giovedì 24 febbraio 2011

GOLD - Capitolo n. 83

Capitolo n. 83 – gold



Kevin entró trafelato nella suite di Chris, vedendo Glam inginocchiato sul letto, impegnato a rianimare il cantante dei Red Close.
“Daddy cosa è successo?!”
“Tesoro prendi dell’acqua fredda ed un accappatoio, riempi la vasca, penso che abbia fumato e bevuto… e non solo... cazzo!” – esclamó quasi spaventato dalla situazione.
Chris riprese i sensi a fatica, in un leggero stato confusionale.
“Do… dove sono… Kevin…?”
“Sono qui… c’è anche Glam, ora non agitarti Chris… cosa ti hanno fatto?”
“Come…?”
“Chris ora stai calmo, vuoi che chiamiamo un medico?”
“No… no, posso… posso lavarmi?”
“Sicuro, ce la fai ad alzarti?”
“No… no Glam… mi puoi aiutarmi?”
“Certo, siamo qui apposta.” – abbozzó un sorriso, guardando smarrito Kevin, che sollevó l’amico, per poi immergerlo nell’acqua calda e profumata.
“Stai seduto, ti tengo io…”
“Grazie Kevin… c’è del caffè?”
“Provvedo io…” – “Ti aspettiamo qui daddy…”

Geffen diede cento euro alla cameriera, chiedendole la cortesia di cambiare le lenzuola e fare portare una ricca colazione.
La signora fu veloce e fidata.
Quando Kevin e Chris uscirono dal bagno, tutto era stato sistemato.
Mangiarono tutti in silenzio, guardando i segni sul collo e sul petto, lasciati da quei due che Kevin definí maiali, una volta che Chris raccontó loro tutta la veritá.
“Non hanno abusato di me…li ho fatti salire io…”
“Ti hanno lasciato diecimila dollari, che ho nascosto nel comodino…” – intervenne pacato Glam.
“Io non mi prostituisco… io non so perché lo abbiano fatto…” – protestó debolmente, asciugandosi due lacrime, che rigarono il suo viso bellissimo.
“Non ho detto questo Chris… In ogni caso si sono approfittati di te, eri ubriaco, puoi denunciarli.”
“Ogni tanto dimentico che sei un brillante avvocato…” – sorrise mesto, mentre Kevin prendeva un altro biscotto al cioccolato.
Anche lui subiva il dopo sbornia, ma la sua notte fu carica di amore e sesso pulito, con il suo uomo, con cui doveva ancora chiarirsi.

Jared scorreva i nomi sul libro che Pamela aveva nella sua libreria personale.
Syria era appoggiata a lui, la testa china, serena ed attenta alle parole del padre della loro bambina.
“Hai qualche idea?”
“No Jared… sceglilo tu, sei il padre e poi è una femmina, mi pare sia una giusta simmetria…” – rise, mentre lui le accarezzó il pancino, sorridendo.
“Guarda a me piaceva … Isotta… cosa ne pensi Syria?”
“Carino… sí… mi piace, sa di qualcosa di piccolo, tenero, da proteggere…”
“Mi è sempre piaciuto il titolo, Tristano e Isotta, anche se è una storia triste… ma d’amore…”
“Hai ragione Jared, ma se fosse stato un maschietto?”
“Avresti scelto tu il nome a questo punto…”
“Mmm sarei stata molto indecisa… Magari… Colin… ti avrebbe fatto piacere?”
Jared era compiaciuto per la sensibilitá della ragazza – “Sí molto… ed anche a lui, ne sarebbe stato orgoglioso… Ti vorrá bene, ti rispetterá, Colin è un uomo dal cuore grande…”
“Come Glam?”
“Glam è un uomo dalla generositá sconfinata… Sono persone speciali ed io spesso li ho delusi…”
“Un giorno ritroverete la pace, l’armonia… magari succederá cullando la piccola Isotta.”
“Magari… sí tesoro, grazie, per tutto Syria.” – e le diede un bacio tra i capelli.

“Stasera abbiamo un altro concerto Kevin… cazzo sono a pezzi…”
“Hai tutto il pomeriggio per dormire, qui ci sono delle vitamine e se non te la senti basta dirlo.”
“Non voglio mancare… ho solo il lavoro ormai.”
“Hai avuto cattive notizie da Los Angeles?”
“Pessime direi… o forse no, era l’unica soluzione per Josh… mi riferisco alla riconciliazione tra i due genitori…”
“Hanno fatto pace?”
“Direi proprio di sí Kevin… ora vado a riposarmi… tu stai un po’ con Glam, è davvero una persona straordinaria…”
“Sí, lui dá sempre il massimo… Ho, peró, un peso sullo stomaco, devo assolutamente liberarmene… a piú tardi, se ti serve qualcosa chiamami subito.”
“Ok Kevin, ti ringrazio.”

Geffen era rimasto su di una panchina, nel parco antistante l’albergo.
Il sole era pallido, era una stagione fredda, c’era qualcosa di triste nell’aria, come gli occhi di Kevin, che stava arrivando, le mani in tasca, il passo veloce.
“Ciao tesoro, come sta Chris?”
“Si sta riprendendo… facciamo un giro Glam? Devo dirti delle cose…”
Geffen annuí, sentendo un nodo in gola.
Si fermarono davanti alla staccionata che delineava il periplo di un laghetto, dove tre cigni si muovevano con eleganza, muti e solitari spettatori del loro dialogo.
“Ti ascolto amore…”
Kevin sorrise, sgranando lo sguardo su Glam – “Amore… come lo dici, come se ci credessi davvero daddy… é… è commovente…” – mormoró con gelido distacco, per poi cedere alle emozioni, arrossendo.
“C’è stato un attimo, il primo di tutti gli altri Glam, in cui io ho concentrato le mie aspettative, i miei sogni, penso lo facciano le persone innamorate ed io ho spiccato il mio volo, verso di te, che sei l’unica persona su questo pianeta che io abbia mai davvero amato…” – respiró forte, prendendogli poi le mani, fissandolo – “Ora non è cambiato niente, nulla e nessuno potrebbe scalfire ció che provo daddy… ma io ho bisogno di serenitá, di potere svolgere il mio lavoro, anche se a vedermi ieri sera, facevo abbastanza schifo, ma non accadrá piú, te lo giuro.”
“Hai tutto il diritto di stare bene Kevin, di fare il musicista, di …”
“Di essere felice Glam? Di averti? È solo un grande egoismo, anzi, una pura utopia, soprattutto quando si ama e si desidera un uomo che ha il cuore frammentato in mille rivoli… Alla fine c’è sicuramente il mare… ora mi trovo nuovamente davanti a questo spettacolo, che trabocca dai tuoi occhi Glam, i piedi sulla sabbia calda, come le tue braccia stanotte, ma io… io vorrei lasciarmelo alle spalle, girarmi ed andare via, per un po’ di tempo… Per non affogare…”
Geffen sfioró la sua fronte, fino al suo mento – “Ho combattuto tante battaglie sai…? Ho vinto spesso… ma ora la guerra è perduta… Non ho alcuna ragione da farmi Kevin, ho torto marcio su ogni fronte…ma resti tu, la famiglia che voglio vivere… sei tu…Dio mio, cosa devo fare per…”
“Non devi fare niente daddy… io non ti sto lasciando, perché non stiamo piú insieme da quando Jared è tornato ad un passo da te… Non c’è posto per due, non esiste. Quello che è successo nel mezzo è stato un insulso pasticcio del cuore…Io stavo con te, ma tu eri altrove, io rispettavo il nostro rapporto, la nostra famiglia, ma tu amavi un altro, non posso fartene una colpa, è un sentimento che neppure tu sai gestire, ma non puoi pretendere che io resti in sospeso, che io mi illuda di essere il tuo compagno, quando invece entri ed esci dal letto di Jared…
Sono stato presuntuoso a volere credere di potere assecondare un compromesso, che mi sta distruggendo.
Mi mancherai, probabilmente ti cercheró presto, forse ti supplicheró o forse resisteró. Di sicuro verró ad Haiti alla fine di questa avventura, a novembre, compreró una casa, se tu sarai sull’isola e se ti sposterai in Alaska, io mi trasferiró… io non posso vivere senza di te Glam, ma adesso io voglio sopravvivere, nel migliore modo possibile. Perdonami.”




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