One shot - Positive vibes
Utah - Provo, near Xmas 2021
Pov Brandon Flowers
"Questa stella dove la mettiamo?"
Lo chiedo a Ronnie, perché ormai l'albero è saturo di addobbi.
Il puntale è un orso, che abbraccia una scimmietta, con due nostre foto incollate; potete immaginare, cosa su chi.
Sorrido, a gambe incrociate sopra il tappeto, avvolto dall'abbraccio di Ronnie, seduto alle mie spalle.
Ci posa un bacio sopra, ad entrambe, poi sul collo.
Mi stringe un po' di più - "Scriviamoci un nome, vuoi?" - mi chiede, con quel tono vellutato e sensuale, capace di mandarmi in orbita i sensi, ancora oggi, dopo vent'anni insieme.
"Ok ... Ti ascolto" - approvo, sereno.
Abbiamo ricominciato a parlare di nostra figlia, dopo un lungo periodo: non che ci avessimo rinunciato, all'idea, ma la pandemia era riuscita a turbare molti dei nostri progetti.
Le rispettive situazioni familiari, restano comunque molto diverse.
Ronnie e Olivia hanno un bel rapporto, collaudato, persino divertente, grazie ai loro caratteri sempre positivi.
Con Tana non ci sono stati miglioramenti, piuttosto una stasi, mantenuta tale dall'assunzione di farmaci e terapia a distanza, come le lezioni scolastiche, seguite dai nostri tre figli.
Crescono ...
Il maggiore, però, una volta mi ha rimproverato perché gli sembrava che io dessi più importanza a "zio Ronnie", che a loro.
Mi ha impressionato, perché doveva essere una semplice registrazione, a casa di Ron, di una diretta Instagram, a Park City, seguita poi da un'esibizione, per beneficenza, nel mio studio, in casa a Nephi.
Più che altro, Ammon, ormai quattordicenne, sottolineava quanto entusiasmo precedeva i miei incontri con Ronnie, entusiasmo carente, nel mio quotidiano, insieme a loro, per qualsivoglia attività.
Un rimprovero, di cui ho parlato onestamente a Ronnie, così da evitare di vederci per un po', ma non troppo, perché se no avrei dato fuori di brutto, temendo peraltro, un'ulteriore lamentela del mio primogenito, nel caso se ne fosse accorto.
Odio mentire ai ragazzi, Dio sa quanto ...
"Che ne pensi di Virginia?" - propone lui.
"Virginia Flowers Vannucci?" - inarco un sopracciglio.
"VFV non male" - ora ride.
"E se fosse Vanessa?"
"Ci piacciono i nomi con la V, a quanto pare" - e si alza.
"Dove vai amore?" - detesto il gelo alla schiena, quando si allontana.
Lo vorrei sempre accanto a me, appiccicato ai vestiti, incollato alla mia bocca, rimescolato al mio sangue.
Gli corro appresso, lo bacio con foga - "Facciamola adesso" - ansimo ispirato.
Sempre più spesso, mi assale una strana agitazione, un vuoto dentro, finché Ronnie non riesce a colmarlo, fisicamente o soltanto a parole, non fa differenza: io ne ho un disperato bisogno.
Per non crollare, per non fuggire, da una vita, che mi sta troppo stretta, ormai.
Mi prende sul divano, senza neppure spogliarci del tutto.
Viscerale, sanguigno, come solo lui sa essere.
Ronnie è un uomo bellissimo.
Glielo dico tra le labbra, mentre spinge e affonda, riemerge e ritorna da me.
Ogni volta.
Mi è troppo dentro, viene copioso, ma un tremore strano, risale dai miei piedi all'addome.
"Ron ... Ronnie mi gira la testa"
"Cavoli" - esce da me, è preoccupato e sudato.
Fa davvero caldo, la stanza è di modeste dimensioni, a differenza del camino, acceso dall'alba e in grado di scaldare quasi interamente il nostro rifugio segreto a Provo.
"Riesci a stare un po' su? Bevi questa Bran" - mi esorta, porgendomi una tonica fresca.
Spalanca poi le finestre, c'è un bel sole.
"Va meglio, è passata, forse un calo di pressione"
"Andiamo dal medico in città, avanti"
"No Ronnie, ma dai, sto bene, davvero" - lo rassicuro, anche con un sorriso, un po' tirato.
"Eppure stamattina hai fatto colazione"
"Sì, ma ieri sera ho saltato la cena"
"Avevi detto di no, cazzo!"
"Non arrabbiarti ... Ero in ritardo e poi per mangiare un panino ... Scusami Ron" - e lo reclamo, allungandogli le braccia.
Mi raggiunge, per poi cullarmi - "Sei dimagrito ancora, me ne sono accorto, che credi?" - polemizza a mezza voce, commosso e apprensivo.
"Ti amo Ronnie"
"Io no!" - ma ride, più tranquillo.
"Pensa se fossi in dolce attesa, cadrei a ogni passo!" - provo a scherzare, di solito funziona.
Alleggerisco l'attimo, la vita è già così pesante.
Mi bacia, con estrema dolcezza, a occhi aperti.
Inizio a spogliarlo.
"Brandon no ..." - protesta, debole.
"Invece sì" - lo sistemo sotto di me e ricomincio a essere suo.
Voglio sia il mio domani, finalmente.
Il pranzo è stato abbondante e Ronnie mi ha imposto di finire ogni portata, anche se scarsa.
"Poco, ma di tutto, ok?"
Come un genitore apprensivo, non mi ha lasciato solo un istante.
Tranne quando suonano alla porta.
"Ma chi diavolo può essere?" - brontola alzandosi da tavola.
In effetti qui non viene mai nessuno, neanche il portalettere.
"Forse un vicino ..." - azzardo, ma siamo piuttosto isolati - "Magari qualcuno con l'auto in panne" - continuo a fare ipotesi, a disagio.
Quando Ron torna in soggiorno, mi prende un colpo.
Pov Ronnie Vannucci jr
Ho uno strano presentimento.
La blindata, in quercia massiccia, non ha spioncino, ma la telecamera di sorveglianza, mi rivela chi sta dall'altra parte.
Stento a crederci.
"Lisa ...?!"
Apro.
"Ciao Ronnie" - mi saluta, ciondolando come una scolaretta, tra le mani lo smartphone ed una busta del servizio elettrico.
"Buongiorno ..." - sono scioccato.
"Non so come, ma quando hai fatto il contratto di questa casa, devono essersi registrati il nostro vecchio indirizzo nel loro cervellone" - e si guarda intorno, ancora sulla soglia - "... Forse gli hai dato la patente del Nevada?" - sorride.
Guardo oltre a lei e noto Ryan, il suo nuovo partner, avanzare circospetto lungo il vialetto di entrata - "Ciao Ronnie, abbi pazienza, io avrei evitato"
Lei si volta, a suo favore - "Non avevamo detto che non ti saresti intromesso tesoro?" - lo zittisce.
Lisa è virago e non torna mai sui suoi passi.
Anche quando mi ha mandato a quel paese, irremovibile, dopo tredici anni di matrimonio.
In fondo non che ne abbia sofferto, a essere onesti.
Una volta tanto ...
"Ciao Ryan, benvenuto" - voglio essere solidale e poi lui mi è rimasto simpatico da subito - "... accomodatevi"
Mi seguono e lei non molla l'osso, si sta divertendo, temo.
"E Brandon c'è?"
"Ovvio che sì" - e mi giro, secco nella mia replica.
Lisa sa, che, talvolta, ci vuole poco a farmi incazzare sul serio.
Ryan ringhia - "Lisa, miseria, andiamo via"
Il percorso è breve e, a Brandon, per poco non va di traverso la frutta.
"Amore abbiamo visite" - ormai sono al limite, tanto vale non fare finta di nulla, anche a rischio di alterare Brandon, ma non sarà così, non questo giro.
O dentro o fuori, costi quel che costi.
"Salve ..." - Brandon è stranito, ma poi prende due bicchieri dalla credenza - "Volete un po' di mescal?" - domanda.
"Solo un po' di minerale, grazie" - chiede Ryan, atterrando su di una poltrona.
Lisa scruta l'abete decorato e nota il puntale.
"Oh mamma" - mormora - "Questa è la vostra tana, ragazzi?"
"E' il posto dove siamo felici, se proprio lo vuoi sapere Lisa" - replica Brandon, sistemando i calici sul tavolino, davanti a Ryan, rosso come un tizzone.
"Vedo, vedo ... Comunque non volevo essere invadente, ma avere soltanto qualche spiegazione" - e mi fissa.
"Cosa importa, adesso?" - chiedo, azzerando la distanza con Brandon, sistemandomelo sotto l'ala sinistra, come fosse un pulcino infreddolito.
Lisa si morde le guance, tipico di quando è nervosa.
"A me importa sapere da quanto va avanti questa storia"
Deglutisco e mi emoziona la carezza, che Brandon mi regala lungo tutta la schiena.
"Da sempre, dal 2002" - rivelo trasparente.
Lisa beve l'acqua di Ryan - "Ok, buono a sapersi. Mi hai portata all'altare nel 2003 e la sera prima ti sei portato a letto lui?"
"Certo" - scendo in guerra, se è questo che vuole.
Mi farà forse causa?
"La bisessualità è ammessa come risarcimento danni, Ryan?"
Lui è avvocato, ma lei sta scherzando, almeno su questo non ho dubbi.
"Io sono gay" - preciso e mi sento più leggero.
Cazzo che bella sensazione.
Lisa plana sulla seconda Chester, tinta cioccolato.
"Anche tu, Brandon?"
"Assolutamente sì"
Ci guardiamo, Bran mi bacia - "Ma ho avuto solo Ronnie nel mio letto e non voglio nessun altro, te lo garantisco, Lisa."
Ryan scatta in piedi - "Togliamo il disturbo, ora, ok? Brandon chiedo scusa anche a te, con Ronnie l'ho già fatto."
"Ti ringrazio Ryan, ma non devi scusarti ... Prima o poi la verità sarebbe venuta a galla: tu piuttosto, vuoi dirlo a Tana e Olivia?" - chiede, per nulla cordiale, adesso, alla mia ex.
Lisa avvampa - "Ma scherzi? Non sono così stronza" - e riguarda me.
"Lisa ascolta, ci sentiamo prima delle feste e parliamo un po', vuoi?"
"E di cosa Ronnie? Buon Natale."
Se ne vanno.
"Stasera la chiamo, quando si sarà calmata, se non ti dispiace Brandon" - dico sommesso, sparecchiando lento.
"Aspetta ti aiuto amore"
Brandon mi sorride, meraviglioso, nelle sue fattezze perfette, con i suoi opali, infiammati di gioia, dopo tanto stupore.
"Sai una cosa Ronnie? Avrei preferito fossero Tana e Olivia, all'ingresso, prima"
"Oh per carità ... Un casino alla volta, per favore" - rido, più rilassato.
Ormai è tardi pomeriggio, quando decido di collegarmi via Skype con Lisa.
Insieme a Ryan, alloggiano a Salt Lake City, per un congresso internazionale di legali.
Me lo spiega, appena siamo online.
"E Brandon?"
"Sta riposando, non è molto in forma, da stamattina"
"È arrabbiato con me?"
"Assolutamente no Lisa e tanto meno io ... Ti devo delle scuse, questo si "
"Credevo ti fidassi di me ... Tredici anni di bugie, certo potevi farmi corna a raffica, con il tuo mestiere, ma scommetto che eri fedele a entrambi, giusto? Altrimenti Brandon ti ammazzava" - e ride, più spensierata.
"Ti ho voluto bene e non ho mai smesso Lisa ... Ti ho rispettata, anche se adesso penserai l'esatto contrario, purtroppo"
"No Ronnie quello che mi chiedo è se sono ancora innamorata di te, viste le ultime novità, anche con Ryan"
"Che novità?"
"Ecco ... Sono un po' incinta" - e arrossisce.
"Cavoli ... Ne sono felice, credimi!" - sorrido.
"Tu sai bene come la penso sulla maternità"
"Sì vede che hai cambiato idea"
"Vivevo bene anche senza, del resto per noi non è mai stato un problema non avere figli, eravamo d'accordo e vedo che anche con Olivia, tu sei rimasto fermo nelle tue scelte, ma ora temo che, anche questa cosa, fosse legata a Brandon"
"Con lui vorrei avere una bimba, infatti" - le rivelo, senza problemi.
Lisa assume un'espressione tenera - "Posso e voglio capirti, Ronnie. Invece Brandon ha agito molto diversamente con Tana: ne hai sofferto?"
"Parecchio ... È stata dura e, con la situazione di Tana, quando eravamo pronti per costruire qualcosa di più concreto e senza più nasconderci, lei si è ammalata, se così si può dire ... "
"Ne morirebbe, se perdesse Brandon: è un vicolo cieco, Ronnie, vero?"
Annuisco, triste.
Mi fa bene parlare con lei.
"E così vi siete rifugiati a Provo ..."
"Ci siamo soltanto nascosti, Lisa, come se fossimo sbagliati, inutile raccontarsi balle"
"Mi dispiace Ronnie. Davvero,"
"Ti ringrazio e spero di potere sempre contare su di te ... E su Ryan, è un'ottima persona e tu lo ami; con me sei solo incavolata, altro che innamorata"
"Ti voglio bene Ronnie"
"Ronnie ... Ron"
La voce, alle mie spalle, è debole.
Sofferente.
"Brandon! Mio Dio, che hai?!"
Gli arrivo vicino in un attimo, sorreggendolo appena in tempo prima di vederlo perdere i sensi, pallido e febbricitante.
"Accidenti scotta! Lisa chiama un'ambulanza, presto!"
Ci ritroviamo tutti nella clinica privata, dove Brandon è stato operato per la spalla pochi mesi fa.
Lisa si era memorizzata il numero e, considerate le restrizioni Covid, non applicate rigidamente, in questa struttura, i paramedici mi fanno salire addirittura in ambulanza con lui, protetti unicamente dalle nostre mascherine e tre dosi di vaccino.
Abbiamo temuto davvero di ammalarci, in questi ultimi due anni assurdi.
Tana arriva con la cognata Avril, in visita al fratello e ai nipoti.
I ragazzi sono rimasti a Nephi con zio e cugini.
Avril mi abbraccia calorosamente: l'intera e vasta famiglia di Brandon, mi vuole davvero bene, ma chissà in quale modo accetterebbe la nostra verità.
La moglie di Brandon è angosciata e confusa.
"Ronnie, ma cosa è successo? Un medico mi ha spiegato che eravate a Provo?"
Quindi guarda, interrogativa, Lisa e Ryan, che si fa avanti - "Io sono qui per un simposio, ma ci siamo ritrovati a Provo, con Ronnie e Brandon, perché ho una casa fuori città, era dei miei genitori e volevo venderla: loro cercavano uno studio di registrazione e il posto sarebbe perfetto: giusto Ron?"
Scruto Lisa, poi lui, velocemente - "Sì, del resto stavamo rientrando, con Brandon, abbiamo mangiato qualcosa a Provo ..."
"Forse Bran si è intossicato" - interviene la mia ex.
Tana si stringe nelle spalle, io la stringo tra le mie - "Tesoro vedrai che andrà tutto bene" - provo a consolarla.
Basta un nulla, per mandarla in crisi, nonostante gli ansiolitici, che assume da anni, figurarsi lo stato di salute di Brandon.
Proviamo le stesse emozioni, in fondo.
Arriva un dottore, finalmente.
"E' lei Vannucci?" - me lo chiede freddamente, sfogliando una sorta di questionario.
"Sì"
"Il paziente chiede di lei"
"E' arrivata la moglie, lo dica a Brandon" - rispondo, con altrettanta scortesia, nel tono.
"Lo sa, ma vuole prima parlare con lei" - e mi guarda, un po' accigliato.
"Posso sapere cosa è successo a mio marito?" - Tana sbotta e ha ragione.
"Un'infezione renale, dobbiamo approfondire con ulteriori analisi, ma nulla che non si possa risolvere con riposo e una massiccia dose di antibiotici. Vannucci venga, l'accompagno, poi faremo entrare anche la signora. Potete aspettare in sala d'aspetto voi? Qui non siamo in un bar, grazie" - conclude, sgridando i presenti.
Mi allontano insieme a lui, che continua a non degnarmi di uno sguardo, facendo finta di compilare quei fogli, pieni di caselle e puntini di sospensione, come mi sento io, nel riunirmi a Brandon.
"Senta Vannucci"
Mi blocco, fronteggiandolo - "IO mi chiamo Ronnie e se lei ha dei problemi con me, lo dica subito, dottore!"
"Non alzi la voce, siamo in un ospedale e, per la cronaca, io non ce l'ho con nessuno, chiaro?"
"Come sta Brandon? La verità, ok?"
Lui aggrotta la fronte - "In qualità di suo fidanzato, come mi ha spiegato il signor Flowers, lei avrebbe anche diritto di saperlo, se non ci fosse una moglie di mezzo"
"Sapere cosa?" - il cuore mi sale in gola.
"Stia tranquillo, non è nulla di grave: gli accertamenti serviranno solo a confermare la mia diagnosi e non ne sbaglio una dal 1990" - replica, più affabile.
"Ok, ok dottore, grazie ... Se capitasse qualcosa a Brandon, io impazzirei dal dolore"
"Posso comprendere il suo stato d'animo, Ronnie ... Comunque, niente rapporti sessuali per un mesetto, d'accordo?"
"Eh? ... Ah sì, certo, naturalmente"
"Entri pure: Brandon la sta aspettando" - mi sorride e sparisce.
I suoi occhi diventano così grandi, quando non si sente bene: Brandon è affascinante, anche pallido, da rasare, spettinato e con le labbra secche, dove poso subito un bacio, facendo scontrare i nostri sorrisi, nel ritrovarci.
E' attaccato a due flebo, ai sensori, insomma un groviglio, che mi impedisce di stringerlo a me, come vorrei.
"Amore ..."
"Bran non affaticarti, hai solo un problema ai reni, un'infezione ecco"
"Sì, il dottor Fay me l'ha detto"
"Ah, si chiama così, quel simpaticone?"
"Così mi pare di avere capito" - ride, cercando le mie mani.
Delle sue, tra le mie, adesso, bacio i dorsi e poi i palmi freschi.
"Cos'hai detto a Tana?"
"Guarda, Ryan si è messo di mezzo, raccontandole una stronzata gigantesca" - e gli spiego la versione del compagno di Lisa, senza nascondergli le ultime notizie.
"Incinta Lisa? Cavoli ... Che effetto ti ha fatto, Ron?"
"Sono contento per loro e poi abbiamo parlato un po', prima del tuo malore: lei è dalla nostra parte, così Ryan, prodigo di storielle"
"E' stato gentile ..."
"Non so Brandon, io sono stanco di mentire, ma, vedendo Tana, in preda al panico per te, non so davvero" - prendo fiato, interrompendomi - "... Comunque non è il caso di parlarne adesso, ok Brandon?"
"Come vuoi ... Ma io non rimanderò di molto, ok?"
"Ok ... Te la cerco e te la porto. A dopo."
Ryan sta lottando con le macchinette.
"Potrò avere un caffè decente, secondo te?" - esordisce, accorgendosi della mia presenza.
"Forse ... Senti Ryan, per prima"
"Oh ti prego, Lisa mi ha già fatto la ramanzina, come se le vostre scelte ci riguardassero, ma non è così: vorrei che anche tu, riuscissi a convincerla. Che ne pensi, Vannucci?" - e si accomoda su di una panca in plexiglas, all'apparenza molto comoda.
Lo affianco.
"Vannucci pensa che anche tu potevi evitare di raccontare certe fandonie"
"Oh scusami per averti parato il culo, bella riconoscenza, cazzo!"
Ryan è un fighetto, ma solo a tratti: è abituato a mentire, vista la professione, penso, ma la strategia odierna, può solo causarmi grane.
Vedo Olivia con Tana, arrivare dal fondo del corridoio.
"Ecco mia moglie" - dico sommesso, accartocciando il bicchiere e buttandolo nel cestino lì accanto - "Grazie per il drink, Ryan" - e mi rialzo.
"Figurati ... Vedi di non smentirmi con Olivia, non farmi fare figuracce, ok?"
Sinceramente non voglio dargli retta, ma mi adeguo.
Olivia mi aggiorna anche sul fatto che Lisa ha detto loro della gravidanza.
Con Tana, sembrano felici del lieto evento e si congratulano con Ryan.
Dopo cinque minuti, rimango solo con Olivia.
"Ti ha avvisato Tana?" - domando incolore.
"No, è stata Lisa ... Cos'è questa storia di Provo?" - chiede timida - "Non ti basta la base, che hai allestito a casa nostra?"
"Era un'idea, per sgomberare spazio da noi e per trovare un posto a metà strada"
"Come se tu e Brandon aveste problemi a farvi un'ora e mezza di auto" - e guarda avanti, perplessa, ma non polemica.
"Ryan ci ha fatto un'ottima offerta e poi Brandon pensa anche ai suoi ragazzi: inizia a sistemarli non troppo distante dal nido di Nephi, nel caso si sposassero"
Che cazzo sto dicendo?
Olivia ride - "Giusto, non ci avevo pensato, quindi la comprerebbe lui, questa casa?"
"Forse ... Non lo so piccola, perché non torniamo alla nostra, di casa, ora?"
"E lasci qui da solo Bran?"
"C'è Tana, persino Avril, lui non ha bisogno di me"
"Lui ha un disperato bisogno di te, invece" - si alza, fissandomi.
Per un istante, la trovo indecifrabile.
"Come scusa?"
"Ma non lo vedi, com'è stressato negli ultimi tempi? Corre da noi appena possibile e cosa dovrebbe fare? Tana è una mina vagante, ma tu come ti sentiresti, se io minacciassi di suicidarmi, se salto la terapia o se ho un incubo? Penso che Brandon stia scaricando la tensione, accumulata durante il lock down, sul proprio fisico e questi sono i risultati. Ammettilo Ronnie, lui è felice solo quando ci sei tu, mica sono cieca, sei la sua salvezza, così il lavoro, Brandon torna a respirare, quando sbarca a Park City"
Temo di essermi scordato, io, di respirare, durante la sua analisi, un po' spietata.
"Ronnie io non vorrei che Brandon ti esaurisse, vomitandoti addosso i suoi problemi: tu hai una pazienza esemplare, sei l'amico, che tutti vorrebbero, ma, per prima cosa, sei l'uomo che amo e non voglio che questa vostra amicizia diventi tossica, ecco"
Il sopraggiungere di Lisa e Ryan interrompono il nostro dialogo.
"Tana e Avril sono andate a comprare qualcosa per Bran: ci aspettano al ristorante messicano qui sotto, è l'unico aperto, tanto ora ci sono le visite e poi il nostro eroe deve fare un'altra ecografia"
"Preparati a farne un sacco anche tu, Lisa" - dice serena Olivia e poi mi punta - "Io sono allergica a tutto quel cibo piccante, ti lascio le chiavi dell'auto Ron: potresti portarmi a casa, tu, Ryan?"
"Certo ..."
Lisa mi guarda e acconsente - "Io mangio un'insalata e poi ti aspetto in albergo Ryan, ok?"
"Va bene ... A dopo" - le dà un bacio tra i capelli e se ne va con la mia consorte, che mi saluta con un bacio sfuggente e a stampo.
Lisa si ossigena - "Problemi con Olivia?"
"No ... Vieni ti offro un aperitivo e ti racconto ..."
Lisa sorseggia il suo cocktail analcolico, io finisco il mio Martini e ne ordino un altro.
"Non bere troppo Ronnie" - mi rimprovera, ma affettuosa.
"A che mese sei?"
"Ho appena iniziato il quarto"
"Non si vede granché"
"Tra cappotti, sciarpe, l'inverno aiuta" - ride.
"Sarà un bel Natale, per te e Ryan, godetevelo" - e spio il cellulare, sperando che Brandon mi scriva qualcosa.
"Qualche novità?"
"Non ancora ..." - mando giù il secondo Martini - "Lo stronzo in camice bianco, ci ha detto di non scopare per un mese"
Lisa per poco mi sputa in faccia il suo mix di pesca, carota e mango.
Ridiamo di gusto.
"Meno male, un po' di relax" - sospiro, sentendo il cicalino di una notifica - "Ecco Bran"
Leggo.
Lisa mi analizza - "Ti sei illuminato in un modo, Ron ... Ho un po' di gelosia retroattiva"
Ricambio lo sguardo, di nuovo complice - "Lo amo da morire. A volte questo sentimento mi ha spaventato, sai?"
"Troppo simbiotico?"
"Infatti ... Quando eravamo più giovani, eravamo così gelosi, asfissianti a volte e nello stesso modo, possessivo e noioso: ora che mi guardo indietro, riesco a essere abbastanza lucido"
"Che dice Brandon?"
"Una cavolata" - rido.
"Tipo?"
"Ecco ..." - esito - "... Ha scritto: mi sono sentito come Lisa, se anche noi aspettassimo la nostra bimba"
"Per l'ecografia?"
"Sì appunto"
"Se non conoscessi la storia, penserei che Brandon possa essere nel pieno delirio"
"Siamo ridicoli, vero?" - domando, un po' mortificato.
"No, anzi ... Siete così belli, lo siete sempre stati, Ronnie. Prenderei a pedate, chiunque vi dileggiasse" - replica con fermezza.
"So che lo faresti, ragazza"
"Bravo: non dimenticarlo mai."
A tavola, dal messicano, sono circondato da un gineceo e da discorsi su pannolini, gestazione, piedi gonfi e nausee.
Quando si arriva alle possibili emorroidi post parto, fuggo in bagno.
Mi accovaccio in un angolo e chiamo Brandon.
Lo informo dei discorsi delle mie commensali e lui ne è parecchio divertito.
"Tra due giorni mi dimettono, Ronnie ..."
"Perfetto ... Ti porto a casa io" - lo rassicuro.
"Il dottor Fay ha lasciato un permesso alla caposala, per te, se vuoi dormire qui accanto al tuo relitto preferito"
"E Tana?"
"Le ho scritto di prendere una suite nell'hotel di Lisa, con Avril, così nessuno si mette per strada, a parte Olivia e Ryan: a proposito, è già tornato?"
"L'ho visto entrare al ristorante un attimo prima che io mi dileguassi"
"L'hai lasciato in pasto alle fanciulle?" - ride.
"Ti amo Brandon"
Silenzio.
"Non puoi parlare, Bran?"
"No, anzi ... Sono qui e ti amo anch'io, più di prima, sai Ronnie?"
"Dillo ancora"
"Che ti amo?"
"Il mio nome ... Dillo ancora e all'infinito"
"Lo farò, Ronnie"
"Sento che risolveremo ogni cosa"
"Le tue sensazioni positive aiuteranno anche me, quando parlerò con Tana"
"Quando sarà il momento, io ti seguirò, Brandon"
"Lo so, l'ho sempre saputo ... Ora offri la cena a tutti e torna da me, vuoi?"
"Volo!" - sorrido, rinvigorito e ottimista.
Voglio esserlo.
Devo esserlo.
Per lui, per me, per nostra figlia.
Per la nostra famiglia di domani, che, presto o tardi, diverrà un oggi.
Meraviglioso.
The end