venerdì 4 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 92

Capitolo n. 92 – gold



Affittarono un cottage sulla scogliera; Jared lo scelse per la vista sull’oceano, a Colin piacque subito per i frutteti ed i prati sul retro della casa, un’esplosione di verde e fioriture primaverili, che gli trasmettevano molta serenitá.
Avevano salutato Brandon e Kurt, con un lungo abbraccio.
Il dottor Cody visitó Colin con cura, prima della partenza: “Mi raccomando, i farmaci che dovrai prendere sono solo questi, ma se ti senti in forma non sono necessari, ok?”
“Va bene Brandon, non ti deluderó…”
Kurt asciugó due lacrime sugli zigomi di Jared, scrutando quegli zaffiri tanto inquieti – “Vedrai che ogni cosa tornerá al proprio posto Jay…”
“Lo desidero con tutto me stesso, ma non mi sento ancora pronto per tornare… Colin lo sa, mi ha giá detto che posso fare ció che voglio, ma io non riesco a lasciarlo adesso…”
“Ritrovatevi allora…credo che questo viaggio potrá restituirvi qualcosa che credete di avere perduto.”

Chris disegnava cerchi concentrici sul petto di Tomo, che aveva ripreso sonno, dopo avere fatto l’amore con lui.
Il tepore delle lenzuola, il suo profumo, tutto sembrava al posto giusto.
Era quasi ora di pranzo, decise cosí di scendere in cucina a preparargli un pranzo a sorpresa.
Curiosó nei mobili dispensa e poi nel frigorifero, sempre pieno di provviste.
Tomo aveva lasciato il note book acceso, cosí il ragazzo decise di spegnerlo, ma poi notó una cartella di foto, sul desktop e ci cliccó sopra, attivando uno screen saver di immagini in sequenza.
Erano di Shannon e Josh, oltre al compagno, ricordi di vacanze e situazioni felici, dall’arrivo del bambino da Haiti, i primi mesi Los Angeles, la sua crescita, accudito al meglio da due padri davvero unici.
Dai loro sguardi traboccavano tutti i colori dei sogni che avevano finalmente realizzato.
Chris provó una fitta allo stomaco.
Forse nulla era al posto giusto, all’improvviso.
“Chris sei qui…”
Lui si voltó di scatto – “Perdonami, non volevo ficcare il naso nelle tue cose, volevo solo…”
“Non hai sbagliato tesoro…Qui non ci sono segreti, i miei giorni sono sotto al tuo sguardo, ho sempre detestato vivere nella menzogna e quando è stato il momento ho fatto anche scelte drastiche.”
“Lo so Tomo… io amo la tua sinceritá, la dolcezza… credo che Shannon ami di te le stesse cose, come non potrebbe…”
Lui si avvicinó, stringendogli il viso tra le mani fresche – “Forse non gli è bastato, ma non è un’accusa, è una semplice constatazione...”
“Se lui… se lui tornasse da te…”
“Cosa farei?”
Chris annuí.
“Gli riaprirei la porta di questa casa, per il bene di Josh, ma temo che non sarebbe piú come prima… e non potró assicurargli il mio amore incondizionato, perché ora tu ci sei, esisti ed io non riesco neppure adesso a farmene una ragione, perché è tutto troppo perfetto…Chris io ti amo…”
Lo strinse, baciandolo, perdendosi nei suoi occhi chiari e nuovamente luminosi, dopo essere stato rassicurato da lui.

Jared si mise a pancia in giú sulla trapunta all’inglese, ancora vestito, guardando nel vuoto.
“Sei bellissimo…”
“Cole…Che ci fai ancora lí?” – gli domandó con tenerezza, aveva paura di ferirlo anche con una semplice parola inopportuna.
“Ti guardavo…sono cosí fortunato ad averti nella mia vita Jared, non so bene quali meriti abbia avuto… e non so bene se ti meriteró nel futuro, anche da questo istante...”
Jared si giró, tendendogli le braccia – “Vieni da me…abbiamo superato notti piú buie di questa Cole… io voglio crederci, nonostante gli errori reciproci…”
Si strinsero, spogliandosi con lentezza, in un’aurea di rispetto ed attenzione assoluti, baciandosi tra mille carezze, fino a ritrovarsi uniti in una simbiosi, che niente e nessuno poteva infrangere.

Il corpo di Jared si muoveva sinuoso ed intenso, assaporando ogni minima sensazione che Colin potesse dargli, caldo e virile dentro di lui.
Continuava ad attirare la sua bocca alla propria, tormentandolo con brevi baci, tanto che Jared sembrava agognare ossigeno da quella di Colin.
Lo portó sotto di se, lasciando che si ancorasse ai suoi fianchi con quelle gambe sottili ed abbronzate, come il resto della sua pelle che Colin continuava ad esplorare e gustare.
Jared era in piena estasi, ma non eccitato, un dettaglio strano, per quanto quell’amplesso lo stesse facendo godere come non mai.
Colin lo accarezzó, ottenendo scarsi risultati, ma ormai gli stava venendo dentro, si concentró sul dargli il massimo del piacere, toccando il punto migliore perché ció avvenisse.
Madidi si sudore, non smisero di baciarsi e leccarsi piano, gemendo i loro nomi.

Cenarono a lume di candela, un pasto a base di pesce fresco, comprato in una pescheria ricavata in una grotta, un posto incredibile.
“Sei stanco Jay?”
“Sono un po’… frastornato… il volo, le ultime ore… facciamo una passeggiata e poi a nanna, cosa ne dici Cole?”
“Andiamo.” – sorrise.
La luna era a metá, una lunga fila di lampioni illuminava fiocamente la via verso il mare, deserta e silenziosa.
Cercarono una panchina, in un punto dove arrivava il profumo del mare – “È agitato…come le nostre anime Jay…”
“Io… io mi sento in pace…”
“Io invece… io mi sento come quelle onde…”
“Spumeggianti Cole?” – rise, affondando un bacio nel suo collo.
“Ho voglia… ho voglia di fare l’amore con te… fa… fa quasi male…” – ansimó, baciandolo con foga.
Le sue mani corsero veloci tra le gambe di Jared, che ebbe un sussulto – “Colin… Colin torniamo…”
“No… no facciamolo qui… ti voglio sentire…prendimi Jared…”
“Cole smettila…!” – si spostó con cautela, trascinandolo lungo il viale, nonostante le sue proteste.
Una volta rincasati, Colin fece un respiro profondo.
“Devo… devo chiederti una cosa amore…”
Jared si spoglió, cercando un pigiama nel trolley – “Ti ascolto…”
“Prima… cioè anche nel pomeriggio… a volte bastava che ci guardassimo per…”
“Ehi aspetta un attimo Colin!” – esclamó, abbozzando un sorriso imbarazzato – “Sono solo stanco. Non farti strane idee…”
“Ero solo in ansia per te, non voglio forzarti a fare sesso con me se…”
“Se cosa? È stato bellissimo oggi… eri con me, vero Cole?”
“Sí Jay… eccome se c’ero… sarei andato avanti all’infinito…”
“Adesso dormiamo, vuoi?”
“Faccio una doccia…”

Si alzó un vento fastidioso, ma riuscirono a prendere sonno subito.
Jared abbracciava da dietro Colin, che preferí rimanere nudo, quasi infastidito dalla stoffa dei pantaloni e della t-shirt di Jared.
Le palpebre di quest’ultimo fremevano, stava sognando: era nella casetta di legno, ad Haiti, un’immagine che mescolava ricordi e fantasia.
Stava facendo l’amore con Glam, nello stesso modo in cui era accaduto con Colin.
L’unica differenza era che si sentiva travolto da una bramosia per lui, che acuiva la sua libido toccandolo capace, masturbando il sesso di Jared dapprima con lentezza e poi sempre piú avido.
Il bacino di Jared inizió a seguire gli stessi movimenti che la sua mente stava elaborando, in un crescendo che destó Colin.
“Ehi cucciolo… Jay…”
“Voglio… voglio riempirti di me…” – quelle parole lo portarono subito a togliergli quell’inutile indumento, scoprendolo con foga, per prendergli il membro fino in fondo alla propria gola.
Jared riprese coscienza della situazione, come se qualcuno gli avesse dato uno schiaffo.
A quel punto era stato travolto completamente da Colin, che succhiava e pompava con un trasporto da togliere il respiro.
“Oh… ommioddio… sto… sto venendo Colin!!” – inarcó la schiena, per poi invaderlo come un fiume in piena, svuotandosi, in preda a spasmi ed un pianto senza fine.

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