giovedì 17 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 105

Capitolo n. 105 – gold



Madrid era una cittá che Tomo conosceva bene, per motivi di lavoro e di famiglia, c’era stato con i Mars, ma anche con Josh ed il suo ex diverse volte.
Chris gli aveva riservato una suite, dove lo raggiunse dopo soli cinque minuti, che Tomo ci era entrato.
“Amore…” – fu la sua prima parola, che anticipava il momento in cui lo riabbracció.
Il giovane cantante dei Red Close non voleva sentirsi dire altro.
Lo strinse tanto forte da togliergli il fiato, ma mai quanto i suoi baci, istantanei a quell’abbandonarsi tra le sue ali rassicuranti.
Chris si lasció amare per ore, in qualsiasi modo, dimostrandogli devozione totale, donandogli piacere ed appagamento, non solo con il corpo perfetto, ma soprattutto confermandogli dei sentimenti dolci ed intensi.
Era cosí bello che faceva male guardarlo, ma Tomo si sentiva non solo fortunato, ma anche impegnato seriamente con lui.
Lo portó a visitare un santuario prima di cena, facendogli una sorpresa.
“Che posto… sacro ed inviolabile, mi trasmette sensazioni … strane…”
“Pensi che non ne siamo degni, Chris?” – gli domandó amorevole.
“No Tomo, no… non è questo…”
“Hai visto quanti fiori tesoro?”
Chris si guardó intorno, incantato – “Sí… forse si è sposato qualcuno…”
“Lo credo anch’io… Ma se cosí non fosse, ora lo sará di sicuro…” – sorrise, prendendogli le mani.
Chris ebbe un tremito, che lo fece dapprima impallidire, poi arrossire.
Robert, nel parcheggio del Lax, si era sporto dall’auto, dopo avere abbassato il vetro – “Eccole qui Tomo…”
“Tu credi che…”
“Sí. Se lo ami, sposalo.” – rise complice, dandogli una carezza, che ora Tomo stava girando simbolicamente a Chris, estraendo dall’astuccio le due fedi in oro rosa, molto particolari.
“Chris… vuoi essere il mio sposo?”
L’altro deglutí, cercando di sedare i brividi, che gli stavano attanagliando la schiena: “Lo voglio Tomo… davvero…” – “Anch’io, anima mia.”
Si scambiarono gli anelli e poi un lungo bacio.
Accadde cosí in fretta, che Kevin e gli altri del gruppo arrivarono in ritardo, con bottiglie di champagne e spara coriandoli bianchi ed oro, con cui festeggiarono quella cerimonia improvvisata e bellissima.
Chris era quasi stordito dalla gioia.
Andarono a rimpinzarsi di paella ed aragoste, in un ristorante del centro, dove fecero casino e musica fino all’alba.

Kevin realizzò un breve video, inviandolo a Geffen, che lo aprí nel suo ufficio il giorno dopo, chiamando Jared dalla mensa.
“Hai bisogno Glam?”
“Ciao Jared, vieni un attimo… devo mostrarti una cosa…mi dispiace per tuo fratello, ma a Madrid c’è stata una… festa…”
“Madrid?... Festa? Ma cosa stai dicendo?” – rise nervoso.
“Tomo e Chris si sono sposati.”
“Sposati??”
“Con tanto di scambio di fedi… gliele ha regalate Robert.”
“Robert chi?”
“L’uomo di Jude. Hai presente? O vuoi sapere chi è Jude?”- domandó ridendo.
“No guarda lo so chi è Jude Law, anche troppo.”
“Mmmm che acido ahahahha”
“Vuoi litigare con me oggi, Glam?!” – esclamó spostandosi, per andarsene.
Geffen aggrottó la fronte – “No. Assolutamente no Jared.” – rispose fissandolo, con la massima calma.
“Scusami…” – abbassó gli occhi, togliendosi il grembiule.
“Jared pensavo che fosse giusto dirti di questa cosa, visto che Shannon avrá una reazione e tu potevi prepararti a consolarlo. Tutto qui.”
“Vado a casa, non…” – “Non stai di nuovo bene?”
“Sto…” – inspiró – “Sto benissimo, ma non ho piú voglia di stare qui. Mi sento… soffocare.”
Geffen gli andó vicino, prendendolo piano per le spalle – “Guardami.”
“Glam per favore…”
“Guardami!” – ripeté con fermezza, ma senza alzare la voce.
Jared sollevó gli zaffiri, riaccendendoli su di lui.
“Tu potresti risolvere tutto, dicendo la veritá a Colin, scrollandogli di dosso quella zecca di Jude, perché so che tu lo vedi cosí, anche se è solo un amico che gli vuole bene, assistendolo, ma non lo sopporti ed è comprensibile. Il tuo compagno capirebbe o forse perderebbe le staffe per Syria, ma lei non è la tua donna, lei è la madre naturale di tua figlia, quindi Colin si concentrerebbe solo su Isotta, credimi e farebbe i salti di gioia, pur di riaverti accanto.”
Jared ascoltó con attenzione, scrutando le sue espressioni.
Sentí un peso scendergli dalla gola al cuore, poi allo stomaco, fermandosi lí, statico e doloroso.
“Io… io non sono pronto…io non ci riesco… Colin ha promesso di aspettarmi e di essermi fedele, forse voglio capire se è sincero o se non cederá proprio a Jude…”
“E cosí il massacro continua Jared.”
Si staccó da Glam, passandosi la mano sinistra tra i capelli – “Il nostro, tuo e mio, del resto non si è mai fermato… buffo, sai? È l’unica cosa che ci è rimasta Glam… É… terribile.” – e si dileguó, come un fantasma, come se non fosse mai stato lí.

Senza sapere come, Jared finí in un disco bar del quartiere residenziale di Port au prince, dove una band stava suonando dei pezzi molto interessanti di rock alternativo.
Lui li applaudí dalla prima fila, dopo essersi scolato tre tequila a stomaco vuoto.
Il batterista lo riconobbe e gli chiese di eseguire qualcosa.
Gli liberarono il palco, nel plauso generale: Jared si lasció avvolgere dal fascio di luce di un riflettore, davanti alle tastiere, con le quali eseguí uno dei suoi pezzi preferiti, Alibi.
Era incantevole, soprattutto allo sguardo di Geffen, che lo aveva seguito, preoccupato che potesse mettersi nei guai.
Glam sentiva il cuore svuotarsi e riempirsi, ad ogni espressione intensa e rapita di Jared, che sul finale di accorse di lui, raccogliendo applausi e sorridendogli.
Scese veloce nella sala, prendendolo per mano – “Portami via da qui Glam.”
“Ok, andiamo.”

Le strade erano deserte.
Camminarono per un paio di isolati, sbirciando annoiati le vetrine.
“Devi andare da Lula…?”
“No, Pamela passava a prenderlo e mangiavano gli hot dog con le ragazze e Syria.”
“Da Charly´s?”
“Sí, Pamela lo vizia e lui se ne approfitta, cosí come fa Brady.”
“Brady?”
“Il bradipo di peluche di Lula, che tutte le notti piazza le sue zampe sulle tette della mia ex ahahahah”
“Eh…? Oh mio Dio… aahhahah”
“È irresistibile…hai fame?”
“Un po’… e sono anche un tantino brillo…”
“Ho visto gli shot…”
Jared ridacchió ondeggiando.
Glam lo sostenne, ritrovandosi ad un centimetro dalle sue labbra.
Inizió a camminare verso l’auto, aiutandolo a non cadere.
“Una volta mi… mi avresti baciato…”
“Suppongo di sí Jared…”
“Non… non assumere quel tono… supponente con me!” – protestó, biascicando le ultime parole.
“Eccola…”
“Cosa?”
“La sbornia triste.” – rise.
“Ma quale sbornia, sto alla grande! Ma… ma mi gira la testa…”
“Ok, ora sali in macchina Jay…”
“Voglio… voglio stendermi dietro…”
“D’accordo, come vuoi.”
Lo sistemó, ma quando fece per riscendere, Jared lo trattenne per i polsi – “Un… un attimo Glam…” – e lo attiró a sé.
“Jared che diavolo stai…?”
“Ti… ti chiedo solo… due minuti…”
“Due minuti per cosa?”- chiese senza perdere la calma.
Jared si tolse la t-shirt e poi sbottonó la camicia di Glam, che gli stava sopra, tra le gambe, a scrutarlo.
“Vorrei… vorrei solo abbracciarti Glam e… e sentire la tua pelle sulla mia…pochi istanti… é… è chiedere troppo…?”
“No Jared, ma é…”
“Sbagliato?”
“Certo, ma…” – “Io lo sono sempre. Sbagliato intendo.”
“Questo non è vero Jared e tu lo sai.”
“Allora… dimostramelo…”
Glam si arrese, abbracciandolo.
Il contatto fu piacevole, caldo, come il respiro di Geffen nel collo di Jared, che chiuse gli occhi, godendosi quel piccolo dono.
“Grazie Glam…” – mormoró, lasciando che si sollevasse di poco.
“Jared ascoltami…” – “Non… non rovinare tutto…Adesso guida, andiamo dove vuoi, ma… ma io ho solo voglia di masturbarmi…e lo faró appena tu risalirai davanti e rimetterai in moto la tua bella carretta…”
Glam si sentí mancare un battito – “Tu… tu riesci sempre a stupirmi…”
“Tu sai tutto di me, non mi vergogno di nulla quando siamo insieme… mi conosci profondamente, dentro e fuori… ogni mia emozione, ogni mio grido, quando mi facevi venire…e mi amavi… mi amavi davvero, fino a confondermi Glam…”
Una goccia di sudore scivoló dalla tempia di Geffen, che si puntava sulle mani, per non schiacciarlo, ma solo ammirarlo, in tutte le sue provocazioni.
“Jared tu sei… tu sei la cosa piú bella che io abbia saputo perdere…Ed il rammarico piú assurdo è che non sono piú riuscito a ritrovarti.”
Un attimo dopo era al volante, diretto all’appartamento di Jared, senza che lui concretizzasse le proprie intenzioni, almeno finché non si mise a letto, da solo.



CHRIS

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