domenica 20 marzo 2011

GOLD - Capitolo n. 107

Capitolo n. 107 – gold



Glam fu svegliato dal vibracall del cellulare. Era la segretaria Tania, che gli ricordava alcuni appuntamenti.
Controlló l’ora, erano le tre di pomeriggio ed era rimasto da solo, con un biglietto da parte di Jared.
§ Perdonami, ma torno a casa…Non a Los Angeles, ma nell’alloggio, anche se mi sento un estraneo un po’ ovunque… Non riesco a starti vicino senza pensare a noi… a fare l’amore con te Glam, cosí evito di fare l’ennesimo sbaglio, anche se vorrei … continuare a sbagliare… Stupido, vero? Jay §

Geffen percorse il corridoio verso il proprio studio, incrociando le gemelle, che esultavano per l’ottimo voto ottenuto per delle tesine su Haiti, poi Pamela, che gli disse di avere acquistato un telefonino a Lula – “Ho fatto male Glam? L’ho comunque detto a Kevin.”
“Tu hai parlato con Kevin?” – domandó dolcemente stupito.
“Sí… era d’accordo. E tu?”
“Hai fatto bene cara e voi due, meritate una bella cena fuori, ok bimbe?”
Quindi arrivó Syria con un cestino in vimini – “Ti ho preparato le tortillas che ti piacciono tanto Glam… sono anche per il bimbo…”
“Grazie tesoro, dov’è la mia peste?”
“Penso alla mensa, fanno merenda.”
“Allora andiamo tutti insieme, cosí le dividiamo, se no me le mangio tutte io e poi scoppio.” – e colorarono l’aria con una risata generale.
Lo adoravano, lo amavano, perché Glam, sotto agli occhi di Jared, che li spiava dal magazzino vivande, era l’uomo che risolveva i problemi, che c’era quando serviva, che sapeva fare stare bene, sia che fosse un bel ragazzo come Kevin oppure una splendida donna come Pamela, che pendeva da ogni sua parola, innamorata persa di lui e sempre in attesa di un suo insperato ritorno a casa.

Shannon ricevette un sms incolore da Tomo, che era appena arrivato a casa.
§ Ti aspetto… non portare Josh. Grazie. §
Era inquietante quella richiesta, era chiaro che lui avesse da dirgli qualcosa di grave.
Quando gli aprí, Shannon abbozzó un sorriso – “Ciao… bentornato…”
“Ciao Shan, dai entra. Vuoi bere qualcosa?”
“No… cioè… sí, se mi tieni compagnia.”
“Una birra?”
“Vada per la birra. Come è andato il viaggio?”
“Madrid è splendida in questa stagione…”
Gli passó la lattina, con la mano destra, dove Shannon notó un cambiamento.
“Tomo, ma… la tua fede…?!”
Lui abbassó gli occhi scuri, come a trovare le parole giuste – “E… e quella cos’è? É… diversa… cosa è successo?!” – la sua voce si incrinó, tra ansia e delusione.
“Quella di prima… la nostra Shan, è nel mio scrigno, con quelle poche cose preziose che ho… e questa é… sí insomma, io e Chris ci siamo sposati.” – deglutí fissandolo ed aspettandosi il peggio.
Shannon rimase immobile, la Céres cadde, spargendosi sul parquet e rotolando in un angolo, dopo che lui le diede un calcio, di rabbia e sconforto.
Strinse i pugni, poi si strofinó la faccia, passandosi le mai nei capelli e tirandoli, come a volerseli strappare.
“Spo…sposati?!” – ringhió.
“Era… era ció che volevo… appena ci siamo rivisti, appena ho sentito la sua voce e… ma non è solo questo… Chris è dentro di me, ha ridato pace al mio cuore distrutto… Non è il gioco delle accuse e delle rivendicazioni Shan, ma chi prende delle decisioni o fa degli errori, deve assumersene la responsabilitá. La nostra era una famiglia e noi due coniugi… tu mi hai tradito e nel peggiore dei modi.”
“Quindi tu non combatti, getti la spugna e ti prendi il primo che capita… perché è questo che ti è successo cazzo!!!”
“Io sono innamorato di lui.”
“Ma sí certo… è cosí difficile esserlo, vero? È bellissimo, è sensuale, è anche simpatico e molto tenero… insomma, anche un sasso si innamorerebbe di Chris!”
“Francamente non è proprio cosí… Guarda Kevin… lui non ha ceduto, ma di cosa stiamo parlando adesso?... Io non potevo andare avanti in questa incertezza… e con questi giochini, il motel, il sesso in macchina… è… è quasi volgare…”
“VOLGARE??!!” – gli urló in faccia Shannon, che solo a quel punto tolse l’anello al suo anulare, gettandolo contro l’ex – “Ecco… ecco qui, tienila la mia felicitá, fanne ció che vuoi! Avró compromesso per primo il nostro legame, ma tu Tomo non hai fatto davvero nulla per salvarlo, almeno questo ammettilo…”
“Non ho rimproveri da farmi Shan.” – replicó deciso.
“Buon per te…” – e le lacrime, che erano rimaste sospese fino a quell’istante, traboccarono dalle sue giade stravolte ed incredule.
Si diresse verso la blindata, ma Tomo lo bloccó per un braccio – “Aspetta! Dobbiamo parlare del bambino.”
“Il… il bambino??” – si inchiodó, affrontandolo.
“Sai, Owen ha certi avvocati cosí potenti che potrei anche portartelo via e farti penare all’inferno fino all’ultimo dei tuoi giorni. E vorrei farlo… CAZZO SE LO VORREI!”
Tomo indietreggió, sentendosi morire – “Non… non provarci… pensa a Josh, una guerra del genere sarebbe deleteria per lui: vuoi assumerti questo peso? Vuoi macchiarti anche di questo delitto, Shan?”
Leto respiró forte, poi giró la maniglia – “Te lo riporto domani mattina. Adesso… adesso vattene al diavolo Tomo, vacci davvero!”

Jude aveva comprato dei vestitini nuovi per Rebecca e Violet, per la festa di Colin.
Lui lo guardava, mentre si divertiva a mostrare tutti i dettagli di quei preziosi abiti alle sue principesse: “Le vizi troppo… Anche con Lillybeth non scherzi…” – rise.
“Mi diverto a fare shopping per loro… Dopo il tuo b.day andró a Londra per quindici giorni e Robert inizierá quel film in Messico… sai mi sta giá venendo l’ansia per la lontananza…”
“Con i tuoi figli ti divertirai… e Downey è perfetto per quella parte, mi ha accennato qualcosa…”
“Sí… Notizie da Jared?”
“Ci colleghiamo tra mezz’ora… via web cam… non vedo l’ora.” – si illuminó, incontrando la perplessitá negli opali di Jude, che non riusciva piú a nascondere il suo disappunto.
Colin sospiró, salutando le piccole, che sparirono nella camera armadio a sistemare i nuovi acquisti – “Tu… tu non riesci davvero ad essere felice per me, quando Jared torna o dimostra di amarmi…” – disse con un certo smarrimento.
Jude ebbe come la sensazione di avere ricevuto un pugno nello stomaco – “Colin… io… io non volevo…”
“Sí che volevi, non fai altro, tu lo odi Jared, non negarlo.”
“Odiarlo… ma… ma io semmai odio il modo in cui ti tratta!” – protestó, annaspando per recuperare.
“E come mi tratterebbe? Siamo stati insieme nel Maine e sí, hai ragione, ha avuto una profonda crisi sempre per colpa di Glam Geffen, ma poi ci siamo ritrovati ed è stato il modo migliore da sempre, te lo assicuro.”
“Tu… tu accetti questa loro relazione come…” – “Non hanno una relazione!! Glam ha scelto Kevin ed hanno adottato un bambino, rafforzando la loro unione!”
“Ok… OK!! Allora perché Jared è tornato ad Haiti??”
“Perché sta seguendo un progetto preciso, è un volontario e si è preso un impegno con bambini ed adulti, prodigandosi per loro, con generositá, come fa da una vita! E non sono un coglione e neppure uno stupido, so che non ha smesso di amare Glam, ma alla fine lui tornerá a casa! Quando… quando non ne potrá piú a fare a meno. Ed io lo aspetteró.”
Jude si alzó, tirando sú dal naso ed asciugandosi con le dita tremanti gli zigomi, solcati da un pianto triste, per il quale Colin si sentí a disagio, pentendosi per quello sfogo – “Jude… Juse scusami… ascolta…”
“No. No, non peggiorare questa cosa… resto qui con te, quando il mio compagno ha la sua bambina per poche ore e potremmo godercela insieme lontano da tutto e tutti… A volte servono degli schiaffi per svegliarsi.. Ci sentiamo, stammi bene.”




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