martedì 1 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 87

Capitolo n. 87 – gold



Lula dormí sereno tra i suoi genitori, che affrontarono la notte in modo diverso.
Kevin cadde in un torpore profondo, grazie ad un blando sonnifero, mentre Glam si agitó per strani sogni ed un senso di inquietudine, che non riusciva ad abbandonarlo.
Il suo compagno si comportava al meglio con il piccolo, ma con lui era gelido, anche se educato, come sempre.
Geffen si alzó per primo, per preparare la colazione.
Sentí delle brevi risate ed un vocio, arrivare dalla camera.
Kevin faceva il solletico a Lula, eccitatissimo per la giornata che avrebbero trascorso sulla neve, prima che il bassista ripartisse nel tardo pomeriggio.
“Ciao daddy buongiorno…” – disse sorridente, entrando in cucina.
“Buongiorno Kevin.” – replicó lui senza guardarlo.
“Devo cercare lo snow board…”
“È in mansarda, con le altre cose.”
“Ok… salgo a prendere tutto io allora…Alle cinque ho il volo…” – aggiunse sentendo le mani diventare fredde, come l’atteggiamento di Glam.
“Perfetto, non ti reggo piú.” – ribatté, chiudendo il frigorifero – “Glam se vuoi me ne vado subito.”
A quel punto Geffen lo fissó – “Hai promesso a nostro figlio di sciare insieme a lui, manterrai di certo la tua parola, sei troppo coerente per non farlo. Infatti me ne staró in disparte, cosí non ti disturberó troppo. Adesso mangia, io vado a preparare Lula.”
Kevin rimase ammutolito.

Robert rispose ad una telefonata dell’avvocato, mentre Jude stava seduto sul bordo del letto, dove Colin era crollato grazie al sedativo somministratogli da Brandon, rimasto nel salone sottostante insieme a Kurt.
Quando rientró, vide il compagno in lacrime, con la fronte appoggiata a quella di Farrell.
“Jude… andiamo di sotto…ora calmati…” – gli disse pacatamente.
“Scusami Rob…”
“Ti sta facendo troppo male questa situazione, sono preoccupato.”
“Colin ha bisogno di noi…”
“Nessuno gli negherá il nostro aiuto, ma ti sta consumando l’ansia che provi per il suo dramma…”
“Non riesco a farne a meno Robert…”
“Sí… sí, certo tesoro… ora andiamo. Colin deve riposarsi.”

Il dottor Cody inserí il viva voce.
Guardó i presenti, soprattutto Law, che non riusciva a tranquillizzarsi.
“Ho preso una decisione, forse è l’unica strada logica per riportare un minimo di pace nel cuore di Colin.”
Compose il numero.
Alcuni squilli e poi qualcuno rispose, in modo concitato, visto che era in ritardo.
“Brandon ciao!” – la sua voce era cristallina.
“Ciao Jared… come stai?”
“Bene, ma sono di corsa…”
“Ascoltami… ho bisogno di te.”
Jared si bloccó e richiuse la blindata.
“Come…? È successo qualcosa a Cole?” – domandó agitato a quel punto.
“Ha avuto… una piccola crisi… non è grave.”
“Crisi?... Non capisco…”
“Jared c’è stato un brutto litigio, qui, alla End House, siamo ospiti con Robert e Jude, ci sono anche Kurt e Martin…”
“Voi avete discusso con Colin?!”
“No… assolutamente… si tratta di tuo fratello e di Owen Rice, anche se questi non ha proferito parola, ha fatto tutto Shan…”
“Gli ha detto di loro?!”
“Sí… ma anche di Tomo e Chris, visto che hanno una relazione…”
“Cosa stai dicendo… io… io non lo sapevo…”
“A questo punto sono dettagli, ma la reazione di Colin è stata pessima… Insomma, ti chiamo per chiederti di venire qui, è necessario Jared.”
Lui sospiró, in preda all’angoscia – “Ok… prendo le mie cose e parto immediatamente.”

Lula si stava divertendo come un pazzo, tutto imbacuccato nel suo completo da sci, casco in testa, mentre il maestro provava a farlo stare in piedi.
Salendo con la funivia aveva stampato il nasino sul vetro panoramico, in braccio a Glam, che gli indicava laghetti e piccole baite.
Kevin aveva indossato degli occhiali integrali, per proteggersi dal riverbero della neve e dagli sguardi tristi del compagno.
Per lui era insopportabile non poterlo vivere nel modo in cui Kevin si comportava da quando stavano insieme, era cosí cambiato e la colpa era solo di Geffen, ne era consapevole.
“Papá guardamiii!!!”
“Sí piccolo… sei bravissimo…” – sorrise, per poi imprecare per una palla di neve arrivata sulla sua nuca, nell’unica parte non protetta dalla cuffia.
Si voltó, vedendo Kevin che rideva come un bambino, replicando l’attacco.
“Vuoi la guerra? E sia!” – disse esplodendo in una risata anche lui.
Si bombardarono, incuranti di chi stava intorno.
Alla fine Glam prese Kevin per i fianchi, mettendoselo sulle spalle – “Sei ingrassato eh!?”
“Nooo tutti muscoli!!”
Era vero, aveva addirittura perso del peso negli ultimi sei mesi, mantenendosi in piena forma con molta palestra.
Glam lo gettó in un mucchio di neve alta, dove Kevin sprofondó gridando il proprio disappunto.
“Daddy non puoi lasciarmi qui cosí!!!” – era rimasto incastrato.
Geffen non la smetteva di sghignazzare, poi, mosso a pietá, lo tiró fuori, ritrovandoselo ad un centimetro dal naso – “Voglio la rivincita daddy…”- mormoró ansimando.
Lui gli accarezzó gli zigomi – “Ti amo Kevin…”
La sua voce tremava, cosí le sue dita – “Ti amo da morire daddy… puoi perdonarmi?”
“Qui se c’è qualcuno che ha sbagliato tutto sono solo io amore…Perdonami tu, se nel tuo cuore c’è ancora spazio per un ultimo gesto di comprensione, anche se non lo merito Kevin…”
Lula arrivó di corsa, loro si misero in ginocchio per accoglierlo – “Siete i due super papá piú super papá che ci siano!!!” – esclamó saltellando sul posto.
Loro si scrutarono con tenerezza finalmente – “E tu sei il nostro amore Lula…” – sussurró Kevin – “Ed io vi amo… oltre la mia stessa vita, che senza di te non ha davvero un senso Glam…”
Geffen li strinse forte entrambi, era di nuovo felice.



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