigata” – propose
solare, inginocchiandosi per stringere a sé i suoi gioielli.
“Zio Tom vieni,
vogliamo Luna con noi!” – esclamò Pepe, mentre Lula sembrava perplesso.
“Ci penserò … Per
adesso grazie Glam … Per tutto”
“Se ti servo, fammi un
fischio, io arriverò subito … O quasi” – Geffen rise, poi salutò Hiddleston,
senza essere riuscito a sollevargli il morale.
Reedus si dileguò alla
svelta, non senza provare un turbamento fastidioso.
Le frasi di Tom lo
avevano colpito e c’era del vero, in ciò che il fisiatra aveva appena
confessato al legale dei vip, quell’odioso Glam Geffen, sempre così affettuoso,
pensò Norman, da dargli la nausea.
O semplicemente una
viscerale invidia, per come tutti gli davano retta o sembravano venerarlo.
Mikkelsen passò i
risultati delle analisi a Will, che inarcò un sopracciglio.
“Ottimi … anche troppo,
direi, Mads, non trovi?”
Si erano appartati
nello studio del luminare.
Questi, non riusciva a
distogliere il proprio sguardo dal profilo di Graham, concentrato su grafici e
cifre, che davano la misura di quanto Hemsworth fosse in perfetta forma.
“Sei magnetico, oggi …
Anzi, sempre Will” – sospirò, dandogli un bacio sulla spalla destra.
L’altro inclinò il
capo, verso le labbra del compagno, ricevendone un ulteriore bacio,
perdutamente innamorato.
“L’hai già visitato?”
“Ma chi?”
“Chris! Oh cavoli Mads …”
– e rise, abbracciandolo caldo e bellissimo.
“La comunità
scientifica è in fibrillazione, non credono ancora al nostro successo, sai?” – Mikkelsen
cambiò discorso, senza irruenza, mentre infilava il camice e recuperava lo
stetoscopio, dalla valigetta in cuoio scuro.
“C’è parecchia invidia,
non stupiamoci Mads” – adorava ripetere il suo nome.
“Hemsworth scalpita,
potremmo convincerlo a trascorrere almeno il week end sui monti, giusto per
tenerlo d’occhio, che ne pensi?”
“Anche di più direi,
tanto il freddo non potrà nuocere ai suoi progressi, anzi” – sorrise,
seguendolo in corsia.
“Perfetto, ho già le
dimissioni in tasca, sono pronto a firmargliele e monitorare i suoi ulteriori
progressi, tra una cioccolata calda ed una discesa libera: anche Tom ne sarà
contento, non credi?”
“Assolutamente sì Mads.”
Assolutamente
sì.
Nessun commento:
Posta un commento