venerdì 8 aprile 2011

GOLD - Capitolo n. 126

Capitolo n. 126 – gold



Jared si fece una doccia, nel bagno annesso alla camera di Colin.
Farrell guardava la tv, aspettandolo per cenare insieme.
Faceva caldo, decise quindi di lavarsi prima di mangiare, anche perché i farmaci che gli venivano somministrati avevano aumentato la sudorazione e, purtroppo, l’inappetenza.
La vicinanza del compagno, peró, lo induceva a non perdere energie e speranze, per arrivare ad una completa disintossicazione.
Jared si stava asciugando con un telo e si voltó di scatto quando sentí aprire la porta.
Colin si rese conto della sua reazione, Jared era spaventato.
“Perdonami, non volevo…Solo che vorrei darmi una rinfrescata, puzzo come un caprone…” – sorrise, sforzandosi di non turbarlo ulteriormente.
“Fai pure… ero soprappensiero Cole.”
“Sí… sí certo amore.”
Jared indossó un accappatoio velocemente, ma mentre stava per uscire, si bloccó – “Vuoi… vuoi una mano?”
Colin era giá nel box.
Serró le palpebre, tenendosi alla maniglia di sicurezza – “Lo vorrei con tutto me stesso… ma…Non posso pretendere cosí tanto da te Jay…È giá un miracolo che tu sia qui…”
Jared non disse nulla, si spoglió ed entró con lui, aprendo il miscelatore – “Girati… ti lavo la schiena…”
“Grazie Jared…” – replicó tremando, senza lasciare l’appiglio.
“Sei debole… non… non voglio lasciarti qui da solo…”
“Magari cascando mi rompevo la testa e… e forse era meglio…forse guarivo…”
“Da cosa?” – domandó sorridendo, senza mai abbassare lo sguardo sull’intimitá di Colin, che faceva lo stesso.
“Dalla mia… stupiditá…”
“Non sono d’accordo, sei un uomo intelligente, infatti mi hai sposato…”
“Veramente l’ho fatto perché ero e sono innamorato di te…” – disse ridendo sereno.
“Vale anche per me Colin… ok voltati…”
Lo sciacquó, per poi fargli uno shampoo veloce, Colin si era tagliato i capelli molto corti.
“A posto…prendo gli asciugamani.”
Lo tamponó con cura e gli passó la biancheria e dei vestiti puliti – “Mangiamo in terrazza stasera, il medico ha detto che va bene.”
“Ok Jared…grazie.”
“Va meglio?”
“Sí… io mi sento rinato… Jay ascolta…”
“Cosa?”
“Avviciniamo i letti, cosí sembra… insomma stiamo vicini… ti dispiace?”
“No… lo chiedo all’inserviente.”
Farrell lo abbracció, cominciando a piangere.
Aveva visto i segni che lui gli aveva lasciato, aveva provato un brivido, poi un senso di nausea, che riuscí a reprimere a fatica.
Nonostante la spossatezza, stava per eccitarsi e la cosa lo fece sentire anche peggio.
Era troppo presto ed era convinto che non avrebbe toccato Jared se lui non avesse fatto il primo passo.
Era una tortura, ma avrebbe sopportato qualsiasi cosa pur di riaverlo come prima di quella maledetta notte.

Jude telefonava tre volte al giorno a Colin ed una dozzina a Robert, ma Farrell era irreperibile da quasi una settimana, solo un sms generico su impegni di lavoro in una zona disagiata e con poco campo per il cellulare.
Seppure perplesso, non diede peso alla cosa, mandandogli delle email, dove si riprometteva di fargli visita appena tornato da Londra.
Jared lesse quelle missive, su richiesta di Colin, visto che il riverbero dello schermo del pc, gli dava noia alla retina.
Jude era affettuoso e logorroico su quello che combinava in Inghilterra, sulla mancanza di Downey e su quanto fosse preoccupato per Colin.
“Ti vuole proprio bene…è una bella persona, nonostante tutto…” – disse Jared, spegnendo il portatile.
“È un ragazzo istintivo e corretto, ma a volte esagera… e quando si fissa su di un’opinione…”
“Come quella che ha su di me, Cole?” – rise nervosamente.
“Solo i cretini non cambiano idea e lui non lo è, deve solo imparare ad accettare le situazioni ed i cambiamenti… Se ci pensi lui e Robert sono come blindati nella loro storia d’amore, anche se è bellissima, nessuno lo nega, ma sono estremamente categorici…”
“Semplicemente sono coerenti con le promesse che si sono fatti reciprocamente Colin… Ed è un pregio, per me almeno…”
“Sí… sí, ma siamo esseri umani, fatti anche di sbagli Jared…” – sorrise imbarazzato.
“Vorrei solo imparare a sciogliere il rancore, come una bustina di zucchero in un bicchiere dove l’acqua é… è la speranza su di un futuro nuovo…”
Colin gli tese le mani – “Ti… ti prego Jay…”
Lui si avvicinó, andando a coricarsi accanto a lui, stringendosi, incrociando le loro gambe e le braccia, aderendo con i loro corpi, senza togliersi le t-shirt ed i pantaloni del pigiama in cotone sottile.
Colin gli spostó i capelli dalla fronte, baciandola esitante – “Ti amo Jared… ti amo e mi sento… straziato… vorrei sparire da questa terra, perché non sono degno di esistere dove tu vivi e…Tu accendi il cielo, mentre io…io non merito un buco neppure nella notte, un posto dove marcire, per quello che ti ho fatto…”
Il respiro di Jared aumentó, sgusció da lui, mettendosi in ginocchio, al centro di quel giaciglio posticcio – “Dimmi… dimmi solo perché lo hai fatto Colin… forse é… forse è l’unico modo per me… per uscirne!” – gridó piano.
Farrell si sedette, puntandosi sui palmi madidi, come la sua schiena e le tempie – “Tesoro… tesoro io sono impazzito di gelosia quando… quando ho sentito che Glam era con te… Sapevo che non era finita tra voi, nonostante quello che tu mi avevi detto… una parte di me voleva crederti a tutti i costi, mentre l’altra… quella piú lucida sapeva che non vi sareste separati.”
“Infatti ti avevo mentito, sono stato un bastardo, uno stronzo bastardo perché io sono tornato ad Haiti sapendo che avrei cercato Glam… ed è successo, siamo stati insieme, ma poi abbiamo litigato, lui mi ha giudicato, mi ha insultato, oppresso dai sensi di colpa… Ci siamo anche picchiati…non come con Jude, ma come vedi il registro non cambia. Probabilmente non merito altro Colin.”
“Non dire queste cose Jared! Noi siamo stati gli unici mostri e tu la vittima… prima di te stesso e poi della nostra paura di perderti…”
Jared si strofinó la faccia stanca – “Non penso che Jude avesse paura di perdermi…lui mi detesta…” – mormoró mestamente, con un mezzo sorriso.
“Perdonami Jared…”
“L’ho giá fatto.”
“Lo so… ma … ma le cose torneranno come prima tra di noi? Questa è la mia ossessione…”
“Lo spero… ma è qualcosa che deve partire dalla mia testa confusa ed arrivare al resto…È come se dovessi ricominciare tutto daccapo…”
“E la colpa è solo mia Jared… mi dispiace…”
“Sssstt… adesso dormiamo…sono distrutto…” – sussurró, tornando alla posizione iniziale, dando un lungo bacio a Colin, che si sentí in estasi per la sua dolcezza.
Jared si distaccó lentamente da lui, per poi ricominciare a baciarlo, in un contatto caldo ed intenso.
Le sue dita affondavano nei capelli di Colin, che si spostó appena sentí la propria erezione destarsi, ma Jared lo attiró al suo bacino – “Non mi dai fastidio…resta qui, ma voglio solo questo stanotte…” – e ricominció a baciarlo profondamente.
Colin lo assecondó, con piena gioia, prima di addormentarsi quasi contemporaneamente.

I bambini furono rassicurati da Jared, che trascorse un paio d’ore con loro alla End House.
La signora Wong non arrivó al telefono in tempo e Jared rispose al quinto squillo.
Era Robert.
“Ciao Jared… ma sei a Los Angeles?” – la sua voce era cristallina ed allegra.
“Rob… sí… sono a casa…”
“Colin ha finito con quel film?”
Jared ricordó la scusa inventata da Farrell ed abbozzó – “Sí… cioè… senti Robert sono successe delle cose… ma non posso parlarne qui…”
“Sono in cittá, la produzione ha sospeso per due settimane e sta rientrando anche Jude… Posso venire da te, sono in giro in auto…”
“Ti aspetto.”
Becki e Violet andarono a danza, accompagnate da Richard, mentre Yari andó a nuoto con zio Shannon ed il piccolo Josh.
Jared rimase in fondo al parco della proprietá, dove lo raggiunse Robert, su indicazioni di Simon.
Downey si rese subito conto che lo stato d’animo di Jared era turbato: lo avvolse, quasi istintivamente, sfiorandogli le spalle.
“Jared… hai voglia di parlarne…?”
“Sí… sono stanco di nascondere la veritá… è stato un periodo pessimo per Colin e me, dopo il suo compleanno…”
“A proposito di quel giorno, volevo scusarmi con te, anche da parte di Jude…”
Jared sorrise – “Appartiene al passato, ma non posso negare che quella lite ha dato una scossa agli eventi ed alle… persone coinvolte.”
“Spiegati…”
“Certo… non c’è molto da raccontare, a parte il fatto che… Ho sbagliato nuovamente, tornando da Glam, facendo l’amore con lui, scontrandomi con la sua disperazione per Kevin… poi per uno stupido… contrattempo, Colin ha avuto la conferma che io non avevo smesso di vedermi con Geffen ed è stata la classica goccia…Vedi, è stato orribile affrontare Colin, piombato ad Haiti… era completamente allucinato, dai farmaci e… e mi ha… lui mi ha fatto del male, non voleva, ma le cose sono degenerate… Poi è fuggito, tornando a casa.”
Downey si dimenticó persino di respirare, immaginando la sequenza di quelle azioni sconsiderate da parte di Colin.
Jared concluse rivelando la sua scelta e la decisione di fare ricoverare Colin alla Sheppard.
“E… e questo è tutto Rob… Tieni, è l’indirizzo della clinica, penso che gli fará piacere vedervi.” – e gli porse un biglietto da visita.
Senza essere visto da subito, anche Law era arrivato.
Si era bloccato all’altezza delle scuderie, cercando di capire cosa si dicessero Robert e Jared, ma era distante.
Comprese che Jared era disperato, da come si mise a piangere e dai gesti di Robert, che lo consolava, commuovendosi a propria volta.
Provó una fitta allo stomaco, ma poi si convinse a farsi avanti.
Tossí, a pochi passi da loro, che si accorsero di lui.
Downey gli andó incontro – “Amore sei in anticipo…” – gli sorrise, felice di vederlo.
“Ciao Rob… sí, ho trovato un volo prima…mi sei mancato…” – e si salutarono con un bacio, colmo di tutte le loro emozioni.
Jared si sollevó, abbozzando un “Ciao Jude…”
“Jared… ciao, come stai?”
“Robert ti … aggiornerá… ci vediamo piú tardi. Io devo tornare da Colin.”





Nessun commento:

Posta un commento