venerdì 25 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 114

Capitolo n. 114 – gold


“C’è una stanza, qui alla End House, dove mi sono rifugiato da quando te ne sei andato via Jared…Ed è lí che Jude e Robert mi hanno soccorso, perché solo loro sapevano dove trovarmi dopo che li avevo chiamati, in stato confusionale… sul pavimento avevo sparso decine di foto del nostro passato… e continuavo a chiedermi come mai stavamo buttando via tutta una vita incredibile, la nostra famiglia, erano scatti di anni prima, di… della nostra bambina…” – Colin singhiozzó a quel punto, bloccandosi e riprendendo fiato.
Erano nella camera dei regali, sul tappeto, tenendosi per le mani, a testa china, sotto al peso di quelle veritá scomode per entrambi.
“Non trovavo le risposte e volevo soltanto dormire…e dimenticare i miei sbagli, i sensi di colpa mi opprimevano…Jude ha esagerato, ha detto cose orribili, ma si era spaventato a morte...”
“Lui c’era quando avevi bisogno, io no. Quando tu eri assente, non mi sono rifugiato in droghe o alcolici, certo, anch’io ho avuto la mia reazione, forse deleteria, ma non volevo che questo fosse il risultato Colin.”
“Te l’ho sempre detto Jay… tu sei piú forte di me, io non riuscivo ad andare avanti… come ora… e sará sempre cosí se tu non mi sarai accanto… Ma sono andato in terapia e non prendo piú niente…”
“Questa scelta di curarti la devi ai nostri figli, hai delle responsabilitá, cosí come ho io ed anche se pensate tutti che io vi abbia abbandonato, se per voi sono solo… una puttana...” – “Jared! No! No… io non l’ho mai pensato…”
Leto lo fissó interrogativo – “Ad Haiti ho ritrovato un senso per le cose che facevo, non che qui non lo avessero, ma mi sentivo perduto e soffocato al tempo stesso… La presenza di Glam mi rassicurava, la realtá di quell’isola è ancora tremenda, ma non ti ho mai nascosto che ci eravamo… ritrovati…Ma abbiamo fatto un passo indietro, anche se rimane una ferita ancora aperta quello che ci lega, peró abbiamo altri obiettivi e nuovi impegni, lui ha adottato Lula con Kevin, lo aspetta per vivere insieme a Port au prince… ed io torneró a casa, prima della fine dell’anno, te lo avevo giá assicurato…”
Colin sorrise – “Jared io non ho mai nemmeno sfiorato Jude, neanche un bacio, se hai dei dubbi, abbiamo solo dormito fianco a fianco, anzi, lui era completamente vestito e si è coricato accanto a me, ma non mi ha mai toccato… certo ci vogliamo bene, lui forse è possessivo o anche geloso, ma siamo amici…Credimi.”
Jared sospiró, scrollando le spalle – “Credo che sia stato tu a mettergli un freno, perché lui avrebbe ceduto se …” – “Ma non è successo! Io vivo solo per te Jared!”

Robert accostó, senza rompere quel silenzio agghiacciante tra loro.
Jude si mangiava nevroticamente le pellicine della mano sinistra, sfigurato dallo sconforto.
Erano sotto casa, inizió a piovere.
Le luci dei fari fendevano il buio, come le lame che stavano facendo a pezzi il cuore di Downey: “Scendi Jude… voglio restare da solo qualche… qualche ora…”
Law strizzó le palpebre, inspirando con intensitá: “Rob ascoltami…” – “No senti Jude, ti ho chiesto una cortesia, cerca… cerca di essere comprensivo tu, questa volta, ti prego!” – replicó stizzito, ma disperato.
Jude non aggiunse altro, scomparendo sotto ai porticati del loro palazzo.
Salí di corsa le scale, per arrivare senza fiato al pianerottolo.
Sbatté la blindata alle proprie spalle, urlando e gemendo, sentendosi strappare la vita da dentro.
Robert ripartí, cercando un albergo poco distante, dove trascorrere il resto della notte.

Antonio mise a disposizione di Kevin la limousine ed il proprio jet, per tornare in Europa.
Sulla via per l’aeroporto rimase rannicchiato tra le braccia di Glam, che non riusciva a smettere di piangere con lui.
Geffen aveva prenotato il volo per Haiti, per andarsene contemporaneamente al compagno.
“Daddy… dai tanti baci al nostro bambino… mi mancate da morire…”
“Tesoro io…io ti ho deluso di nuovo…”
“Deluso perché vuoi vivere i tuoi sentimenti? Li sento vibrare nella tua voce, quando parli di Jared…Avete fatto di nuovo l’amore?”
“No…cioè non…” – “La sai una cosa Glam? Te la dissi poco tempo fa ed ora la ripeteró: non voglio sapere nulla di ció che avviene ad Haiti fino a che non ci verró anch’io!” – esclamó, asciugandosi la faccia.
Erano arrivati.
“A presto daddy, ti telefono domani…abbi cura di te.” – e gli diede un lungo bacio, affossando poi il viso nel suo collo, stritolandolo nel proprio abbraccio, per poi sfuggirgli via, andando ad imbarcarsi.
Una volta salito a bordo, Kevin ebbe una sorpresa:
“Chris…?!”
“Ciao Kevin, volevo avvisarti… ho telefonato ad Antonio e mi ha dato il permesso di… aggregarmi.” – sorrise mesto.
“Ma cosa è successo?”
Lui si piegó in avanti, massaggiandosi le tempie – “Lui ama Shannon, non… non è cambiato nulla…Gli ho restituito la fede, dentro alla busta con una lettera… l’ho infilata nella sua buca della posta, ci sono passato dopo la festa e prima di venire qui…”
“Mi dispiace Chris…come vedi anch’io sono a pezzi…”
“Allora ci terremo buona compagnia…anche se… anche se non capisco perché siamo noi quelli sbagliati ed i fratelli Leto quelli giusti…”

§ Ciao Tomo. Perdonami per essere sparito dalla End House, ma non potevo restare.
Non potevo assistere ad altre scene amorevoli con il tuo ex, anche se posso capire che non eri riuscito a cancellarlo dall’oggi al domani, Josh o non Josh… Sentire confermare il tuo sentimento per lui è stato uno schiaffo duro e bruciante… fa cosí male, soprattutto dopo il nostro… matrimonio… un chiodo scaccia chiodo? Un colpo di testa? Una tenera follia? Mi hai portato in alto, per poi scagliarmi a terra con un unico colpo deciso.
Sono stato presuntuoso forse… o forse per l’ennesima volta ingenuo. Inutile concludere che non lo meritavo, vorrei convincermi che eri tu a non meritare un ragazzo come me, ma sarebbe solo rabbia ed io ora ho posto solo per una sofferenza, che nessuno mi aveva mai fatto subire…Ti auguro il meglio, che potrá venire dalle tue scelte. Addio, Chris. §

Tomo preparó la vasca, immergendovi il proprio corpo stanco, dopo avere letto quelle righe dure e spietate.
Tappandosi il naso, andó sotto completamente, riemergendo dopo qualche secondo, sperando che fosse stato tutto un brutto sogno.



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