martedì 21 maggio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 117


Capitolo n. 117  -  zen


“E questo è Lula … Il mio angelo. Loro sono le gemelle, con la madre, che ora ne aspetta altri due … maschietti”
Geffen tossì, sporgendosi sullo scoglio, verso un nuovo amico, che guardava di sguincio il tablet dell’avvocato, mentre entrambi pescavano.
Masticò un po’ il sigaro, poi sorrise storto – “Sei un tipo interessante straniero”
“Anche tu non sei male, vecchio … Ce l’avrai un nome, vero? Non mi piace chiamarti così” – anche Glam sorrise.
“Gli anni passano per tutti, anch’io sono stato pazzo quanto mi sembri tu …”
“Questo invece è Kevin, con Jared, li adoro, poi qui c’è Robert … Lo amo con tutto me stesso”
“In quanti letti ti sei infilato straniero?”
“Parecchi … Kevin l’ho anche sposato, è il padre di Lula, insieme a me”
“E gli altri?”
“Jared e Robert? L’intenzione era quella, ma hanno due mariti, prole a carico …”
“Leggo i giornali, qualcosa la so pure io, nonostante viva da venticinque anni in questo paradiso … Guarda che ha abboccato, sveglia Glam” – rise di nuovo.
“Oh miseria … allora oggi ti invito a pranzo, se non è una scarpa”
“Incrocio le dita … Mi chiamo Clint e sono americano … Lo ero, almeno.”


“Io Kevin lo capisco … Ha un attaccamento verso Glam smisurato e poi hanno cresciuto Lula …”
Le parole di Downey erano sommesse, mentre se ne stava rannicchiato sulla poltrona del jet di Meliti.
Jude lo ascoltava, dandogli carezze sul volto smagrito, ma pure sempre affascinante.
“Vedrai che gli passerà, ora Glam è in vacanza, mica in guerra” – disse poco convinto.
“Sei in ansia anche tu, vero Judsie?” – sorrise a metà.
Law annuì, abbassando lo sguardo di opale ed oro, così luminoso nel vedere il compagno stare sempre meglio.

“Gli devo delle scuse, sai Rob? Quel giorno gli ho come scaraventato in faccia la mia felicità e”
“La nostra tesoro” – sottolineò dolcemente, prendendogli le mani.
“Sì … La nostra amore …” – e lo baciò, intenso.
Erano arrivati.


“Quanto manca Colin?”
“Il pilota dice un’ora, vuoi qualcosa da bere?”
“Una tonica, grazie … e tacos”
“Agli ordini mr Leto”
Farrell gli sorrise amorevole, tornando a sedersi accanto a lui, che non lo perdeva di vista un secondo, constatando quanto era solido e maturo, oltre che bellissimo, nella sua età, che nemmeno dimostrava lontanamente.
Quanto il leader dei Mars, era palese.


“Se vuoi condire l’insalata, Clint …”
“Non hai delle patatine?”
“No … Devo ancora orientarmi con i negozi …”
“Ce n’è soltanto uno, almeno in questo borgo aahahah Poi se vai al villaggio trovi persino il mercato,  fino a stasera … E poi sabato”
“Dovrei comprare qualche padella … Questa è malandata forte”
“No, è perfetta per quello che abbiamo recuperato … Dunque mi dicevi di questa fuga” – chiese curioso, mentre spargeva sale su dei pomodori invitanti.
“Ogni tanto ci provo, a mettere della distanza tra me ed i casini che combino, alle storie inconcludenti …”
“Ah sia chiaro, sono single, ma non voglio fidanzarmi con te straniero” – precisò Clint.
Scoppiarono a ridere, poi si misero a tavola, sorseggiando un ottimo Crete.


La passeggiata sino alla caletta, li aiutò a smaltire quel pranzo, trascorso in malinconica allegria.
Andarono a sedersi all’ombra di alcune conifere, che macchiavano di un verde cupo, il paesaggio a tratti brullo e roccioso.
Il colore del Mediterraneo, in compenso, riportava alla mente di Geffen lo sguardo di Jared, profondo e conficcato nel suo cuore, durante il loro ultimo incontro a Palm Springs, dopo il servizio fotografico di Richardson.

Clint si allungò, sistemandosi il cappello in paglia, dopo avere estratto un libricino dalla tasca della camicia.
“Ti leggo una cosa … non so se è appropriata … Comunque …” – si schiarì la voce, mentre Glam trovava posto sopra ad un enorme sasso piatto.

«Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare. 
Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie ... ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.

Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami ... ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.

Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi ... ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.

Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.»

“Splendida …” – sospirò assorto Geffen.
“E’ di un anonimo giapponese … Loro la sanno lunga in fatto di sentimenti, non trovi? Ti ha fatto venire in mente qualcuno, dei tuoi principi consorti?” – domandò il più anziano.
“Istintivamente direi Jared … In realtà sarei in errore, perché dovrei risponderti Kevin”


Tim nemmeno respirava, mentre Scott rimuoveva il busto in silicone a Kevin, usando delle forbici chirurgiche.
Il bassista gli sorrise, rassicurandolo.

“Ho quasi finito …”
“Grazie Scott … Non credevo di liberarmene così presto”
“Sei guarito bene, è il tuo fisico reattivo … Fatto!”
“Oh che sollievo”
Tim corse ad abbracciarlo.
Kevin lo strinse con energia, dandogli un bacio affettuoso sulle guance arrossate.
Il giovane trasmetteva il senso di dipendere da lui e questo lo gratificava.

“Notizie del filibustiere?” – chiese simpatico il medico.
“Ha chiamato all’alba, sembrava sereno …”
“Salutalo, visto che non è raggiungibile in alcun modo”
“Se gli scrivi una e-mail la legge, ma ha un satellitare nuovo, il numero non compare quando telefona”
“Massima segretezza dunque”

Tim li ascoltava, notando in Scott un lieve disagio, mascherato senza successo.

“Glam ha bisogno di pace … Soprattutto per la sua salute”
“Sì Kevin … E tu idem, non dimenticarlo” – lo rimproverò senza severità, poi si congedò.


“Rodi? E’ splendida …”
Jared scese dall’air bus, che li aveva condotti a destinazione, assaporando l’aria carica di profumi e salsedine.
“Veramente siamo diretti a Lalysos, staremo più tranquilli Jay” – precisò Farrell.
“Ok … e come?”
“Ho noleggiato un’auto, lascia fare a me” – e gli sorrise, prendendolo per mano, come se fossero due ragazzini al primo viaggio all’estero.


Robert piegò gli abitini di Camilla, accucciolata sul lettino della sua nuova cameretta, dalle pareti in legno celeste e bianco.
C’erano cuscini ovunque, ma anche bambole e giochi, fatti portare, da Jude, dalla persona di fiducia, che teneva in ordine il loro rifugio segreto da sempre.

“Che vista …”
Law era in veranda: il mare di Lalysos mutava nelle sfumature, dal blu cobalto all’azzurro cielo, mosso da una brezza gradevole.
“Questo posto sembra fuori dal mondo Rob …”
“Sì, ma hai visto quanti turisti quest’anno? L’aeroporto di Rodi era nel caos, senza parlare di tutti quegli yacht attraccati”
“Il turismo è in ripresa, meglio così …”


Clint si stiracchiò, rialzandosi.
“Vai già via?”
“Sì … Trascorro qualche ora con la mia vecchia” – sorrise.
“Hai una compagna?”
“Ci facciamo un bicchierino, ogni tanto, in memoria dei bei tempi … Ci siamo divertiti parecchio, mi sono trasferito qui per lei … Avremmo voluto dei figli, non sono arrivati, ma ci hai pensato tu, alla media internazionale”
“In effetti …”
“Come mai hai scelto Lalysos per il tuo esilio, straniero?”
Geffen si ossigenò – “Non saprei … Un link on line, lampeggiava, l’ho aperto e”
“Sei bislacco nel tuo eloquio, uomo confuso!” – sentenziò, quindi fece un inchino e svanì, nell’orizzonte di quel pomeriggio assolato.




CLINT EASTWOOD special guest star is CLINT 

Uno scorcio di Lalysos sull'isola di RODI

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