Ciao a tutti,
a tutti quelli
che leggeranno questo ultimo capitolo di Nakama, dopo mesi e mesi, dall’ultimo
episodio pubblicato.
E’ un capitolo,
scritto tanto tempo fa, poi ripreso, integrato, forse non era neppure davvero
necessario, perché nel rileggere la mia fic, magari ci stava bene anche
chiudere al 99, con qualcosa di sospeso, di irrisolto.
Eppure lo
chiamerei, adesso, atto dovuto, al Vostro affetto, alla presenza, alle visite,
che il calcolatore di EFP, mi visualizza, il Vostro dono, per me, che amo
scrivere da sempre, ma, che, purtroppo, non lo faccio più con l’iniziale
frequenza.
Nel frattempo,
ho scritto qualche one shot, vero, tutte apprezzate, con mia grande gioia, ma
le vicende del clan di L.A., resteranno nel mio cuore, per sempre.
Francamente mi
diverto a pensare, a cosa effettivamente proverò, tra molti anni, sempre
ammesso che … eheheh, ok, chissà cosa rimuginerò, nel ricordo di questa
esperienza, che, mi, auguro, di perpetrare ancora per molto.
In compenso, è
come dovere chiudere una porta, quella del castello dei ricordi alla Lecter,
forse, questo capitolo n. 100.
Forse no …
Ho anche
rivisitato le altre long, riscoprendomi.
Certo potrei
passare il resto dei giorni a correggere, errori e passaggi, che non mi
convincono, ma, sapete, buona la prima!, comunque vada.
Ok, ora provo a
dare un senso a questo epilogo, rivelandovi che avevo pensato di creare uno
spin off, titolato America (già, come l’album di Jared Leto e dei suoi Mars …).
Magari, one day,
lo scriverò.
In ogni caso,
noi ci ritroveremo qui, in qualche modo e la sottoscritta, come Glam Geffen,
che vi piaccia o no, tornerà sempre da Voi <3
VI adoro. Grazie
a tutti.
Un bacio ed un
abbraccio da mery XD
Nakama – capitolo n. 100
Scott lo intercettò per
un soffio.
Ormai Mikkelsen era già
ai cancelli di imbarco per Parigi, ma il destino, aveva scritto ogni riga di
quel giorno senza fine.
I cronisti delle maggiori
testate di Los Angeles, si divisero tra villa Palmer e l’ospedale, dove JD
Morgan venne ricoverato in fin di vita.
Norman Reedus era
segnalato come un eroe, anche se la sua presenza ai depositi, dove il figlio
del senatore venne liberato, non sarebbe mai stata chiarita del tutto.
Dettagli.
Glam Geffen aveva una
risposta per tutti e su tutto, anche se niente risultò ben definito.
L’ex noto profiler,
David Rossi, anche lui coinvolto nell’azione di salvataggio, innescò ulteriore
curiosità, ma l’FBI doveva pure centrarci qualcosa, in quel maledetto imbroglio,
di vendetta e riscatto.
Quello di JD, fu
siglato da Palmer senza indugi: Josh, incolume e pieno di gratitudine, gli
avrebbe persino scritto una lettera, all’indomani di un’operazione di otto ore,
effettuata con pieno successo dal team di Mikkelsen.
Ancora qualche
riflessione, con il suo staff e Geffen pose fine a qualsiasi illazione.
“E’ stata una
concomitanza, di clamorosi eventi, quelli vissuti da me e dal detective Rossi,
in prima persona: il tenente Reedus, mi aveva contattato, per confermarmi l’arresto
di Jeffrey Dean Morgan, fatto evadere dalla sua ex banda, unicamente per
giustiziarlo ed eliminare definitivamente un testimone chiave, che li avrebbe
condannati all’ergastolo, per una vecchia rapina, durante la quale una guardia
perse la vita. Appreso del rapimento di Josh Palmer, il detenuto Morgan rivelò
di conoscere dettagli sull’autore di questo spregevole crimine, ovvero un suo
ex compagno di cella; noi gli abbiamo creduto e JD aveva ragione: come se non
bastasse, ha sacrificato sé stesso, per compiere un’azione esemplare, per la
quale ognuno di noi, gli è profondamente grato: ora sta lottando e vi chiedo di
pregare per lui. Grazie.”
I giornalisti lo
investirono di domande, ma quella conferenza stampa, convocata in un hotel del
centro, fu chiusa senza ulteriori spiegazioni.
Glam ne diede anche
troppe, secondo Meliti; nella sua biblioteca, adesso, Geffen si stava
rilassando.
Finalmente.
“Lo conosci il detto,
Glam? Venderesti il ghiaccio in Alaska” – Antonio si congedò, con quel noto paradosso
popolare.
Geffen rimase da solo
per pochi istanti; Stella, varcò la soglia, con una sgambettante Syria,
impaziente di essere coccolata dal padre, radioso nell’accoglierla sul petto.
“Grazie tesoro, come
stai?”
“Ciao Glam, io bene, ma
tu sei sempre nei guai!” – lo apostrofò simpatica la ragazza.
L’uomo annuì,
salutandola, perché la madre dell’ultimogenita Geffen, doveva andare per negozi
con Pam e Carmela.
“Eh tra qualche tempo
ci andrai anche tu, principessa” – sussurrò Glam all’orecchio della bimba, che
rise, divertita dalle sue attenzioni e dal suo sguardo innamorato.
“Mi sembrava di avere
sentito delle voci”
“Colin …? Ciao”
“Bentornato eroe” –
Farrell rise, avvicinandosi, con una bottiglia di champagne.
“Come mai qui?” –
domandò l’avvocato.
“Con Jay abbiamo
portato i gemelli per la festa di compleanno del figlio di Antonio”
“Cavoli l’avevo
dimenticato …”
Syria si sporse verso l’irlandese
– “Hai fatto conquiste Colin” – Geffen sorrise e gliela passò.
Del resto, la cucciola,
riconosciuta anche da Leto, era abituata alla presenza dell’attore.
Il
più anziano li scrutò – “Bellissimi”
Il
marito di Jared avvampò, senza neppure sapere il perché.
“Sei sempre stato un
genitore in gamba Colin” – proseguì l’altro – “nonostante qualche contrasto,
tra noi, ma non sarebbe stata un’esistenza così divertente, vero?”
Farrell annuì,
fissandolo.
Leto, giunto dal corridoio,
fu incuriosito da quella conversazione, peraltro molto serena.
Decise di rimanere in
disparte, ancora per qualche momento, prima di interrompere i suoi eterni
amanti.
“Grazie Colin”
“Per cosa?”
“Per non avere mai
permesso ai nostri problemi, di condizionare il tuo legame con l’esercito in
miniatura, che ci rende migliori, in ogni situazione” – chiarì Geffen, senza
mai smettere di guardarlo.
Infine gli diede un
bacio ed una carezza, il primo sulle labbra, la seconda sulla guancia destra –
“Grazie” – concluse lieve, dando un buffetto a Syria, ormai assopitasi.
Jared si allontanò.
“Dimmi che non è vero,
Norman”
Il tono di Hemsworth,
fu come un calcio nello stomaco, inacidito dall’ennesimo caffè, che Reedus
aveva appena selezionato alle macchinette dell’ospedale.
“Ciao Chris … Cosa ci
fai tu qui?” – domandò stremato dalle ultime ore, mentre provava a non
guardarlo.
Il biondo si avvicinò,
sibilando, marcio di rabbia – “Me lo dici sì o no, se questa cazzata di te e JD
Morgan è vera oppure no?!”
“Da chi l’hai saputo?”
“Da Geffen”
“Oh sì, ovvio …” –
Norman rise stanco, di tutto, di tutti.
Avrebbe voluto
unicamente prendere il largo, con Morgan e i loro figli.
Una strana famiglia,
dove tanti mondi erano collisi, in una sinergia d’amore, davvero singolare.
E che Hemsworth non
avrebbe mai compreso e tanto meno accettato.
“No, dico, avevi Paul,
certo un tipo non semplice, a te le cose semplici non sono mai piaciute,
accidenti!” – iniziò a sfogarsi l’amico.
“E’ capitato e basta,
ok? E non pretendo che tu lo capisca”- e gli passò oltre o almeno ci provò.
Chris lo afferrò per un
braccio, puntandolo ostile – “E sia Norman: ma sei passato su troppi cuori, questo
è inaccettabile!”
Reedus ricambiò quello
sguardo, senza più abbassare il suo – “JD, ha scontato una pena assurda, per
colpe altrui ed ora sta pagando un prezzo, che non meritava! Il suo cuore non
ha meno valore, di quelli, che io avrei calpestato, lo sai questo?! Doveva
toccare a me, non a lui, di finire così!”
“No, questo no”
“Lasciami in pace
Chris!” – e, divincolandosi, se ne andò.
Un mese dopo …
Sguardo da canaglia,
abito italiano da tremila dollari, primi piani studiati ad arte e, in
sottofondo, per l’intera clip, un vecchio successo dei Mars.
Closer to the edge.
La parlantina sciolta di
Geffen, candidato alla presidenza USA, sembrava danzare e poi fondersi con la
voce di Jared Leto, che invitava, da sempre, il suo vasto pubblico, a
combattere.
E così Glam, seduttivo,
brillante, dilagante, durante quel lungo spot, in onda da giorni, sui media nazionali.
Su di un divano, a
villa Meliti, Robert, Kevin e Jared, fissavano il mega schermo della tv, circondati
da tutti i membri della loro sciroccata famiglia.
Di questa, Geffen,
raccontava, presentandosi nel modo più sfacciato e persino divertente, i suoi
pr potessero escogitare.
La sostanza, dell’arringa
mediatica, fu basata su di una schiettezza, quasi imbarazzante.
Con Glam, la tattica
degli scandali non avrebbe mai funzionato, visto che, per primo, snocciolò un
elenco di vere o presunte scelte di vita, non del tutto etiche, da fare
desistere qualsiasi avversario, pronto a infangarlo, con rivelazioni ormai inefficaci.
Robert scrutò gli
altri, sbottando in un esilarante – “Ma ci pensate ragazze?!! Se gli americani
lo eleggessero, noi saremmo potute diventare la first lady!!”
Kevin, Jared e Pamela
si guardarono straniti.
Infine, una risata
generale, chiuse la loro speciale riunione.
Farrell se ne era
rimasto un po’ in disparte, ma quando Leto si avvicinò, l’irlandese ebbe un
sussulto.
“Ehi Jay, che facciamo?
Andiamo a casa?” – chiese un po’ nervoso, riponendo lo smart phone nei jeans
sfilacciati in diversi punti.
“E tu saresti diventato
uno dei suoi amanti, giusto Cole?”
Erano rimasti da soli.
Colin aggrottò la
fronte spaziosa, sorridendo incuriosito – “Ma cosa ti inventi, Jay?”
“Pensavo di esserci
passato sopra, ma quel bacio è come un tarlo, che mi rode il cervello da
settimane, ecco cosa mi invento!” – spiegò stizzito.
Farrell rise – “Ora è
chiaro, ma è stato Glam a baciarmi e poi non c’era passione, semmai
gratitudine, per uno strano discorso che”
“L’ho sentito il suo
discorsetto del cazzo, ma, soprattutto, non ho sentito una tua minima
protesta!” – e gli diede le spalle, imboccando il corridoio.
“Ma non dire stronzate
Jared, mi stai accusando ingiustamente!” – lo tallonò, accorgendosi dell’arrivo
di Geffen, nel salone di ingresso.
“Oh bene arrivato
senatore!” – lo accolse Leto, ma senza fermarsi.
Colin, al contrario, si
bloccò – “Glielo spieghi tu, che è stata una cavolata, una TUA cavolata? Jared
aspetta!”
Glam rise, accogliendo
Lula, un secondo dopo, nel suo immenso abbraccio.
“Ehi papà, forse hai
appena perso due sostenitori!”
“No, non credo, sai?
Penso invece di averne guadagnati altri quattro: Norman, JD e i loro eredi”
“Wow, allora il signor
Morgan sta meglio”
“Signor Morgan, Lula?”
“Certo, da oggi in poi
righerà dritto come un fuso!” – decretò il preferito di Geffen, nessuno poteva
negarlo, tanto meno quest’ultimo.
“Gli conviene, ma non
in questa città; sono tutti in partenza, destinazione ignota”
“Peccato papi, erano
simpatici …”
Jeff, come lo chiamava
amorevole Reedus, aveva appena finito di caricare il pickup, a sei posti, nuovo
di zecca, acquistato dalla coppia grazie al lauto premio, ricevuto dal senatore
Palmer.
Philip e Lukas si erano
già sistemati a bordo, così un randagio, appena adottato dal clan di Morgan.
“Non stancarti troppo”
– gli sussurrò, il nuovamente ex poliziotto; le dimissioni, irrevocabili questo
giro, Norman le aveva depositate la sera prima al distretto, dove i colleghi
avevano organizzato un party a sorpresa, per festeggiare, inutilmente, la
fresca promozione a capo divisione, squadra persone scomparse.
Reedus aveva
ringraziato e salutato tutti.
Tutti tranne uno, che,
adesso, se ne stava sul marciapiede opposto, l’aria da cane bastonato, tale e
quale a come si sentiva, prima del salvataggio, Frida, la cagnolona ormai
felice, sulle gambe di Phil, che scrutava Hemsworth con una certa curiosità.
Norman gli si avvicinò,
spinto anche dal partner, schivo nei riguardi di Chris, ma immune da qualsiasi
gelosia, a quel punto.
Un punto, sul quale, il
tenente a congedo definitivo, sembrò irremovibile.
“Allora te ne vai
davvero?” – quasi un sussurro, dalle labbra invitanti del vichingo della
sezione narcotici.
Le mani in tasca, il
fisico statuario, intrappolato da un maglione a collo alto, per difendersi dal
freddo di quel mattino.
Reedus notò ogni
dettaglio: era bellissimo, adorabile, così imbronciato e privo di difese.
“Sì, con la mia nuova
famiglia, come vedi, anche se tu”
“Non dire cazzate
Norman! Non dire niente” – e lo strinse forte – “… Io per te ci sarò sempre e
correrò, ovunque andrai, anche se dovessi arrivare in Alaska scalzo” – gli respirò
nel collo, sul punto di piangere.
Il più anziano si sentì
mancare, però non si staccò, senza prima dirgli, con un filo di voce – “Ti amo
Chris, ti ho sempre amato” – e disciolse l’intreccio, senza fretta – “non
dimenticarlo mai. Saluta Tommy, arrivederci”
Hemsworth lo lasciò
andare.
Il cuore in gola.
The End
… per ora 😉