giovedì 14 aprile 2011

GOLD - Capitolo n. 133

Capitolo n. 133 – gold



Colin volle mettersi alla guida, per ritornare alla End House.
Osservava ogni minimo gesto di Jared, per coglierne una qualche insofferenza, ma era molto tranquillo.
Voleva dimostrargli di stare bene, cosí da permettergli di andarsene senza eccessivi rimorsi, anche se la cosa lo faceva morire.
Avrebbe voluto tenerlo tra le braccia per altre due settimane, si era prefissato questa scadenza, ma la vide come qualcosa di poco fattibile.
Pranzarono con i bambini, che fecero molte domande ai genitori, i quali risposero con sorrisi ed altrettante coccole.
Nel pomeriggio Claudine aggiornó il fratello su nuovi ingaggi possibili, ma Colin sospese il lavoro temporaneamente.
“Lo so… mi aiuterebbe impegnarmi sul set Jay, ma al momento non mi sento proprio.”
“Non devi sforzarti Cole, non avere fretta.”
“Fretta… vorrei che neppure tu ne avessi di tornare ad Haiti.” – mormoró accoccolandosi sulla sua spalla, cingendolo con cautela, sotto alla doccia.
“Infatti non ne ho…” – sorrise, massaggiandogli i capelli, mentre glieli lavava amorevole.
“Mi sento come se fossi… un altro dei tuoi figli Jared… hai cura di me e non lo merito…”
“Se cominciassimo a pensare a ció che ci meritiamo e non al contrario, cosa ne dici Colin?” – domandó con una serenitá, che rendeva i suoi occhi limpidi e luminosi.
“Ti amo Jared… ti amo troppo…” – e lo bació, istintivamente, reprimendo a stento la passione, che il compagno gli ispirava ogni volta che si guardavano.
Il cuore di Colin era palpabile sotto alla pelle sbiadita del suo petto, dove Jared si appoggió – “Non avere fretta neppure in questo, ti prego Cole…”
“Sí… sí scusami Jay…”

Tomo scrisse una lunga email a Chris, dove provó a spiegargli quanto si sentisse legato a lui.
Provava delle emozioni contrastanti.
Una parte di lui era felice per la riappacificazione con Shannon, ma per tutto il resto del tempo non faceva che pensare al cantante dei Red Close, che si immergeva nei concerti ed interviste con gli spicchi di cielo spenti ed un’apatia, che venne notata dai manager.
Lo richiamarono all’ordine, per non perdere consensi, ma lui avrebbe voluto soltanto sparire.
Kevin non era d’aiuto.
Ogni volta che telefonava a Lula o parlava con Geffen, ne usciva come svuotato.
Erano irritabili, ma nelle notti che trascorrevano insieme, per metá nei locali e poi sino all’alba nelle suite prenotate dalla produzione, si tenevano stretti l’uno all’altro, come per non perdersi completamente.

Jared andó sul fondo del parco per chiamare Glam.
Sistemó il tablet ed impostó la telefonata video, dopo averlo avvisato via sms.
Lui accese il portatile, era in ufficio a sbrigare un sacco di carte, mentre Lula giocava sul divano con Syria.
“Ciao tesoro…”
“Glam… ciao, come stai?” – era raggiante nel ritrovarlo.
“Siamo qui, come gentilmente richiesto.” – ricambió la gioia di parlargli.
Syria di avvicinó ed anche il bimbo, per salutarlo.
Geffen li prese entrambi sulle ginocchia.
Jared rise – “Sicuri che la poltrona vi regga?”
“Ahahah ma che simpatico! L’ho fatta rinforzare, vero Syria?”
“Sí, vero e poi con chi ce l’aveva secondo te?” – domandó lei, avvolgendo le spalle di Geffen con le braccia magroline.
Lo guardava con estremo amore, Jared lo notó, provando una sensazione strana.
Glam era davvero tenero nei gesti, sia con la ragazza che con Lula, che mostrava i suoi ultimi disegni a Jared: chiese come andasse la gravidanza ed il centro, senza di lui.
“Sopravviviamo Jay… E Colin, sta meglio?”
“Sí Glam, siamo a casa, l’hanno dimesso, ora sta riposando.” – replicó intristendosi.
Una campanella suonó, era la ricreazione dell’asilo adiacente.
Syria prese Lula, salutarono e si diressero alla mensa, perché affamati.
Una volta soli, Glam si passó la mano sulla faccia stanca – “Quando torni Jared…?”
“Non lo so esattamente…Comunque presto.”
“Ok… hai detto a Colin di Syria?”
“No. Non lo faró per adesso… Ho informato Brandon e faró altrettanto con Shannon, stasera, viene a cena con Tomo e Josh, si sono rimessi insieme…”
“Capisco… E quei due disgraziati di Owen e Chris?” – domandó con una nota di amarezza.
Jared si chiuse in una strana espressione.
“Sí, come me, è questo che pensi, vero amore?” – aggiunse Geffen, sbuffando nervosamente.
“Glam io… mi manchi…” – disse, mentre il suo sguardo diventava sempre piú lucido.
“Anche tu…ma vorrei riprendere un minimo di dignitá, invece quando ti ritrovo, irrimediabilmente cado… compiacendomi di questo, perché con te Jared non c’è mai un limite definito per… per capire che ci si deve fermare o andarsene o scegliere…”
“Scegliere… e se io volessi solo vivere, semplicemente vivere Glam?”
Lui sospiró – “Infatti è ció che fai e nessuno di noi riesce a…”
“Ad impedirmelo?” – ribatté brusco.
Geffen si asciugó una lacrima – “Io… ti amo… alla fine cosa resterá di questo amore io non posso saperlo, perché la mia mente è invasa dal ricordo di noi, delle cose che abbiamo condiviso, i momenti peggiori e migliori della mia esistenza almeno…”
“Non volevo vederti piangere Glam…”
“Sono un gigante di argilla, che continua a chiedersi se ha vissuto solo accanto a te e per il resto si è accontentato, aspettandoti… Ho tanta paura che per me sará sempre cosí, ma che tu poi non tornerai mai piú da me… Forse sta giá succedendo.”
“Io… io ho dei problemi con Colin… io vorrei stringermi a te, io vorrei che tu mi volessi ancora… come ti voglio io…” – ora piangeva senza piú trattenersi.
“Perdonami per quello che sto per dirti Jared, peró il tuo compagno ti ha stuprato, non mi meraviglio che tu abbia dei… problemi con lui.” – replicó severo.
Jared strizzó le palpebre e chiuse i pugni – “So che cosa mi ha fatto!” – sibiló contorcendosi dentro.
“Lo sai, ovvio, peccato che tu non lo voglia metabolizzare e renderti conto di quanto sia assurdo il fatto che tu sia lí!”
Jared interruppe il collegamento e fu come dare uno schiaffo a Geffen, che imprecó, buttando sul pavimento il proprio pc, furioso.
Simon, in lontananza, aveva seguito i movimenti di Jared: si avvicinó, con cautela.
“Hai bisogno di aiuto?”
Lui si era come schiantato sul tavolo in legno grezzo, tenendosi la testa – “No…sono solo un coglione… Grazie comunque.”

Miss Wong preparó dei piatti orientali, che solo i bambini non apprezzarono, optando per pollo e patatine fritte.
Shannon aggiornó il fratello sull’incisione dei nuovi pezzi della raccolta Gold, informando anche Tomo, che non aveva ancora approfondito con loro questo nuovo progetto.
Una vaga tensione aleggiava, Colin si estranió, mandando qualche sms a Jude ed a Brandon, che lo aveva cercato piú volte – “Scusatemi, torno subito…” – disse alzandosi, rinunciando al caffè.
Tomo fu coinvolto dai piccoli in un gioco sul tappeto del salone, cosí i Leto si eclissarono.
“Devo assolutamente dirti una cosa Shan.” – disse Jared risoluto, trascinandolo in giardino.
“Ma cosa ti prende Jay?!”
“Al b.day di Colin ci hanno interrotto e poi è successo un macello, ma non posso rimandare!”
“Cazzo è cosí grave?”
“No… no, è una cosa splendida…”
“Ti ascolto…”
“Si tratta di una … una ragazza…”
“Ehh?!? Ma sei impazzito?!” – sbottó, per poi riprendere il controllo, visto che Jared non gli aveva detto una bestialitá assoluta.
“Non è come credi… Senti ci sono stato a letto, una volta sola, ma… è rimasta incinta… aspetta una bambina, la … la mia bambina, Isotta… Non è grave, vero…?”
Shannon si illuminó – “Co… cosa?! Una figlia tua…?!” – lo abbracció quasi saltellando.
Era euforico per quella novitá, senza neppure saperne il motivo, visto che un secondo dopo immaginó i casini che potevano derivare da una cosa del genere.
“Ma… ma tu ami questa…” – “No… cioè le voglio bene, insomma la rispetto, ma non c’è piú stato nulla, nemmeno un bacio, ma l’assisto ed è per questo che devo tornare ad Haiti, solo che non riesco a dirlo a Colin, lo sa Brandon, lo sa anche Kevin, perché l’ha conosciuta, si chiama Syria… eccola qui…” – e gli mostró una foto sul cellulare.
“È molto carina Jay…e sembra simpatica…”
“Fa l’insegnante, ma ha molti problemi di salute, non puó volare per ora, quindi non se ne parla di venire a Los Angeles, dove peraltro penso di portarla, dandole una sistemazione adeguata…”
“Isotta rimarrebbe con lei dunque?”
“Ovviamente sí… ma Cole come reagirá secondo te…?”
“Cazzo Jared, digli la veritá, lo renderai felice e capirá perché tu torni lá, anzi, vedrai che verrá con te e…”
“Shan non… non è il momento di fare questa cosa…”
“Come no? Lui sta bene e… cosa mi nascondi?”
Jared respiró forte e decise di dire solo una parte della veritá: Shannon avrebbe reagito malissimo nel sapere di quella violenza subita da parte di Farrell.
“Si… si tratta di Glam… io…” – “Glam?! Ancora?!!” – esclamó alterandosi.
“Devo sistemare le cose con lui… e poi verremo a casa, io, Syria ed Isotta… forse rimanderó ad allora la bella notizia per Colin…”
Shannon brontoló qualcosa, ma alla fine lo stritoló, con l’immenso l’amore che li legava.


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